News, Dati, Eventi finanziari amico caro, te lo dico da amico, fatti li.... qui e' tutta malvivenza

Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio tramite Movimento anti NWO


Ieri alle 5:38 · Modificato · https://it-it.facebook.com/pages/Abbattiamo-la-Frode-Bancaria-e-il-Signoraggio/208622872545749#




TSIPRAS, BURATTINO DELLA TROIKA. E DA NOI? PER CHI LAVORA IL GOVERNO IN CARICA? Chi lo ha eletto? E quello prima, qualcuno lo ha votato? E quello prima ancora? Da quanto tempo la democrazia è sospesa in Italia? Come si chiama quella situazione in cui il popolo non ha più nessun potere di scegliere i propri rappresentanti?





Varoufakis: “era tutto pronto per uscire dall’Euro, poi Tsipras ha TRADITO”
Varoufakis: “era tutto pronto per uscire dall’Euro, poi Tsipras ha TRADITO” 0 By mora on 30 agosto 2015 · Esteri La clamorosa rivelazione di Varoufakis: “Era già...http://l.facebook.com/l.php?u=http://dagospia.com/&h=9AQGSmmAE&s=1
morasta.it




http://www.morasta.it/varoufakis-era-tutto-pronto-per-uscire-dalleuro-poi-tsipras-ha-tradito/








Mi piace Commenta Condividi

11 h




Rimuovi











Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio


30 agosto alle ore 7:41 · https://it-it.facebook.com/pages/Abbattiamo-la-Frode-Bancaria-e-il-Signoraggio/208622872545749#





NON NE PARLA NESSUNO MA CAMBIERA' LE NOSTRE VITE
http://www.dolcevitaonline.it/ttip-10-cose-da-sapere-sul-t…/





TTIP: 10 cose da sapere sul trattato che ci priverà di ogni controllo democratico - DolceVita
TTIP: Le dieci cose da sapere. Cos'è, chi lo vuole, e come rischia di annullare i diritti dei cittadini su salute, alimentazione e lavoro
dolcevitaonline.it




http://l.facebook.com/l.php?u=http:...cK0SUhm0YCVPwQtPUBtVNJPeHflyEbUcFZ8BG2Ogs&s=1













Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio ha condiviso la foto di Antonio Pocobello.


30 agosto alle ore 7:39 · https://it-it.facebook.com/pages/Abbattiamo-la-Frode-Bancaria-e-il-Signoraggio/208622872545749#











Antonio Pocobello

Sociale: Gheddafi e l'esportazione della democrazia.
http://pocobello.blogspot
 
Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio tramite Movimento anti NWO


Ieri alle 5:38 · Modificato · https://it-it.facebook.com/pages/Abbattiamo-la-Frode-Bancaria-e-il-Signoraggio/208622872545749#




TSIPRAS, BURATTINO DELLA TROIKA. E DA NOI? PER CHI LAVORA IL GOVERNO IN CARICA? Chi lo ha eletto? E quello prima, qualcuno lo ha votato? E quello prima ancora? Da quanto tempo la democrazia è sospesa in Italia? Come si chiama quella situazione in cui il popolo non ha più nessun potere di scegliere i propri rappresentanti?





Varoufakis: “era tutto pronto per uscire dall’Euro, poi Tsipras ha TRADITO”
Varoufakis: “era tutto pronto per uscire dall’Euro, poi Tsipras ha TRADITO” 0 By mora on 30 agosto 2015 · Esteri La clamorosa rivelazione di Varoufakis: “Era già...http://l.facebook.com/l.php?u=http://dagospia.com/&h=9AQGSmmAE&s=1
morasta.it




http://www.morasta.it/varoufakis-era-tutto-pronto-per-uscire-dalleuro-poi-tsipras-ha-tradito/








Mi piace Commenta Condividi

11 h




Rimuovi











Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio


30 agosto alle ore 7:41 · https://it-it.facebook.com/pages/Abbattiamo-la-Frode-Bancaria-e-il-Signoraggio/208622872545749#





NON NE PARLA NESSUNO MA CAMBIERA' LE NOSTRE VITE
http://www.dolcevitaonline.it/ttip-10-cose-da-sapere-sul-t…/





TTIP: 10 cose da sapere sul trattato che ci priverà di ogni controllo democratico - DolceVita
TTIP: Le dieci cose da sapere. Cos'è, chi lo vuole, e come rischia di annullare i diritti dei cittadini su salute, alimentazione e lavoro
dolcevitaonline.it




http://l.facebook.com/l.php?u=http:...cK0SUhm0YCVPwQtPUBtVNJPeHflyEbUcFZ8BG2Ogs&s=1













Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio ha condiviso la foto di Antonio Pocobello.


30 agosto alle ore 7:39 · https://it-it.facebook.com/pages/Abbattiamo-la-Frode-Bancaria-e-il-Signoraggio/208622872545749#











Antonio Pocobello

Sociale: Gheddafi e l'esportazione della democrazia.
http://pocobello.blogspot
 
mercoledì 2 settembre 2015

CRESCITA FENICE E DISOCCUPAZIONE: LA DEFLAZIONE SALARIALE CI AGGANCIA ALLA CORSA MONDIALE VERSO IL BARATRO




Il-baratro.jpg



1. Per comodità di lettura e per una più diretta comprensione, riproduciamo il comunicato Istat relativo all'occupazione-disoccupazione nel II° trimestre 2015. Evidenziamo in neretto le parti "nevralgiche" che dovrebbero far comprendere le cose a un lettore non "sedato" dalla grancassa mediatica:



"...Nel secondo trimestre 2015 – ininterrotta da cinque trimestri – continua la crescita degli occupati, stimata a +180 mila unità (0,8% in un anno). L'aumento riguarda entrambe le componenti di genere e coinvolge soprattutto il Mezzogiorno (+2,1%, 120 mila unità).
Al calo degli occupati 15-34enni e 35-49enni (-2,2% e -1,1%, rispettivamente) si contrappone la crescita degli occupati ultra50enni (+5,8%).

L'incremento dell'occupazione interessa sia gli stranieri (+50 mila unità) sia, soprattutto, gli italiani (+130 mila unità).
In confronto al secondo trimestre 2014, il tasso di occupazione 15-64 anni degli stranieri diminuisce di 0,1 punti percentuali a fronte di una crescita di 0,6 punti tra gli italiani.

Nell'industria in senso stretto, dopo la diminuzione del trimestre precedente, l'occupazione rimane sostanzialmente stabile su base annua a sintesi di un aumento nel Nord e di un calo nel Centro e nel Mezzogiorno. Nelle costruzioni, dopo diciannove trimestri di calo, torna a salire il numero di occupati (+2,3%, 34 mila unità in un anno). Nel terziario gli occupati crescono dello 0,8% (+127 mila unità), soprattutto tra i dipendenti e nel Mezzogiorno.



Nel secondo trimestre 2015, i lavoratori a tempo pieno aumentano in misura sostenuta per il secondo trimestre consecutivo, con un incremento di 139 mila unità (+0,8%). Ininterrotta dal 2010, prosegue la crescita degli occupati a tempo parziale (+1,0%, 41 mila unità nel raffronto tendenziale) ma in oltre sette casi su dieci questa riguarda il part time involontario, la cui incidenza arriva al 64,6% dei lavoratori a tempo parziale (era il 64,5% un anno prima).



L'incremento di occupazione interessa soltanto i dipendenti, cresciuti nel secondo trimestre del 2015 dell'1,1% (183 mila unità), mentre gli indipendenti rimangono sostanzialmente invariati. Continua, a ritmo più sostenuto, l'aumento del numero di dipendenti a tempo indeterminato (+0,7%, 106 mila su base annua), associato all'aumento dei dipendenti a termine (+3,3%, 77 mila unità). Si riduce il numero di indipendenti con contratti di collaborazione (-11,4%, -45 mila unità).

Nel secondo trimestre 2015 il numero di persone in cerca di occupazione è stimato rimanere invariato su base annua, a sintesi dell'aumento per gli uomini (+2,6%, 44 mila unità) e del calo per le donne (-3,1%, -45 mila unità). Il 59,5% dei disoccupati cerca lavoro da un anno o più (era il 61,9% nel secondo trimestre 2014).

Dopo quattordici trimestri di crescita e il calo nel primo trimestre del 2015, nel secondo trimestre il tasso di disoccupazione si attesta al 12,1% (-0,1 punti su base annua); alla riduzione del Nord (-0,3 punti) si associa la stabilità nel Mezzogiorno e l'aumento nel Centro (+0,1 punti), con le differenze territoriali che si ampliano: l'indicatore varia dal 7,9% delle regioni settentrionali, al 10,7% del Centro fino al 20,2% del Mezzogiorno.

Nel secondo trimestre 2015, a ritmi sostenuti, prosegue la diminuzione del numero degli inattivi di 15-64 anni (-1,9%, -271 mila unità) dovuto in circa sette casi su dieci ai 55-64enni. Il tasso di inattività scende al 35,8% (-0,6 punti percentuali). Dopo la crescita ininterrotta dal terzo trimestre 2011, diminuisce lo scoraggiamento (-5,8%, -114 mila unità), soprattutto nel Mezzogiorno e tra i giovani di 15-34 anni"


2. Per un paio di brevi commenti "a caldo", che coinvolgono questo dato occupazionale - che oggi si rivela, oltretutto, scontare anche tra gli occupati i giovani stagisti a rimborso spese "simbolico", considerato retribuzione!, ed incidendo sia sul dato degli inattivi che su quello della disoccupazione "giovanile" -, così come la crescita del PIL (con l'annessa vexata quaestio del conteggio delle scorte). vi rinviamo agli amici di "Scenarieconomici":
Disoccupazione in calo, grazie agli invisibili e ad una pensione sempre più lontana

la “MIRACOLOSA” crescita del PIL Italiano: ECCOVI LA VERITA’

3. Si tratta di possibili punti di vista che contribuiscono a chiarire: di certo, quanto agli stagisti, l'inclusione "la vuole l'€uropa"; quanto alle scorte sappiamo come siano, per la parte prevalente, "scommesse di futura vendita", tanto più precarie - come, di fatto o di diritto, le assunzioni legate ad un ciclo produttivo riavviato su queste basi -, quanto più legate ad aspettative in cui, per lo più, le "imprese" credono come ad un mantra.

Quanto all'andamento del mercato del lavoro, il discorso in precedenza da noi svolto, risulta in pieno confermato, Adeguate alle nuove cifre riportate nel bollettino di cui sopra, infatti, le criticità rimangono le stesse (al netto del fatto che il dato di giugno sarebbe, a quanto pare, "grezzo", cioè non destagionalizzato in funzione del periodo turistico dell'estate che porta a un incremento meramente transitorio dell'occupazione).

4. Vi riproduco l'evidenziatura delle tendenze attualmente in corso sul mercato del lavoro:

"La disoccupazione nei settori trainanti del modello economico italiano - industriale manifatturiero e costruzioni- aumenta inesorabilmente: tutto il modesto saldo attivo registrato su base annua - cioè non rispetto ai mesi precedenti, di cui abbiamo visto il dato di fine febbraio-, è esclusivamente dovuto al settore dei servizi (+147.000 che compensa il dato negativo di tali settori trainanti).




Di questi oltre un terzo (51.000 unità) sono evidentemente "riassunzioni" di ultra 55enni, a cui, altrettanto palesemente, devono essere stati offerti lavori a retribuzione presumibilmente inferiore a quella del momento in cui persero l'occupazione; e questo in cambio della fine della prospettiva di essere senza stipendio e senza pensione. E' chiaro che si tratta di una condizione di tale debolezza contrattuale che si tenderà ad accettare condizioni retributive peggiorative. Oltretutto in presenza degli sgravi fiscali e contributivi previsti nel triennio dalla legge di stabilità, che opera entro tetti ben determinati, oltre i quali l'assunzione deflazionata (il "demansionamento") del lavoratore in precedenza inquadrato a livelli superiori non conviene più...



Tra questi "recuperi" di lavoratori "anziani" una parte consistente deve persino essere a tempo parziale; nel complesso prosegue l'aumento di questa formula che raramente corrisponde ad una reale aspirazione del lavoratore.

Infatti, quasi i 2/3 dei lavoratori part-time sono "involontari", cioè praticamente situazioni dove non c'è altra alternativa alla disoccupazione che non sia la sotto-occupazione.

Combinamo questi fattori col dato dei lavoratori delle fasce più giovani (15-34 e 35-49), dove infatti la disoccupazione aumenta: verosimilmente, ciò si verifica perchè questi lavoratori non hanno ancora accettato un posto part-time, o a retribuzione inferiore di quella precedentemente goduta,...nel settore dei servizi.

Otretutto questi lavoratori hanno una prospettiva di permanenza abbondantemente ultratriennale: per loro la prospettiva di lavorare nei servizi rischia di essere una scelta professionale che, per esigenze anagrafiche, si estenderebbe ben oltre il beneficio triennale dello sgravio sui "nuovi" assunti (anziani e quindi alle soglie del pensionamento...).

E sempre nel settore dei servizi.



In questo settore, parrebbe trovino preferenziale occupazione i lavoratori più disperati e ricattabili; qui, infatti, una collocazione, magari a tempo determinato o a tempo parziale "involontario", si verifica di regola per una qualifica o per mansioni che ben poco possono avere a che fare con il profilo professionale posseduto.

La concorrenza dei "vecchi" disoccupati e "esodati" - o in condizione analoga di attesa finale, a qualsiasi costo, della maturazione dell'anzianità contributiva per la pensione (ridotta)- pare rendere i lavoratori 35-49enni meno appetibili e "disponibili"(salvo che non accettino il bench mark dell'esercito di riserva...degli imminenti pensionandi)."

4.1. Quanto alla crescita del PIL, anche qui troviamo la conferma delle tendenze da poco evidenziate.
Il bollettino Bankitalia relativo al primo semestre della bilancia dei pagamenti (dato mensile di giugno 2015, e dato su base annua terminante nello stesso mese) è stato nel frattempo pubblicato.
L'attivo annuale di "conto corrente" (saldo CAB) sulla scadenza di giugno è di 37,176 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 36,120, registrati a maggio (dato esaminato nel post sopra citato). Il che spiega, nei fatti, le "aspettative" di maggior vendita, all'estero, che portano all'aumento delle scorte: se invece provate a comprare sul mercato interno qualcosa, specie beni di consumo durevoli, vi sentirete ovunque dire che "dobbiamo fare l'ordine e ci vorrà qualche giorno". Invariabilmente.

5. In sintesi, la competitività "relativa" italiana pare proprio aumentare perchè, dato che le condizioni favorevoli di:
a) QE=svalutazione dell'euro, essendo questo è l'unico concreto effetto sull'economia reale del QE stesso, cioè la guerra delle valute a epicentro €uropa: perlomeno nella prima parte dell'anno, e in attesa delle notizie dalla Cina e dai BRICS e non solo;
b) calo dei prezzi petroliferi-energetici;
riguardano parimenti tutti gli altri paesi €uropei, il miglioramento del saldo CAB deve, logicamente, essere dovuto ai tassi di cambio reale (cioè agli indici di competitività che mantengono il loro valore decisivo pur dentro l'area valutaria dell'eurozona).
E quindi, se prosegue il miglioramento competitivo italiano, ciò dovrebbe essere ragionevolmente imputabile al calo del livello salariale medio.
E ancora non è arrivata la "grande riforma" della contrattazione aziendale!

6. Tutto ciò è perfettamente in linea anche con il discutibile e non trasparente (nei criteri di rilevazione) aumento dell'occupazione (prevalentemente nei servizi e per i lavoratori ultracinquantenni, come abbiamo visto).
Insomma, gli zoppicanti dati sull'aumento dell'occupazione - con contratti a tempo indeterminato a recesso libero da parte dei datori, una costante prevalenza del part-time involontario, la massiccia permanenza dei rapporti a termine, la stabilizzazione dell'enorme esercito degli "inattivi" -, sono perfettamente compatibili e spiegabili con la deflazione salariale, cioè con la diminuzione della ricchezza della prevalenza delle famiglie.
Ed infatti, l'inflazione è stabile a 0,2 su base annua, in Italia: il che, in base alla vera curva di Phillips, porta a un livello tendenzialmente invariato di occupazione altrettanto "vera" e a un presumibile tasso di crescita del PIL coerente: cioè anch'esso a variazione zero, al netto delle "scorte" e del loro possibile trasformarsi in un boomerang al minimo scossone internazionale.
Una debolezza patologica in sè, che rinvia alla ulteriore evanescenza della crescita, se basata su un dato congiunturale come una svalutazione competitiva e su costi energetici che, in termini di domanda globale non indicano nulla di buono: dunque su fondamenti che il resto del mondo può rovesciare, nei prossimi mesi, in modi oltremodo drammatici.

7. Come abbiamo visto qui:
"MA DOVE SI VA PUNTANDO SULLA DOMANDA INTERNA"? E ALLORA, PIU' GLOBALIZZAZIONE (SELETTIVA: TTIP) E RIFORME PER TUTTI"
 
mercoledì 2 settembre 2015

CRESCITA FENICE E DISOCCUPAZIONE: LA DEFLAZIONE SALARIALE CI AGGANCIA ALLA CORSA MONDIALE VERSO IL BARATRO




Il-baratro.jpg



1. Per comodità di lettura e per una più diretta comprensione, riproduciamo il comunicato Istat relativo all'occupazione-disoccupazione nel II° trimestre 2015. Evidenziamo in neretto le parti "nevralgiche" che dovrebbero far comprendere le cose a un lettore non "sedato" dalla grancassa mediatica:



"...Nel secondo trimestre 2015 – ininterrotta da cinque trimestri – continua la crescita degli occupati, stimata a +180 mila unità (0,8% in un anno). L'aumento riguarda entrambe le componenti di genere e coinvolge soprattutto il Mezzogiorno (+2,1%, 120 mila unità).
Al calo degli occupati 15-34enni e 35-49enni (-2,2% e -1,1%, rispettivamente) si contrappone la crescita degli occupati ultra50enni (+5,8%).

L'incremento dell'occupazione interessa sia gli stranieri (+50 mila unità) sia, soprattutto, gli italiani (+130 mila unità).
In confronto al secondo trimestre 2014, il tasso di occupazione 15-64 anni degli stranieri diminuisce di 0,1 punti percentuali a fronte di una crescita di 0,6 punti tra gli italiani.

Nell'industria in senso stretto, dopo la diminuzione del trimestre precedente, l'occupazione rimane sostanzialmente stabile su base annua a sintesi di un aumento nel Nord e di un calo nel Centro e nel Mezzogiorno. Nelle costruzioni, dopo diciannove trimestri di calo, torna a salire il numero di occupati (+2,3%, 34 mila unità in un anno). Nel terziario gli occupati crescono dello 0,8% (+127 mila unità), soprattutto tra i dipendenti e nel Mezzogiorno.



Nel secondo trimestre 2015, i lavoratori a tempo pieno aumentano in misura sostenuta per il secondo trimestre consecutivo, con un incremento di 139 mila unità (+0,8%). Ininterrotta dal 2010, prosegue la crescita degli occupati a tempo parziale (+1,0%, 41 mila unità nel raffronto tendenziale) ma in oltre sette casi su dieci questa riguarda il part time involontario, la cui incidenza arriva al 64,6% dei lavoratori a tempo parziale (era il 64,5% un anno prima).



L'incremento di occupazione interessa soltanto i dipendenti, cresciuti nel secondo trimestre del 2015 dell'1,1% (183 mila unità), mentre gli indipendenti rimangono sostanzialmente invariati. Continua, a ritmo più sostenuto, l'aumento del numero di dipendenti a tempo indeterminato (+0,7%, 106 mila su base annua), associato all'aumento dei dipendenti a termine (+3,3%, 77 mila unità). Si riduce il numero di indipendenti con contratti di collaborazione (-11,4%, -45 mila unità).

Nel secondo trimestre 2015 il numero di persone in cerca di occupazione è stimato rimanere invariato su base annua, a sintesi dell'aumento per gli uomini (+2,6%, 44 mila unità) e del calo per le donne (-3,1%, -45 mila unità). Il 59,5% dei disoccupati cerca lavoro da un anno o più (era il 61,9% nel secondo trimestre 2014).

Dopo quattordici trimestri di crescita e il calo nel primo trimestre del 2015, nel secondo trimestre il tasso di disoccupazione si attesta al 12,1% (-0,1 punti su base annua); alla riduzione del Nord (-0,3 punti) si associa la stabilità nel Mezzogiorno e l'aumento nel Centro (+0,1 punti), con le differenze territoriali che si ampliano: l'indicatore varia dal 7,9% delle regioni settentrionali, al 10,7% del Centro fino al 20,2% del Mezzogiorno.

Nel secondo trimestre 2015, a ritmi sostenuti, prosegue la diminuzione del numero degli inattivi di 15-64 anni (-1,9%, -271 mila unità) dovuto in circa sette casi su dieci ai 55-64enni. Il tasso di inattività scende al 35,8% (-0,6 punti percentuali). Dopo la crescita ininterrotta dal terzo trimestre 2011, diminuisce lo scoraggiamento (-5,8%, -114 mila unità), soprattutto nel Mezzogiorno e tra i giovani di 15-34 anni"


2. Per un paio di brevi commenti "a caldo", che coinvolgono questo dato occupazionale - che oggi si rivela, oltretutto, scontare anche tra gli occupati i giovani stagisti a rimborso spese "simbolico", considerato retribuzione!, ed incidendo sia sul dato degli inattivi che su quello della disoccupazione "giovanile" -, così come la crescita del PIL (con l'annessa vexata quaestio del conteggio delle scorte). vi rinviamo agli amici di "Scenarieconomici":
Disoccupazione in calo, grazie agli invisibili e ad una pensione sempre più lontana

la “MIRACOLOSA” crescita del PIL Italiano: ECCOVI LA VERITA’

3. Si tratta di possibili punti di vista che contribuiscono a chiarire: di certo, quanto agli stagisti, l'inclusione "la vuole l'€uropa"; quanto alle scorte sappiamo come siano, per la parte prevalente, "scommesse di futura vendita", tanto più precarie - come, di fatto o di diritto, le assunzioni legate ad un ciclo produttivo riavviato su queste basi -, quanto più legate ad aspettative in cui, per lo più, le "imprese" credono come ad un mantra.

Quanto all'andamento del mercato del lavoro, il discorso in precedenza da noi svolto, risulta in pieno confermato, Adeguate alle nuove cifre riportate nel bollettino di cui sopra, infatti, le criticità rimangono le stesse (al netto del fatto che il dato di giugno sarebbe, a quanto pare, "grezzo", cioè non destagionalizzato in funzione del periodo turistico dell'estate che porta a un incremento meramente transitorio dell'occupazione).

4. Vi riproduco l'evidenziatura delle tendenze attualmente in corso sul mercato del lavoro:

"La disoccupazione nei settori trainanti del modello economico italiano - industriale manifatturiero e costruzioni- aumenta inesorabilmente: tutto il modesto saldo attivo registrato su base annua - cioè non rispetto ai mesi precedenti, di cui abbiamo visto il dato di fine febbraio-, è esclusivamente dovuto al settore dei servizi (+147.000 che compensa il dato negativo di tali settori trainanti).




Di questi oltre un terzo (51.000 unità) sono evidentemente "riassunzioni" di ultra 55enni, a cui, altrettanto palesemente, devono essere stati offerti lavori a retribuzione presumibilmente inferiore a quella del momento in cui persero l'occupazione; e questo in cambio della fine della prospettiva di essere senza stipendio e senza pensione. E' chiaro che si tratta di una condizione di tale debolezza contrattuale che si tenderà ad accettare condizioni retributive peggiorative. Oltretutto in presenza degli sgravi fiscali e contributivi previsti nel triennio dalla legge di stabilità, che opera entro tetti ben determinati, oltre i quali l'assunzione deflazionata (il "demansionamento") del lavoratore in precedenza inquadrato a livelli superiori non conviene più...



Tra questi "recuperi" di lavoratori "anziani" una parte consistente deve persino essere a tempo parziale; nel complesso prosegue l'aumento di questa formula che raramente corrisponde ad una reale aspirazione del lavoratore.

Infatti, quasi i 2/3 dei lavoratori part-time sono "involontari", cioè praticamente situazioni dove non c'è altra alternativa alla disoccupazione che non sia la sotto-occupazione.

Combinamo questi fattori col dato dei lavoratori delle fasce più giovani (15-34 e 35-49), dove infatti la disoccupazione aumenta: verosimilmente, ciò si verifica perchè questi lavoratori non hanno ancora accettato un posto part-time, o a retribuzione inferiore di quella precedentemente goduta,...nel settore dei servizi.

Otretutto questi lavoratori hanno una prospettiva di permanenza abbondantemente ultratriennale: per loro la prospettiva di lavorare nei servizi rischia di essere una scelta professionale che, per esigenze anagrafiche, si estenderebbe ben oltre il beneficio triennale dello sgravio sui "nuovi" assunti (anziani e quindi alle soglie del pensionamento...).

E sempre nel settore dei servizi.



In questo settore, parrebbe trovino preferenziale occupazione i lavoratori più disperati e ricattabili; qui, infatti, una collocazione, magari a tempo determinato o a tempo parziale "involontario", si verifica di regola per una qualifica o per mansioni che ben poco possono avere a che fare con il profilo professionale posseduto.

La concorrenza dei "vecchi" disoccupati e "esodati" - o in condizione analoga di attesa finale, a qualsiasi costo, della maturazione dell'anzianità contributiva per la pensione (ridotta)- pare rendere i lavoratori 35-49enni meno appetibili e "disponibili"(salvo che non accettino il bench mark dell'esercito di riserva...degli imminenti pensionandi)."

4.1. Quanto alla crescita del PIL, anche qui troviamo la conferma delle tendenze da poco evidenziate.
Il bollettino Bankitalia relativo al primo semestre della bilancia dei pagamenti (dato mensile di giugno 2015, e dato su base annua terminante nello stesso mese) è stato nel frattempo pubblicato.
L'attivo annuale di "conto corrente" (saldo CAB) sulla scadenza di giugno è di 37,176 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 36,120, registrati a maggio (dato esaminato nel post sopra citato). Il che spiega, nei fatti, le "aspettative" di maggior vendita, all'estero, che portano all'aumento delle scorte: se invece provate a comprare sul mercato interno qualcosa, specie beni di consumo durevoli, vi sentirete ovunque dire che "dobbiamo fare l'ordine e ci vorrà qualche giorno". Invariabilmente.

5. In sintesi, la competitività "relativa" italiana pare proprio aumentare perchè, dato che le condizioni favorevoli di:
a) QE=svalutazione dell'euro, essendo questo è l'unico concreto effetto sull'economia reale del QE stesso, cioè la guerra delle valute a epicentro €uropa: perlomeno nella prima parte dell'anno, e in attesa delle notizie dalla Cina e dai BRICS e non solo;
b) calo dei prezzi petroliferi-energetici;
riguardano parimenti tutti gli altri paesi €uropei, il miglioramento del saldo CAB deve, logicamente, essere dovuto ai tassi di cambio reale (cioè agli indici di competitività che mantengono il loro valore decisivo pur dentro l'area valutaria dell'eurozona).
E quindi, se prosegue il miglioramento competitivo italiano, ciò dovrebbe essere ragionevolmente imputabile al calo del livello salariale medio.
E ancora non è arrivata la "grande riforma" della contrattazione aziendale!

6. Tutto ciò è perfettamente in linea anche con il discutibile e non trasparente (nei criteri di rilevazione) aumento dell'occupazione (prevalentemente nei servizi e per i lavoratori ultracinquantenni, come abbiamo visto).
Insomma, gli zoppicanti dati sull'aumento dell'occupazione - con contratti a tempo indeterminato a recesso libero da parte dei datori, una costante prevalenza del part-time involontario, la massiccia permanenza dei rapporti a termine, la stabilizzazione dell'enorme esercito degli "inattivi" -, sono perfettamente compatibili e spiegabili con la deflazione salariale, cioè con la diminuzione della ricchezza della prevalenza delle famiglie.
Ed infatti, l'inflazione è stabile a 0,2 su base annua, in Italia: il che, in base alla vera curva di Phillips, porta a un livello tendenzialmente invariato di occupazione altrettanto "vera" e a un presumibile tasso di crescita del PIL coerente: cioè anch'esso a variazione zero, al netto delle "scorte" e del loro possibile trasformarsi in un boomerang al minimo scossone internazionale.
Una debolezza patologica in sè, che rinvia alla ulteriore evanescenza della crescita, se basata su un dato congiunturale come una svalutazione competitiva e su costi energetici che, in termini di domanda globale non indicano nulla di buono: dunque su fondamenti che il resto del mondo può rovesciare, nei prossimi mesi, in modi oltremodo drammatici.

7. Come abbiamo visto qui:
"MA DOVE SI VA PUNTANDO SULLA DOMANDA INTERNA"? E ALLORA, PIU' GLOBALIZZAZIONE (SELETTIVA: TTIP) E RIFORME PER TUTTI"
 
2015
C'ERA QUALCUNO CHE LI SPINGEVA? SINCRONICITA' MISTERIOSE



tumblr_m9mnfd0ACZ1qhrkxko1_400.gif



1. Si potrebbe sollevare una questione di questo genere:
- perchè la ormai tristemente famosa foto del bambino siriano morto su una spiaggia TURCA porrebbe, come dice oggi il New York Times, "more political pressure and sense of emergency" sui leaders europei, - per risolvere la crisi dell'esodo di immigrati (dalle aree più lontane...ad es; NON libici dalla Libia, stranamente)- e invece notizie come quelle che vedete sotto, non hanno minimamente condizionato gli stessi leaders?


Grecia, strage degli innocenti: +43% di mortalità infantile dopo i tagli alla sanità- http://www.repubblica.it/salute/2014/02/22/news/grecia_mortalit_infantile-79326564/;

Unicef: in Grecia 439mila bambini soffrono la fame per la crisi- Unicef: in Grecia 439mila bambini soffrono la fame per la crisi - Il Sole 24 ORE

Choc in Grecia, bimbi disabili tenuti chiusi in gabbia in un istituto- Choc in Grecia, bimbi disabili tenuti chiusi in gabbia in un istituto

Qui la foto dei bambini greci disabili in gabbia (che NON ha fatto il giro del mondo, e che evidentemente non ha suscitato "political pressure")

20141116_grecia.jpg


2. Già perchè?

Cos'è che determina l'attenzione prioritaria e assoluta dei mass-media su un "fatto" - o meglio ancora, sul porgere in modo pressante l'interpretazione di un fatto- a preferenza di altre notizie?

Cos'è che spinge a mettere, in modo simultaneo, una notizia e una foto in tutte le prime pagine e in tutti i titoli di apertura di tutti i telegiornali del "mondo occidentale", nell'evidente tentativo di sfruttare una suggestione (piuttosto che un'altra), di creare un'urgenza insopportabile (ignorandone altre egualmente attuali e accessibili)?

Com'è possibile che ciò accada e il cittadino comune non sia in grado di ricostruirne origine e criteri? Forse che i bambini greci morti da infanti per mancanza di farmaci, o per denutrizione, o rinchiusi nelle gabbie, non sono degni di suscitare la stessa sollevazione di sdegno di cui i "leaders politici europei" debbano tenere conto?

C'è qualcuno o qualche "entità" che "spinge" i media in una qualche direzione, predeterminabile e coordinabile, mediante una qualche forma di "centrale", che elabora priorità di scelta e modo di divulgare una notizia (spinnare un frame)?

Avere le risposte a questi interrogativi è veramente essenziale. Si potrebbe capire "chi" decide delle nostre vite e per quali motivi e finalità...

3. «Il controllo economico non è il semplice controllo di un settore della vita umana che possa essere separato dal resto; è il controllo dei mezzi per tutti i nostri fini. E chiunque abbia il controllo dei mezzi deve anche determinare quali fini debbano essere alimentati, quali valori vadano stimati […] in breve, ciò che gli uomini debbano credere e ciò per cui debbano affannarsi».
(F. von Hayek da "Verso la schiavitù", 1944).
 
2013
- L'editoriale di Giovanni Antonio Fois e Sergio Basile -
Il Piano Kalergi, Unione Europea, Ue, Richard Coudenhove Kalergi, Politiche europeiste, Nuovo Ordine Mondiale, Mondialismo, Messia, Capitalismo internazionale, Multiculturaismo, Premio Carlo Magno, Gli Stati uniti e l'Unità Europea, Wiston Crurchill, Loggia B'nai B'rith, Usa, Stati uniti, Teoria delle Razze, Teorie dei Popoli, Mescolanza razziale, terzomondializzazione dell'Europa, Terzo reich, Gerd Honsik, Mondialismo, NWO
Il Piano Kalergi - Quello che Nessuno
ti ha mai detto sull'Europa
[FONT=georgia, serif]Il Progetto Paneuropeo e la Terzomondializzazione [/FONT]
[FONT=georgia, serif]dell'Europa – I Segreti più Oscuri dell'Ue[/FONT]
[FONT=georgia, serif]Prima Parte[/FONT]

L'editoriale
di Giovanni Antonio Fois e Sergio Basile

EuropaIl mondo economico e politico internazionale naconde uno scabroso retroscena, all'insaputa di tutti. Una questione scottante da trattare con le pinze e con il tatto dovuto, che ha da poco provocato l'arresto e la detenzione di Gerd Honsik, storico e poeta austriaco, colpevole di aver reso nota la vicenda attraverso le sue pubblicazioni. Questa storia è lagata ad un oscuro personaggio e ad un nome, completamente sconosciuto all'opinione pubblica ma di grande importanza per le caste privilegiate di questa società. Questo nome, non dimenticatelo, è Richard Coudenhove Kalergi. Anche se nessun libro di scuola ne parla e la didattica tralascia deliberatamente l'argomento, quest'uomo è considerto uno dei padri fondatori del progetto UE, pioniere delle attuali politiche europeiste. Se non "il padre nobile" delle attuali perverse politiche comunitarie.
Il Messia dell'unità europea e del Paneuropeismo
Una sorta di Messia per i vertici del capitalismo internazionale che nel corso degli anni hanno dimostrato di aver sposato a pieno la causa del conte austriaco. Nato a Tokio nel novembre del 1894, Kalergi può essere considerato il padre fondatore dell'Unione Paneuropea ed il primo ad aver proposto il progetto di un'Europa unita. Per questo motivo la sua figura è ancor oggi osannata dal mondo economico internazionale ma pochi conoscono i veri motivi che spinsero Kalergi alla formulazione delle sue tesi. Andando a spulciare sul web su wikipedia e altri network, questo astuto politico austriaco, viene dipinto esclusivamente come un uomo di eccellenti doti comunicative, capace di attirare le attenzioni politiche e finanziarie internazionali, ricalcando la falsa riga dello stereotipo dell'eroe-imprenditore, tanto in voga nel ventunesimo secolo. Viene citato il Premio Carlo Magno, vinto dallo statista nel 1950 e vengono tirate in ballo un paio di opere (''Pan-Europa. Un grande progetto per l'Europa unita'', e ''Gli Stati Uniti e l'unità europea'').
La Bibbia di Kalergi – "Praktischer Idealismus"
Tuttavia non c'è traccia dell'opera principale di Kalergi, che denota a pieno la personalità del politico e che può essere considerata il suo testamento filosofico. Questo libro, titolato ''Praktischer Idealismus'' (idealismo pratico) è tuttora censurato in Germania e non risulta aquistabile e disponibile in nessuna libreria, nè nuovo, nè usato. Strano davvero! La rivista tedesca ''Unabhängige Nachrichten'' (indipendent news), intorno ai primi anni Novanta, ha annunciato la pubblicazione di una sintesi del libro, facendo infuriare le autorità che hanno immediatamente proceduto alla confisca dell'unica copia stampata dall'editore. A partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, una foltissima parte della letteratura internazionale venne fatta sparire, e l'opera di Kalergi è chiaramente finita nel mucchio. Erano tante infatti le affermazioni diventate ormai scomode, legate ad un tipo di cultura considerata superata. Il dibattito verteva su due fronti contrapposti di approcci sociali, psicologici, politici.
La Teoria delle Razze e la Teoria dei Popoli
Da una parte la teoria delle razze, dall'altra la teoria dei popoli. In realtà la prima teoria viene erroneamente affibiata alla fantasia dei tedeschi e dell'elite nazionalsocialista. I veri precursori furono invece inglesi ed americani, che appoggiarono palesemente queste teorie almeno fino ai primi anni '20, quando il quadro europeo cominciava a cambiare, vedendo nascere le prime dittature europee. Tuttavia, sul finire del secondo conflitto mondiale, la necessità di condannare pesantemente gli sconfitti e di dare una nuova visione del mondo ai popoli, reduci da una guerra cosi disastrosa, fece propendere gli Alleati verso la seconda teoria, almeno ufficialmente.
1922 – Fondazione del "Movimento Paneuropa" e "Nuovo Ordine Mondiale"
Kalergi muovendosi dietro le quinte del "teatro europeo", lontano dai riflettori, riuscì ad attrarre nelle sue trame i più importanti capi di stato, che si fecero sostenitori e promotori del suo progetto mondialista di unificazione continentale. un passo fondamentale fu dato nel 1922, quando Kalergi fonda a Vienna il movimento “Paneuropa”, puntando nettamente all’instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale. Mondialismo puro basato su una Federazione di Nazioni guidata dagli Stati Uniti e fortemente appoggiato dal Regno Unito di Winston Churchill, della loggia massonica B’nai B’rith e della stampa statunitense di regime.
Le Basi Kalergiane del progetto Europeista

In realtà il progetto europeista, che si proclama antirazzista, alla luce di queste scoperte possiamo comprendere come sia colmo di linee guida paragonabili a quelle del terzo reich. ‘’L'uomo del futuro sarà un misto razziale’’, afferma lo statista, palesando una prospettiva d’azione a dir poco confusa. ‘’Oggigiorno, razze e classi sono gradualmente destinate a scomparire per gli effetti di spazio, tempo e pregiudizi. La razza del futuro - dichiarò Kalergi - è negroeurasiatica, simile in apparenza agli antichi egizi. Essa rimpiazzerà la diversità dei popoli e la diversità dei singoli’’. Una dichiarazione delirante che sosteneva il rimpiazzo degli ordini odierni, con un meltinpot razziale, facilmente soggiogabile dai vertici politici e finanziari internazionali. Kalergi parla espressamente di "una nuova subumanità resa bestiale dalla mescolanza razziale (…) e con una molteplicità di personalità". Per Kalergi era dunque necessario "incrociare i popoli europei con razze asiatiche e di colore, per creare un gregge multietnico senza qualità e facilmente dominabile dall'élite al potere". Ma c’è di più: il politico austriaco individua oltre a questa classe di "dominati" anche la classe eletta alla quale spetterà il compito di tiranneggiare. Secondo quanto sostenuto da Kalergi, infatti, ‘’Il giudaismo è il seno dal quale sorge una nuova aristocrazia europea. Il nucleo - continua Kalergi - attorno al quale si raggruppa l’aristocrazia dell’intelligenza’’. Queste furono le frasi sconcertanti che ancor oggi sorreggono il progetto d’unificazione europea. (Continua)
Giovanni Antonio Fois, Sergio Basile(Copyright © 2013 Qui Europa)
____________________________________________________________________________________
Seconda Parte
Il Piano Kalergi – Quello che Nessuno ti ha mai detto sull’Europa - Prima Parte



Venerdì, Marzo 8th/ 2013 – L'editoriale di Giovanni Antonio Fois e Sergio Basile - Il Piano Kalergi, Unione Europea, Ue, Richard Coudenhove Kalergi, Politiche europeiste, Nuovo Ordine Mondiale, Mondialismo, Messia, Capitalismo internazionale, Multiculturaismo, Premio Carlo Magno, Gli Stati uniti e l'Unità Europea, Wiston Crurchill, Loggia B'nai B'rith, Usa, Stati uniti, Teoria delle Razze, Teorie dei [...]
8 marzo 2013No CommentRead More
Il Piano Kalergi – La Terzomondializzazione dell’Europa e l’Eurocasta -Seconda Parte



Sabato, Marzo 9th/ 2013 – L'editoriale Sergio Basile e Giovanni Antonio Fois - Il Piano Kalergi, Unione Europea, Ue, Richard Coudenhove Kalergi, Politiche europeiste, Multiculturalismo, Premio Carlo Magno, Premio Kalergi, Mescolanza razziale, Terzomondializzazione dell'Europa, Gerd Honsik, Mondialismo, NWO, Angela Merkel, Herman van Rompuy, Denuncia, Coppia tedesca, Crimini contro l'umanità, primavera araba, Robert Schuman, Mediterraneo, G.Brock Chisholm, OMS, [...]
9 marzo 2013No CommentRead More#
La Terza Fase del Piano Kalergi – Comprare l’assenso alla paneuropeizzazione programmata


 
Kalergi – La Terzomondializzazione dell’Europa e l’Eurocasta


timthumb.php
Angela Merkel - Herman van Rompuy - Kalergi Price 2010 - 2012

timthumb.php
Angela Merkel - Herman van Rompuy - Kalergi Price 2010 - 2012




1
2


Sabato, Marzo 9th/ 2013
- L'editoriale Sergio Basile e Giovanni Antonio Fois-
Il Piano Kalergi, Unione Europea, Ue, Richard Coudenhove Kalergi, Politiche europeiste, Multiculturalismo, Premio Carlo Magno, Premio Kalergi, Mescolanza razziale, Terzomondializzazione dell'Europa, Gerd Honsik, Mondialismo, NWO, Angela Merkel, Herman van Rompuy, Denuncia, Coppia tedesca, Crimini contro l'umanità, primavera araba, Robert Schuman, Mediterraneo, G.Brock Chisholm, OMS, CECA, Comunità Economica carbone ed Acciaio, Entità sovranazionale
Il Piano Kalergi – La Terzomondializzazione
dell'Europa e l'Eurocasta ( Seconda Parte )
[FONT=georgia, serif]La strategia dell'Omologazione Culturale [/FONT]
Ad Angela Merkel ed Herman Van Rompuy assegnato
il Premio Kalergi 2010 e 2012

L'Editoriale
di Sergio Basile e Giovanni Antonio Fois













Il "Piano Kalergi" per la Paneuropeizzazione del Vecchio Continente
Europa – Nella prima parte dell'editoriale dedicato al "Piano Kalergi" (vedi allegato) abbiamo visto come lo statista può essere considerato a tutti gli effetti come il reale ispiratore (pioniere) dell'europeismo tecnocratico. Egli muovendosi dietro le quinte del "teatro europeo", lontano dai riflettori, riuscì ad attrarre nelle sue trame i più importanti capi di stato, che si fecero sostenitori e promotori del suo progetto mondialista di unificazione continentale. un passo fondamentale fu dato nel 1922, quando Kalergi fonda a Vienna il movimento “Paneuropa”, puntando nettamente all’instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale. Abbiamo altresì detto che la "Bibbia" o "Testamento Spirituale" di Kalergi sia l'opera titolata ''Praktischer Idealismus'' (idealismo pratico), dove egli teorizza la nascita di una nuova razza europea meticcia, nata dalla fusione di più razze d'origine afroasiatica e dalla dissoluzione dei popoli e delle loro tradizioni: usi, costumi e religioni. Condizione necessaria per creare una massa informe e facilmente addomesticabile, poiché priva di identità comune e spirito di patria. Una nuova razza capace di affermare il predominio incontrastato di una nuova élite di dominatori, che l'autore/statista individua nella razza ebraica. Kalergi è dunque il messia di un mondialismo puro basato su una "Federazione di Nazioni" guidata dagli Stati Uniti e fortemente appoggiato dal Regno Unito di Winston Churchill, della loggia massonica B’nai B’rith e della stampa statunitense di regime.
























Il "Piano Kalergi" secondo lo Storico Gerd Honsik

Secondo le ricostruzioni dello storico Gerd Honsik – dunque – "Kalergi proclama l’abolizione del diritto di autodeterminazione dei popoli e, successivamente, l’eliminazione delle nazioni per mezzo dei movimenti etnici separatisti o l’immigrazione allogena di massa. Affinchè l’Europa sia dominabile dall‘élite, pretende di trasformare i popoli omogenei in una razza mescolata di bianchi, negri e asiatici. A questi meticci egli attribuisce crudeltà, infedeltà e altre caratteristiche che, secondo lui, devono essere create coscientemente perché sono indispensabili per conseguire la superiorità dell‘elite. Eliminando per prima la democrazia, ossia il governo del popolo, e poi il popolo medesimo attraverso la mescolanza razziale, la razza bianca – nota osserva Honsik – deve essere sostituita da una razza meticcia facilmente dominabile. Abolendo il principio dell’uguaglianza di tutti davanti alla legge e evitando qualunque critica alle minoranze con leggi straordinarie che le proteggano, si riuscirà a reprimere la massa. I politici del suo tempo a quanto pare gli diedero ascolto e le potenze occidentali si basarono sul suo piano, promuovendolo e finanziandolo: da allora il multiculturalismo è quasi diventato un indice di progresso da perseguire ad ogni costo, e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti.

Un personaggio occultato tra le pieghe della storia

Fino ad oggi nessun mezzo d’informazione si era spinto a tanto, ma l’Osservatorio Nazionale Indipendente "Qui Europa" ha voluto indagare a fondo su questo nome. Il fatto che l’unica sezione di wikipedia che trattasse l’opera ''Praktischer Idealismus'' fosse quella danese, ha fatto nascere la curiosità di scoprire quali fossero le tesi di fondo della neo politica paneuropea, dopotutto la verità su questi scritti è tanto danese quanto italiana! Il "Kalergi-pensiero" ha visto venir fuori tanti paradossi che ci hanno posto e ci pongono innanzi agli occhi la realtà in cui viviamo. Un mondo governato da paladini della giustizia e dell’antirazzismo che mettono in atto il piano più criminoso mai realizzato nella storia, assieme – evidentemente – al nazismo ed al comunismo.
Un'utile chiave di lettura delle false "Primavere Arabe"
Noi stessi, rimanendo all’oscuro di questi retroscena, ci rendiamo complici del sistema in cui viviamo, colmo di sentimenti nobili che non hanno poi riscontro nel quotidiano, costretti a dover sottostare ai loschi voleri dei poteri forti. In tutto ciò, dunque, l'immigrazione di massa – fomentata tra l'altro dall'infuriare del neocolonialismo occidentale delle false e pretestuose "Primavere arabe" in Africa e Medioriente (come provato in centinaia di articoli e dozzine di video pubblicati) – ci viene presentato come un fenomeno inevitabile, spontaneo e "normale".
La Terzomondializzazione programmata dell'Europa
Ma d'altra parte, a ben vedere, il fenomeno in esame sta alla base anche dei costanti inviti dell’ONU ad accogliere indiscriminatamente milioni di immigrati per compensare la bassa natalità europea. Anziché favorire lo sviluppo ed il progresso delle loro terre di origine, rese – per contro - colonie occidentali da sfruttare ad esclusivo uso e consumo delle élite occidentali. Un'Europa frattanto paralizzata da crisi economiche indotte e dall'assenza di politiche per la famiglia e pertanto costretta alla denatalità. Secondo un rapporto ONU diffuso nel gennaio 2000 (“Migrazioni di ricambio: una soluzione per le popolazioni in declino e invecchiamento") l’Europa necessiterebbe entro i prossimi 12 anni di 159 milioni di immigrati. Quasi come se i grandi burattinai avessero già previsto la soglia di crescita della popolazione europea: segno che in Europa non si vogliono adottare politiche per la famiglia per pura e semplice strategia. Altrimenti con politiche idonee che bisogno ci sarebbe di tali sconvolgimenti geopolitici? Fenomeni indotti e forzati protesi a mischiare – evidentemente – le culture ed a snaturare completamente i popoli europei. un qualcosa di strategicamente e subdolamente premeditato e non frutto del caso o di normali processi geopolitici. Ma – ci chiediamo - cosa resta di un popolo se si cancellano tradizioni, religione e cultura? Ovvio! Una massa informe ed acritica facilmente governabile. Tale concetto trova piena sintesi in una dichiarazione di G. Brock Chisholm, ex direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): "Ciò che in tutti i luoghi la gente deve fare - ha dichiarato Chisholm - è praticare la limitazione delle nascite e i matrimoni misti (tra razze differenti), e ciò in vista di creare una sola razza in un mondo unico dipendente da un’autorità centrale". Parole che lasciano davvero a bocca aperta ed attoniti.
Dalle Nazioni alla CECA, a un Organismo Sovranazionale
Il suo disprezzo per il governo popolare, Kalergi, lo manifestò in una frase del 1966, nella quale ricordava la sua attività del dopoguerra: "I successivi cinque anni del movimento Paneuropeo furono dedicati principalmente a questa meta: con la mobilitazione dei parlamenti si trattava di forzare i governi a costruire la Paneuropa". Un passo decisivo fu dato con la nascita della CECA: aiutato da Robert Schuman – ministro degli esteri francese – Kalergi riuscì ad assegnare la gestione della produzione di acciaio, ferro e carbone ad una sovranità sovranazionale. Il tutto sotto la direzione di personaggi assolutamente non eletti: i cosiddetti commissari europei. Non a caso Kalergi fu il primo a cui fu assegnato il premio europeo "Carlomagno". strinse amicizia anche con gli altri cosiddetti "padri" dell'Europa unita, tra i quali Alcide De gasperi e Conrad Adenauer.














Il Premio Coudenhove-Kalergi a Merkel e Van Rompuy
Basta guardarsi intorno un momento – gettando anche lo sguardo al di là del Mediterraneo – per capire come oggi, lo spirito kalergiano, evidentemente non continua solo nelle teorie o nei fatti compiuti, ma anche in precisi fatti ed azioni di riconoscimento delle "gesta" di particolari personaggi. Segno inequivocabile del legame indissolubile tra l'idea e la pratica. In suo onore, infatti, è stato istituito il premio europeo Coudenhove-Kalergi che ogni due anni premia gli "europeisti" (o paneuropeisti?) che si sono maggiormente distinti nel perseguire il suo folle piano. Tra di loro – guardacaso – a riflettori e telecamere spente troviamo nomi emblematici: Angela Merkel ed Herman Van Rompuy. Entrambi nel mese di Novembre 2012 denunciati da una coppia tedesca (Vedi articolo in allegato) per crimini contro l'umanità. La Società Europea Coudenhove-Kalergi, in particolare, ha assegnato alla Cancelliera Federale Angela Merkel il Premio europeo nel 2010, mentre a Herman Van Rompuy (Presidente del consiglio europeo) il premio 2012. Una grande coerenza! Non c'è che dire!
Sergio Basile,Giovanni Antonio Fois (Copyright © 2013 Qui Europa)
___________________________________________________________________________________
Curiosità
Coudenhove-Kalergi per primo propose nel 1929 di adottare come inno europeo l'Inno della gioia di Friedrich Von Schiller su musica della Nona Sinfonia di Ludwing Van Beethoven. Kalergi è inoltre l'autore nel 1930 della prima proposta di celebrare una giornata dell'Europa a Maggio. (Fonte Wikipedia)
____________________________________________________________________________________
Video e Articolo Correlato – Prima Parte





 


Quando lo Stato ti abbandona le sue leggi non sono più valide, a quel punto la Legge la fai tu. Ora sei tu che giudichi. Sii giusto e coltiva attorno a te la giustizia o rischi creando a tua volta ingiustizie, che tutto torni come prima.







http://www.investireoggi.it//it.pin...residenza della Repubblica | Guard for Angels



“Un fascismo americano sarebbe un fascismo democratico” Bertolt Brecht
di Stefano Zanichelli1. L’imperialismo americano è riuscito ad imporre la sua egemonia in Europa non solo vincolando i principali Stati imperialistici europei alla sua struttura economica, ma anche piazzando i suoi agenti, stretti collaboratori e uomini di fiducia, ai vertici di questi Stati.
Thierry Meyssan con una scrupolosa ricerca ha dimostrato – ad esempio – che Sarcozy è l’uomo scelto dagli Usa per liquidare (a destra come a sinistra) il gollismo in Francia. Discorso analogo vale per Angela Merkel in Germania, e – anche qui – l’analista francese ha portato prove abbastanza inoppugnabili.
In questo articolo io voglio prendere in esame la figura di Giorgio Napolitano, un uomo che ha consacrato la sua vita all’anticomunismo, servendo da sempre – in modi differenti – l’imperialismo Usa.
Comincio subito coll’inquadrare il giovane Napolitano.
2. Nel 1942, a diciassette anni, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza all’Università Federico II di Napoli.
Subito entra nei GUF (Gruppi universitari fascisti) e collabora con il settimanale IX maggio.
Poco prima, quando l’imperialismo fascista attaccò l’Urss con la vile Operazione Barbarossa (1941), aveva scritto:
‘’ L’Operazione Barbarossa civilizza i popoli slavi “: dato che il nostro sicuro Alleato [è] lanciato alla conquista della Russia” vi è la necessità assoluta di “un corpo di spedizione italiano per affiancare il titanico sforzo bellico tedesco”, allo scopo di “far prevalere i valori della Civiltà e dei popoli d’Occidente sulla barbarie dei territori orientali’’ (Giorgio Napolitano – “BO’ “, Luglio 1941, giorn. univ. del GUF di Padova)
Quindi fin da ragazzo il nostro sapeva da che parte schierarsi: ovunque ci sia il potere.
Durante l’occupazione tedesca, parte del GUF si unì alla resistenza bianca (o infiltrò quella rossa, a cui aderì il nostro). In quel momento gli Usa iniziano a creare in Italia le reti di spionaggio poi funzionali alle Operazioni Gladio e Chaos.
Antonio Maria Montini (che divenne papa Paolo VI) – ad esempio – come Segretario di Stato del Vaticano organizzò per conto del capo OSS Earl Brennen una rete spionistica anti-nipponica (che doveva far giungere a Washington informazioni sull’industria giapponese) nota come Progetto vascello.
Sempre Montini, dal 1944 al 1949, organizzò le ‘’vie del convento’’ attraverso cui mise in fuga – per conto degli Alleati – agenti della Gestapo e delle SS che sarebbero stati utilizzati dagli Usa nella lotta al socialismo (Operazione Condor, Progetto Paperclip, ecc…).
I centri utilizzati furono: Caritas Internationalis, il Collegium Teutonicum di Alois Hudal e poi ci fu la collaborazione di Krunoslav Draganovic consigliere di Ante Pavelic, capo dello Stato nazista croato (1941-1946).
Felix Andrew Morlion, domenicano belga e collaboratore dell’OSS, fondò la Pro Deo i servizi segreti cattolici che, in funzioni anti-comunista, aprirono vari centri strategici non solo negli Usa, ma anche all’interno del Vaticano stesso. Il suo segretario personale fu proprio Giulio Andreotti.
La Pro Deo, come l’Aginter Press di Guerin Serac (nazi-fascisti riciclati dagli Usa, con sede a Lisbona), era strettamente legata alla CIA.
I documenti declassificati escludono la possibilità di un intervento diretto dell’imperialismo Usa, nell’immediato dopoguerra in Italia, però gli esempi su fatti devono essere inseriti nelle, così dette, covert operations propri della direttiva NSC 10/2 del 18 giugno 1948: erano attività che partivano dall’estero e cercavano di creare forti mobilitazioni anti-comuniste nel nostro paese.
Questa stessa direttiva (che prevede oltre alla guerra economica e psicologica le infiltrazioni politiche) rimase in vigore fino al 1954.
In questo contesto abbiamo l’ascesa politica di Napolitano il quale nel 1953 sarà eletto deputato nel PCI e nel 1956 fu favorevole alla repressione dei moti ungheresi.
Più tardi si unirà alla corrente migliorista (interna al PCI) di Giorgio Amendola, su cui è bene che mi soffermi, seppur molto brevemente.
3.Giorgio Amendola era il figlio di Giovanni Amendola, liberale, antifascista e massone. Giovanni conobbe la moglie Eva Kuhn nella sede romana della Società Teosofica, fu frequentatore di Arturo Reghini un devoto di Julius Evola (filosofo che cercò di criticare il fascismo da destra) e venne iniziato alla Loggia Romagnosi di Roma.
Fra i finanziatori del suo giornale, Il Mondo, c’era anche l’industriale Francesco Matarazzo, uomo di punta – poi – della massoneria brasiliana.
Giorgio Amendola si laureò con una tesi sul credito al consumo, fu un liberale di sinistra che aveva un concetto alquanto strano del socialismo. Scrisse addirittura che il socialismo non è il prodotto del conflitto Capitale/Lavoro ma l’idea liberale formulata dal soggetto più efficiente della nostra epoca: il proletariato.
Una ideologia, quella dei miglioristi, profondamente anti-marxista che portò Amendola ed Altiero Spinelli (prima) e Napolitano (poi) a mettersi al servizio di organizzazioni come l’Istituto di Affari Internazionali di Gianni Agnelli e il Council for Foreign Relations di Rockfeller.
Insomma, l’uomo giusto (Napolitano) nel posto giusto (i miglioristi del PCI).
4. Napolitano dal 1960 al 1963 si occupò di questioni riguardanti il lavoro di massa, mentre fino al 1966 è a capo della federazione comunista di Napoli.
Intanto Giorgio Amendola stringe rapporti e si incontra più volte con Brzezinski, uno dei maggiori strateghi del Pentagono.
Fino al 1975 il nostro (Napolitano) si occupa di questioni culturali simpatizzando per l’operaismo italiano nella variante del trio Tronti-Negri-Cacciari.
L’operaismo è una teoria anti-marxista che ritiene superato sia lo studio di Lenin sull’imperialismo e sia la contrapposizione fra le classi o – se si vuole – fra blocchi sociali antagonisti.
Lo stesso Antonio Negri ha ottenuto grossi finanziamenti dalla Fondazione Rockefeller e dalla Fondazione Ford; lo scopo di questo appoggio era quello di iniziare i giovani che si avvicinavano al PCI allo studio di pensatori reazionari come Carl Schmitt, Junger, Evola, ed altri.
Sugli stretti rapporti fra migliorismo ed operaismo anti-comunista vale la testimonianza di Giorgio Napolitano:
‘’ Nella seconda metà degli anni ’70, il problema che ci si poneva era quello della funzione che la classe operaia era chiamata ad assolvere dinanzi a una grave crisi dell’economia e dello Stato democratico. Dedicammo a quel problema – avendo io la responsabilità specifica del partito in quel campo – una serie di iniziative, dal convegno di Padova del novembre 1977 suOperaismo e centralità operaia (relatori Mario Tronti, Aris Accornero e Massimo Cacciari), all’iniziativa del febbraio 1978 a Milano su Crisi dell’impresa e partecipazione dei lavoratori, alla VII conferenza operaia nazionale del Pci, che si tenne a Napoli dal 3 al 5 marzo 1978’’ (Giorgio Napolitano, Dal PCI al socialismo europeo, Editore Laterza)
Questa operazione di revisionismo culturale, a sinistra, fu condotta inizialmente dalla casa editrice Adelphi di Roberto Calasso.
Quindi, tirando le somme e facendo un brevissimo riassunto, i punti cardine del Napolitano-pensiero a fine anni ’70 sono:
(1) La fine della autogestione operaia (o controllo operaio della produzione) e, di contro, il confronto fra le esigenze dei capitalisti e le esigenze degli operai; un ruolo importante spetta alle corporazioni sindacali.
(2) In politica internazionale la lotta antimperialista era finita (secondo Napolitano) e quindi i comunisti avrebbero dovuto attraversare un lungo processo di democratizzazione (che in realtà era americanizzazione).
Gli incontri con gli intellettuali operaisti servivano proprio a mettere fine a quella guerra di posizione che i comunisti devono condurre, come disse Antonio Gramsci nei suoi studi sull’egemonia culturale e sul blocco storico, contro le ‘’maschere di facciata’’ del capitalismo.

5. Nel 1978 il nostro vola negli Stati Uniti.
All’Università di Yale (casa-madre della loggia massonica teschio ed ossa) Napolitano, sollecitato dal neo-conservatore Joseph La Palombara, parla della necessità che il PCI rompa i rapporti con Mosca e si spinge a dire di sentirsi come ‘’una specie di commando’’.
Secondo La Palombara, Napolitano era maturo per partecipare al Council on Foreign Relations; questa organizzazione si occupa di strategie globali per conto di importanti famiglie come i Rockefeller, i Rothschild e i Morgan. 1
In questa sede G.N. fa un atto di fedeltà alla NATO dicendo: ‘’ Il Pci non si oppone più alla Nato come negli anni Sessanta, mentre lo scopo comune è quello di superare la crisi, e creare maggiore stabilità in Italia’’.
Il nostro uomo tornò a Roma il 19 aprile 1978 ma il futuro sarebbe stato profondamente diverso, per i comunisti (dentro e fuori il PCI) e per tutta l’Italia.
Facciamo ora un passo indietro ed andiamo al famoso compromesso storico fra il PCI berlingueriano e la DC morotea, ripercorrendo le posizioni dei principali esponenti degli imperialismi americano, inglese ed italiano.
6. Spadolini in una conversazione privata con Millard, ambasciatore Usa, rilascia queste dichiarazioni:
‘’La polizia è insoddisfatta e il quaranta per cento degli agenti sarebbe pronto a partecipare a un colpo di stato di sinistra. I carabinieri invece sono molto più affidabili’’.
Millard replica: ‘
‘’Si percepisce un clima di profonda depressione, quasi di disperazione, per non dire panico’’.
A Londra Henri Kissinger discutendo la situazione italiana con il nuovo Ministro degli Esteri inglese Antony Crosland fa delle rivelazioni sconvolgenti:
‘’La questione dell’obbedienza del PCI a Mosca è secondaria. Per la coesione dell’occidente – è ora la tesi di Kissinger – i comunisti come Berlinguer sono più pericolosi del portoghese Cunhal’’.
Crosland risponde:
“Il PCI non avrebbe il prestigio di cui gode se gli altri partiti italiani non fossero messi così male. Ma vi sono segni di decadenza anche tra i comunisti, corruzione, come nel caso di Parma’’.
E Kissinger ancora:
‘’Sembrano tutti ipnotizzati dai successi del PCI, senza avere idea di cosa fare per bloccarne l’ascesa’’.
Il 13 aprile il Western European Department del Foreign Offiche elabora una strategia anticomunista per l’Italia. La seconda parte del documento elenca delle misure per ordine di gravità:
(1) Primo livello: continuare le relazioni come se nulla fosse cambiato.
(2) Secondo livello: misure pratico-amministrative per ‘’salvaguardare i segreti e i processi decisionali dell’Alleanza Atlantica’’.
(3) Terzo livello: persuasione di tipo economico attraverso il Fondo Monetario Internazionale ed
ancora si legge ‘’occorre comunque precisare che tali misure cesserebbero se il PCI abbandonasse il governo’’.
(4) L’ultima opzione prevedeva l’espulsione dell’Italia dalla NATO e la chiusura di tutte le basi, però il rischio sarebbe stato l’ingresso del paese nel Movimento dei Non Allineati.
Si pongono le basi per una delle operazioni più importanti della CIA: l’Operazione soluzione finale.
7. Nel 1980 lo stratega Duane Clarridge dà inizio all’Operazione chiamata ‘’soluzione finale’’ e da lui definita ‘’una delle operazione più azzardate della sua carriera: un accordo segreto tra la CIA e il PCI’’.
Napolitano ritorna in gioco e con lui tutta la corrente migliorista.
Il 14 ottobre la marcia dei 40.000 dà un duro colpo al sindacalismo italiano con la complicità di Luciano Lama, cavallo di Troia di Napolitano (e degli Usa) nella CGIL.
Il 15 ottobre viene pubblicato sull’Unità un articolo anonimo intitolato: ‘’Laburismo, parola di Grande Maestro’’ e sotto si legge: ‘’Capo massone parla di lotta al PCI e di fratelli in parlamento e nei partiti’’.
Gli Usa, allora, si appoggiarono alla Fabian Society, la sinistra del Rotary Club, massoneria internazionale analizzata da Gramsci nel Quaderno su ‘’Americanismo e fordismo’’.
Nell’ottobre del 1980 si arriva alla fine di un lungo e doloro processo iniziato nel 1963.
L’Operazione soluzione finale diventò l’atto conclusivo dell’Operazione Chaos, elaborata dal generale William Westmoreland, che prevedeva la creazione di False Flag (False bandiere) per disorientare i movimenti rivoluzionari e i Partiti anti-Usa, in Europa ed altrove.
Nel 1970 il generale americano aveva firmato il Field Manual ont-family: mceinline che conteneva la direttiva di frenare l’avanzata del PCI ‘’usando azioni violente o non violente, a seconda del caso’’.
Il punto di arrivo del 1980 è eloquente: sono bastate le azioni non violente come – ad esempio –la creazione di una equipe di tecnici neo-liberisti all’interno di un partito che io definirei (almeno fino al 1980) come ‘’non allineato’’ (con le esigenze congiunturali e strutturali del capitalismo).
Enrico Berlinguer morì nel giugno 1984 in circostanze ancora poco chiare.
Alla segreteria del PCI il filo-sovietico Cossutta, all’ora, propose Napolitano. Sembrerà una cosa paranoica ma, andando più a fondo, si scopre che Cossutta aveva intimi rapporti proprio con la componente interna al PCUS che faceva capo a Yakovlev.
Questo gruppo di burocrati del tardo PC si proponeva di riformare il ‘’socialismo reale’’ introducendo al suo interno l’economia liberista. Non è un caso che Yakovlev era considerato in Urss quello che Napolitano era nel PCI: un ‘’americano’’.
Il cerchio così si è finalmente chiuso, come segretario venne letto Natta ma Napolitano, forte della protezione degli Usa, da lì a poco avrebbe dato il colpo di grazia al partito.
8. Nel maggio 1989 Napolitano ed Occhetto fecero un viaggio a Washington e New York dove incontrarono il presidente della World Jewish Congress, l’ebreo-sionista Edgard M.Bronfman che ci tenne a dire che il loro dialogo era stato ‘’un dialogo amichevole, costruttivo e caloroso con mutui benefici’’.
Qualche mese dopo ci fu quello che Lucio Magri definì nel suo libro ‘’Il sarto di Ulm’’ un colpo di mani all’insaputa di tutti, altrimenti – come disse Magri – lo scioglimento del PCI (al di là di che cosa era il PCI stando a Lenin e Gramsci) avrebbe rischiato di non passare.
Nulla da dire: Washington ha disposto e Napolitano ha eseguito.
9. Cosa c’è ancorè ancora da dire? La recente storia politica di Napolitano è ben conosciuta quindi non è il caso di disquisire su ciò che avviene alla luce del giorno.
In conclusione vorrei mutuare il titolo che Thierry Meyssan ha dato al saggio in cui ha smascherato Sarcozy in quanto agente della CIA (Operazione Sarcozy: come la CIA ha piazzato uno dei suoi agenti alla Presidenza della Repubblica Francese)
 
Venerdì, Luglio 17th/ 2015
- di Nicola Arena, Sete di Giustizia / Redazione QE -
Redazione Quieuropa, Sete di Giustizia, Nicola Arena, Anguillara Sabazia, Giacinto Auriti, Moneta Debito, Grecia, sistema bancario, JFK, Presidente Kennedy, Società Segrete, Massoneria, Protestantesimo, Giudaismo, Banca d'Inghilterra, Germania, Angela Merkel
Economia, Società Segrete e Moneta – Grecia, aiuti a morire
Speciale – Grecia, Usura e Società Segrete


Approvati "aiuti ad affogare nell'oceano dell'usura", per
85 mld. OK anche dalla Merkel e dal Bundestag tedesco
Riflessione sulla tragedia presente e sui retroscena storici
delle "crisi", da Giacinto Auriti a J.F.Kennedy
Video in allegato:
Celebre discorso di Kennedy sulla reale minaccia delle
Società Segrete, del 27 aprile 1961

di Nicola Arena,
Sete di Giustizia Anguillara Sabazia / Redazione Qui Europa

Grecia: approvati gli aiuti per "affondare" nell'oceano dell'usura
Atene, Bruxelles, Berlino, Londra Nicola Arena, Sete di Giustizia Anguillara Sabazia / Redazione Qui Europa – Nelle scorse ore i 28 Paesi aderenti all'Ue sono giunti ad un "accordo" sul prestito ponte alla Grecia da 7 miliardi che tradotto significa un ulteriore indebitamento del popolo greco, con conseguenti tagli alla spesa pubblica, cioè minori servizi e aumento esponenziale delle tasse. I diversi commenti provenienti all'unanimità dal mondo dell'usura legalizzata non hanno potuto fare altro che definire il voto del Parlamento greco come un "passo rilevante". Degli 85 miliardi di euro previsti dal terzo pacchetto di “aiuti” per la Grecia, circa 50 arriveranno dal Fondo Salva Stati o ESM/MES (da Qui Europa ribattezzato in tempi non sospetti con l'espressione più realistica di "Fondo Ammazza Stati permenente" – vedi qui L’euforia di Regling, il MES avrebbe Raggiunto il suo Obiettivo, qui Nell’Ue arriva il MES – E’ la fine della democrazia: benvenuti nella nuova dittatura, qui La Bufala: Tagli Tasso Bce e MES – Draghi idolatrato dai Media e qui Eurozona – Benvenuta Dittatura Finanziaria!). Intato nell'ultim'ora è giunto anche l'ok per l'avvio dei negoziati con Atene da parte del Bundestag tedesco, con 439 voti favorevoli e 119 contrari. Fortemente soddisfatta è parsa dinanzi alle telecamere Angela Merkel.
La rivolta e l'ignoranza
Mentre scriviamo la rivolta scoppia nella Grecia "moderna" e i disordini si susseguono di ora in ora a ritmi sempre più frequenti: scontri, tuttavia, caratterizzati da una densa coltre di ignoranza indotta che aleggia sul mitico cielo del Partenone. La povera gente (ovvero, ormai la quasi totalità del popolo greco) non riesce a comprenderne i motivi reali di questa sosiddetta "crisi", mentre noi, da parte nostra, non limitandoci a rivestire il ruolo di meri spettatori più o meno curiosi e "attratti" da uno squallido spettacolo da Colosseo, proviamo da anni a fornire costantemente le vere chiavi di lettura di questo malessere sociale indotto, chiamato "crisi economica". Cominciamo però da un chiarimento doveroso: tutta la moneta emessa dalle banche centrali nasce già come debito, perché le banche centrali prestando il dovuto, espropriano ed indebitano i popoli del mondo del loro stesso denaro.
Come si può addebitare alle mucche il latte da esse prodotto?
Il fatto che le banche centrali addebitino le banconote (si chiamino esse euro, dollari, sterline, lire, ecc…) ai popoli, all’atto dell’emissione, è paragonabile all'ipotetica condizione nella quale alle mucche venisse addebitato il latte da loro stesse prodotto; o al paradosso che alle galline venissero addebitate le uova che esse stesse creano, ecc.. Immaginare questo mondo alla rovescia è così assurdo da superare ogni limite e non sembrare neppure reale; ma purtroppo questo status quo è realtà, grazie all'instaurazione della più colossale deformazione spazio-temporale della storia, imposta ai popoli con l’inganno. In merito va ricordato, infatti, come il valore, qualsiasi valore, come insegna il grande professor Giacinto Auriti (vedi foto) non è altro che un rapporto tra fasi di tempo.
http://www.quieuropa.it/wp-content/uploads/2015/07/Kennedy-Discorso.jpg







 

Users who are viewing this thread

Back
Alto