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Cala la quantità mondiale di energia elettrica prodotta dalle centrali nucleari. Lo ha annunciato l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), segnalando che nel 2011 si è registrato un decremento del 4,3%: complessivamente la quantità è stata di 2518 TWh rispetto ai 2630 TWh generati nel 2010. La causa di tale calo è da ricercarsi, secondo l’Aiea, nello spegnimento dei reattori giapponesi in seguito dell'incidente di Fukushima A seguito del terremoto/tsunami che ha colpito il Giappone nel marzo 2011, sono stati chiusi 13 reattori giapponesi e poi, entro la fine dell’anno scorso, 31 dei 54 reattori del Giappone risultavano spenti per ispezioni o sostituzioni di attrezzature e sono ancora in attesa di essere riavviati. Come conseguenza di questa situazione, la produzione di elettricità nucleare del Giappone è diminuita del 44,3% L'incidente di Fukushima ha indotto la Germania a dichiarare una moratoria di tre mesi a carico dei suoi più reattori più vecchi e poi alla decisione di chiudere definitivamente le sette unità entrate in esercizio prima del 1980. Come risultato, si è verificata una riduzione del 23,1% per cento nella generazione di elettricità nucleare del paese. Intanto, nel mondo sono stati collegati alle reti elettriche nel 2011 sei nuovi reattori nucleari: due in Cina (Lingao II Unità 2 e Unità Qinshan II 4), a cui si è aggiunto a luglio il reattore sperimentale veloce QCER; Kaiga 4 in India; Bushehr in Iran e Kalinin 4 in Russia.
La Finlandia è un paese che non teme il nucleare. Forse perché ha la fortuna di possedere un sottosuolo granitico, in grado di isolare in modo naturale, o forse perché i suoi abitanti sono ormai abituati a dipendere da questo tipo di energia (il nucleare genera più del 30% dell’energia elettrica prodotta nel paese).
Le centrali nucleari in funzione in Finlandia sono due. La prima è quella di Loviisa, che possiede due reattori VVER440 costruiti negli anni settanta. L’altro è l’impianto nucleare di Olkiluoto, presso Eurajoki, con due reattori BWR per 1740 MW, gestiti dalla TVO (Teollisuuden Voima Oyj), una sorta di ENEL finlandese.
Nel 2005 vennero avviati i lavori per la costruzione di un terzo reattore a Olkiluoto, la quale, secondo le previsioni, dovrebbe diventare la centrale nucleare più grande e più sicura al mondo.
Questo progetto è però sotto accusa da diversi anni a causa dei forti ritardi nella realizzazione e di un aumento vertiginoso dei costi rispetto a quanto preventivato.
La costruzione di un terzo reattore di nuova generazione 3+, da 1600 MW, modello EPR (ovvero reattore nucleare europeo ad acqua pressurizzata, proprio come quelli che dovrebbero essere costruiti in Italia) è stata affidata alla francese Areva in joint venture con la SiemensAG per conto del gestore TVO, l’azienda energetica a capitale pubblico più grande e importante del paese.
Ma se il costo previsto inizialmente era di circa 3,2 miliardi di euro, nel corso degli anni l’importo è cresciuto in maniera esponenziale fino a raggiungere la cifra di 5,3 miliardi. Inoltre, sempre secondo il progetto iniziale, il reattore avrebbe dovuto essere messo in funzione già nel 2009, ma la data della produzione commerciale è stata posticipata al 2013 e si comincia a parlare anche del 2015.
Che cosa ha causato i ritardi nella realizzazione del reattore e la crescita vertiginosa dei costi? Pare che si siano presentate innumerevoli incongruenze rispetto al progetto originario.
In questi sei anni di lavori, Greenpeace ha individuato migliaia di difetti di costruzione e gravi problemi di sicurezza.
Si sono verificati problemi nella cementificazione esterna del guscio di contenimento del reattore. Alcuni pezzi per la pressurizzazione non funzionavano bene. Le turbine nelle fondamenta dell’edificio si riempivano d’acqua.
Questi inaspettati problemi non solo hanno incrementato a dismisura i costi, ma hanno anche messo in luce la pericolosità della strutturanel caso in cui i problemi riscontrati si verificassero quando la centrale sarà operativa. Per non parlare della questione sulla sicurezza in caso di catastrofi naturali, come tristemente già riscontrato a Fukushima.
Secondo la stampa finlandese, le due società costruttrici (Areva e Siemens) ed il futuro gestore (TVO) si incolpano a vicenda per i ritardi e sarebbero intenzionate a ricorrere a vie legali.
A rimetterci saranno in ogni caso i cittadini finlandesi, costretti a sborsare cifre da capogiro per avere – chissà quando – la centrale nucleare più grande al mondo.