News, Dati, Eventi finanziari amico caro, te lo dico da amico, fatti li.... qui e' tutta malvivenza

PER TUTTI CHE: "LE MASSONERIE? ROBA DA COMPLOTTISTI!"
Da Vikipedia, noto sito complottista: JUNCKER, JEAN CLAUDE
Cancelliere dell'Ordine della corona di Quercia
... Cancelliere dell'Ordine al merito del Granducato di Lussemburgo
Gran decorazione d'onore in oro con fascia dell'Ordine al merito della Repubblica austriaca
Cavaliere dell'Ordine al merito dello Stato di Baden-Wuerttemberg

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Amílcar Cabral (Capo Verde)

Grande ufficiale dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia)

Cavaliere dell'Ordine delle arti e delle lettere (Francia)

Gran croce con placca e cordone dell'Ordine al merito di Germania

Cavaliere di gran croce dell'Ordine del Salvatore (Grecia)

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
«Di iniziativa del presidente della Repubblica»
— Roma, 19 novembre 2007
Ordine dell'amicizia di I classe (Kazakistan)

Commendatore di gran croce dell'Ordine delle tre stelle (Lettonia)

Collare pro Merito Melitensi «Di iniziativa del principe e gran maestro dell'Ordine di Malta»
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«Di iniziativa del re di Norvegia»

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Gran croce dell'Ordine dell'infante Dom Henrique (Portogallo)

Gran croce dell'Ordine del Cristo (Portogallo)

Cavaliere dell'Ordine al merito dello Stato della Renania-Palatinato

Cavaliere di gran croce dell'Ordine della stella di Romania

Ufficiale dell'Ordine al merito dello Stato federale della Saarland
Medaglia Sigillum Magnum, Università di Bologna.
Il granduca Giovanni di Lussemburgo nominò Jean-Claude Juncker PRIMO MINISTRO del LUSSEMBURGO, il 20 gennaio 1995. Continuò ad esercitare le funzioni di ministro delle Finanze, ministro del Lavoro e ministro del Tesoro.
DA BANCHIERE A PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA
Governatore della Banca Mondiale dal 1989 al 1995, Jean-Claude Juncker assunse dal 1995 la responsabilità di governatore del Fondo monetario internazionale (FMI) e di governatore della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS).[5]
Il 1º gennaio 2005 Jean-Claude Juncker entrò in carica come primo presidente PERMANENTE dell'Eurogruppo.
Il 30 aprile 2012 Juncker ha annunciato la sua decisione di dimettersi dalla carica di presidente dell'Eurogruppo.
Jean-Claude Juncker annuncia sue dimissioni anche dal governo del Lussemburgo l'11 luglio 2013, a seguito di uno scandalo riguardante i servizi di intelligence[8], accusato di aver costituito una vera e propria polizia politica segreta e di aver schedato illegalmente centinaia di migliaia di cittadini[9].
Il 28 giugno 2014 è stato designato da 26 capi di Stato e di Governo dei 28 Paesi membri dell'Unione europea come nuovo presidente della Commissione Europea [2]
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Jean-Claude_Juncker

Altro...






Jean-Claude Juncker - Wikipedia
Jean-Claude Juncker (Redange-sur-Attert, 9 dicembre 1954) è un politico e avvocato lussemburghese
 
alla verità.
Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero".
Proverbio Arabo



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Il ruolo dei media nella distorsione degli avvenimenti in Siria



12 set 2015

6 Commenti

AutoreRedazione
Pubblicato inConflitti per l'egemonia


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Il ruolo dei media nella distorsione degli avvenimenti in Siria

di Luciano Lago
Se qualcuno aveva ancora delle perplessità sul ruolo che svolgono i grandi media nel sistema europeo, gli ultimi avvenimenti relativi alla guerra in Siria ed alla fuga verso l’Europa di masse di rifugiati, hanno fugato ogni possibile dubbio: Il ruolo dei grandi media, giornale e Tv si dimostra quello di megafono della propaganda atlantista che parte da Washington e da Londra.
Lo conferma il modo con cui i media occidentali hanno diffuso le notizie circa il presunto intervento militare russo in Siria sulla base di informazioni inizialmente trasmesse da una fonte israeliana (ynet news) e successivamente riprese e diffuse da quasi tutti i media, circa l’incremento degli aiuti da parte di Mosca all’Esercito di Al-Assad, l’arrivo di nuovi aerei da guerra, il passaggio di navi da trasporto con armi e blindati destinati al porto di Tartus (base russa in Siria), un modo che ha fatto amplificare queste notizie a dismisura fino a lanciare titoli quali “Allarme per l’intervento della Russia nella guerra in Siria, Nato in allarme: l’Azione russa non aiuta, ecc..

E’ apparso subito chiaro che la grancassa dei media, su istigazione di fonti israeliane e statunitensi come Reuters, Ass. Press, Fox News ed altre, è stata subito ripresa dai media europei, senza verifiche, per lanciare una campagna di amplificazione di un probabile intervento russo in Siria, sulla base di pochi elementi: qualche nave avvistata sul Bosforo e qualche aereo da trasporto in più visto arrivare vicino Damasco, fino alla notizia della presenza di militari russi sul terreno di battaglia a supporto dell’Esercito siriano.
Il tutto per lanciare un allarme e per tacciare quella dell’intervento russo come di una “pericolosa complicazione” nella guerra in Siria, una “aggressione” della Russia ed una “indebita ingerenza” di questa in Siria.
In realtà il Pentagono, grazie al suo apparato di satelliti ed osservazione, conosceva benissimo quale fosse il livello degli aiuti militari russi alla Siria , e le stesse autorità russe non hanno mai fatto mistero del loro aiuto al governo siriano, dato che esiste un trattato di cooperazione con la Siria fin dai tempi dell’URSS.
Quindi dove stava in fondo la novità? Lo stesso Ministero russo ha infatti smentito una partecipazione diretta russa nella guerra in Siria, salvo poi dichiarare, la portavoce del Cremlino, che la Russia, come ha sempre fatto, stava fornendo assistenza militare ed addestramento ai reparti siriani circa l’utilizzo dei nuovi armamenti forniti.
La campagna di allarme era ormai partita in tromba ed i giornali europei non hanno lesinato titoli allarmistici fino a riportare le dichiarazioni del Pentagono in cui si afferma che “l’Intervento russo in Siria per appoggiare il governo di Al-Assad si considera inammissibile e che questo intervento potrebbe avere un effetto destabilizzante”.
Sarebbe superfluo osservare che, se si è verificato un intervento destabilizzante in Siria questo è stato proprio quello degli USA e delle potenze occidentali che, assieme ai loro alleati regionali (Arabia Saudita, Qatar, Turchia) nel corso di questi 4 anni e mezzo, hanno fatto di tutto e di più, infiltrazione di un esercito di terroristi nel paese, campi di addestramento per i terroristi in Giordania e poi in Turchia, fornitura massiccia di armi ed istruttori ai gruppi terroristi, finanziamento e pagamento dei salari ai mercenari (l’Arabia Saudita), interventi dell’aviazione israeliana in appoggio dei gruppi terroristi, ricovero in ospedali di Israele dei terroristi feriti (Israele con il gruppo di Al-Nusra), fino ai reparti speciali di truppe di elite statunitensi e britanniche, mascherate e mescolate con i terroristi per dirigere alcune operazioni sul terreno, come ammesso ultimamente da diversi organi di informazione USA e britannici. Vedi: Nytimes.com The Guardian
Il paradosso della situazione è che, l’accusa di “intervento destabilizzante” fatta alla alla Russia, proviene proprio da quei paesi che hanno destabilizzato la Siria provocando in conflitto che è una vera e propria guerra per procura che ha provocato oltre 260.000 morti, distruzioni immani e milioni di profughi, che adesso vengono sospinti dalla Turchia verso l’Europa in una manovra coordinata con l’intelligence USA, per provocare il caos anche in Europa.
In questo contesto appare chiara la manovra dei media occidentali di presentare la Russia nel ruolo dell’ “aggressore”, del sostenitore del “cattivo” tiranno, Bashar Al-Assad, demonizzato oltre ogni misura come avvenne a suo tempo per Gheddafi e per Saddam Hussein o per Milosevic in precedenza.

Niente di nuovo, si tratta del tipico sistema americano delle fasi che precedono l’intervento militare: fase 1) diffamazione (a mezzo dei media), fase 2) demonizzazione dell’avversario da abbattere (voci di armi di distruzione di massa o armi chimiche, presunte stragi di civili, ecc.), fase 3) intervento militare, rovesciamento del governo e rimozione con la forza del “tiranno” (soppressione fisica o carcerazione).
L’altra finalità di questa campagna mediatica di criminalizzazione di Putin e della Russia è quella di distogliere l’attenzione dall’evidente fallimento della strategia degli USA e dei loro alleati in Siria: Washington contava su una sostanziale passività della Russia per procedere nel suo piano, quello di occupare gradualmente la Siria, istituendo delle no “fly zone”, successivamente mandando all’attacco i gruppi di “ribelli moderati” protetti dall’aviazione e reparti speciali americani e britannici per conquistare obiettivi sensibili e debilitare l’Esercito siriano.
Naturalmente la campagna mediatica si muove su enunciazione di falsità evidenti, a partire da quella che i media come la RAI e tutti i grandi giornali europei continuano a definire una “guerra civile” nascondendo al pubblico che in Siria sono arrivati oltre 70.000 (si calcola) jihaddisti delle più disparate nazionalità (82 nazionalità diverse), dai libici agli afghani, ai sauditi, ai tunisini, agli egiziani, pakistani, yemeniti e persino ceceni di lingua russa, senza contare i “foreign fighters” europei arrivati a frotte da Francia, Gran Bretagna, Belgio ed Olanda.
L’obiettivo finale della strategia di USA ed Israele : creare in Siria un protettorato USA con suddivisione del paese in più regioni in base ai gruppi confessionali e realizzazione di un grande stato sunnita tra Iraq e Siria sotto influenza saudita, il vecchio piano elaborato dallo stratega israeliano Oded Yinon per la dissoluzione della Siria come nazione unita.
La Russia di Putin ha visto il gioco, come in una partita di poker, si è mossa in anticipo e manda all’aria tutto il piano americano. Non per nulla sono arrivate davanti alle coste siriane unità navali lanciamissili con truppe da sbarco e sistemi antimissile, impegnate in una esercitazione che durerà diverse settimane oltre ad aver creato un ponte aereo che porterà mezzi ed armi per creare una barriera di difesa nelle città siriane. Sarà difficile attaccare la Siria senza una dura reazione delle forze russe.
Si da il caso poi che la Russia interviene in Siria anche per proteggere la sua stessa sicurezza visto che è già iniziato il tentativo di infiltrare i terroristi dell’ISIS nel Caucaso e minare dall’interno la regione russa. Non è difficile indovinare chi stia coordinando questa operazione da dietro le quinte. Inoltre l’intervento russo inoltre avviene dopo oltre un anno che si è costituita una coalizione anti ISIS, capeggiata dagli USA che, nonostante i 4.000 milioni di dollari spesi, ha dimostrato di non essere in grado di ottenere risultati significativi ed anzi esiste il più che fondato sospetto (ormai certezza) che la coalizione anti ISIS abbia fatto di tutto per non ostacolare l’ISIS nella sua avanzata, vista l’utilità di questa organizzazione terroristica, utilizzata come “spauracchio” per le finalità geopolitiche che si propone Washington nella regione. Ne fa fede la vendita del petrolio estratto dai pozzi in Iraq e Siria, consentita all’ISIS attraverso la Turchia, ne fa fede il mancato bombardamento delle linee di rifronimento dell’ISIS, con le centinaia di camions che transitano per strade scoperte ed individuabili tra la Turchia la Siria e l’Iraq, e tanti altri episodi di contiguità fra la coalizione ed il gruppo terrorista, come gli aviolanci di rifornimenti ed armi sulle posizione dell’ISIS in Iraq, effettuati da aerei ed elicotteri della coalizione e registrato e denunciato dai combattenti iracheni. Vedi: Gli USA sostengono militarmente l’ISIS. La denuncia di un deputato iracheno
La Russia interviene per annientare veramente l’ISIS non per contenerla o blandirla come hanno fatto fino ad ora gli americani ed i loro alleati e possiamo stare sicuri che inizierà una nuovo fase decisiva del conflitto.

Rimane poi da fare una considerazione importante: tutte le navi che arrivano in Siria con il loro carico e le navi da guerra che vanno ad integrasi nella flotta del Mediterraneo partono dai porti della Crimea come Sebastopoli. Esattamente da quella penisola, che in precedenza faceva parte dell’Ucraina, da cui gli USA avevano pianificato di estromettere la Russia, per impedirle di svolgere un ruolo di grande potenza. La Russia senza la Crimea non avrebbe avuto più l’accesso facile al Mediterraneo e non avrebbe potuto facilmente intervenire in soccorso dell’alleato siriano.
Questo spiega in buona parte tutta l’operazione del golpe di Kiev del 2014, fagocitato dagli USA e dalla UE , nonchè tutti i piani di ridimensionare la potenza russa. Anche in quel caso, Putin aveva giocato d’anticipo e, con la mossa del referendum, aveva spiazzato l’avversario riannettendosi la Crimea che, d’altra parte a buon ragione è sempre stata terra russa. Un’altro fallimento della politica di Obama che si ritorce contro gli Stati Uniti ma che i media europei, prostituiti alle centrali di potere atlantiste, cercano di nascondere sostenendo il ruolo di presunto aggressore di Putin, ignorando il diritto all’autodeterminazione, lo stesso che aveva giustificato il distacco del Kossowo dalla Serbia. Il famoso doppio standard dell’ipocrisia occidentale.
Nelle foto sopra: mezzi militari russi in Siria e ringraziamenti alla
 
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attualita' settembre 15, 2015 posted by Avv. Marco Mori
E se il Tribunale di Genova spazzasse via l’Europa? Forse domani la risposta…


E se il Tribunale di Genova spazzasse via l’Europa? Domani, o al massimo nei prossimi giorni, ci sarà l’attesa risposta. Dopo il rinvio dell’udienza del luglio scorso, finalmente nella giornata di domani, il tema della sovranità nazionale tornerà al centro del dibattito processuale. Il Tribunale dovrà dire se leggi di ratifica dei trattati europei possano o meno essere considerati in contrasto con la Costituzione in quanto cessioni illegittime della nostra sovranità. In caso di risposta affermativa, proprio mentre monta la propaganda di regime in favore degli Stati Uniti d’Europa, la Corte Costituzionale si troverebbe costretta a dirci se il progetto europeo è conforme ai principi fondamentali dell’ordinamento e ai diritti inalienabili dell’uomo, e davvero non si vede come si potrebbe argomentare una risposta positiva al quesito.
Riepiloghiamo in poche parole il ragionamento giuridico a monte della questione. Per dibattere di sovranità dobbiamo definire ed individuare gli elementi che costituiscono necessariamente uno Stato, qualsiasi sia la sua forma giuridica:
A) Il popolo;
B) Il territorio;
C) Potestà d’imperio (ovvero la sovranità).
Senza la simultanea presenza di questi tre elementi non si può utilizzare il termine “Stato” in maniera propria. I concetti di popolo e di territorio non necessitano di particolari spiegazioni, sono ovvi. Meno immediata è la fondamentale comprensione della definizione della potestà d’imperio. La potestà d’imperio è il potere supremo che spetta allo Stato sul proprio territorio. Trattasi del potere giuridicamente indipendente, incondizionato ed incondizionabile di imporre la sua volontà sui propri cittadini. La potestà d’imperio comprende dunque la capacità giuridica di impartire, anche coattivamente, ordini obbligatori per chi vive all’interno di predetto spazio territoriale. La potestà d’imperio è naturalmente originaria, sorge esattamente nel momento in cui lo Stato nasce, poiché è proprio essa che ne consente di identificarne l’esistenza. La natura incondizionata di questo potere implica che lo Stato, nel suo territorio, può fare letteralmente “ciò che vuole” senza alcun limite giuridico, non essendovi materia in cui non possa liberamente intervenire disciplinandola con le sue leggi.
Vi è poi un’ovvia differenza tra uno Stato democratico ed una dittatura ed essa si evince semplicemente dal fatto che in una democrazia la sovranità appartiene al popolo complessivamente inteso. Precisamente in una democrazia rappresentativa come quella italiana il popolo elegge i suoi rappresentanti, così delegando momentaneamente l’esercizio della sovranità agli eletti. Conformemente alla Costituzione dunque se il voto si esercita in maniera libera, eguale, diretta e personale la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione stessa.
L’art. 1 Cost. qualifica la nostra forma di Stato:
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” .
Ed ecco il punto nodale: che succede se quote di sovranità vengono cedute? Semplicemente accade che i rappresentanti del popolo non possono più decidere in determinate materie, benché investiti della delega sovrana a farlo. Conseguentemente si perde completamente l’indipendenza e l’incondizionabilità della potestà d’imperio. Se la sovranità è esercitata in via indipendente dal popolo e dal territorio, che vengono costretti a subire la potestà d’imperio di un terzo, non si può più parlare di Stato sovrano venendo meno uno dei suoi imprescindibili elementi fondanti.
Dopo la tragedia della seconda guerra mondiale i Padri Costituenti avevano compreso che tuttavia la sovranità di uno Stato, necessariamente incondizionata sotto il profilo interno, dovesse incontrare limiti in materia di politica estera, e ciò per non scontrarsi nuovamente con gli analoghi poteri sovrani di altri Paesi e non arrivare a ripetere i tragici errori del passato.
La collaborazione internazionale ed una diffusione dei valori solidaristici accolti nella nostra Carta erano correttamente individuati come l’unica via per la pace. La fusione tra Stati e la cancellazione dell’Italia come nazione sovrana ed indipendente non furono invece mai contemplati nella Costituzione che scelse la via, diametralmente opposta, della definitività della forma repubblicana e ciò benché vi fossero correnti federaliste in seno all’Assemblea Costituente che parlavano apertamente anche di Stati Uniti d’Europa. L’approvazione dell’art. 139 Cost. ed il dibattito che ne determino la genesi, sono eloquenti sul punto.
L’articolo 11 Cost. recita testualmente:
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
Pertanto la sovranità può essere limitata unicamente se ciò avviene allo scopo di evitare i conflitti tra nazioni, in una necessaria condizione di reciprocità tra le stesse. La norma era palesemente pensata per l’O.N.U. e non certo per quel mostro giuridico che è oggi l’Unione Europea. Orbene, ai profani del diritto, resta difficile distinguere tra cessione e limitazione di sovranità, ma ritengo che la differenza sia davvero semplice. Proprio su questa differenza, ritengo che debba urgentemente pronunciarsi la Corte Costituzionale.
Limitare la sovranità significa contenere la propria potestà d’impero (la sovranità appunto), ovvero non esercitarla in determinate materie omettendo di legiferare. Oppure semplicemente conformare la propria legislazione alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute, qualora esse siano però compatibili con i principi fondamentali ed i diritti inalienabili dell’uomo (art. 10 Cost.). Tuttavia con ciò non si vuole affatto rinunciare al potere di imporre la propria volontà in qualsiasi momento su una materia disciplinata da un organismo internazionale contravvenendo ad esso. Cedere la sovranità invece significa consegnare definitivamente un proprio potere ad un terzo soggetto esterno al Paese che lo eserciterà al posto nostro.
Una sovranità limitata è dunque contenuta nella sua esecuzione, ma resta comunque nella totale disponibilità del popolo che può sempre revocare ogni decisione in tale senso, quella ceduta invece è persa a titolo definitivo. La limitazione di sovranità finalizzata alla pace ha poi un preciso riferimento a quelle azioni di potestà d’imperio che hanno effetti specifici al di fuori del nostro ordinamento e del nostro territorio, e che dunque possono essere limitate per evitare conflitti. Con l’Europa siamo andati molto oltre prevedendo addirittura meccanismi sanzionatori effettivi per chi non rispetta alcuni dei vincoli esterni, in questo caso non c’è alcun dubbio che si debba parlare di cessione di sovranità, poiché addirittura si è dotato un terzo di un potere di coercizione effettivo sul popolo e sul territorio italiano.
Purtroppo l’attribuzione a terzi di poteri sovrani sul nostro territorio, terzi dotati addirittura di autonomi poteri di coercizione, rendono palese che lo Stato italiano non esiste più, non si può più parlare di forma Repubblica con violazione degli artt. 1, 11 e 139 Cost.
Riepilogando possiamo affermare:
la definizione di Stato comporta la giuridica INCONDIZIONABILITA’ della potestà d’imperio, ergo l’INDIPENDENZA e la SOVRANITA’ sul proprio territorio.Se si subiscono decisioni che hanno effetti interni ad opera di organismi stranieri, non possiamo più parlare di Stato, sic et simpliciter. I Padri Costituenti, quando parlavano di limitazioni di sovranità, si riferivano esclusivamente agli effetti del potere d’imperio italiano FUORI dai nostri confini, effetti che potevano creare una contrapposizione d’interessi che avrebbe potuto minacciare la ritrovata PACE. Ecco il senso costituzionale delle “limitazioni” che non possono travalicare, fino a compromettere, l’attribuzione della sovranità al suo proprietario che resta il POPOLO ITALIANO ex art. 1 Cost.


http://scenarieconomici.it/e-se-il-...zzasse-via-leuropa-forse-domani-la-risposta/#
 
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NOBEL PER L'ECONOMIA STIGLITZ: CRISI DELL'EURO NON E' AFFATTO FINITA: AUSTERITA' AUMENTO TASSI USA, QE, LO ABBATTERANNO

mercoledì 16 settembre 2015
BERLINO - In un'intervista al quotidiano tedesco "Handelsblatt", l'economista statunitense premio Nobel Joseph Stiglitz parla della crisi dei debiti sovrani in Europa, della "svolta degli interessi" negli Stati Uniti e del suo rapporto poco amichevole con Wolfgang Schaeuble.
"Schaeuble non e' un economista e pensa in modo troppo legalistico; un economista capirebbe subito che la politica di austerita' (adottata dall'eurozona, ndr) e' letale" sostiene Stiglitz, che critica in particolare le condizioni imposte alla Grecia: "Gli avanzi primari imposti dalla Troika ai greci non faranno che acuire la depressione del paese".
"Schaeuble ha sottolineato che 'deve rispettare le regole' - afferma Stiglitz - ma se queste regole sono sbagliate, le conseguenze rischiano di essere disastrose, anzi lo saranno certamente, continuando ad applicarle" ha aggiunto.
La crisi dell'euro per il Nobel per l'Economia non e' per niente finita: la situazione in Grecia continuera' a peggiorare e gli altri Paesi piu' in crisi vedranno solo un leggero miglioramento", avverte l'economista statunitense.
"Anche paesi come Irlanda, Spagna e Portogallo mostrano il fallimento dell'austerita', anche se non in modo drammatico come in Grecia" prosegue l'economista, che sottolinea: "In tutti questi paesi il Pil e' ancora al di sotto del livello del 2007, ci vorranno lunghi anni per recuperare il terreno perduto, sempre che ci riescano".
Stiglitz commenta poi le indiscrezioni circa un possibile aumento dei tassi di riferimento da parte della Federal Reserve statunitense: "Se si guarda al mandato della Federal Reserve - 'mantenere i prezzi stabili e l'occupazione alta' - bisogna dire che al momento nel paese non c'e' inflazione e l'occupazione e' molto superiore al 5,1 per cento dichiarato. Per questo non c'e' motivo di alzare i tassi", ha concluso il premio Nobel. Tuttavia, probabilmente accadrà e sarà un ulteriore - forse decisivo - motivo per il quale l'euro entrerà in crisi.
Se i capitali in dollari renderanno molto di più dei capitali in euro, per quale motivo non dovrebbbero riversarsi nella valuta americana? E questo, mentre la Bce è obbligata sia a continuare con il QE fino all'autunno del 2016, sia per conseguenza a mantenere a zero il tasso d'interesse.
E' sufficiente questo per capire che l'euro non ha superato affatto al sua crisi.
Redazione Milano

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2015
GLI INDICATORI MACROECONOMICI ITALIANI "UFFICIALI": "UN'ALTRA STORIA"



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1. I soliti burloni ci raccontano che, insomma, finalmente le cose in Italia vanno bene.
Addirittura, cresciamo più del "previsto" (!). Ragion per cui, fiduciosi di aver ingranato il metodo taumaturgico della ripresa, cresceremo in futuro ancora di più.
Si dimentica di considerare che il mercato del lavoro, in tutta €uropa, assomiglia sempre più a quello USA: piccoli miglioramenti del tasso di disoccupazione vengono sbandierati sulla scorta del fantastico modello Spagna, "ma ovviamente non si dice della quota salari su PIL, nel frattempo stabilizzatasi (cioè non varia, dai "minimi", con l'aumento dell'occupazione), dell'incremento del numero di ore lavorate per realizzare la produzione (comunque minore del 2008), a parità di salari reali (quando va bene), in questo stesso periodo, del crescente numero di semioccupati, precari e part-time, che sfalsano la significatività del dato occupazionale (cioè lo rendono un'apparenza statistica rispetto alla reale produttività realizzata ceteris paribus a partire dal 2008)".


2. Difatti:
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3. Questa poi, dati OCSE alla mano, è la traiettoria comparata del trionfale percorso del PIL italiano, scontando la "uscita dal tunnel" degli ultimi 2 trimestri, rappresentata mediaticamente, a reti unificate, come un cambiamento epocale:
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3. Questo l'andamento degli investimenti pubblici(che darebbero...impulso alla ripresa: cioè curva piatta o aumento micro sui livelli minimi del disastro e diminuzione dopo il 2016 e fino al 2018):


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Vediamo gli indicatori macroeconomici italiani tratti da
"Gli andamenti di lungo periodo dell’economia italiana" secondo i dati "ufficiali" del governo risalenti all'8 giugno 2015; e notare i consumi, anch'essi in "inevitabile ripresa", come pure...gli investimenti esteri:

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Questa, in base alla stessa fonte, l'evoluzione del PIL procapite italiano comparato con quello dell'Unione europea (naturalmente seguendo il modello Spagna, con tutti i fattori sopra evidenziati, ci riprenderemo...):


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Questa la produzione industriale al giugno 2015 che, nei tiggì, ci assicurano in virtuoso aumento (millimetrico):

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E come sicurezza della futura crescita questo l'andamento della spesa pubblica su PIL:

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E naturalmente, pensioni e fannulloni del pubblico impiego, faranno la loro parte: se la relativa spesa diminuisce, il PIL cresce. O NO?

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Questi poi il tasso di occupazione e di disoccupazione, secondo lo stesso studio di governo.it, sempre scontando le nuove modalità di lavoro flessibile (a singhiozzo) e i part-time involontari dilaganti (e il fatto che cassa-integrati e persino stagisti sono calcolati tra gli occupati):

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La tendenza della disoccupazione italiana, come vedete, è divergente, in peggio, al di là di dati stagionali e contingenti, rispetto alla già pesante situazione €uropea. E sono i dati ufficiali...
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Nella realtà reale, poi, non può stupire che risparmi e investimenti stiano messi così:
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4. Aspettate.
A questo roseo quadro, bisogna aggiungere che:
a) sul mercato del lavoro, a ulteriore effetto deflattivo, arriverà la contrattazione di livello aziendale;

b) proseguirà l'afflusso di immigrazione fino al monte premi, "internazionalmente" auspicato, di 150 milioni di nuovi insediati e l'Italia farà la sua parte, oh se la farà! Vedrete come si cresce, accelerando la deflazione salariale e senza disporre di manodopera qualificata e in assenza di investimenti, pubblici e privati...
c) si acuisce la crisi dei BRICS e, forse, tutto questo modello di svalutazione interna competitiva, basato sulle esportazioni, rischia di impantanarsi. E poi?


5. Insomma non c'è molto da interpretare: piuttosto è meglio che il sistema mediatico non offra i dati ufficiali e racconti un'altra storia:
"...strutturare definitivamente una società sul mercato del lavoro-merce, che esclude istituzionalmente i salari dalla crescita del prodotto, eliminando il welfare pubblico (pensionistico e sanitario), conduce alla deflazione permanente.
E quindi acuisce il rischio della insolvenza sistemica e della stagnazione irreversibile dell'economia reale. Cioè del benessere e della dignità degli esseri umani coinvolti.

In tale situazione, aumentare il deficit pubblico, neppure sortisce più gli effetti anticiclici che, in teoria, si verificavano in passato: comunque la spesa pubblica si indirizza alla crescente emergenza disoccupazionale, con grande dispendio di inutili misure tampone, e comunque finisce in improbabili misure supply side, che includono pure i programmi di spesa per infrastrutture e di alleggerimento del costo fiscale del lavoro, una volta che il mercato dello stesso lavoro sia strutturato sulla precarietà e sulla deflazione salariale."


Pubblicato da Quarantotto a 08:28 11 commenti:
 
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1 anno fa
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Perchè, negli anni '90, i comunisti non furono toccati da tangentopoli? - Durata: 14:54.

di Canale Italia
 
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SCIE CHIMICHE, CALDO INFERNALE E TERREMOTI BELLICI
Redazione | 17-09-2015 Categoria: Scie chimiche [Mondialismo]



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Addensamenti nuvolosi carichi di vapore acqueo pronti per rilasciare la pioggia sono regolarmente irrorati da decine di aerei fino a farli scomparire in meno di un'ora... La desertificazione deve continuare con aggregata devastazione dell'agricoltura e carestie! E poi fulmini senza nuvole a intervalli regolari, pioggia solo localizzata, trombe d'aria e tremende grandinate anche quando queste sono impossibili in natura come nella stagione fredda. Centinaia di terremoti artificiali a profondità standard fino a livello zero sul livello del mare, rivelano la natura artificiale e dolosa degli eventi.

In Luglio 2014 in Pianura Padana si sono avuti 10-12°; l'estate di quest'anno 2015 abbiamo più volte toccato i record di 35-40° con in più la tremenda aridità. Il clima oggi viene deciso dai militari Nato su ordine superiore.

Mentre l'Italietta si crogiola sulle battute della macchietta Renzi e sulla pelosa ipocrisia umanitaristica di fronte all'imposizione di centinaia di migliaia di migranti di popolazioni africane che passano in cladestinità, la demolizione dell'Italia serva ci concretizza giorno dopo giorno, calamità dopo calamità, senza che vi sia alcuna presa di coscienza, ma solo i flebili lamenti di un paese di servi instupiditi.

La politica italiana di ogni fazione e colore, come anche le associazioni ambientalistiche e umanitarie, le organizzazioni religiose e caritatevoli, vergognosamente e delittuosamente tacciono.

I giornali del Regime e le agenzie stampa, dal canto loro, sono impegnati un una epocale battaglia a suon di odiose e farsesche menzogne per convogliare i sudditi al pensiero unico dominante al fine di schiavizzarli sempre più negando giorno dopo giorno i diritti civili maturati in 70 anni di lotte e sacrifici.


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Qui sotto ennesimo articolo di Gianni Lannes il quale continua a darci prove di quanto da tempo sosteniamo. Vedere links a piè pagina.
SCIE CHIMICHE, CALDO INFERNALE E TERREMOTI BELLICI

di Gianni Lannes

Altro che complotto: è la tragica realtà. Il respiro umano è sempre più un rantolo sotto gli ininterrotti bombardamenti elettromagnetici. E non basta svilire una vicenda cruciale per relegarla nel dimenticatoio scientista. Questa colonia a stelle e strisce è ormai una camera a gas nel cuore del Mediterraneo. L’uso dell’arma ambientale vietato dalla convenzione internazionale Enmod del 1978, è un incubo ad aria condizionata, targato a stelle e strisce. Peggio, un avvelenamento di massa, in prospettiva di una strage su larghissima scala, considerata la quantità giornaliera di nanoparticolato respirato da cittadine e cittadini di ogni età. In attesa della prossima catastrofe innescata dai militari, l’inerzia popolare aumenta a dismisura. La NATO irrora indisturbata i cieli d’Italia, con il beneplacito del governicchio Renzi (imposto dal Napolitano, ma non votato dal popolo sovrano) e l’asservimento dell’aeronautica militare tricolore, grazie all’omertà dell’Enac e dell’Enav.

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E' il folle progetto Teller che mandano in onda all'insaputa generale dal 2002. Il riscaldatore ionosferico (brevetto Eastlund del 1987) puntato sull’ex belpaese funziona a pieno regime. L’attività tellurica sollecitata dalle onde elf puntate sulle faglie, affiora a profondità superficiali e standardizzate, senza risparmiare Bologna (10 km), Pisa (5 km), Brescia (5 km), Torino (11 km), e così via.

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L’afa inaridisce l’aria. Peraltro, l'asfissia da particolato provoca mancanza di ossigeno nei tessuti e, quindi, predisposizione ai tumori, secondo i noti ed oscurati studi del premio Nobel Otto Warburg. Cavie silenti ed ossequienti? La volontà di reagire della gente sempre più intossicata nel corpo e nella mente, quando si manifesterà concretamente?
riferimenti:
http://webservices2.rm.ingv.it/webservices/ingv_ws_map/data/2015-09-16/valentino.lauciani_at_ingv.it/285472/285472-SequenceMulti.png
http://cnt.rm.ingv.it/event/6080011
http://cnt.rm.ingv.it/
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=eastlund

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=teller

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=enmod

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=terremoti

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=veronesi
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=terra+muta


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Consensus, Washington DC
OPEC, Russia e Nuovo Ordine Mondiale emergente

settembre 17, 2015 Lascia un commento

F. William Engdahl New Eastern Outlook 16/09/2015
Vladimir Putin ed Igor Sechin

Appare sempre più chiaro che ciò che ho sempre detto negli ultimi scritti si avvera. Gli Stati produttori di petrolio OPEC del Medio Oriente, compreso l’Iran, attraverso la mediazione abile della Russia, gettano accuratamente le basi per un vero nuovo ordine mondiale. Il primo passo per testarlo sarà quando collettivamente elimineranno la minaccia alla Siria dello Stato Islamico, e prepareranno le basi per serie elezioni non manipolate. In gran parte della mia vita sono stato affascinato dall’enorme energia nella nostra Terra e di come in realtà si muova quasi come un organismo vivente. Il più affascinante è il movimento tettonico e le connessioni con terremoti e vulcani. Non la distruzione umana che a volte causano ma l’energia pura. Il movimento tettonico coinvolge le enormi zolle in cui la nostra terra è divisa in continuo micro-spostamento. Nei momenti critici, la scienza della terra o la geofisica deve saper prevedere molto in anticipo dove il moto delle placche tettoniche provoca terremoti e determinare dove si verificheranno i terremoti. Più precisamente nella geopolitica, assistiamo all’enorme movimento tettonico, al momento non distruttivo. È una nuova forza che attrae i Paesi mediorientali dell’OPEC, tra cui Arabia Saudita, Iran e altri Paesi arabi, in ciò che sarà presto evidente come partnership strategica con la Federazione russa. Trascende le enormi divisioni religiose tra sunniti, wahhabismo, sufi, sciismo e cristianesimo ortodosso. Il movimento tettonico presto provocherà un terremoto politico che potrebbe salvare il pianeta dall’estinzione delle guerre interminabili del Pentagono e dei suoi manovratori di Wall Street, complesso militare industriale e oligarchi cinici che sembrano avere tale unica strategia oggi.
La Russia nell’OPEC?
In un’intervista al Financial Times di Londra, il più importante petroliere russo, Igor Sechin, CEO della Rosneft statale, confermava le voci che la monarchia dell’Arabia Saudita cerca un accordo formale sui mercati con la Russia, anche arrivando ad offrire l’adesione della Russia all’OPEC per stabilizzare i mercati mondiali del petrolio. Nell’intervista Sechin, considerato uno dei più stretti alleati del Presidente Vladimir Putin, ha confermato l’offerta saudita. Il Financial Times (FT) è un media influente di proprietà fino a luglio del Gruppo Pearson, legato alla famiglia Rothschild, che storicamente domina la Royal Dutch Shell. Il giornale di Londra ha scelto di sottolineare il rifiuto di Sechin dell’offerta saudita. Tuttavia, più istruttivo è leggere tra le righe di ciò che ha detto alla conferenza sulle risorse a Singapore organizzata dal FT, “E’ necessario riconoscere che l”età dell’oro’ dell’OPEC nel mercato del petrolio è finita. Non riescono ad osservare i propri contingenti (per la produzione di petrolio nell’OPEC). In caso di osservanza delle quote, i mercati mondiali del petrolio sarebbero già stati riequilibrati“. Sechin conosce bene lo sfondo della guerra saudita dei prezzi del petrolio e il fatto che è stato innescata dall’incontro tra John Kerry del dipartimento di Stato USA e il defunto re saudita Abdullah, nel regno del deserto, nel settembre 2014, quando Kerry avrebbe esortato i sauditi al crash dei prezzi del petrolio. Per Kerry lo scopo era porre una pressione insopportabile alla Russia, colpita dalle sanzioni finanziarie di USA ed UE. Per i sauditi, è stata l’occasione d’oro per eliminare il più serio disturbo al dominio dell’OPEC sui mercati mondiali del petrolio, la produzione in forte espansione degli Stati Uniti di petrolio di scisto non convenzionale che aveva reso gli Stati Uniti il più grande produttore di petrolio al mondo nel 2014. Ironia della sorte, come Sechin ha detto al FT, l’accordo USA-Arabia Saudita e le sanzioni finanziarie degli Stati Uniti si sono ritorti sugli strateghi statunitensi. Il rublo russo ha perso più del 50% del valore in dollari nel gennaio 2015. I prezzi del petrolio sono scesi in modo simile da 103 dollari al barile nel settembre 2014 a meno di 50 oggi. Ma i costi di produzione del petrolio russo sono calcolati in rubli, non dollari. Quindi, come dice Sechin, il costo in dollari della produzione petrolifera della Rosneft è diminuito drasticamente oggi da 5 dollari al barile prima delle sanzioni, a soli 3 al barile, livello simile a quello dei produttori OPEC arabi come l’Arabia Saudita. Rosneft non va male nonostante le sanzioni. Il petrolio di scisto non convenzionale degli USA è invece di gran lunga più costoso. Le stime di settore a seconda del giacimento e della società, fanno entrare i costi dello scisto nella fascia dei 60-80 al barile solo per pareggiare. L’attuale scossa nel settore dello scisto degli Stati Uniti e le prospettive di aumento dei tassi d’interesse dettano la scomparsa del petrolio di scisto dagli Stati Uniti per anni, se non decenni, mentre i finanziatori di Wall Street e gli investitori in obbligazioni spazzatura delle società dello scisto subiscono perdite enormi.
Sciogliere il nodo inesistente
Mi piacerebbe indulgere su un breve esercizio immaginando a cosa una forma di coordinamento tra Russia e OPEC sarebbe simile. Lo chiamo “sciogliere il nodo inesistente”, il nodo del controllo dei flussi mondiali del petrolio, che ipnotizza il mondo con guerre e stragi odiose da troppo tempo. In primo luogo il nuovo raggruppamento tra Russia e Stati petroliferi mediorientali avrebbe negoziato relazioni stabili di mercato con i principali mercati come Cina e Unione europea. Alexander Mercouris in un pezzo molto perspicace suggerisce che la dichiarazione di Sechin al FT va vista come posizione negoziale russa di apertura all’offerta saudita dell’OPEC. Alla conferenza di Singapore, Sechin ha indicato che Cina e Russia quest’anno hanno accettato vari accordi petroliferi pari a 500 miliardi di dollari nei prossimi 20 anni, o 25 miliardi di dollari l’anno per Rosneft. L’Arabia Saudita era in precedenza la più grande fonte di petrolio della Cina finché Rosneft è entrata in modo sostanziale. Una decisione strategica per la Russia come per la Cina e non un mero accordo di mercato. Ora, indipendentemente da ciò che Sechin ha fatto o ha detto al FT, non vi è alcuna buona ragione per la Russia per non sciogliere il nodo del petrolio mondiale degli anglo-statunitensi entrando in negoziati seri con l’Arabia Saudita su una cooperazione strategica conseguente. Le quote possono essere concordate in modo che Russia, Arabia Saudita ed OPEC agiscano come le compagnie petrolifere anglo-statunitensi nel 1928, quando posero fine alle guerre tra il gruppo inglese Rothschild, dietro la Royal Dutch Shell, e la società dei Rockefeller Standard Oil per il controllo del mercato mondiale del petrolio, guerre che imperversarono in tutto il mondo dal Messico a Baku, dal Quwayt al Texas. Le guerre petrolifere anglo-statunitensi finirono con l’incontro nel castello Achnacarry in Scozia di Sir Henry Deterding della Royal Dutch Shell, nel 1927. Le compagnie petrolifere statunitensi e inglesi accettarono formalmente un “cessate il fuoco”, portando alla creazione dell’enormemente potente cartello petrolifero anglosassone, poi denominato le ‘Sette Sorelle’. L’accordo di pace fu formalizzato nel 1927 ad Achnacarry. John Cadman, in rappresentanza dell’Anglo-Persian Oil Co. (British Petroleum) del governo inglese, e Walter Teagle, presidente della Standard Oil of New Jersey (Exxon) dei Rockefeller, si riunirono con la copertura della caccia ai galli cedroni per creare il più potente cartello economico della storia moderna. Le Sette Sorelle furono efficacemente gemellate, agendo in solido almeno fino al 1945. Il patto segreto fu formalizzato ‘così com’era’ quale accordo del 1928 o di Achnacarry. Le compagnie petrolifere inglesi e statunitensi decisero di accettare divisioni e quote di mercato esistenti, d’imporre in segreto i prezzi del cartello al mondo, e por fine alla concorrenza distruttiva e alla guerra dei prezzi con l’accordo della Linea Rossa. La Gran Bretagna costrinse una Francia indebolita ad accettare nel 1927 la presenza degli statunitensi in Medio Oriente e rivedere i segreti accordi Sykes-Picot riflettendo ciò. La linea rossa passò dai Dardanelli fino a Palestina, Yemen e Golfo Persico.
L’accordo anglo-statunitense della Linea Rossa portò alle guerre per il petrolio e alla guerra mondiale fin dal 1928
La storia degli ultimi 88 anni dall’accordo segreto del cartello petrolifero anglo-statunitense non è comprensibile se il fatidico accordo di Achnacarry sulla Linea Rossa e corollari politici che ne derivano non sono compresi. Ora, ciò che è molto probabile dall’emergere dell’attuale situazione straordinaria è un accordo tra Russia di Putin e produttori sauditi alla guida dell’OPEC, compreso l’Iran, elaborando un nuovo ordinamento dell’approvvigionamento energetico mondiale, indipendente dal passato secolo dominato dagli anglo-statunitensi. I vantaggi di tale nuovo ordine mondiale sono semplicemente troppo grandi perché le parti coinvolte l’ignorino. Che Igor Sechin sia pronto o meno a pensare in questi termini, è evidente dalla diplomazia che il Presidente Putin e il Ministro degli Esteri Sergej Lavrov lo siano. Se Sechin è incapace, il recente licenziamento di Vladimir Jakunin, CEO delle OAO Ferrovie Russe dimostra che Putin è pronto a smuovere il quadro globale, anche se non è di gradimento alla cerchia degli amici più stretti, se lo ritiene un grande vantaggio per la Russia. Quale potrebbe essere per la Russia? Enormi benefici, garantendo i più grandi giacimenti di idrocarburi al mondo alle nazioni della massa terrestre che il “padre” della geopolitica inglese, Sir Halford Mackinder, indicava come “Isola-Mondo”, Russia, Cina, India, Asia del sud, e che ora s’irradia in profondità nella cintura petrolifera dal Medio Oriente all’Egitto in Nord Africa, fornendo alla Russia mercati sicuri fuori della zona di guerra anglo-statunitense. La Russia sarebbe su una nuova posizione negoziale nei confronti delle sanzioni economiche dell’UE, e trasformerebbe la mappa politica del cosiddetto Secolo Americano emerso dalla guerra nel 1945 con la decisione di Truman di sganciare le bombe atomiche sul Giappone. In tale accordo con la Russia, i Paesi produttori di petrolio del Medio Oriente aderirebbero come elementi centrali al boom economico emergente dal progetto infrastrutturale ferroviario e portuale della Cintura economica della nuova Via della Seta della Cina. Tale progetto, si ricordi, è già a buon punto e Russia ed Unione economica eurasiatica hanno recentemente concordato con la Cina d’integrare lo sviluppo ferroviario di entrambi. Lo sviluppo dei nuovi grandi porti marittimi nel Myanmar, in Eurasia ed Oceano Indiano collegherà direttamente i Paesi del Golfo al nuovo mercato economico eurasiatico in forte espansione, e non solo. L’inclusione dell’Iran, essenziale elemento geopolitico, così come di Arabia Saudita, Stati arabi del Golfo ed Egitto, e l’alleanza militare con il solo Stato in grado di sfidare al mondo gli Stati Uniti, cioè la Russia, porrebbe fine a più di un secolo di guerre coloniali anglo-statunitensi e distruzioni regionali, l’ultima delle quali è la serie di distruttive rivoluzioni colorate, istigate dalla CIA, soprannominata “primavera araba”.
La risoluzione alla guerra siriana istigata da USA-UK e allo scatenamento del cosiddetto SI, non si dimentichi che la guerra e il terrorismo dello SI è la fonte della crisi dei rifugiati che destabilizza l’Europa, con una soluzione pacifica, senza la pretesa di Washington di esiliare il Presidente Assad, o che i gruppi terroristici sponsorizzati dagli USA come al-Nusra e i Fratelli musulmani prendano il potere, sarebbe il primo segno della cooperazione tra Russia e gli influenti Stati petroliferi del Medio Oriente, e sarebbe un colpo devastante per i falchi di Washington. Poiché il nuovo ordine mondiale tra Stati dell’OPEC, Russia, Cina ed Eurasia diventa più probabile ogni giorno, il segretario John Kerry, il capo della CIA John Brennan, nonché il nuovo Presidente del Joint Chiefs of Staff, Generale dei Marine Corps Joseph Francis “Fighting Joe” Dunford, schietto russofobo, insieme ai vari gruppi di riflessione neo-con di Washington, al segretario alla Difesa e neo-con del Partito Democratico Ash (come le ceneri della guerra) Carter, Susan Rice, la guerrafondaia ambasciatrice alle Nazioni Unite Samantha Power, al vicepresidente Joe Biden (forse il prossimo presidente degli Stati Uniti), al complesso militare industriale degli USA, alla finanzia di Wall Street e alle famiglie Rockefeller, Bush, Clinton, McCain, Gates, Buffett, tutti questi poveri infelici cominciano a sentirsi improvvisamente nudi e sulle ghiacciate acque artiche senza neanche una pagaia o un punteruolo per poter navigare. Posso entrare in empatia con il loro sentimento, ma non riesco a provare pena in alcun modo. Il loro tempo è scaduto assieme al bene che non sono riusciti a fare. E’ tempo per i veri cittadini statunitensi di riprendersi il Paese. Dopo tutto, non siamo la maggioranza? Abbiamo solo dimenticato quanto possiamo anche essere buoni. Dovremmo abbandonare la causa della guerra.
F. William Engdahl è consulente di rischio strategico e docente, laureato in Scienze Politiche all’Università di Princeton è autore di best-seller su petrolio e geopolitica, in esclusiva per la rivista online New Eastern Outlook.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
 
L'ISEE E IL FUTURO. DEGLI ITALIANI


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Riceviamo e pubblichiamo questo post di A.P., che ci mostra una tendenza senza dubbio paradossale.
Insomma, per ottenere le "prestazioni sociali agevolate", a carico del bilancio dello Stato, bisogna essere in una condizione socio-economica che giustifichi questa erogazione. Gli abusi sono ovviamente una cosa deprecabile: se agevolo studenti universitari la cui famiglia dissimula il suo effettivo benessere, avrò certamente ridotto la possibilità di estendere tale agevolazione a chi sia in stato di effettivo bisogno.
Ma c'è sempre il "modus in rebus": la prestazione diventa una vera e propria corsa ad ostacoli, per il richiedente (provate anche solo ad ottenere un PIN dall'INPS, specie se siete anziani...): la radiografia della situazione patrimoniale e reddituale cui si è sottoposti si allarga a considerare la consistenza media annuale dei conti correnti e si invoca l'adeguamento dei valori catastali immobiliari. E "todos caballeros", ricchi possidenti, coming soon!

La logica è limitare le prestazioni ponendo l'asticella a un livello sempre più irraggiungibile.
E questo, finchè non esisteranno più, o quasi, potenziali aventi diritto.
L'esistenza stessa di "nuclei" familiari di originaria cittadinanza italiana è un fenomeno in sparizione; le prestazioni sanitarie che, "a monte", dovrebbero tenere in vita i cittadini -prima che diventino anziani bisognosi- si riducono; le strutture ospedaliere sul territorio si riducono; le università, specialmente al sud, si ridurranno inesorabilmente; ma la stessa prospettiva di permanere al sud, nella terra natìa, di nuove generazioni sempre meno numerose, è destinata a sparire.
Mentre la corsa ad ostacoli per prestazioni sociali agevolate diviene sempre più strenua, il problema, entro pochi anni, si risolverà da solo: la vita media si accorcerà, le famiglie (italiane) diverranno un fenomeno del passato; individui disgregati e precarizzati, al limite sussidiati dal reddito di cittadinanza, vagheranno tra territori desertificati (nel sud d'Italia) e "città globali" in cui trovare un lavoro sul mercato "dualistico", negli interstizi del mondo lucente delle elite finanziarizzate; laddove l'ultimo dei loro pensieri sarà di avere (avuto) un futuro e di poter a lungo sopravvivere senza potersi permettere un'assicurazione sanitaria, un mutuo e un senso dignitoso dell'esistenza.
Ma, come ci insegna von Hayek, sarà un logico e naturale processo selettivo.

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I. La modifica della normativa riguardante la compilazione e la presentazione dell’ISEE coinvolge tutti coloro che richiedono “prestazioni sociali agevolate”: di natura socio-sanitaria rivolte a minori e maggiorenni e per il diritto allo studio universitario.
Tutto ciò che segue è ripreso dai riferimenti citati appresso (cherry picking tuttavia):
servizi.inps.it/servizi/isee/
Norme Integrate DPCM 7 Maggio 1999, 4 Aprile 2001
Norme Integrate Decreti Legislativi 109/1998 e 130/2000
Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 109
Decreto Legislativo 3 maggio 2000, n. 130
Circolare INPS n. 153 del 31 luglio 2001
Legge 4 novembre 2010, n. 183 art. 34
Circolare INPS n. 2 del 12 gennaio 2011
DPCM 5 dicembre 2013 n. 159
Circolare INPS n. 171 del 18 dicembre 2014
Le citazioni riportate alla lettera sono in corsivo, l’eventuale commento no.
II. Circolare INPS numero 153 del 31-7-2001
... Il sistema unificato di valutazione della situazione economica per la richiesta di prestazioni assistenziali legate al reddito è stato introdotto, in via sperimentale, dal decreto legislativo n. 109 del 31 marzo 1998. Tale decreto ha previsto, all’art.2, che la valutazione della situazione economica del richiedente (ISE) sia determinata con riferimento al nucleo familiare e definita dalla somma dei redditi, combinata con l’indicatore della situazione patrimoniale. L’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) viene invece definito come rapporto tra l’ISE ed il parametro desunto dalla scala di equivalenza. ...
... Pertanto, allo stato attuale della normativa, ... ... ... il reddito è definito dal reddito complessivo ai fini IRPEF sommato al reddito delle attività finanziarie, con una detrazione in caso di residenza del nucleo in un’abitazione in locazione; il patrimonio è definito dal patrimonio immobiliare e mobiliare, con l’applicazione di una franchigia, legata alla presenza di debiti residui per mutuo o alla residenza in un’abitazione di proprietà: esso va sommato al reddito per il venti per cento del suo valore; la scala di equivalenza prevede i parametri legati al numero dei componenti il nucleo familiare e alcune maggiorazioni da applicare in casi particolari, quali l’assenza del coniuge, la presenza di figli minori o di componenti con handicap, lo svolgimento di attività lavorativa da parte di entrambi i genitori, ecc. ...
Insieme alle definizioni vengono introdotte alcune chicche a futura memoria (la Stato come azienda ... era il 2001):
... Entro la stessa data è previsto che l’INPS renda operativo il sistema informativo per la gestione del nuovo prodotto ....
Nella circolare si lasciano gradi di libertà agli enti erogatori:
... la possibilità, per gli Enti erogatori, di fissare ulteriori criteri ed un diverso nucleo familiare ai fini dell’erogazione delle prestazioni sociali agevolate; ...ponendo in capo agli stessi il controllo di veridicità dei dati forniti dal cittadino con la “Dichiarazione sostitutiva unica” che risulta, in definitiva, una vera e propria autocertificazione:
... la domanda per ottenere le prestazioni sociali agevolate deve essere presentata direttamente all’Ente erogatore ... ... ... consegnandola di persona all’addetto all’Ufficio e sottoscrivendola in sua presenza . ..finalizzata alla richiesta di:
... prestazioni o servizi sociali o assistenziali o servizi di pubblica utilità non destinati alla generalità dei soggetti o comunque collegati a determinate situazioni economiche. ...


Circolare INPS numero 2 del 12-01-2011
... La legge n. 183/10, fermo restando i soggetti a cui è possibile presentare la dichiarazione sostitutiva unica (Comuni, Centri di Assistenza Fiscale, Enti erogatori delle prestazioni sociali agevolate e INPS), introduce una nuova modalità di presentazione della dichiarazione ... ... ... Il cittadino per avvalersi di tale opportunità può, collegandosi al sito Internet dell'INPS, utilizzare il portale ISEE richiamabile dai “Servizi On-Line”, tramite il link “Al Servizio del Cittadino” o dal menu “Per tipologia di utente”, dal link “Cittadino”. Il servizio è accessibile ai cittadini possessori di utenza specifica (PIN). Le informazioni per ottenere il PIN sono consultabili sul portale INPS - Home Page al link “Richiesta PIN”. ...
Si intensificano i controlli (signora mia, di questi furbetti nun se ne può più):
... 2) Controlli sui dati autocertificati
2.1) Controlli dell’Agenzia delle entrate (art. 4, comma 5)
Il comma 5 dell’art. 4 attribuisce all’Agenzia delle entrate un potere di controllo sui dati autocertificati presenti nella DSU. ...
... 2.2) Controlli degli Enti erogatori (art. 4, comma 8)
Se, a seguito del controllo automatico di cui al punto 2.1, vengono riscontrate omissioni o difformità, il soggetto richiedente la prestazione ha una duplice possibilità:
1. presentare una nuova DSU, che tenga conto dei rilievi formulati;
2. richiedere ugualmente la prestazione tramite l’attestazione relativa alla dichiarazione presentata recante le omissioni o le difformità rilevate dall’Agenzia delle entrate.
La dichiarazione di cui al precedente punto 2, infatti, è valida ai fini dell’erogazione della prestazione, fatto salvo il diritto degli Enti erogatori di richiedere idonea documentazione volta a dimostrare la completezza e la veridicità dei dati dichiarati.
Gli Enti erogatori svolgeranno, singolarmente o mediante un apposito servizio comune, tutti i controlli ulteriori che si rendessero necessari e provvederanno ad ogni adempimento conseguente qualora fosse verificata la non veridicità dei dati dichiarati....
Ovviamente l’ultimo capoverso sarà piaciuto moltissimo ai responsabili degli enti erogatori che potranno finalmente dare qualcosa da fare ai dipendenti pubblici improduttivi. Per non dire della gioia delle Fiamme gialle finalmente impegnate nell’opera meritoria di stanare quei cattivoni degli evasori fiscali che affossano la nostra bella Italia:
...2.3) Controlli della Guardia di Finanza (art. 4, commi 10 e 11)...
... Per assicurare il coordinamento e l’efficacia dei controlli suddetti, il legislatore ha previsto che vengano comunicati alla Guardia di Finanza i nominativi dei richiedenti nei confronti dei quali l’Agenzia delle entrate ha rilevato divergenze nella consistenza del patrimonio mobiliare (art. 4, comma 11). ...
... 3) Convenzioni con i Centri di Assistenza Fiscale
Il comma 1 dell’art. 4 bis fa salva la possibilità che l’Istituto, per l’alimentazione del Sistema informativo ISE/ISEE, possa stipulare delle apposite convenzioni con i Centri di Assistenza Fiscale. ...
udite udite: gratis et amore dei. Per qualche motivo, l’attività pro bono (!) fa aggio sull’aziendalismo
... 4) Redditi da dichiarare ai fini ISE/ISEE
Con la modifica di cui all’art. 34 della legge 183/10 si individuano altre componenti del reddito da dichiarare, oltre quelle previste dall’art. 3, comma 1, delle norme integrate dai D.P.C.M. n. 221/99 e n. 242/01. ...

III. Schematizzando la lista riportata nell’art. 3 del DPCM n. 221/99 si ottengono le seguenti voci:
"Art. 3 – Criteri di valutazione della situazione reddituale.
1. L'indicatore della situazione reddituale è determinato sommando per ciascun componente del nucleo familiare:
a) il reddito complessivo risultante dall'ultima dichiarazione presentata ai fini delle imposte sui redditi delle persone fisiche,
b) i redditi di lavoro prestato nelle zone di frontiera
c) i proventi derivanti da attività agricole
d) il reddito figurativo delle attività finanziarie

2. Ai fini della determinazione del patrimonio mobiliare devono essere considerate le componenti di seguito specificate, possedute alla data del 31 dicembre dell'anno precedente alla presentazione della dichiarazione sostitutiva
a) depositi e conti correnti bancari e postali
b) titoli di Stato, obbligazioni certificati di deposito e credito, buoni fruttiferi e assimilati
c) azioni o quote di organismi di investimento collettivo di risparmio (Oicr) italiani o esteri
d) partecipazioni azionarie in società italiane ed estere quotate in mercati regolamentati
e) partecipazioni azionane in società non quotate in mercati regolamentati e partecipazioni insocietà non azionarie
f) masse patrimoniali, costituite da somme di denaro o beni non relativi all'impresa
g) altri strumenti e rapporti finanziari ... nonché contratti di assicurazione mista sulla vita e di capitalizzazione
h) imprese individuali
...
4. Il modello di dichiarazione sostitutiva di cui all'articolo 4, comma 6, del decreto legislativo n. 109 del 1998 individua classi di valore della consistenza del complessivo patrimonio mobiliare del nucleo familiare; ai fini del calcolo dell'indicatore della situazione economica equivalente il valore del complessivo patrimonio mobiliare del nucleo familiare di cui al comma 2 è assunto per un importo pari alla classe di valore più vicina per difetto all'effettiva consistenza del patrimonio stesso.


"Art. 4 - Criteri di valutazione della situazione patrimoniale
1. Gli enti erogatori possono integrare l'indicatore della situazione reddituale, come definito dall'articolo 3, comma 1, con la situazione patrimoniale di ciascun componente del nucleo familiare, considerando a tal fine i seguenti valori patrimoniali:
a) il valore dei fabbricati e terreni edificabili e agricoli, intestati a persone fisiche diverse da imprese, quale definito ai fini Ici al 31 dicembre dell'anno precedente a quello di presentazione della dichiarazione sostitutiva di cui all'articolo 6. indipendentemente dal periodo di possesso nel periodo d'imposta considerato. Dal valore complessivo così determinato si detrae l'ammontare dell'eventuale debito residuo alla stessa data del 31 dicembre per mutui contratti per l'acquisto di tali immobili o per la costruzione dei predetti fabbricati;
b) il valore del patrimonio mobiliare determinato secondo i criteri di cui all'articolo 3, commi 2, 3 e 4."


Gli enti erogatori possono ...
"3. Dalla somma dei valori del patrimonio mobiliare e immobiliare si detrae, fino a concorrenza, una franchigia pari a lire 50 milioni, elevata a lire 70 milioni qualora il nucleo familiare risieda in una abitazione di proprietà."
Le franchigie sono state più volte bersagliate di critiche in quanto favorevoli ai possessori di abitazione rispetto agli affittuari.
"4. L'importo così determinato è moltiplicato per lo specifico coefficiente stabilito dall'ente erogatore, entro il valore massimo di 0.20".
che costituisce ulteriore discrezionalità in capo all’ente erogatore.


IV. Nel DPCM 4 aprile 2001, n. 242 vengono indicati adeguamenti vari tra i quali un incremento della detrazione per affitto, la diminuzione delle franchigie, e viene modificato l’articolo 4 sostituito dal seguente:
“Art. 4. Indicatore della situazione patrimoniale
1. L'indicatore della situazione patrimoniale è determinato sommando, per ciascun componente del nucleo familiare i seguenti valori patrimoniali:
a) il valore dei fabbricati e terreni edificabili ed agricoli, intestati a persone fisiche diverse da imprese, quale definito ai fini ICI al 31 dicembre dell'anno precedente a quello di presentazione della dichiarazione sostitutiva di cui all'articolo 6, dipendentemente dal periodo di possesso nel periodo d'imposta considerato. Dal valore così determinato di ciascun fabbricato o terreno, si detrae, fino a concorrenza, l'ammontare dell'eventuale debito residuo alla stessa data del 31 dicembre per mutui contratti per l'acquisto dell’immobile o per la costruzione del fabbricato. Qualora il nucleo risieda in abitazione di proprietà, dalla somma dei suddetti valori si detrae per tale immobile, in alternativa alla detrazione del debito residuo, se più favorevole e fino a concorrenza, il valore della casa di abitazione, come sopra definito, nel limite di L. 100.000.000. ... ... ...(dettagli di attribuzione)
b) il valore del patrimonio mobiliare calcolato secondo i criteri di cui all'articolo 3, commi 2, 3 e 4.
Da tale valore si detrae, fino a concorrenza, una franchigia pari a L. 30.000.000. Tale franchigia non si applica ai fini della determinazione del reddito figurativo di cui all’articolo 3, comma 1, lettera d).
2. I valori patrimoniali di cui alle lettere a) e b) del comma 1 rilevano in capo alle persone fisiche titolari di diritti di proprietà o reali di godimento.”.

V. E con ciò si pone termine alla discrezionalità (siamo ad inizio 2001).
Ma ora basta menare il can per l’aia.
Veniamo al clou della narrazione (si fa per dire ..). Signore e signori, forse per l’ultima volta su queste scene, la casa di proprietà (di grandissima parte) degli italiani.
E se non dovesse bastare il combinato disposto delle progressive modifiche alla normativa ISEE, le esortazioni di Landini, ripetute negli studi la7 per la gioia della augusta sopravvissuta (alle vacanze) Dietlinde e per quella di noi tutti, alla riforma (rintocchi a morto in vicinanza) del catasto metteranno il carico da undici: grazie compagno Landini.

VI. Mi sembra necessaria una nota introduttiva, che rispecchia esclusivamente il mio sentire in proposito, sulla questione nauseabonda dei furbetti che traggono indebiti vantaggi dalla normativa.
C’è un che di complottismo in tale modo di pensare.
Ma, in fin dei conti si ricade sempre lì: i trattati europei sono buoni, siamo noi cattivi che li stravolgiamo a nostro vantaggio. E meno male che c’è la germagnia (bionda, giovane e bella, con gli occhi azzurri) che ce lo impedisce.
Nel caso dell’ISEE potrebbe suonare più o meno così: i parlamentari e i governi avevano fatto una norma bella e buona e voi cattivoni evasori che non siete altro l’avete stravolta a vostro vantaggio e ci avete costretto a mostrare la faccia feroce. D’altra parte questo coinciderebbe con una sostanziale irresponsabilità da parte dei governanti che sarebbero esentati dall’usare il cervello (?!) quando fanno norme o aderiscono a trattati. Unicuique suum. E da qualche anno sono state cambiate in fretta e furia le caratteristiche dei reati contro lo Stato (non mi badate: sono complottista).

VII. Vediamo quali sono i più gettonati:
- Non tutti i flussi di denaro diretto verso il richiedente erano prima considerati reddito (ad es. Le provvidenze assitenziali, previdenziali e indennitarie).
La nuova normativa tappa questa falla. Tutti contenti di aver spuntato una delle frecce dei furbetti? No.Tre sentenze del Tar del Lazio (Sezione Prima del TAR del Lazio, n. 2454/15, n. 2458/15 e n. 2459/15) modificano parzialmente l’impianto di calcolo dell’Indicatore della Situazione Reddituale (ISR) voluta da dal diversamente empatico e (dai cloni) seguenti.
Le ambiguità permarrebbero e favorirebbero questa volta le famiglie che aiutano personalmente i familiari non autosufficienti (o che, magari, usano servizi esterni senza pagarli in modo regolare), contro le famiglie che utilizzano servizi esterni a pagamento;
- Conti correnti e loro consistenza. Nel passato in molti avrebbero dichiarato nell’ISEE di non possedere alcun conto corrente bancario o postale, altri avrebbero lasciato il conto a zero il 30 dicembre per indicare nell’ISEE di avere il conto a secco al 31 dicembre (data di riferimento presa dalla vecchia normativa). La nuova normativa azzera l’autodichiarazione di tali consistenze richiedendo sia il saldo al 31 dicembre sia la consistenza media annuale dei conti. Tali certificazioni devono venire rilasciate dallo sportello bancario e postale. Per chi dichiara di non possedere conti correnti ci sono i controlli dell’INPS in unità con l’Agenzia delle entrate;
VIII. - Ovviamente il patrimonio immobiliare che si tratta di seguito.






Le due tabelle precedenti sono tratte dalla pubblicazione CGIL – Confronto fra vecchio e nuovo ISEE – Roma febbraio 2014 (se vi fate sangue marcio leggendola non maleditemi non serve a niente).
Se mi è concessa una nota personale aggiungerei che a trastullarsi con la giustizia (virtù eminentemente sociale che consiste nella volontà di riconoscere e rispettare i diritti altrui attribuendo a ciascuno quel che gli è dovuto... cit. Treccani), si perde notoriamente la vista e si perde altresì di vista il diritto, specie quello costituzionale.

IX. Comunque sia le due tabelle riportano il seguente commento:
I nuclei familiari che risiedono in una casa di proprietà con rendita catastale non aggiornata hanno, a parità di reddito e di valore commerciale dell’abitazione, un vantaggio competitivo (è una vera patologia! Come ci è del resto già ben noto – NdE) legale nel caso d’indicatore calcolato con il vecchio Dpcm pari ad un 3,0% ogni cento euro di minore importo della rendita base da quella corrispondente al valore di mercato. Tale percentuale si raddoppia nel caso in cui l’indicatore è calcolato con il nuovo Dpcm in cui il valore dell’abitazione pesa di più a causa della rendita rivalutata moltiplicata per 1,6 e per la franchigia che non è più fissa, ma proporzionale.”
Dottorlivore liberato.
A queste tabelle se ne può affiancare un’altra (che ho riassunto schematicamente sotto), in cui il cambiamento tra ICI e IMU (dettato ovviamente dal non esistere più l’ICI sostituita dall’IMU) rende evidente che i cittadini saranno assoggettati ad un trattamento maggiormente uniforme.
Valore ICI
Rendita
Valore IMU
70 000
700
110 000
200 000
2 000
320 000


La tabella completa a : http://www.arpe.roma.it/materialeaggiornamenti/imu_2.pdf
Che non ha bisogno di troppi commenti (s’intende che posso aver troppo schematizzato e anche sbagliato: in tal caso ...)
Con la riforma (campane a morto in vicinanza) del catasto Landini e tutta la dirigenza CGIL saranno contenti e anche il ministro del tesoro: l’ISEE fornirà il magico numeretto superiore a 25000 e tutti i vecchietti saranno diventati abbastanza ricchi da pagarsi la badante.










Pubblicato da Quarantotto
 

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