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VATICANO: ARMI, DROGA, DENARO, ELIMINAZIONE DI FALCONE E BORSELLINO, HEDIA, LORNA I




di Gianni Lannes



Dopo 22 anni, paradossalmente, l'interrogazione parlamentare numero 4/09650 dell'ex giudice Carlo Palermo, non ha avuto una risposta. Il tema? Il traffico di armi e droga, nonché il lavaggio del denaro sporco, tutte operazioni illegali favorite dallo Stato italiano. Di più, l'eliminazione stragistica dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, con relative scorte di Polizia. E ancor prima: la sparizione di due navi con un unico raccomandatario (Nello Patella a Venezia): la Hedia nel 1962 e la Lorna I nel 1977. Si trattava di carrette del mare che sventolavano bandiere ombra e vantavano occultamente un proprietario indicibile: il Vaticano, ossia lo Ior, padrone all'epoca del Banco di Roma per la Svizzera (con sede a Lugano).



In altri termini, c'è un unico filo rosso che lega vicende apparentemente slegate nel tempo e nello spazio. Non solo: la regia nei depistaggi istituzionali è sempre la medesima: i nostrani servizi di sicurezza, al soldo del miglior offerente; altro che difesa della Repubblica e della Costituzione. Ma quale legalità?


Questo atto parlamentare ancora senza risposta governativa, è indirizzato all'allora primo ministro Giuliano Amato (oggi giudice della Corte Costituzionale) e al guardasigilli Claudio Martelli.


Comunque, già nel 1982 appare in Parlamento una mozione, mai approvata che tira in ballo il medesimo soggetto, ovvero la banca della Santa Sede, coinvolta in torbidi affari mafiosi e vendita di armi in mezzo mondo, nonché la P2, specializzata con Gelli Lico in esportazione di armi all'estero, a nazioni belligeranti (vedi il caso Inghilterra vs. Argentina, o Perù e Somalia targata Craxi), con la benedizione di San Pietro e di Palazzo Chigi.








http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4-09650&ramo=CAMERA&leg=11

http://old.radicali.it/search_view.php?id=48047

http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=1-00223&ramo=CAMERA&leg=8


Pubblicato da Gianni Lannes a 08:34 Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest



Etichette: A FUTURA MEMORIA
 
settembre 2015
UNO DEI DUE NON HA CAPITO...E NON MI PARE CHE SIA ISSING




migrantimerkelehollandeitaliaegreciaaccellerinosuinuovicentridiaccoglienza20150824_640_ori_crop_MASTER__0x0.jpg

(E allora? Il problema è proprio lì. Ma per fortuna, alle fine dice Angela, abbiamo la nostra Costituzione di Germania...)


1. Quello che segue è un dialogo "a corta distanza": Prodi scrive un editoriale a pag.1 de "Il Messaggero", Otmar Issing rilascia un'intervista a pag.3 dello stesso quotidiano.
La concomitanza dovrebbe portare a una comparazione effettuata con un minimo di aderenza alla realtà delle parole e questa operazione dovrebbe smentire uno dei due: non dicono affatto le stesse cose.
Uno dei due, giocoforza, non ha capito cosa stia veramente accadendo, quantomeno in Germania. E non mi pare che questo sia Issing...

2. E infatti, Romano Prodi ci viene a dire che "la proposta della Merkel di una strategia europea per i rifugiati è stata opportuna e, nello stesso tempo, generosa e intelligente...Generosa perchè ha enormemente moltiplicato il numero di coloro cui è concesso il diritto di asilo, accogliendo IN GERMANIA centinaia di migliaia di persone in pericolo di vita."
Ma come? Non era €uropea la strategia?
Pare proprio che la Merkel abbia esclusivamente dettato l'atteggiamento tedesco, per un interesse valutato dal punto di vista tedesco.
Rammentiamo che l'aiuto €uropeo (all'Italia, "lasciata sola"...) può essere solo nei limiti del bilancio UE: cioè in misure assolutamente trascurabili, rispetto alle dimensioni che ha assunto il problema, e solo di poco incrementabile sacrificando altre destinazioni dei fondi di bilancio. E sempre rimanendo fermo il fatto che l'Italia è un contribuente a deficit ("netto") dell'UE; cioè, clausola di (pseudo) solidarietà o meno (art.222 TFUE), riceverà sempre meno di quello che versa a tale bilancio!


3. E quale sia questa strategia tedesca, ce lo spiega Otmar Issing, colui che lodava Hayek come ispiratore dell'eurosistema fondato "solo" sulla banca centrale super-indipendente. Questo ammiratore incondizionato di Hayek, ci racconta (alla faccia della generosità che ravvede Prodi):
"La Germania ha bisogno dei talenti migliori, di gente che ha ricevuto una buona istruzione, persone che saranno capaci di contribuire all'economia tedesca. Integrarli comporterà dei costi, ma sapremo farcene carico" "Farcene" "Contribuire all'economia tedesca?"
E dove sta la strategia "€uropea"?
Dove la scorge Prodi? Forse in un #facciamocome, cioè nell'indiretta vincolatività che noi, italiani incapaci e inefficienti, ci faremo imporre dal superiore (e immancabilmente virtuoso), modello germanico, del tutto involontariamente volto a questo benefico "fine imitativo"...


4. E vediamolo il vero fondamento della strategia tedesca (€uropea o...basata sull'interesse nazionale prevalente, dettato dall'attenersi alla rispettiva Costituzione? Indovinate).
Precisa poi Issing, infatti:
"La Costituzione tedesca prevede che ognuno ha diritto di chiedere asilo, ma l'articolo non può applicarsi a quei migranti che arrivino DA PAESI DOVE NON SIANO IN CORSO GUERRE. In Siria è in corso una guerra, ma molti fuggono da altri paesi per ragioni economiche. PER LORO LA COSTITUZIONE NON PREVEDE IL DIRITTO D'ASILO". Insomma, ai tedeschi di regolare la questione facendo riferimento a un vincolo o a una norma dei trattati non viene in mente neanche per un momento.


5. Ah, però, ma se è così...se è così, Otmar Issing, ci precisa che la proposta della Merkel:
a) sì, bypassa il criterio dell'accoglimento a carico del paese di arrivo, posto dal trattato di Dublino, ma in fondo lo fa richiamandosi al criterio prevalente della propria Costituzione (segno delle gerarchie di interessi che caratterizza l'atteggiamento della Germania e che tutto appare fuorchè che una proposta di respiro €uropeo, essendo invece esattamente il suo contrario: la puntualizzazione del prevalente assetto normativo nazionale);
b) sì, sostiene esattamente la stessa cosa che afferma Salvini, e a causa della quale è tacciato di razzismo, bestialità, sub-cultura e quant'altro.
Strano: se Salvini dice che i migranti economici devono essere rimandati a casa è tutto questo; se lo dice la Costituzione tedesca, o meglio i tedeschi si attengono alla propria Costituzione e ne traggono le conseguenze, sono "generosi" e persino "filoeuropei"!!!


6. Se qualcuno avesse dei dubbi, Otmar, subito dopo l'affermazione sopra riportata riceve questa domanda e dà questaltra risposta, coincidente proprio con la posizione di Salvini tanto stigmatizzata:
D: Che si fa per questi migranti (non provenienti da paesi in cui è in corso una guerra?)
R: DEVONO TORNARE DA DOVE VENGONO.
E aggiunge:
"[La Germania] è in grado di sostenere i costi [per gli ottocentomila - 800.000- siriani potenzialmente interessati alla risoluzione della Merkel assunta in osservanza della propria Costituzione...]. Saranno enormi ma possiamo farcela. Dovranno imparare il tedesco (mica l'€uropeo, che non esiste, mica l'italiano che deve estinguersi col relativo inutile Stato-sovrano, ndr.), essere formati. Dovranno trovare una casa. Non puoi mica lasciarli nelle tende per le regole precisine della burocrazia tedesca. Di solito la Germania si muove con lentezza, ma in questo caso dovrà accelerare, rivedere la burocrazia" (What? No comment...)


7. Ma proseguiamo:
D: La Germania come Paese della nuova immigrazione di talento. Come gli Stati Uniti nel secolo scorso.
R: La Germania è già stata pese di immigrazione. Negli anni '50 sono arrivati italiani, portoghesi, turchi. Gli USA erano visti come il sogno americano. La Germania è diversa."
Concordiamo è diversa. Ma l'intervistratrice non fa una piega; se non altro perchè, in tutto questo, l'€uropa dov'è?
Loro, i tedeschi, si prendono solo i siriani e solo "di talento": noi, per conseguenza necessaria, non potendo sostenere i costi (Issing lo implica ben sapendo quali siano le condizioni fiscali in cui è ristretta l'Italia, condizioni, quelle sì, veramente €uropee e non certamente cooperative e generose...), noi, dicevamo, dovremmo o rispedire a casa gli immigrati economici o lasciarli nelle tende, ovvero nella baracche dei centri di accoglienza (e negli hotel, che non ci possiamo permettere tanto che bisogna tagliare la spesa sanitaria per 10 miliardi...).
Questo implica Issing (e la Merkel): e siccome sono tedeschi, hanno sempre ragione e sono pure "generosi". O no?


7.1. Tra l'altro, è evidente da questa ulteriore risposta come Issing sia perfettamente in sintonia con quanto esprime Salvini. Per chi non la rammentasse, questa è una dichiarazione sul punto di Salvini, fatta in uno scontro televisivo in cui si è trovato contro tutti quelli che oggi acclamano la Merkel. Le ragioni indicate da Issing ci stanno tutte:
Sono belle parole, quelle di un mondo aperto a tutti – ha attaccato Matteo Salvini –, ma in un mondo di sei miliardi di abitanti bisogna darsi delle regole per evitare il caos. Eliminare i permessi di soggiorno, come suggerisce Orlando, sarebbe aprire le porte all’anarchia. Non abbiamo bisogno di manodopera a basso costo che fa lavori umili, abbassando ancora di più il costo del lavoro. Accogliamo con tutti i crismi i rifugiati che scappano dalle guerre, ma che sono meno di un quarto del totale, e mandiamo via i migranti ed i clandestini fin quando non ci saranno le condizioni per accoglierli, e cioè dopo che in Italia le cose andranno bene, l’economia tornerà a crescere e gli Italiani torneranno a fare figli. Provate ad andare in Canada o negli Stati Uniti – ha proseguito Salvini –, culle della civiltà e della migrazione: vi chiederanno se state fisicamente bene, guarderanno quanti soldi avete in banca, vi faranno mille domande e solo dopo un’attenta valutazione vi daranno una Green Card che dura sei mesi. Togliere le regole e lasciare liberi tutti, senza permessi di soggiorno, creerebbe in un decennio un enorme caos”.


8. Attenzione: non sto dicendo che condivido tutto quello che dice Salvini.
La mia posizione è stata esattamente espressa, in termini di legittimità costituzionale dell'accoglienza possibile e "civile" in questo post (la discriminante della parità, sul piano dei diritti fondamentali sanciti in Costituzione, piaccia o no a quelli che la disprezzano e la storpiano, è la qualità di lavoratore in Italia: se l'Italia non è in grado di assorbire ,in termini di mercato del lavoro e di congiuntura, degli immigrati "economici", e gli desse egualmente il permesso di soggiorno, o consentisse, addirittura di fatto, una permanenza indiscriminata, la Costituzione è violata: in danno dei diritti fondamentali sacrificati dei cittadini italiani. Piaccia o no, si odino o no i cittadini italiani, quelli poveri, senza lavoro e senza casa, per sé e per le proprie famiglie).


Insomma, tanto precisato, non dico che Salvini dica solo cose giuste; non è questo il punto.
Dico che Salvini dice le stesse cose di Issing e della Merkel: però la reazione è diametralmente opposta da parte dei commentatori e espertologi nostrani.
Mi chiedo, ancora una volta, invano, COM'E' POSSIBILE (che nessuno se ne accorga e tutti accettino "questa" informazione mediatica)?


Pubblicato da Quarantotto a 20:26 Nessun commento: Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest
 
settembre 2015
UNO DEI DUE NON HA CAPITO...E NON MI PARE CHE SIA ISSING




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(E allora? Il problema è proprio lì. Ma per fortuna, alle fine dice Angela, abbiamo la nostra Costituzione di Germania...)


1. Quello che segue è un dialogo "a corta distanza": Prodi scrive un editoriale a pag.1 de "Il Messaggero", Otmar Issing rilascia un'intervista a pag.3 dello stesso quotidiano.
La concomitanza dovrebbe portare a una comparazione effettuata con un minimo di aderenza alla realtà delle parole e questa operazione dovrebbe smentire uno dei due: non dicono affatto le stesse cose.
Uno dei due, giocoforza, non ha capito cosa stia veramente accadendo, quantomeno in Germania. E non mi pare che questo sia Issing...

2. E infatti, Romano Prodi ci viene a dire che "la proposta della Merkel di una strategia europea per i rifugiati è stata opportuna e, nello stesso tempo, generosa e intelligente...Generosa perchè ha enormemente moltiplicato il numero di coloro cui è concesso il diritto di asilo, accogliendo IN GERMANIA centinaia di migliaia di persone in pericolo di vita."
Ma come? Non era €uropea la strategia?
Pare proprio che la Merkel abbia esclusivamente dettato l'atteggiamento tedesco, per un interesse valutato dal punto di vista tedesco.
Rammentiamo che l'aiuto €uropeo (all'Italia, "lasciata sola"...) può essere solo nei limiti del bilancio UE: cioè in misure assolutamente trascurabili, rispetto alle dimensioni che ha assunto il problema, e solo di poco incrementabile sacrificando altre destinazioni dei fondi di bilancio. E sempre rimanendo fermo il fatto che l'Italia è un contribuente a deficit ("netto") dell'UE; cioè, clausola di (pseudo) solidarietà o meno (art.222 TFUE), riceverà sempre meno di quello che versa a tale bilancio!


3. E quale sia questa strategia tedesca, ce lo spiega Otmar Issing, colui che lodava Hayek come ispiratore dell'eurosistema fondato "solo" sulla banca centrale super-indipendente. Questo ammiratore incondizionato di Hayek, ci racconta (alla faccia della generosità che ravvede Prodi):
"La Germania ha bisogno dei talenti migliori, di gente che ha ricevuto una buona istruzione, persone che saranno capaci di contribuire all'economia tedesca. Integrarli comporterà dei costi, ma sapremo farcene carico" "Farcene" "Contribuire all'economia tedesca?"
E dove sta la strategia "€uropea"?
Dove la scorge Prodi? Forse in un #facciamocome, cioè nell'indiretta vincolatività che noi, italiani incapaci e inefficienti, ci faremo imporre dal superiore (e immancabilmente virtuoso), modello germanico, del tutto involontariamente volto a questo benefico "fine imitativo"...


4. E vediamolo il vero fondamento della strategia tedesca (€uropea o...basata sull'interesse nazionale prevalente, dettato dall'attenersi alla rispettiva Costituzione? Indovinate).
Precisa poi Issing, infatti:
"La Costituzione tedesca prevede che ognuno ha diritto di chiedere asilo, ma l'articolo non può applicarsi a quei migranti che arrivino DA PAESI DOVE NON SIANO IN CORSO GUERRE. In Siria è in corso una guerra, ma molti fuggono da altri paesi per ragioni economiche. PER LORO LA COSTITUZIONE NON PREVEDE IL DIRITTO D'ASILO". Insomma, ai tedeschi di regolare la questione facendo riferimento a un vincolo o a una norma dei trattati non viene in mente neanche per un momento.


5. Ah, però, ma se è così...se è così, Otmar Issing, ci precisa che la proposta della Merkel:
a) sì, bypassa il criterio dell'accoglimento a carico del paese di arrivo, posto dal trattato di Dublino, ma in fondo lo fa richiamandosi al criterio prevalente della propria Costituzione (segno delle gerarchie di interessi che caratterizza l'atteggiamento della Germania e che tutto appare fuorchè che una proposta di respiro €uropeo, essendo invece esattamente il suo contrario: la puntualizzazione del prevalente assetto normativo nazionale);
b) sì, sostiene esattamente la stessa cosa che afferma Salvini, e a causa della quale è tacciato di razzismo, bestialità, sub-cultura e quant'altro.
Strano: se Salvini dice che i migranti economici devono essere rimandati a casa è tutto questo; se lo dice la Costituzione tedesca, o meglio i tedeschi si attengono alla propria Costituzione e ne traggono le conseguenze, sono "generosi" e persino "filoeuropei"!!!


6. Se qualcuno avesse dei dubbi, Otmar, subito dopo l'affermazione sopra riportata riceve questa domanda e dà questaltra risposta, coincidente proprio con la posizione di Salvini tanto stigmatizzata:
D: Che si fa per questi migranti (non provenienti da paesi in cui è in corso una guerra?)
R: DEVONO TORNARE DA DOVE VENGONO.
E aggiunge:
"[La Germania] è in grado di sostenere i costi [per gli ottocentomila - 800.000- siriani potenzialmente interessati alla risoluzione della Merkel assunta in osservanza della propria Costituzione...]. Saranno enormi ma possiamo farcela. Dovranno imparare il tedesco (mica l'€uropeo, che non esiste, mica l'italiano che deve estinguersi col relativo inutile Stato-sovrano, ndr.), essere formati. Dovranno trovare una casa. Non puoi mica lasciarli nelle tende per le regole precisine della burocrazia tedesca. Di solito la Germania si muove con lentezza, ma in questo caso dovrà accelerare, rivedere la burocrazia" (What? No comment...)


7. Ma proseguiamo:
D: La Germania come Paese della nuova immigrazione di talento. Come gli Stati Uniti nel secolo scorso.
R: La Germania è già stata pese di immigrazione. Negli anni '50 sono arrivati italiani, portoghesi, turchi. Gli USA erano visti come il sogno americano. La Germania è diversa."
Concordiamo è diversa. Ma l'intervistratrice non fa una piega; se non altro perchè, in tutto questo, l'€uropa dov'è?
Loro, i tedeschi, si prendono solo i siriani e solo "di talento": noi, per conseguenza necessaria, non potendo sostenere i costi (Issing lo implica ben sapendo quali siano le condizioni fiscali in cui è ristretta l'Italia, condizioni, quelle sì, veramente €uropee e non certamente cooperative e generose...), noi, dicevamo, dovremmo o rispedire a casa gli immigrati economici o lasciarli nelle tende, ovvero nella baracche dei centri di accoglienza (e negli hotel, che non ci possiamo permettere tanto che bisogna tagliare la spesa sanitaria per 10 miliardi...).
Questo implica Issing (e la Merkel): e siccome sono tedeschi, hanno sempre ragione e sono pure "generosi". O no?


7.1. Tra l'altro, è evidente da questa ulteriore risposta come Issing sia perfettamente in sintonia con quanto esprime Salvini. Per chi non la rammentasse, questa è una dichiarazione sul punto di Salvini, fatta in uno scontro televisivo in cui si è trovato contro tutti quelli che oggi acclamano la Merkel. Le ragioni indicate da Issing ci stanno tutte:
Sono belle parole, quelle di un mondo aperto a tutti – ha attaccato Matteo Salvini –, ma in un mondo di sei miliardi di abitanti bisogna darsi delle regole per evitare il caos. Eliminare i permessi di soggiorno, come suggerisce Orlando, sarebbe aprire le porte all’anarchia. Non abbiamo bisogno di manodopera a basso costo che fa lavori umili, abbassando ancora di più il costo del lavoro. Accogliamo con tutti i crismi i rifugiati che scappano dalle guerre, ma che sono meno di un quarto del totale, e mandiamo via i migranti ed i clandestini fin quando non ci saranno le condizioni per accoglierli, e cioè dopo che in Italia le cose andranno bene, l’economia tornerà a crescere e gli Italiani torneranno a fare figli. Provate ad andare in Canada o negli Stati Uniti – ha proseguito Salvini –, culle della civiltà e della migrazione: vi chiederanno se state fisicamente bene, guarderanno quanti soldi avete in banca, vi faranno mille domande e solo dopo un’attenta valutazione vi daranno una Green Card che dura sei mesi. Togliere le regole e lasciare liberi tutti, senza permessi di soggiorno, creerebbe in un decennio un enorme caos”.


8. Attenzione: non sto dicendo che condivido tutto quello che dice Salvini.
La mia posizione è stata esattamente espressa, in termini di legittimità costituzionale dell'accoglienza possibile e "civile" in questo post (la discriminante della parità, sul piano dei diritti fondamentali sanciti in Costituzione, piaccia o no a quelli che la disprezzano e la storpiano, è la qualità di lavoratore in Italia: se l'Italia non è in grado di assorbire ,in termini di mercato del lavoro e di congiuntura, degli immigrati "economici", e gli desse egualmente il permesso di soggiorno, o consentisse, addirittura di fatto, una permanenza indiscriminata, la Costituzione è violata: in danno dei diritti fondamentali sacrificati dei cittadini italiani. Piaccia o no, si odino o no i cittadini italiani, quelli poveri, senza lavoro e senza casa, per sé e per le proprie famiglie).


Insomma, tanto precisato, non dico che Salvini dica solo cose giuste; non è questo il punto.
Dico che Salvini dice le stesse cose di Issing e della Merkel: però la reazione è diametralmente opposta da parte dei commentatori e espertologi nostrani.
Mi chiedo, ancora una volta, invano, COM'E' POSSIBILE (che nessuno se ne accorga e tutti accettino "questa" informazione mediatica)?


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settembre 6, 2015 posted by Fenrir
Sarà la fine del dollaro o della valuta fiat?

Riprendiamo un discorso già affrontato nel nostro articolo Il colpo di coda del dollaro prelude il suo collasso definitivo ma che ovviamente riveste un’importanza fondamentale dato che da esso dipendono le sorti della finanza e (purtroppo) dell’economia globale. Siamo alla fine arrivati a settembre, mese che potrebbe essere cruciale per le sorti della valuta di riferimento mondiale.
Partiamo subito da un dato di fatto: mentre imperversavano i crolli della borsa cinese, l’euro è salito sul dollaro. Questo a mio avviso è di fondamentale importanza e può essere uno dei primi segnali che la fine del dollaro è vicina. Come saprete il dollaro è sempre stato una valuta rifugio nei tempi di incertezza e di crolli borsistici, ma questa volta no. Il perché è semplice e già spiegato anche da altri siti che trattano di economia: il crollo dei mercati emergenti porta quest’ultimi, Cina in primis, a liberarsi dei titoli e delle riserve in dollari per una questione di necessità, cioè per sostenere la propria economia e i propri indici azionari in difficoltà, come farebbe chiunque di noi, se fosse in difficoltà dovrebbe ricorrere ai propri risparmi. L’Euro, quindi, si rivaluta, perché è più una valuta/misura dell’economia europea mentre il dollaro è più una valuta/merce usata come riserva di valore a livello mondiale. Di conseguenza il valore del dollaro dipende in gran parte dagli altri paesi e dalle aziende ed individui che lo utilizzano, mentre l’euro tendenzialmente è più simile ad una valuta di un paese piccolo e ne è semplice metro della sua economia (anche se ovviamente anche l’Euro è parzialmente una valuta rifugio, ma a livelli lontanissimi da quanto lo sono il dollaro o il franco svizzero), quindi, se i paesi emergenti si liberano dei titoli in dollari, l’Euro cresce non per sua propria forza ma a causa della debolezza del dollaro.
Detto questo quali sono le conseguenze di tutto ciò? Presto la FED dovrà decidere come proseguire ma è stretta in un vicolo cieco che potrebbe portare alla stessa conclusione, cioè la fine definitiva della valuta di riferimento mondiale. Analizziamo i tre scenari principali:
1) La FED alza il tasso d’interesse: questo è quello che si aspettano i mercati dopo la recente fine del Quantitative Easing per dimostrare la ripresa dell’economia americana, cosa che sappiamo non essere vera, con dati ampiamente manipolati. Se la FED sceglie questa strada, il processo di deflazione mondiale da debiti crescerebbe ancora e i mercati emergenti sarebbero destinati a continuare la loro discesa, con il rischio sempre maggiore di una recessione globale da far impallidire il 2008-09. Questo porterebbe gli stessi a liberarsi delle riserve in dollari sia per sostenere la propria economia sia per sostenere le proprie valute (ad eccezione della Cina che le userebbe principalmente per sostenere il proprio mercato azionario). La liquidazione dei titoli e delle riserve in dollari paradossalmente potrebbe portare il dollaro con un tasso rialzato, a svalutarsi nei confronti delle altre valute forti (euro, sterlina, franco svizzero) oltre che a veder salire gli interessi sui titoli americani con tutte le conseguenze sul bilancio USA. Se questa situazione continuasse potrebbe finire nei seguenti modi: a) Crollo del dollaro non si ferma e altri big come la Banca Centrale Svizzera, per evitare continue perdite, iniziano a liquidare le proprie posizioni velocizzando il crollo del verdone che potrebbe disintegrarsi. b) Gli alleati dell’America cioè Europa, Giappone e Svizzera, cercano di compensare il crollo del dollaro incrementando i propri QE anche con acquisti di titoli in dollari. In questo caso, svalutandosi tutte le valute, il crollo del dollaro non si noterebbe ma potrebbe avvicinarsi un collasso generale della valuta Fiat a livello globale. c) Gli USA riescono ad arginare la svalutazione alzando ulteriormente i tassi e quindi iniziando una politica di austerità interna, però dato l’enorme debito pubblico e data la dipendenza del dollaro dalle riserve detenute dagli altri paesi, ogni piccolo rialzo potrebbe essere vanificato dalle vendite di chi non ha ancora venduto, portando sempre al punto a. d) Gli USA combinano b e c e più una destabilizzazione a livello globale per evitare l’affermarsi di valute alternative, quindi non è esclusa una destabilizzazione dentro ed ai confini dell’Europa, in Cina e nell’Asia Centrale ai confini con la Russia. e) Dopo le conseguenze disastrose del rialzo del tasso di interesse, la FED torna sui suoi passi e ricomincia un QE ma a questo punto la perdita di fiducia potrebbe essere irrecuperabile.
2) La FED non alza il tasso d’interesse e aspetta: questa è a mio avviso la scelta più probabile che consente al Dollaro e all’economia globale di galleggiare ancora per un po’. La strategia attendista però può durare qualche altro mese e potrebbe essere vanificata se dovesse continuare il crollo dell’azionario cinese, dato che la liquidazione dei titoli in dollari continuerebbe o da qualche altro evento con effetti recessivi. Il crollo del dollaro sarebbe forse meno evidente e più graduale, almeno all’inizio, ma il risultato non cambia. La FED e gli USA potrebbero reagire come scritto nel punto precedente facendo sparare denaro alle banche centrali dei propri alleati, alzando ulteriormente il tasso d’interesse oppure destabilizzando i paesi ostili al dollaro o concorrenti ad esso.
3) La FED dopo l’attesa, annuncia un nuovo QE: non vedo tanto probabile un esito del genere, anche se da molti visto come necessario. Se ciò dovesse verificarsi gli effetti sui mercati questa volta potrebbe essere molto blandi ( avete visto l’effetto delle ultime parole di Draghi? Pari a zero) addirittura nulli, dato che ormai l’economia globale è come un drogato che vuole sempre più droga fino ad arrivare all’overdose. Sarebbero invece ben più consistenti gli effetti sul dollaro, a questo punto una valuta di una nazione avvitata nella crisi economica, che potrebbe iniziare a scendere e non fermarsi più. La fiducia verso il dollaro in questo scenario crollerebbe in maniera drastica.
Come vedete, a mio avviso, non ci sono scenari che garantiscano un esito positivo per il dollaro. E’ inutile che qualcuno commenti dicendo che il dollaro in Cambogia o chissà dove, è ancora la valuta rifugio, che accettano solo quello o cose del genere, perché sono discorsi totalmente ininfluenti, ciò che conta sono i paesi emergenti in primis Cina e credo che sarà fondamentale anche la Banca Centrale Svizzera. Quindi la conclusione di tutto ciò finirà in tre modi principali dopo le mosse della FED: 1) Fine del dollaro 2) Fine della valuta Fiat 3) Destabilizzazione globale e guerra.
Il primo modo potrebbe avvenire anche molto rapidamente, basta un errore della FED o una scelta congiunta di Russia e Cina di abbattere definitivamente l’America e il crollo del dollaro potrebbe essere flash, cioè potrebbe disintegrarsi in un giorno o in due, perché tutti gli attori economici dovrebbero liberarsi dei dollari prima che sia troppo tardi. Per gli USA sarebbe la fine, la loro bilancia commerciale sempre in passivo diverrebbe insostenibile e l’iperinflazione potrebbe dilagare. Il secondo modo potrebbe non portare a nessun crollo serio del dollaro nei confronti di altre valute, ma un crollo generale delle valute Fiat nei confronti delle merci, quindi la svalutazione, dato che tutti stampano, si scaricherebbe su tutte le valute Fiat, generando un’inflazione dolorosa dovuta alla crescita rapida delle materie prime magari supportata da eventi geopolitici sempre più gravi e dalla diffusa instabilità. Ora le materie prime sono basse, a causa della bassa crescita e dell’abbondanza (l’abbondanza della produzione e la deflazione tecnologica sono i principali problemi del capitalismo odierno che a mio avviso ne segneranno la fine definitiva) ma la svalutazione delle valute Fiat ne segnerà il futuro rialzo. Quindi se il crollo del dollaro si verificasse in questo modo, grazie ai nostri politici e banchieri, l’iperinflazione che avrebbe dovuto colpire, come giusto che fosse, solo gli USA, colpirà tutto il mondo quindi si combineranno recessione globale ad inflazione (paradossale data l’abbondanza delle materie prime e della produzione ma necessaria dato che in realtà ogni iniezione di liquidità è un’iniezione di scarsità non di ricchezza) in un mix terribile. Il terzo modo potrebbe verificarsi o come strategia degli USA per evitare la propria fine e re-imporre il dominio globale con la forza oppure come reazione ad un situazione disperata o ancora conseguenza del fatto che gli USA non possono più fare i gendarmi mondiali a causa dell’instabilità interna. Inoltre questo terzo scenario potrebbe benissimo combinarsi ad uno dei due precedentemente descritti.
Ma di quanto potrebbe crollare il dollaro possiamo ipotizzarlo con tre seguenti metodi empirici: 1) Se pensiamo a quanti dollari sono giro per il mondo arriviamo a più di dieci volte il PIL americano, quindi il dollaro potrebbe veramente disintegrarsi a livelli bassissimi (crollo 80-90%) se ci fosse una liquidazione generale dei dollari. Sembra uno scenario assurdo ma se dovesse scatenarsi il panico potrebbe veramente verificarsi e gli Stati Uniti oltre che perdere il ruolo di guida del pianeta rischierebbero anche di perdere la propria stabilità ed unità territoriale. 2) Se pensiamo al deficit della bilancia commerciale americana rapportata al Dollar Index negli ultimi dieci anni si arriva ad una svalutazione complessiva del dollaro tra il 40-60% che non sarebbe per niente assurda se consideriamo che gli USA da Nixon in poi, vivono a spese del resto del mondo, grazie proprio al ruolo del dollaro. Quindi rispetto all’Euro dovrebbe assestarsi verso 1.6. 3) Se invece utilizziamo il famigerato Big Mac Index corretto, in media, il dollaro dovrebbe svalutarsi rispetto ad ora del 15-25%, un po’ meno nei confronti dell’Euro, dove si assesterebbe tra 1.15-1.2, ma questo varrebbe se il Dollaro fosse una valuta/misura normale, ma essendo una valuta di riferimento, una svalutazione del genere non ha senso, perché non sconta i deficit degli anni passati e la mole di dollari esistenti. Questa però potrebbe essere la quotazione di un post-dollaro che non fosse più valuta di riferimento mondiale ( anche se a mio avviso sarebbe ancora più bassa perché in tal caso l’economia americana sarebbe ulteriormente peggiorata).
Concludo dicendo che la disintegrazione del dollaro è imminente e che non c’è via d’uscita, perché alla fine questo non è altro che uno schema Ponzi che ha funzionato finché l’inventore (gli USA) era credibile e con la forza necessaria a garantirlo e che soprattutto esistevano nuovi attori (i paesi emergenti) a sostenerlo, ma che inevitabilmente crolla quando la credibilità e i nuovi attori economici mancano. Il crollo del dollaro non è qualcosa di anormale, ma, anzi, vuol dire tornare alla normalità, vuol dire che chi ha vissuto oltre le proprie possibilità paghi finalmente il conto. Sarà però interessante vedere come alla fine dei giochi, questo crollo si mostrerà e che situazioni si evolveranno, data l’unicità storica di una crisi del genere. A mio avviso, potrebbe esserci momentaneamente un ruolo alternativo dell’Euro o di una valuta emergente legata all’oro (escludo categoricamente lo Yuan cinese non legato all’oro) o proprio dell’oro e dell’argento. Ritengo però più probabile un collasso generale della valuta Fiat (non perché sbagliata, ma perché creata in maniera assurda dalle banche centrali), con nuovo disastroso boom delle materie prime dovuto non a troppa richiesta ma alla svalutazione causata dal crollo del biglietto verde e delle valute Fiat mondiali che, inevitabilmente, da esso derivano.
by Fenrir
Fonte: HESCATON.COM


http://scenarieconomici.it/sara-la-fine-del-dollaro-o-della-valuta-fiat/#
 
fenomeno, useremo la analisi economica del diritto.

















































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martedì 8 settembre 2015

IMMIGRAZIONE: DATI "SPINNATI" DEGLI ESPERTONI (T.I.N.A.) E DATI REALI.



manipolazione-dei-media.jpg


1. Ecchevelodicoaffa??
La Repubblica ci delizia con l'immancabile storia per cui, secondo imprecisati (e collettivamente parlanti) "economisti", gli immigrati non sono il problema ma la soluzione visto che "non si fanno più bambini" e quindi abbiamo bisogno di 42 milioni di "nuovi europei" entro il 2020 e, ancor più, di altri 250 milioni entro il 2060.


2. A proposito di crisi demografica, cioè del "perchè", prima gli italiani sono indotti a non fare figli e poi ciò gli viene imputato come colpa giustificatrice dell'obbligo (altamente "etico"?) di accettare l'immigrazione, ci pare giusto, preliminarmente, rammentare che tutto ciò:
"...presuppone l'avvenuto consolidamento del sistema di "costituzione materiale" neo-liberista globalizzato, che sancisca, (ordoliberisticamente in UEM):
a) la "durezza del vivere", (del cittadino, da privare delle sue parassitarie "sicurezze")
come nuovo principio eticamente sano, da imporre extra e contra Constitutionem ai propri cittadini; non a caso tale durezza è implicitamente esaltata, come grund norm del nuovo "ordo", dalla corrente culturale €uropeista che discende da Ventotene.




Quindi smantellamento progressivo, e intensificabile, dello Stato sociale, mediante tetti al deficit e politiche monetarie deflazioniste, e, inevitabilmente, svuotamento del diritto al lavoro e all'abitazione, nonchè alla piena assistenza sanitaria pubblica, sanciti dalla Costituzione: artt.1, 4 32, e 47 Cost., elementi che non possono non essere alla base di una ben prevedibile crisi demografica, determinata dall'obiettivo scoraggiamento della natalità (che, infatti, inizia a manifestarsi proprio con l'affermarsi del vincolo esterno, all'inizio degli anni '80);

grafico-censimenti-popolazione-italia.png

DA NOTARE COME L'INCREMENTO "RELATIVO" DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE, cioè NON DEI NATI DI CITTADINANZA ORIGINARIA ITALIANA, SI COLLOCHI IN PIENO IN TEMPI DI EURO, CIOE' DI VINCOLO ESTERNO €UROPEO INTENSIFICATO, E QUINDI DI ACCELERAZIONE DELLA DE-SOVRANIZZAZIONE DEMOCRATICA ITALIANA.


b) il senso di colpa per la non accettazione di quel grado di "durezza del vivere", mediante la comparazione ("tu sei un privilegiato, pensa a chi sta peggio di te") dello status di cittadino con la condizione dei migranti(cittadino, naturalmente, anche reso colpevole dell'invecchiamento e della crisi di denatalità, sulle cui cause ci si guarda bene dal fare la connessione con la spinta ideologica sovranazionale alla "migrazione di ricambio")".



3. Ma per La Repubblica, siamo di fronte al più classico dei TINA: cioè, ovviamente, accettare un indiscriminato reinsediamento da altri paesi di gente disperata, a vario titolo, e quindi naturalmente disposta a lavorare a qualsiasi livello retributivo, è l'UNICA soluzione senza alternative.
Altrimenti, dobbiamo dire addio al "generoso sistema pensionistico" europeo, questo gigantesco apparato parassitario, di gente, che, scandalosamente, non serve altro che ad "aspettare ogni mese...l'assegno dell'INPS".
Perciò: "O si tagliano le pensioni, o si aumentano i contributi in busta paga o si trova il modo di aumentare il numero di persone che pagano i contributi."
L'impressione è che tutto questo battage, alla fine, miri proprio al definitivo smantellamento del sistema pubblico pensionistico, divenuto un intollerabile parassitismo senza meriti, anzi decisamente "immorale". Che diamine!
E infatti, l'intero ragionamento si aggira a cercare di oggettivare con pseudo-dati "espertologicizzati" questa conclusione.


4. E insomma, gli immigrati "non tolgono posti agli italiani" (o a qualsiasi altro €uropeo).
Viene inevitabilmente ripetuta la solita storia che gli immigrati prevalentemente svolgono i lavori che gli italiani tendono ad abbandonare (peraltro, proprio perchè la presenza degli immigrati attesta le retribuzioni a livelli tali che gli italiani non sarebbero in grado di mantenersi a livelli accettabili se non peggiorando notevolmente il proprio tenore di vita...); insomma, appunto, italiani choosy e per di più ostinatamente dediti a non fare figli.
A riprova incontestabile, ci viene dato in pasto, da Repubblica, l'inevitabile studio OCSE per cui il contributo in tasse e contributi versati dagli immigrati è superiore a quanto ricevono in prestazioni sociale e spesa pubblica.


5. Ma sarà poi vero?
Parliamo degli immigrati che, pagando tasse e contributi, sono quindi già insediati regolarmente in Italia: questi, secondo i dati 2014 combinati con quelli precedenti, risulterebbero in circa 2,5 milioni di lavoratori (attenzione: non di "residenti", come vedremo), cioè poco più del 10% degli occupati totali.
L'articolo in commento ci racconta trionfalmente che questo insieme di lavoratori "regolari" (altrimenti non pagherebbero tasse e contributi...), versa circa 6,8 miliardi di imposte. Una "fondazione Leone Moressa" sostiene che tra tasse e contributi gli immigrati danno allo Stato 4 miliardi più di quanto ricevono (!)


6. Facciamo una serie di verifiche, (sempre avvertendo che, se si tensse conto degli immigrati irregolari coinvolti nel lavoro in nero, i risultai cambierebbero in peggio): il gettito medio pro-capite, a titolo di imposta sul reddito, dei lavoratori - beninteso regolari- immigrati sarebbe dunque pari a 2720 euro (6,8 miliardi/2,5 milioni di lavoratori-contribuenti).
La spesa pubblica media pro-capite italiana (ce lo dice l'Eurostat, non la stampa italiana ordoliberista unificata), pur essendo tra le più basse di Europa (al contrario della tassazione) è, invece, di euro 13.479.
Anche se aggiungessimo i contributi versati da tali lavoratori, non ci saremmo: mancherebbero all'appello molti euro pro-capite. Di certo non è evidente come possano gli immigrati, rispetto al bilancio statale italiano, essere contribuenti netti...


CCf8T6jW4AE5ErS.jpg:large



7. Il ragionamento, che fa sogghignare in trionfo gli espertoni ital-mediatici, è che questi lavoratori in minima parte percepiscono una pensione; il che è ovvio, dato che sono ancora lontani, in gran parte, dall'aver maturato i requisiti di età e di contribuzione per percepirla.


Questo elemento del tutto contingente, fa dimenticare che, in qualche modo, se gli immigrati non torneranno a casa loro, saranno anch'essi futuri pensionati: se rimarrano in tale condizione in Italia, graveranno sulla spesa pensionistica in base a un profilo retributivo e contributivo molto basso, come attesta il gettito medio e la tipologia di lavoro che, (fieramente), viene ad essi attribuito (come merito della...disperazione, laddove è solo la costrizione che li fa "scalzare" gli italiani, che avrebbero l'assurda pretesa di paghe minimamente dignitose per quegli stessi lavori).


8. Ma i pensionati immigrati, sarebbero (divenuti) ovviamente (e badate parliamo sempre di quelli regolari) degli "anziani", nella gran parte, obiettivamente poveri: ergo, dovrebbero necessariamente essere destinatari in pieno della spesa pubblica sanitaria, di assistenza agli anziani, di soccorso nell'abitazione per la fasce di popolazione più povere.
Quindi se già oggi, non essendo - non potendo essere-, destinatari di pensioni pubbliche, la loro contribuzione "regolare" per imposte e contributi è largamente inferiore alla spesa pubblica media, in futuro, col mero passare del tempo, la situazione è destinata ad aggravarsi e di molto.


9. Ed infatti entrano in gioco due fattori:
a) se, come sarebbe per loro stessi ben più ragionevole (potendo), tornassero nei paesi di provenienza per godersi la magra pensione, questi trasferimenti di spesa pubblica diverrebbero trasferimenti di reddito all'estero (sottraendosi al PIL e alla base imponibile italiana);


b) la spesa pubblica pro-capite è calcolata su tutta la popolazione residente e non solo sui lavoratori attivi (cioè tralasciamo il problema della forte disoccupazione che, negli ultimi anni, ha inevitabilmente colpito pure gli immigrati...che, anche se meno, hanno perso il lavoro).
Ma i residenti "non italiani" sono 5 milioni e tutti, in forza di tale residenza, hanno diritto alle prestazioni sanitarie ma non solo: e sono anche utenti dei vari servizi pubblici, a pagamento o meno che siano (pagamento che, quando dovuto, di fatto, anche un "regolare", dati i livelli di reddito, potebbe non essere in grado materialmente di effettuare).
Parliamo di pubblici servizi e pubbliche funzioni quali trasporti (che dovrebbero essere pagati), viabilità e sua manutenzione, illuminazione, pubblica, pubblica istruzione e edilizia scolastica e "ricreativa" in generale, servizi e funzioni generali di tipo pubblicistico quali l'attività di polizia e ordine pubblico, quella giudiziaria, quella, persino, e non va purtroppo sottovalutato, di mantenimento del sistema carcerario.
Persino la spesa per la difesa, che la si può detestare quanto si vuole ma è una utilità pubblica generale i cui costi si spalmano indifferenziatamente su tutti i residenti (a meno che non siano al servizio di potenze straniere ostili all'Italia e lavorino contro la tutela della indipendenza e sovranità italiane...).


10. Dunque, la spesa pubblica media pro-capite per gli immigrati, tutti e 5 milioni, lavoratori o meno, e in futuro, divenendo anziani, destinatari di basse pensioni contributive (su basi retributive evidentemente ai livelli più bassi), ovvero, comunque, di pensioni sociali al minimo (comunque, date le inevitabili ricadute degli evidenziati aggregati di spesa), può obiettivamente essere ascritta, interamente e a pieno titolo, a ciascuno dei residenti (sempre "regolari") di cittadinanza non italiana (se non altro, come prevede la Costituzione democratica, madri e bambini, anche se non occupati e non italiani, ma residenti, saranno certamente coinvolti nella dovuta assistenza sanitaria in modo consono a tali condizioni "sensibili", come pure nell'istruzione scolastica).


Quindi, una decina di miliardi tra versamenti di imposte sul reddito e contributi, non potrebbero mai pareggiare il conto con la spesa pubblica procapite in media loro ascrivibile a pieno titolo: nel senso che la "media" potrebbe essere un criterio di calcolo per difetto date le condizioni di disagio sociale che determina proprio la condizione di lavoro, e di reddito, in cui sono per lo più relegati.
E, ripetiamo, la mancata attuale percezione di pensioni è solo una condizione transitoria rispetto ad una traiettoria che, agli attuali trend di programmata disattivazione della spesa sociale, potrebbe in un futuro non lontano rivelarsi socialmente destabilizzante e, comunque, socialmente drammatica.


11. Il calcolo è presto fatto: 10 milardi di "contribuzione", forse elevabili a qualcosa di più, - calcolando il pagamento di IVA e altre imposte indirette, in funzione di consumi che, peraltro, non possono essere molto elevati, dati i redditi, e ignorando il problema dell'evasione dell'IVA e di altre imposte in certe condizioni di semi-miseria prevalente-, si contrappongono a 67,395 miliardi di spesa pubblica corrispondenti (5 milioni x €13.479), in base ad un prudente apprezzamento, alla condizione di "residente".
E sempre senza calcolare le "rimesse" che gli immigranti fanno nel paese di origine, sottraendo spesa (privata) effettuata in Italia in base al (magro) reddito disponibile, e quindi sottraendo spesa (privata) e base imponibile, e quindi copertura fiscale, per la stessa spesa pubblica di cui pure hanno fruito nei modi inevitabili che si sono visti.


E poi abbiamo gli studi OCSE che si raccontano il contrario.

Da non crederci! Appunto...



Pubblicato da Quarantotto a 13:48 16 commenti: Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest










domenica 6 settembre 2015

UNO DEI DUE
 
fenomeno, useremo la analisi economica del diritto.

















































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1. Ecchevelodicoaffa??
La Repubblica ci delizia con l'immancabile storia per cui, secondo imprecisati (e collettivamente parlanti) "economisti", gli immigrati non sono il problema ma la soluzione visto che "non si fanno più bambini" e quindi abbiamo bisogno di 42 milioni di "nuovi europei" entro il 2020 e, ancor più, di altri 250 milioni entro il 2060.


2. A proposito di crisi demografica, cioè del "perchè", prima gli italiani sono indotti a non fare figli e poi ciò gli viene imputato come colpa giustificatrice dell'obbligo (altamente "etico"?) di accettare l'immigrazione, ci pare giusto, preliminarmente, rammentare che tutto ciò:
"...presuppone l'avvenuto consolidamento del sistema di "costituzione materiale" neo-liberista globalizzato, che sancisca, (ordoliberisticamente in UEM):
a) la "durezza del vivere", (del cittadino, da privare delle sue parassitarie "sicurezze")
come nuovo principio eticamente sano, da imporre extra e contra Constitutionem ai propri cittadini; non a caso tale durezza è implicitamente esaltata, come grund norm del nuovo "ordo", dalla corrente culturale €uropeista che discende da Ventotene.




Quindi smantellamento progressivo, e intensificabile, dello Stato sociale, mediante tetti al deficit e politiche monetarie deflazioniste, e, inevitabilmente, svuotamento del diritto al lavoro e all'abitazione, nonchè alla piena assistenza sanitaria pubblica, sanciti dalla Costituzione: artt.1, 4 32, e 47 Cost., elementi che non possono non essere alla base di una ben prevedibile crisi demografica, determinata dall'obiettivo scoraggiamento della natalità (che, infatti, inizia a manifestarsi proprio con l'affermarsi del vincolo esterno, all'inizio degli anni '80);

grafico-censimenti-popolazione-italia.png

DA NOTARE COME L'INCREMENTO "RELATIVO" DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE, cioè NON DEI NATI DI CITTADINANZA ORIGINARIA ITALIANA, SI COLLOCHI IN PIENO IN TEMPI DI EURO, CIOE' DI VINCOLO ESTERNO €UROPEO INTENSIFICATO, E QUINDI DI ACCELERAZIONE DELLA DE-SOVRANIZZAZIONE DEMOCRATICA ITALIANA.


b) il senso di colpa per la non accettazione di quel grado di "durezza del vivere", mediante la comparazione ("tu sei un privilegiato, pensa a chi sta peggio di te") dello status di cittadino con la condizione dei migranti(cittadino, naturalmente, anche reso colpevole dell'invecchiamento e della crisi di denatalità, sulle cui cause ci si guarda bene dal fare la connessione con la spinta ideologica sovranazionale alla "migrazione di ricambio")".



3. Ma per La Repubblica, siamo di fronte al più classico dei TINA: cioè, ovviamente, accettare un indiscriminato reinsediamento da altri paesi di gente disperata, a vario titolo, e quindi naturalmente disposta a lavorare a qualsiasi livello retributivo, è l'UNICA soluzione senza alternative.
Altrimenti, dobbiamo dire addio al "generoso sistema pensionistico" europeo, questo gigantesco apparato parassitario, di gente, che, scandalosamente, non serve altro che ad "aspettare ogni mese...l'assegno dell'INPS".
Perciò: "O si tagliano le pensioni, o si aumentano i contributi in busta paga o si trova il modo di aumentare il numero di persone che pagano i contributi."
L'impressione è che tutto questo battage, alla fine, miri proprio al definitivo smantellamento del sistema pubblico pensionistico, divenuto un intollerabile parassitismo senza meriti, anzi decisamente "immorale". Che diamine!
E infatti, l'intero ragionamento si aggira a cercare di oggettivare con pseudo-dati "espertologicizzati" questa conclusione.


4. E insomma, gli immigrati "non tolgono posti agli italiani" (o a qualsiasi altro €uropeo).
Viene inevitabilmente ripetuta la solita storia che gli immigrati prevalentemente svolgono i lavori che gli italiani tendono ad abbandonare (peraltro, proprio perchè la presenza degli immigrati attesta le retribuzioni a livelli tali che gli italiani non sarebbero in grado di mantenersi a livelli accettabili se non peggiorando notevolmente il proprio tenore di vita...); insomma, appunto, italiani choosy e per di più ostinatamente dediti a non fare figli.
A riprova incontestabile, ci viene dato in pasto, da Repubblica, l'inevitabile studio OCSE per cui il contributo in tasse e contributi versati dagli immigrati è superiore a quanto ricevono in prestazioni sociale e spesa pubblica.


5. Ma sarà poi vero?
Parliamo degli immigrati che, pagando tasse e contributi, sono quindi già insediati regolarmente in Italia: questi, secondo i dati 2014 combinati con quelli precedenti, risulterebbero in circa 2,5 milioni di lavoratori (attenzione: non di "residenti", come vedremo), cioè poco più del 10% degli occupati totali.
L'articolo in commento ci racconta trionfalmente che questo insieme di lavoratori "regolari" (altrimenti non pagherebbero tasse e contributi...), versa circa 6,8 miliardi di imposte. Una "fondazione Leone Moressa" sostiene che tra tasse e contributi gli immigrati danno allo Stato 4 miliardi più di quanto ricevono (!)


6. Facciamo una serie di verifiche, (sempre avvertendo che, se si tensse conto degli immigrati irregolari coinvolti nel lavoro in nero, i risultai cambierebbero in peggio): il gettito medio pro-capite, a titolo di imposta sul reddito, dei lavoratori - beninteso regolari- immigrati sarebbe dunque pari a 2720 euro (6,8 miliardi/2,5 milioni di lavoratori-contribuenti).
La spesa pubblica media pro-capite italiana (ce lo dice l'Eurostat, non la stampa italiana ordoliberista unificata), pur essendo tra le più basse di Europa (al contrario della tassazione) è, invece, di euro 13.479.
Anche se aggiungessimo i contributi versati da tali lavoratori, non ci saremmo: mancherebbero all'appello molti euro pro-capite. Di certo non è evidente come possano gli immigrati, rispetto al bilancio statale italiano, essere contribuenti netti...


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7. Il ragionamento, che fa sogghignare in trionfo gli espertoni ital-mediatici, è che questi lavoratori in minima parte percepiscono una pensione; il che è ovvio, dato che sono ancora lontani, in gran parte, dall'aver maturato i requisiti di età e di contribuzione per percepirla.


Questo elemento del tutto contingente, fa dimenticare che, in qualche modo, se gli immigrati non torneranno a casa loro, saranno anch'essi futuri pensionati: se rimarrano in tale condizione in Italia, graveranno sulla spesa pensionistica in base a un profilo retributivo e contributivo molto basso, come attesta il gettito medio e la tipologia di lavoro che, (fieramente), viene ad essi attribuito (come merito della...disperazione, laddove è solo la costrizione che li fa "scalzare" gli italiani, che avrebbero l'assurda pretesa di paghe minimamente dignitose per quegli stessi lavori).


8. Ma i pensionati immigrati, sarebbero (divenuti) ovviamente (e badate parliamo sempre di quelli regolari) degli "anziani", nella gran parte, obiettivamente poveri: ergo, dovrebbero necessariamente essere destinatari in pieno della spesa pubblica sanitaria, di assistenza agli anziani, di soccorso nell'abitazione per la fasce di popolazione più povere.
Quindi se già oggi, non essendo - non potendo essere-, destinatari di pensioni pubbliche, la loro contribuzione "regolare" per imposte e contributi è largamente inferiore alla spesa pubblica media, in futuro, col mero passare del tempo, la situazione è destinata ad aggravarsi e di molto.


9. Ed infatti entrano in gioco due fattori:
a) se, come sarebbe per loro stessi ben più ragionevole (potendo), tornassero nei paesi di provenienza per godersi la magra pensione, questi trasferimenti di spesa pubblica diverrebbero trasferimenti di reddito all'estero (sottraendosi al PIL e alla base imponibile italiana);


b) la spesa pubblica pro-capite è calcolata su tutta la popolazione residente e non solo sui lavoratori attivi (cioè tralasciamo il problema della forte disoccupazione che, negli ultimi anni, ha inevitabilmente colpito pure gli immigrati...che, anche se meno, hanno perso il lavoro).
Ma i residenti "non italiani" sono 5 milioni e tutti, in forza di tale residenza, hanno diritto alle prestazioni sanitarie ma non solo: e sono anche utenti dei vari servizi pubblici, a pagamento o meno che siano (pagamento che, quando dovuto, di fatto, anche un "regolare", dati i livelli di reddito, potebbe non essere in grado materialmente di effettuare).
Parliamo di pubblici servizi e pubbliche funzioni quali trasporti (che dovrebbero essere pagati), viabilità e sua manutenzione, illuminazione, pubblica, pubblica istruzione e edilizia scolastica e "ricreativa" in generale, servizi e funzioni generali di tipo pubblicistico quali l'attività di polizia e ordine pubblico, quella giudiziaria, quella, persino, e non va purtroppo sottovalutato, di mantenimento del sistema carcerario.
Persino la spesa per la difesa, che la si può detestare quanto si vuole ma è una utilità pubblica generale i cui costi si spalmano indifferenziatamente su tutti i residenti (a meno che non siano al servizio di potenze straniere ostili all'Italia e lavorino contro la tutela della indipendenza e sovranità italiane...).


10. Dunque, la spesa pubblica media pro-capite per gli immigrati, tutti e 5 milioni, lavoratori o meno, e in futuro, divenendo anziani, destinatari di basse pensioni contributive (su basi retributive evidentemente ai livelli più bassi), ovvero, comunque, di pensioni sociali al minimo (comunque, date le inevitabili ricadute degli evidenziati aggregati di spesa), può obiettivamente essere ascritta, interamente e a pieno titolo, a ciascuno dei residenti (sempre "regolari") di cittadinanza non italiana (se non altro, come prevede la Costituzione democratica, madri e bambini, anche se non occupati e non italiani, ma residenti, saranno certamente coinvolti nella dovuta assistenza sanitaria in modo consono a tali condizioni "sensibili", come pure nell'istruzione scolastica).


Quindi, una decina di miliardi tra versamenti di imposte sul reddito e contributi, non potrebbero mai pareggiare il conto con la spesa pubblica procapite in media loro ascrivibile a pieno titolo: nel senso che la "media" potrebbe essere un criterio di calcolo per difetto date le condizioni di disagio sociale che determina proprio la condizione di lavoro, e di reddito, in cui sono per lo più relegati.
E, ripetiamo, la mancata attuale percezione di pensioni è solo una condizione transitoria rispetto ad una traiettoria che, agli attuali trend di programmata disattivazione della spesa sociale, potrebbe in un futuro non lontano rivelarsi socialmente destabilizzante e, comunque, socialmente drammatica.


11. Il calcolo è presto fatto: 10 milardi di "contribuzione", forse elevabili a qualcosa di più, - calcolando il pagamento di IVA e altre imposte indirette, in funzione di consumi che, peraltro, non possono essere molto elevati, dati i redditi, e ignorando il problema dell'evasione dell'IVA e di altre imposte in certe condizioni di semi-miseria prevalente-, si contrappongono a 67,395 miliardi di spesa pubblica corrispondenti (5 milioni x €13.479), in base ad un prudente apprezzamento, alla condizione di "residente".
E sempre senza calcolare le "rimesse" che gli immigranti fanno nel paese di origine, sottraendo spesa (privata) effettuata in Italia in base al (magro) reddito disponibile, e quindi sottraendo spesa (privata) e base imponibile, e quindi copertura fiscale, per la stessa spesa pubblica di cui pure hanno fruito nei modi inevitabili che si sono visti.


E poi abbiamo gli studi OCSE che si raccontano il contrario.

Da non crederci! Appunto...



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domenica 6 settembre 2015

UNO DEI DUE
 
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SE 180 NAVI AFFONDATE VI SEMBRAN POCHE...
Redazione | 07-09-2015 Categoria: Ambiente



ANNI.jpg
UN MARE ITALIANO DI VELENI RADIOATTIVI TARGATI PARIGI E BERLINO

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/09/un-mare-italiano-di-veleni-radioattivi.html#more di Gianni Lannes

Al largo di Rimini (coordinate 44°14’ N – 13° 04’ E), a 51 metri di profondità giace dalla sera del primo agosto 1989 il mercantile Anni, battente la bandiera ombra maltese. Nel registro dei sinistri marittimi presso la direzione marittima di Ravenna, però non vi è alcuna traccia. Sotto un carico ufficiale di innocue carrube, però, c'è ben altro, triangolazioni, coperture, omissioni.


«M/N Anni di bandiera Maltese affondata il 01 agosto 1989 in alto Adriatico; M/N Euroriver di bandiera Maltese affondata anch’essa in Adriatico il 12 novembre 1991. Queste due navi di bandiera Maltese sono affondate in due punti dell’Adriatico, che nel progetto O.D.M. reperito tra i documenti di Comerio sono indicati quali punti previsti nel programma di dispersione delle scorie nelle aree nazionali italiane e degli affondamenti si ha notizia dai registri Lloyd’s… Circa le navi affondate elencate nell’informativa inizialmente citata sospetti sul carico sono basati sulla bandiera delle navi, quasi sempre di comodo e dal fatto che non si è a conoscenza degli sviluppi del sinistro. Si fa riserva di comunicare tutte le ulteriori informazioni necessarie qualora scaturissero ulteriori elementi dalle indagini in corso. Reggio Calabria, lì 30 maggio 1995 capitano De Grazia».

E' lo stralcio di uno dei rapporti stilato dal capitano Natale De Grazia, consulente a Reggio Calabria del magistrato Francesco Neri e a Matera del magistrato Nicola Maria Pace. L'ufficiale della Guardia Costiera, assassinato in missione (mediante avvelenamento), il 12 dicembre 1995, stava indagando allora sull'affondamento sospetto di ben 180 navi dei veleni nel Mediterraneo, ovvero in acque territoriali e prospicienti l'Italia.


Tale rapporto di polizia giudiziaria, è inserito in un atto ufficiale del Parlamento italiano: seduta del 5 febbraio 2013. Poiché le coordinate di affondamento sono note alle autorità dello Stato tricolore, come mai non si è proceduto al recupero dei due mercantili con il loro carico di morte, giacendo oltretutto, su bassi fondali? Per quale motivo non sono state informate le Regioni interessate dall'inquinamento radioattivo, quantomeno Marche, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia? Perché le direzioni marittime di Trieste, Venezia, Ravenna ed Ancona, nonché il Comando generale della Guardia Costiera (Maricogecap) di Roma non hanno informato l'Autorità Giudiziaria? Perché le popolazioni locali sono state tenute all'oscuro, pur essendo le più esposte alla minaccia? Perché sia il governo Letta che il governo Renzi, per non dire tutti i precedenti esecutivi di Palazzo Chigi (Dini, Prodi, D'Alema, Amato, Prodi, Berlusconi, Monti), non sono intervenuti a salvaguardare concretamente la salute pubblica?


A tutt’oggi numerosi atti parlamentari (come ad esempio l'interrogazione a risposta orale 3/01183 dell'8 febbraio 1996 e l'interrogazione a risposta in commissione 5/01387 del 6 luglio1995) non hanno trovato risposta governativa e risultano paradossalmente “in corso”.
In fondo al mare: relitti imbottiti di rifiuti radioattivi a tempo di cui nessuno è in grado di prevedere l'esplosione. Si sa solo che, quando il ferro si sarà ossidato e il cemento sbriciolato, i rifiuti nucleari si libereranno nell' acqua trasformando i mari d’Italia, in un grande bagno radioattivo. Tutto dipende dalla resistenza dei contenitori delle scorie. Quando accadrà il Mediterraneo rimarrà contaminato per millenni. Comunque tracce di plutonio 239 e 240 affiorano già, qua e là, come ha documentato l'International Atomic Energy Agency (IAEA).


riferimenti:
 
Giudeo-Massoneria e Sovversione Sociale – All'origine del caos presente
Adam Weishaupt, l’Ordine degli Illuminati e il Piano
per il Governo Mondiale nell'ora presente


Speciale – Storia ed evoluzione della satanica sovversione pianificata

di Sete di Giustizia Lamezia Terme e Sergio Basile

La satanica sovversione pianificata, all'origine del caos presente
Lamezia Terme, Catanzaro di Sete di Giustizia Lamezia Terme e Sergio Basile – Dopo le ennesime, gravissime e fastidiose bufale mediatiche e le menzogne sparse in Italia e in giro per l'Europa dai nostri politici camerieri dei banchieri (come li definiva il poeta statunitense Ezra Loomis Pound) è utile ricordare un pò di storia, e fare il punto sui fenomeni che hanno portato a questo diabolico status quo. Partiamo da un personaggio emblematico: Weishaupt.
Mr. Adam Weishaupt – Il primo dopo satanasso
Adam Weishaupt (1748-1830) è stato definito “il più grande cospiratore che sia mai esistito”, “il diavolo umano”, il “primo dopo satanasso”. Questo signore bavarese, iniziato ai misteri della filosofia occulta da un certo Kolmer “condiscepolo di Pietro Balsamo, famoso ciarlatano siciliano dettosi conte Cagliostro che insegnava magia e massoneria egizia” e che faceva di mestiere il mercante (quindi era uno che girava il mondo), nel 1776 fonda una società segreta denominata “Ordine degli Illuminati” che, già da subito, cercò di controllare anche la Massoneria, della quale divenne membro l’anno successivo (1777). Ecco gli scopi che detto ordine si è prefissato di realizzare: 1) distruggere la società cristiana occidentale per poi riordinarla e subordinarla ad una élite; 2) mettere sul trono del mondo “il portatore della luce”, ossia Lucifero (1) nella persona dell’Anticristo. Ecco qui riportate alcune prove significative (ma ce ne sono un'infinità), che ci attestano la veridicità di tali tesi, cher qualche sprovveduto bolla con il termine "facile" di "complottistiche".
(1) Sembra comunque alquanto strano dire agli uomini del nostro tempo dell’esistenza di questo oscuro signore, di cui tanto si dice anche nelle Sacre Scritture e che sembra, invece, riscuotere un grande successo in certi ambienti quali l’alta finanza, la grande industria, le multinazionali, la politica, l’esercito, la cultura, ecc...
Pike – Il Diavolo del XIX Secolo
Albert Pike, noto anche come “il diavolo del XIX secolo”, intimo amico di Giuseppe Mazzini (con il quale ebbe una significativa corrispondenza, che sarebbe interessante rendere nota – vedi qui Islam e Scontro tra civiltà – Mazzini, Pike e la Pianificazione Massonica del terzo caos mondiale), avvocato, giornalista, generale dell’esercito degli Stati Confederati d’America, ed anche illustre e famoso capo della Massoneria di Rito Scozzese (nella quale ricoprì, dal 1859 fino all’anno della sua morte avvenuta nel 1891, la carica di Sovrano Gran Comandante), nonché capo del Clero Luciferiano, in un discorso del 1892 tenuto in Francia agli alti gradi della Massoneria disse: «Ciò che dobbiamo dire alle folle e che (…) la religione massonica dovrebbe essere tenuta, da tutti noi iniziati degli alti gradi, nella purezza della dottrina luciferina. Lucifero è Dio e sfortunatamente anche Adonai è Dio. Per la legge eterna, per cui non v’è luce senza ombra, bellezza senza bruttezza, bianco senza nero, l’assoluto può esistere solo come due divinità: essendo l’oscurità necessaria alla luce per servirle da contrasto…».

Il dio oscuro della Giudeo-Massoneria Internazionale
Che Lucifero sia di casa nella Massoneria lo ha afferma anche un ex massone finlandese, Juhni Julin, che nel 1991 (dopo ben 16 anni di permanenza nella suddetta, ed aver ripercorso tutti i 33 gradi della quale questa si divide), è uscito da questa malefica setta (andando in sonno) ed ha raccontato la sua storia in un’intervista ad una TV del suo paese. In detta intervista Julin afferma che la massoneria mescola verità e menzogna allo scopo di confondere le persone ed apparire innocua. Pertanto invita gli ascoltatori a non aderirvi nonché a documentarsi su di essa, e suggerisce la lettura di un libro che definisce affidabile: “Dottrine segrete massoniche” di Gerber Weldon. Quando poi l’intervistatore gli chiede a quale grado un affiliato diviene consapevole della vera autorità spirituale dalla quale questa dipende, lui risponde che al 33° ed ultimo grado viene rivelato che il vero dio nel quale loro credono è Lucifero (vedi qui Testimonianza shock alla TV finlandese – La Verità sulla Massoneria: parla un ex-33). Degne di nota anche altre importanti video-rivelazioni doc, rese da illustri uomini di studio italiani, delle quali ci siamo già abbondantemente occupati (vedi qui Il diavolo nella cultura gnostica ed esoterica, qui Direttive del Gran Maestro della Massoneria ai Vescovi cattolici massoni, per distruggere la chiesa cattolica e qui Testimonianza shock di un medico ex-massone). Ricordo inoltre che nel 1870 i massoni di Ancona fondarono la rivista “Lucifero”, proprio in onore del loro idolo.
I metodi della Giudeo-Massoneria


I metodi che la Giudeo-Massoneria adopera per conseguire i fini suddetti sono i seguenti: 1) usando la moneta-debito (loro invenzione, riconducibile all'istituzionalizzazione della Banca d'Inghilterra del 1717 – banca nata nel 1694 – vedi qui Il Male, la Moneta, L’asservimento Spirituale, qui La Schiavitù Monetaria: una mostruosità storica dal 1694 e qui L’essenza della truffa monetaria da Signoraggio – Il Denaro non ha Costi di Produzione) e il correlato potere finanziario per controllare e corrompere i delegati a governare gli stati (2); 2) tramite professori universitari (3) acquistati alla causa e adescando gli studenti di talento, inculcando loro l’idea che “il governo mondiale è l’unica via alla soluzione dei problemi internazionali”; nonché presentando poi questi, dopo una attenta e minuziosa preparazione, come esperti specialisti per la soluzione di detti problemi - vedi ad esempio l'organizzazione di corsi e seminari sui grandi merito della scuola liberale o sul social-comunismo – o inserendoli nei posti che contano in grandi holding e multinazionali (vedi qui Il Trucco delle multinazionali svelato da Auriti e l’inganno della borsa); 3) controllando sistematicamente tutta la stampa (o quasi) e i mass-media (4); 4) Operando anche all’interno di qualsiasi assembramento segreto e non, cominciando delle logge massoniche, infiltrandosi – per vocazione – nelle istituzioni laiche e religiose: in ogni chiesa deve esserci l'infiltrazione di un massone "amico"… che deve acquistare la fiducia del parroco (vedi qui Direttive del Gran Maestro della Massoneria ai Vescovi cattolici massoni, per distruggere la chiesa cattolica).
(2) Come stanno già facendo nei confronti dei Paesi che hanno “aderito” all’euro, compreso il nostro.


(3) Non sono forse tali quelli che hanno portato l’Italia allo sfascio?
(4) Cosa che già fanno. Non dimentichiamo poi che il 90% dei mezzi di comunicazione sociale e proprio di proprietà di questi loschi individui.


Massoevangelismo – Massoneria e Rivoluzione Protestante


Gli effetti di questa malefica dottrina sulla società, ormai logorata ai suoi vertici dalla nascita della Repubblica (massonica – vedi qui 2 Giugno nella Terra di Nessuno: una grande festa Massonica) e ancor prima da quella Rivoluzione protestante e dal cosiddetto fenomeno poco noto come "Massoevangelismo" (filo-mazziniani, filo-liberali e filo giudeo-massonici – vedi qui Protestantesimo & Co – La falsa gnosi, da Lutero a Hegel, qui Conoscere il Nuovo Ordine Mondiale – British Israel, Ecumenismo e Protestantesimo – 1, qui Conoscere il Nuovo Ordine Mondiale – British Israel, Ecumenismo e Protestantesimo – 2, qui Affinità Elettive tra Ebraismo e Massoneria e qui L’origine ebraica del protestantesimo in Bernard Lazare) che avevano sfasciato l’unità della Chiesa cattolica, facendosi particolarmente pressanti e robusti con l'unità d'Italia, non tardarono a farsi sentire. Durante la Rivoluzione Francese (1789-1794) poi, usando come copertura il Club dei Giacobini (5) (composto da 1500 membri, dei quali molti erano uomini influenti dell’amministrazione francese), distrussero il vecchio ordinamento statuale e dichiararono di voler costruire un Nuovo Ordine Mondiale (vedi qui Mistero Marx – Dai Protocolli dei Savi di Sion all’internazionale Socialista, qui Lucifero e il Piano di Alice Bailey per un Nuovo Ordine Mondiale, qui Divide et Impera – Capire le regole del Gioco – Prima Parte, qui Divide et Impera – Capire le regole del Gioco – Seconda Parte, qui Conoscere il Nuovo Ordine Mondiale – British Israel, Ecumenismo e Protestantesimo – 1, qui Conoscere il Nuovo Ordine Mondiale – British Israel, Ecumenismo e Protestantesimo – 2 ).
(5) C’è da dire inoltre che “il regno del terrore” fu inaugurato proprio da un illuminato del club dei Giacobini, Robespier, e che, quando questo poi fu ghigliottinato, il suo posto in seno detto club venne occupato da Babeuf, illuminato anch’egli.

Dalla Rivoluzione Giudaico-Bolscevica all'ora presente
La fase successiva alla Rivoluzione Francese è stata la Rivoluzione social-comunista, ossia l’attacco, nonché lo sfascio del sistema socio-economico vigente fino allo scoppio di detta Rivoluzione (vedi qui Il Sionismo e l’arma economico-finanziaria – Confessioni di un rabbino, qui Dichiarazioni e Rivelazioni eccellenti di Sionisti doc e qui Rivoluzione e Sionismo, Rivelazioni eccellenti – 2 – Le ammissioni dei rabbini Lior e Waton). E così si è giunti dove siamo arrivati, ossia all’ultima fase di questo processo, che possiamo tranquillamente chiamare Rivoluzione culturale. Oggi, questa malefica dottrina filosofico-religiosa, regna sovrana nelle più alte istituzioni internazionali, quali l’ONU, l’UE, ecc…, e porta avanti il suo progetto di dissoluzione, contro quanto ancora rimane della Civiltà Occidentale e Cristiana, agendo contemporaneamente su due fronti: 1) su uno, combatte politicamente la Chiesa cattolica e ne ostacola, con ogni mezzo, la diffusione della sua dottrina, specie quella originaria… mentre; 2) su l’altro, impone agli Stati, espropriati della sovranità politico-finanziaria, l’adozione di politiche che vanno contro l’uomo e la legge naturale: aborto, divorzio, eutanasia, testamento biologico, matrimonio fra componenti dello stesso sesso, legalizzazione della droga, riduzione drastica della spesa pubblica e della popolazione, aumento costante della disoccupazione e delle tasse, vendita dell’industria pubblica, iper ricorso alla cartolarizzazione del debito pubblico, inganno monetario e correlato accumulo di debito pubblico fittizio ed illegale, geoingegneria, ecc….
Camerieri spalmati sistematicamente in tutti i partiti politici
La causa inevitabile di questo processo continuo di erosione, ormai plurisecolare, di un ordine di cose che affonda le sue millenari radici nel Vangelo di Gesù di Nazareth, sembra essere quello di un mondo che va sempre più parcellizzandosi in tre fasce: da una parte abbiamo i facenti parte dei cosiddetti Poteri Forti: uomini appartenenti al mondo dell’alta finanza, della grande industria e delle multinazionali (vedi qui Il Trucco delle multinazionali svelato da Auriti e l’inganno della borsa). Nella fascia intermedia troviamo i camerieri di questi: una “elite” di tecnico-burocrati cooptati e spalmati in tutti i partiti politici e con incarichi istituzionali di grande prestigio. Infine, ci siamo tutti noi, considerati come se fossimo una merce tra le tante, tenuti, volenti o nolenti, nell’ignoranza indotta più completa e fuori dalle grandi decisioni che riguardano il nostro destino e quello dei nostri simili.

Il distacco dsalla terza fascia
Il distacco sempre più netto, poi, tra la terza fascia, ossia noi, e quelli appartenenti alle prime due va, col tempo, sempre più dilatandosi: ne è sintomo, tra l'altro la sfacciataggine e la disinvoltura con la quale i politici, al governo e non, ripetono i loro falsissimi sermoni - imparati a memoria nelle logge – presentandoli come un provvidenziale contro-vangelo all'interno dei salotti TV. Da voltastomaco: come il discorso di ieri di Matteo Renzi presso l'Università di Berlino!
Vivono isolati dall'odiata massa
Questi (ed in modo del tutto particolare, quelli appartenenti alla prima fascia poi), tendono a vivere sempre più isolati dalla “odiata massa”, abitano nei cosiddetti quartieri alti delle città, o nelle città satelliti delle grandi periferie urbane, si frequentano solo tra di loro, studiano nelle migliori università, dove vengono opportunamente seguiti e (siccome sono arrivati dove sono per selezione, apparentemente meritoria), pensano - ingannandosi da poveracci qual sono - di non dover nulla al resto dell’umanità. Inoltre, fanno di tutto per pagare il meno possibile di tasse (se le pagano), salvo poi pagare moltissimo per scuola e guardie giurate. Questo è, al momento, il quadro globale della situazione odierna. Sorgono comunque spontanee delle domande: quanto durerà ancora questo processo? Si arriverà alla istituzione di un Governo Mondiale, come quello tanto ambito dagli Illuminati? Noi, in questo contesto, cosa dobbiamo fare per raddrizzare la rotta, e riprendere in mano le redini del nostro destino? La Bibbia e il Vangelo e l'Apocalisse in particolare ci rivelano l'aleteia: il bene vincerà… il principe di questo mondo è già stato sconfitto! Non ci rimane che agire per il bene, pregare e resistere: consapevolezza, amore al Prossimo, rosario e penitenza (come ci suggerisce la Madonna a Fatima)
Sete di Giustizia Lamezia Terme e S.B. (Copyright © 2015 Qui Europa)


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Video Consigliato – Per comprendere il momento presente – La lotta
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chissa se dietro pike massone che invento il rito scozzese, 33 grado,nn ci fosse un ordine religioso?......................militare?
 

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