News, Dati, Eventi finanziari amico caro, te lo dico da amico, fatti li.... qui e' tutta malvivenza

il piano voluto da lor signori per distruggere i paesi industrialmente avanzati amche tramite immigrazione . causando il ripetersi di guerre civili per la migrazione delle popolazioni diremmo che sta ampiamente avendo successo.... con l appoggio dei governanti ............ e....... proviamo a fare una coase, mettiamoli tutti dentro nelle stanza vaticane ...guardiamo cosa accade...... cosi' lavorano anche loro:D
 
L'ASTEROIDE? CERCHIAMOLO SOTTO IL LAMPIONE




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1. Facciamo il punto sulla tanta carne al fuoco che la cronaca ha fatto affluire su questo blog nel solo mese di maggio.
Dai commenti (e dalle "ansie" emergenti dal social-web), si ritrae l'impressione che lo stato d'animo prevalente sia quello per cui il redde rationem, quale in particolare manifestatosi in Italia, abbia superato il "punto di non ritorno".
Questo è storicamente vero, ma la questione si pone come quella dell'asteroide (rectius, "meteorite", di cui trovate la "metafera" qui intorno al minuto 28): l'impatto era precisamente determinabile in base a forze cinetiche e gravitazionali perfettamente note ed era quindi previsto come inevitabile.
"E ora?", in concreto, si chiedono in molti?
Ora c'è una logica "instaurata" della concatenazione prevedibile delle conseguenze.


2. Ne ribadisco uno schema generale, in base a quanto detto qui:
"La fenomenologia in atto "non può che acuirsi in un ambiente (ri)globalizzato, e più che mai liberoscambista-finanziarizzato, dove "uomini d'affari" provenienti dal mondo delle grandi banche universali, o in esse approdati da specifici percorsi accademici e/o governativi, sono sempre più indistiguibili dai vertici istituzionali degli organismi che governano i processi sovranazionali di decisione politico-economica (direi, politica tout-court). E questa anomalia (per i parametri della imparzialità dell'esercizio delle funzioni di governo, sancita dalla nostra Costituzione) non può che acuirsi, in tali condizioni, perchè si verifica un'eccezionale concentrazione di potere: essa caratterizza la nostra epoca anche più di altre, configurando una piramide gerarchica che disarticola- in un modo che non ha precedenti, se non nel...medioevo-, il concetto (centrale, negli ordinamenti costituzionali democratici) di interesse generale (non di "bene comune": vi prego, non arrendetevi alla terminologia ingannevole proveniente da questa stessa matrice culturale!).



Tale è l'accentramento di potere istituzionale in questi soggetti che, il loro potere di influenzamento, che è poi un potere supremo di indirizzo e di creazione normativa vincolanti, viene ormai esercitato a doppio e intrecciato titolo: come eminenti "uomini d'affari" (spesso divenuti tali a seguito di pregresse cariche istituzionali, in un percorso di induzione reciproca tra i due piani, istituzionale e privato-professionale) e, aggiuntivamente, proprio in conseguenza di ciò, come legittimati preferenziali alla titolarità delle cariche di governo sovranazionale (e per la verità, anche nazionale, laddove lo "stato di eccezione" riemerga periodicamente nella vita dei sinigoli Stati nazionali assoggettati al vincolo sovranazionale).



...Non elaborerò oltre (l'abbiamo già fatto ripetutamente): mi limito a segnalare che riscontrandosi nel nostro tempo una classe dirigente "suprema", investita di una simile "effettività" autoritativa, cioè una governance sovranazionalizzata e padrona di imporre quasi a suo piacimento "lo stato di eccezione" (quello che caratterizza la sovranità, sottratta ai processi democratici nazionali), è naturale fenomeno sociologico quello del consolidarsi di una cultura conformistica.

Il fenomeno a cui assistiamo è che le riforme strutturali non investono solo il mercato del lavoro, cioè l'obiettivo principale ed essenziale del "sistema", ma sono opportunamente e sollecitamente dirette ad occuparsi di ogni gruppo e funzione professionale "strategici", cioè che possano recare problemi di incompatibilità con gli obiettivi perseguiti o che, durante il processo di affermazione del regime, si rivelino propensi a fare qualsiasi tipo di "resistenza": e questo non da oggi (cioè non solo negli ultimi quattro anni, sia chiaro), perchè un regime pianificato da un'elaborazione pluridecennale ben conosce gli snodi della società che intende controllare e modificare.

Una "riforma" - orchestrata dall'appoggio mediatico totalitario che l'ordine sovranazionale dei mercati (euro-istituzionalizzato, in Europa), si è previamente assicurato nel realizzare la sua inarrestabile affermazione- può sempre divenire, tempestivamente e all'occorrenza, attuale: non è solo il "costo del lavoro" o la competitività, e cioè il mondo del lavoro direttamente coinvolto nella determinazione dei costi dell'offerta ad essere oggetto dell'attenzione programmatica del nuovo "ordo".

Anche gli insider, cioè coloro che avrebbero i mezzi per realizzare la natura del processo di concentrazione del potere in corso (che è poi il "l'ordine internazionale dei mercati"), alla stessa stregua di ogni altra categoria sociologica, sono stati (o possono ulteriormente essere) assoggettati alla "conformazione" che procede dal vertice agli strati intermedi della neo-gerarchia; e ciò in base ad un processo brutale, fatto di punizioni (di status) e della elargizione di ristretti privilegi ben indirizzati, secondo la neo-tecnica legislativa che si irradia in ogni livello o settore sociale, senza tralasciare alcuno strumento di coercizione disponibile, anzitutto politico-normativo.
Parliamo dell'accumularsi di riforme legislative ordinamentali-sezionali, che riguardano invariabilmente ogni categoria-chiave nell'affermazione del controllo di questa governance."



3. In questo schema accelerato di affermazione del potere, gli "asteroidi" divengono uno sciame, dopo il primo impatto di quello "principale": la Corte costituzionale, ad esempio, a seguito del combinato tra nuova legge elettorale e riforma costituzionale, diverrà in prospettiva composta, in prevalenza, da membri designati o eletti sotto il controllo, diretto o indiretto, e comunque obiettivamente dominante, delle stesse forze che controllano le altre istituzioni di vertice.
E queste, a loro volta, sono ormai attestate sul principio della trasformazione dello Stato in una sorta di S.p.A. che è l'altra faccia della medaglia del fenomeno di governance sovranazionale per cui: "All'interno del vincolo dei trattati, essendo esclusa la possibilità giuridica della piena democrazia nazionale, dovranno dunque accedere al governo solo partiti che garantiscano di essere compatibili con ordoliberismo e metodo della democrazia idraulica".


Insomma, una "riforma" (magari implicita, ma nondimeno incisiva) della stessa Corte costituzionale è già nella traiettoria dell'asteroide.
Ma tutto ciò non deve e non può (più) sorprendere, "...perchè il sistema è ordoliberista. In ogni sua componente e solo ordoliberismo filo-europeo può esprimere dal suo interno...
Lo è da oltre 30 anni (quindi con la sua programmatica gradualità: ergo, se accelera, vuol dire che il frutto è maturo e non cadrà distante dall'albero ormai cresciuto rigogliosamente).
Pertini, ne deduciamo (per evidenza storica conclamata), non battè ciglio di fronte al "divorzio", che è il caposaldo di tutta la questione del vincolo. Ci hai mai pensato?
Eppure, a rigore di dottrina e voci autorevolissime (compreso il "primo" Carli), era solo poco prima considerato un atto "sedizioso": e giuridicamente non riesce a trovare una legittimità plausibile nella legislazione del tempo.

La politica da sempre si sottrae al brocardo "quod quidem perquam durum est sed ita lex scripta est"; cioè è sua tendenza irresistibile a darsi un diritto de facto consuetudinario.
E non è la Costituzione "materiale" che, come ci dice Mortati, è tutt'altro.

Dobbiamo essere coscienti che la Costituzione, alla stregua di una regola scritta suprema, è un fragilissimo equilibrio, soggetto ai rapporti di forza come non mai.
Per questo Calamandrei disse: "bisogna farla vivere, sentirla come vostra, dovete dargli il vostro spirito".





4. A questo punto, è tragicamente interessante constatare quanto sia inutile persino cercare di ribadire che, i meccanismi in atto, riducono a riflesso condizionato ogni residua forma di dibattito politico.

Il sistema orwelliano, sappiamo, è consolidato quando si impadronisce della sintassi e del linguaggio entro i suoi parametri predeterminati: ma quando questo processo è compiuto, vuol dire che la massa che si intendeva conformare non è realmente più in grado di accorgersi della interiorizzazione di questa sintassi e questo linguaggio.
E' questo momento inconsapevole il segno del successo della strategia: quello in cui si è persa la possibilità di scelta.
Così accade per la questione del "conflitto generazionale" e della storia della corruzione come causa esplicativa di ogni male italiano.


5. Sul primo punto:
"...i lavoratori di oggi sono i pensionati di domani, si spera, e che la Corte ha in realtà aperto ad una tutela che riguarda proprio tutti i lavoratori.
Non percepirlo significa arrendersi alla versione ordoliberista che vuole innescare il conflitto generazionale per consolidare il principio antidemocratico (la scarsità di risorse in uno Stato privo di sovranità monetaria e soggetto a stringenti vincoli di deficit) su cui comunque si fonda, a prescindere da questa pronuncia della Corte.

Tanto più che oltre che dai pensionati, - ormai assoggettati per il futuro a continue sterilizzazioni dell'adeguamento (cioè una attuale "vittoria di Pirro", consentita dal tipo di sindacato e di rilievi prescelti dalla Corte, come qui evidenziato)- le risorse per la sostenibilità del sistema pensionistico, sempre a queste condizioni non conformi a Costituzione, sarebbero reperibili, - nelle mire implicite dell'euro-sistema- in una meccanica già insita nella deflazione salariale del jobs act e annessi vari (cioè futuri trattamenti da fame quanto gli attuali livelli salariali).

Ma la posizione degli attuali pensionati non è affatto la causa di questo fenomeno: anzi, per gli stessi, tra sterilizzazioni dell'adeguamento "conformi" allo stop-and-go progressivo licenziato dalla Corte, e ricalcolo retributivo ormai alle porte, il futuro è un appiattimento verso il basso che, in definitiva, ucciderà la domanda interna ancor di più, innescando un ulteriore fattore di depressione dell'occupazione e dei salari.

L'attacco alla democrazia è entrato in una fase molto più autoritaria di quella che può servire a meri interessi elettorali di breve termine: certo questi saranno alla base di "illusione finanziaria" imminente, cioè di una modulazione di interventi che verrà "veramente" precisata solo a elezioni già avvenute.
Tanto poi ci penserà l'Italicum. E la stampa mainstream acclamante (in vari modi, non solo diretti: anche continuando l'attacco allo Stato mediante la storia della corruzione e degli "sprechi" come primo problema italiano)..."




6. Sul secondo aspetto:
Sostiene Bazaar:
"...Assistivo ad una discussione ad uno dei ritrovi annuali della mia famiglia: EXPO, magnamagna, livore castacorruzionebrutto, e NOEXPO... e ho fatto uno dei "miei test", affermo: questi "black bloc" - secondo me - vengono reclutati.
Gelo. Sguardi che riflettono per qualche secondo alla supposizione (che, in realtà, il "supponente" da proprio per scontata per quella realtà dimostrata per reductio ad absurdum per cui "non può non essere così"): "no", conviene il gruppo, "nessuno può arrivare a tanto". Proseguo per la cucina...
La vittima non accetta la doppia morale della Storia: che la morale della vittima non è quella del carnefice.
Comunque ho un velenoso ottimismo: le nuove leve sono troppo menomate culturalmente per continuare il lavoro dei padri. E 'sti vecchi elitisti prostatosi non possono vivere per sempre! ...a parte, ovviamente, Rockerduck.
Gli esploderà in mano: con il rischio di decennale frammentazione ed anarchia.
È nei loro interessi tutelare l'ordine costituzionale... prima che Russi e Cinesi imparino la democrazia."


Risponde Frank:
"La tua ipotesi è anche quella di Travaglio (riportata qui ma anche in un sacco di altri siti). Mi pare meriti due righe di commento.
Travaglio è un bravo e preparato cronista giudiziario; la sua professionalità gli rende evidente che certi fatti, per giunta ripetuti e sistematici. ammettono solo certe spiegazioni.
(Nota di colore: il black block anonimo di Travaglio si chiede: "Che si aspettava, i bombardamenti di Dresda?" e puntualmente il giorno dopo, sul Sole, il solone di turno paragona senza ridere le "devastazioni" milanesi con quelle dei bombardamenti alleati).
Dunque per Travaglio non ci sono altre spiegazioni. Ribadisco che è nel suo campo, che lo conosce bene e che dunque si può credergli. Il problema viene col teorema del lampione, di cui Travaglio offre un plastico esempio. Le cronache giudiziarie gli mostrano molte cose che non vanno (ed è vero!), dunque *tutti* i problemi che *possono* essere ricondotti a casta-cricca-corruzione *dovranno* spiegare la situazione.
Un meccanismo semplice che non richiede altre ipotesi per funzionare."



7. Che dire? Siamo tanto, troppo, lontani dalla soluzione (o reazione) di massa, dato che il linguaggio orwelliano è, appunto, inavvertito.
Pensate che, nella mia naïveté ritenevo che il meccanismo "cognitivo" del lampione si applicasse alla consapevolezza, mancante, della correlazione tra €uro-costruzione, parametri fiscali dei trattati, risparmio e investimenti (cioè si applicasse alle cause prime della crisi di "crescita" economica, ed anche di decadenza culturale, italiana).
Ma siamo in un ritardo esiziale, intossicante, rispetto alla focalizzazione di aspetti come questi:

"...in un paese ove la colpa "di popolo" viene fatta discendere dal legare il calo della domanda interna alla mancata effettuazione di investimenti in "nuove tecnologie", - che pensate un po', richiedono capitali e specialmente "competenze" in misura adeguata, cioè lavoratori specializzati che bisognerebbe pagare "un po' di più", altrimenti, giustamente se ne vanno all'estero-, questo è lo stato comparativo della SPESA PUBBLICA IN ISTRUZIONE (AL 2010: dopo è andata anche peggio):

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Tra l'altro non è neanche vero che dal 2008 gli investimenti sono sempre andati calando, perchèil Sole dimentica che invece l'Italia era uscita da questo trend all'inizio del 2009 per ripiombarci NEL CORSO DEL 2010, non appena iniziarono le "manovrone fiscali" di Tremonti - D.L. n.78/2010, ingiustamente sottovalutato nel far calare...la domanda pubblica coi suoi tagli lineari e col blocco de facto dei pagamenti alle imprese.
Poi comunque è arrivato l'effetto Monti col "burrone" tra fine 2011 e giù fino al 2013, e naturalmente fino al calo attuale, 2014, del -2,3 che abbiamo visto aggiungersi secondo l'ultima rilevazione Istat.
E questo si può agevolmente constatare da questo grafico del Comitato interministeriale della programmazione economica su dati FMI (quelli che il Sole forse legge, evidentemente per un giorno, e poi dimentica):


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E questa è la relazione tra deficit pubblico e risparmio delle famiglie in coincidenza con le politiche UE-UEM (dalla "convergenza" di Maastricht alla crisi del 2008, e fino al 2010), di restrizione sistematica del deficit mediante l'accumulo di avanzi primari record. Rammentiamo che il risparmio è la "materia prima" di liquidità che dà luogo agli investimenti:


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Potrei andare avanti ad accumulare dati, e semmai vi rinvio a questo post di "Scenari economici", ma mi parrebbe inutile: tanto la realtà si fa con interviste a docenti, purchessia, della Bocconi...

Alla fine però, comprensivo di tante difficoltà cognitive, aggiungo questo grafichetto qui sotto, tanto per non far scervellare troppo giornalisti e bocconiani intervistati sotto il "lampione":

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8. A questo aggiungerei, (sempre introvabile se si rimane sotto il lampione, della corruzione o della produttività che non cresce perchè NON SI VOGLIONO effettuare investimenti in nuova tecnologia), un'ulteriore classifica OCSE.

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Attualissima: solo che per capirla occorre andare a rivedersi sia la serie storica dei saldi primari di pubblico bilancio (v.sopra), sia quella dei deficit pubblici, rispettivi, dei paesi interessati: impensabile se non dispongo più di sintassi e linguaggio persino per accorgermi di questi colossali dati di fatto. E naturalmente l'OCSE non accosta queste serie storiche di dati a questa ennesima classifica...


Pubblicato da Quarantotto a 13:14 7 commenti: Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest









mercoledì 6 maggio 2015

FLAGS OF OUR FATHER 6- MEDIA, "PUBBLICHE RELAZIONI" E GULAG PRIVATIZZATO



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Di fronte a questa 6a puntata del report di Riccardo Seremedi, come al solito accuratamente documentata nelle fonti, si è portati a dire: "non avrei mai POTUTO pensare che...".
Il "crescendo" cui assistiamo in questa stessa puntata, ci fa capire come, nella massa in aumento dei nuovi e vecchi diseredati, un lavoro tipo "Walmart" sia tutto sommato una prospettiva accettabile: l'alternativa, infatti, è il concreto pericolo di incorrere in un sistema di repressione penale e poliziesca che trasformerebbe l'eventuale "recalcitrante" alla normalizzazione nel nuovo, evoluto, mercato del lavoro adeguatamente flessibile, in un homeless o peggio in un gangster (che vuol dire "appartenente alle gang dei ghetti", non un appartenente alla criminalità organizzata, detto, in american english "mobster").
Cioè, il pericolo, per il "recalcitrante", è di essere trasformato in "materia prima" da immettere in un ben oliato ingranaggio militar-poliziesco-giudiziario, che metabolizza il disagio sociale attraverso la sua fisica eliminazione o segregazione.
Ma poichè, come abbiamo visto nella 5a puntata, il sistema stesso del lavoro-consumo low-cost è generatore della povertà, allargata strutturalmente agli "occupati", ne risulta una colossale deriva verso status diversificati di cittadinanza, de facto istituzionalizzati: tale deriva è tale da far ipotizzare (ed è in effetti, come leggerete, implicitamente "programmato") che, al prossimo crollo di Wall Street, ben si potrebbero verificare scenari apocalittici.


A questo punto, non c'è da aspettarsi che gli USA possano essere culturalmente predisposti ad una qualche forma di pietà "umanitaria", o scrupolo etico, di fronte alla situazione greca, intesa come paradigma estremizzato della realizzazione del vincolo €urocratico e della conseguente condizionalità: al contrario, lo "spettacolo" sociologico offerto dagli Stati Uniti, fa presumere che solo concreti motivi di convenienza economica delle elites finanziarie "regnanti" possano (lontanamente?) far ritenere che la prosecuzione del modello UEM divenga un costo troppo alto per questa stessa convenienza.
Come abbiamo già detto, la sostanza dell'utilità "strategica" dell'euro è quella della omogeneizzazione dei rispettivi sistemi socio-economici dalle due parti dell'Atlantico: ergo, mercati del lavoro e sistemi di welfare (se così possono essere chiamati) che tendano a coincidere.
Al raggiungimento di questo obiettivo gli USA avrebbero, appunto, l'attualizzazione dell'interesse al TTIP (e connesso peg col dollaro), con aree, specialmente mediterranee, ormai abbastanza deindustrializzate sul manifatturiero da essere spazi coloniali, e non concorrenziali, nonchè di espansione del mercato dei servizi finanziari corrispondenti agli ex settori "core" dell'abrogato welfare pubblico.


Insomma: questo 6° capitolo, ancora una volta, ci riguarda.
E se in passato, infatti, ci aveva riguardato il paradigma deflazionista e finanziario del "vincolo esterno", sospinto in avanti dagli stessi USA, a partire dalla seconda metà degli anni '70, oggi non è ragionevole pensare che le oligarchie finanziarie possano attendere un' ulteriore trasformazione ultradecennale, prima di passare alla fase realizzativa di ciò che si aspettano accada in UEM.
Non a caso, le vicende di questi giorni, imperniate significativamente sulla spesa pensionistica (pubblica), nascono "da", e ci riportano a, quel clima di "fate presto!" caldeggiato dai sostenitori del vincolo esterno. Che, - inutile ripeterlo ancora?- non è altro che la proiezione mediatica-pop, in sede €uropea, della via scelta dall'ordine internazionale dei mercati per giungere alla "condizionalità"; un tempo riservata ai paesi del c.d. terzo mondo ma oggi, più che mai, in arrivo (a valanga) sugli "entusiasti" Stati-comunità (denazionalizzati e desovranizzati) sostenitori della "costruzione €uropea".
Dalla "scarsità di risorse" (naturalmente "dello Stato", possibilmente minimo e con 'sto "perimetro da ridurre", affichè sia "come una famiglia"), vista ciecamente come assioma incontestabile, laddove occorrerebbe tutto il contrario, si scende in un attimo nell'inferno della Grande Società. Solo che l'equilibrio della "sotto-occupazione" non regge: semplicemente non può reggere.
Altro che soluzione cilena: qui si prospetta, in pochi anni, una soluzione "The Jungle", con annesso Gulag privatizzato, che renderebbe il Cile di Pinochet quasi un esperimento rudimentale.
E' proprio vero che, economicamente (non nella sempre più diffusa e consolidata "dottrina politica") Hayek è superato, un residuo dialettico degli anni '70 (sebbene sia pur sempre l'anima del "profetico" rapporto Werner, già in sè contenente tutto, ma proprio tutto, l'attuale disegno €uropeo): neanche lui avrebbe probabilmente osato sperare che la Grande Società arrivasse a questa intrinseca perfezione...orwelliana.
Mediatica-pop...


1. Bidonville Valley
Nella Silicon Valley - poco lontano dal quartier generale di Apple – nel dicembre scorso è iniziato lo smantellamento di The Jungle , la più grande baraccopoli degli Stati Uniti - 68 acri lungo le rive fangose del Coyote Creek - abitata da oltre 300 persone https://www.blogger.com/nulle situata nei pressi di San José;https://www.blogger.com/null la bidonville ha causato grande imbarazzo alle amministrazioni pubbliche divenendo il simbolo dell'esplosione degli “homeless” nella Silicon Valley, con San José e la circostante contea di Santa Clara che hanno stimato – nel 2013 - circa 7.600 persone senza fissa dimora (più di San Francisco), il 75% delle quali dormiva all'addiaccio sui marciapiedi, nei parchi e sotto le scarpate autostradali, una percentuale maggiore rispetto a qualsiasi altra grande area metropolitana degli Stati Uniti; “The Jungle” era diventata negli ultimi anni il rifugio per centinaia di persone troppo povere per rimanere nella zona, se pensiamo che a San José l'affitto medio per un appartamento con una camera da letto arriva a 2.154 dollari al mese.
https://www.blogger.com/nullLa chiusura di “The Jungle” si inserisce in una situazione già molto difficile tra i dipendenti della Silicon Valley e gli altri abitanti della California occidentale, dove il costo della vita è salito a causa della bolla immobiliare generata dai soldi affluiti alle imprese hi-tech; a San Francisco, i residenti - con la rabbia montante per i numerosissimi sfratti - stanno organizzando la resistenza e attaccano gli autobus che portano gli ingegneri di Google, Facebook e Apple ai loro posti di lavoro, diventando il simbolo inaspettato di una crescente lotta sociale :"E 'una 'tempesta perfetta' di ricchezza estrema, una comunità di tecnologia in forte espansione e persone escluse da prezzi fuori mercato”, ha commentato Jennifer Loving, direttore esecutivo dell' associazione “Destination Home”, nell'intervista al “Los Angeles Times”.
Le problematiche della Bay Area in California sono speculari a quelle che stanno attanagliando il resto degli Stati Uniti, dove gentrificazione e bassi salari sono i fattori principali dell'esplosione demografica avutasi nelle periferie, dove oggi si concentrano molti dei “nuovi poveri” post recessione ;https://www.blogger.com/null tuttavia, la diffusione della povertà non è avvenuta in modo uniforme ma si è raggruppata e concentrata in quartieri difficili e ad alto tasso di indigenza, vanificando i piccoli miglioramenti ottenuti alla fine degli anni '90.


2. Come si muove la povertà: uno studio del “Brookings Institution”
Lo studio più accreditato e citato negli Stati Uniti, riguardo ai flussi migratori verso le periferie urbano-rurali, è quello di Elizabeth Kneebone e Alan Berube - Confronting Suburban Poverty in America- ricercatori del “Brookings Institution”; nel primo decennio del Duemila - a causa delle due recessioni ravvicinate e con il successivo aumento e sviluppo della povertà - il numero dei quartieri degradati negli Stati Uniti, quelli censiti con tassi di povertà del 40% o più, è salito di quasi ¾ e la popolazione che vive in tali quartieri è cresciuta in proporzioni simili (il 76%, ovvero 5 milioni di persone) per raggiungere 11,6 milioni nel periodo 2008-2012 : di quei residenti, 5,4 milioni erano poveri.
https://www.blogger.com/nullIl tasso di “povertà concentrata” rimane più alto nelle grandi città dove, nel periodo 2008-2012, quasi ¼ dei cittadini nullatenenti (23%) risiedeva in un quartiere degradato rispetto al 6,3% in periferia ; tuttavia, in questo periodo di tempo le comunità suburbane hanno sperimentato un ritmo di crescita più veloce nel numero degli abitanti poveri che vivono in “povertà concentrata” : tra il 2000 e il 2008-2012, il numero dei diseredati che abitano nei quartieri fatiscenti di periferia è aumentato del 139%, quasi tre volte il ritmo di crescita nelle città.
https://www.blogger.com/null
3- Il profilo razziale ed etnico- la vuota sceneggiata del politically correct: eguaglianza nella miseria, redenzione…per nessuno.
Il profilo razziale ed etnico dei quartieri periferici - sia a bassa che ad alta povertà - è cambiato: i quartieri a minore indigenza hanno assunto una maggiore eterogeneità , anche se i residenti di questi agglomerati rimangono in gran parte bianchi ; al contrario, i quartieri a livelli più elevati di indigenza – una volta “feudi” incontrastati di afro-americani e ispanici – hanno visto un incremento nella presenza dei bianchi, ora al 23% : tuttavia, le minoranze continuano a costituire lo zoccolo duro dei residenti, con punte del 53% tra i “colored” e del 54% tra i “latinos”.
https://www.blogger.com/nullQuasi tutte le maggiori aree metropolitane del Paese hanno visto la crescita della povertà nelle loro periferie, ma quelle meridionali della “Sunbelt” hanno registrato alcuni dei maggiori aumenti (almeno il 20%) nella quota degli abitanti poveri suburbani, come ad esempio Winston-Salem, Augusta-Richmond County, Greenville, e soprattutto Atlanta; la capitale della Georgia è una delle città degli Stati Uniti dove la maggior parte degli indigenti vive nei suburbi (88%) e quella dove, nel periodo 2000-2011, l'incremento della popolazione povera della periferia si è ampliato del 159%, laddove l'analoga popolazione urbana è invece rimasta sostanzialmente piatta.
https://www.blogger.com/nullIl fatto che le persone più umili siano costrette a trasferirsi in periferia potrebbe anche essere visto come un'occasione per uscire dalla miseria, a patto che questa “scelta” di vita sia bilanciata dalla possibilità di avere buone alternative di lavoro, alloggi a prezzi onesti e scuole di livello accettabile; purtroppo, la povertà è aumentata così rapidamente che molte di queste aree non sono in condizione di far fronte alle esigenze di una popolazione in crescita, mancando di infrastrutture e servizi all'altezza della situazione.


4. Vite ai margini
Discorso ancor più penoso è quello relativo alle sorti degli homeless , le persone che non dispongono di un tetto sotto cui vivere : il “Department of Housing and Urban Devolpment (HUD) ha presentato recentemente al Congresso l'”Annual Homeless Assessment Report (AHAR) che presenta le cifre ufficiali del fenomeno.
Secondo questi dati, nel gennaio 2014 i senzatetto negli Stati Uniti ammontavano a 578.424 persone ; quasi 2/3 (il 63% - 362.163 persone) erano individui singoli e, di questi, 209.148 erano ospitati presso strutture d'emergenza o in programmi abitativi transitori, mentre 153.015 persone vivevano in luoghi non riparati ; il rimanente 37% (216.261 persone) era composto da persone di famiglie senza dimora, con la maggior parte di esse (191.903 persone) ospitate in rifugi appropriati, al contrario dei 24.358 individui più sfortunati, censiti in ripari improvvisati come sotto viadotti, macchine o edifici abbandonati; particolare di non poco conto, quasi ¼ di tutti gli “homeless” (23% - 135.701) sono bambini/ragazzi sotto i 18 anni.
L'amena e soleggiata California è lo Stato con la maggior percentuale di senzatetto - il 20% (113.952 persone) - di tutti gli Stati Uniti, seguita da New York (14% - 80.590), Florida (7% - 41.452), Texas (5% - 28.495) e Massachusetts (4% - 21.237), le 5 realtà dove si concentrano la metà di tutti gli “homeless” americani : per inciso, la Californiaè anche il luogo dove chi si trova ai margini della società deve sopravvivere in condizioni peggiori che altrove, poiché il 62,7% dei clochards californiani non beneficia di strutture riparate.
Non si pensi di liquidare il problema dei senzatetto, o anche di coloro che si arrabattano nei sobborghi metropolitani, ricorrendo - in maniera semplicistica - alla sterile “equazione del benpensante” homeless=accattone ; chiunque abbia anche solo una sufficiente dimestichezza con la lingua inglese potrà trovare centinaia e centinaia di storie, famiglie e persone comuni – come potrebbe essere ognuno di noi - che dopo intere vite di onesto e duro lavoro sono state travolte da terribili avversità - la perdita dell'occupazione o una grave malattia o tutt'e due - e si sono ritrovate dall'oggi al domani in mezzo ad una strada: le loro sono testimonianze tristi che ci ricordano come, nelle vertiginose mutazioni dell'epoca moderna, il confine tra un'esistenza dignitosa e l'indigenza sia molto più sfumato di quel che si creda, dove il “fantasma di Tom Joad” è una presenza costante che può manifestarsi di repente anche nei nuclei familiari in apparenza solidi.


5. “Non è un paese per poveri”
“Non è un paese per poveri” - parafrasando un celebre film dei fratelli Coen – potrebbe essere il titolo didascalico più acconcio per descrivere il clima di “dagli all'untore” che aleggia intorno ai senzatetto americani; https://www.blogger.com/nullinfatti, le leggi anti-homeless - che vanno dal divieto di dormire in auto alle restrizioni sui comportamenti da tenere in pubblico - sono in aumento secondo quanto riportato da un nuovo studio pubblicato dal “National Law Center on Homelessness & Poverty”( NLCHP), e il numero di città che proibiscono di sedersi o sdraiarsi in spazi pubblici è aumentato da 70 nel 2011 a 100 nel 2014 - un balzo del 43%: anche dormire in macchina viene considerato un reato da reprimere - nel 2011 le città che lo proibivano erano 37, ora salite a 81 (+ 119%) - come, ad esempio, a Palo Alto in California dove i “trasgressori”vengono sanzionati con 1000 dollari di multa o 6 mesi di carcere.

https://www.blogger.com/nullProprio la Californiasi è mostrata particolarmente zelante nell'applicazione delle nuove misure ; infatti, 58 città californiane hanno approvato almeno una legge che limita l'attività dei senzatetto (tutte assieme, queste città hanno superato un totale di 500 leggi “ad personam”) e solo https://www.blogger.com/nullSan Francisco emette 3.000 citazioni all'anno per reati come dormire, sostare in piedi o elemosinare in pubblico : gli arresti di persone senza fissa dimora sono in aumento, e in tutto lo Stato il tasso di arresto per reati riferiti a "vagabondaggio" è aumentato del 77% dal2000.
Non si vuole certo negare che un minimo grado di decoro urbano vada garantito, ma il fatto che le misure repressive verso i clochards stiano aumentando proporzionalmente ai livelli di indigenza e alla radicalizzazione del fenomeno, lascia piuttosto pensare che sia l'ostensione della crescente povertà a fare paura alle élites, come scrive lo stesso Zygmunt Bauman, questo acuto “reporter” della nostra contemporaneità : “[...] Oggi il difendere la purezza della soddisfazione consumistica si esprime sempre più chiaramente nella tendenza a criminalizzare i problemi sociali creati appunto dalla ricerca di tale soddisfazione. Dire che ogni ordine tende a criminalizzare chiunque si opponga ai suoi princìpi e a mettere fuori legge gli avversari reali o immaginari, è fare un'osservazione ovvia e banale. Meno ovvio – ma non per questo meno vero – è il fatto che ci si accanisce a estirpare proprio quei fenomeni che, a un esame più approfondito, si rivelano espressioni radicalizzate (talvolta portate all'assurdo) dei princìpi stessi su cui si fonda l'ordine costituito [...]”. (Z. Bauman – Il Disagio della Postmodernità ; pagg.17-18)
E così mentre a New York City – dovegli homeless superano la soglia record delle 60.000 unità e rendono la “Grande Mela” prima metropoli della nazione in questa poco invidiabile classifica - l'amministrazione municipale incentiva con spregiudicati abbattimenti fiscali un lussuoso ed elitario mercato immobiliare, con interi isolati chiusi per la maggior parte dell'anno, a Fort Lauderdale (Florida) Arnold Abbott - signore 90enne della no-profit “Love Thy Neighbour” - e due pastori della Sanctuary Church” , sono condannati a 60 giorni di carcere e sanzionati con una multa pari a 400 euro per aver dato da mangiare ad alcuni senzatetto: Lee Feldman, city manager di Fort Lauderdale, ha affermato che l'attuazione di tali misure si è resa necessaria per rispondere alle preoccupazioni di quei cittadini che vedono nei senzatetto “una minaccia alla sicurezza e alla redditività degli affari”.

Una società che “dimentica” e mortifica i sentimenti più elementari di compassione e di pietà, dove impera il disconoscimento di tutte le ragioni di tipo non economico, è una società destinata ad un progressivo “imbarbarimento di ritorno” e avviata verso la propria inevitabile autodistruzione.



6. La crisi razziale negli Stati Uniti del XXI secolo
L'uccisione dell'adolescente nero disarmato Michael Brown a Ferguson – un sobborgo di St. Louis – e l'ondata di disordini che ne sono seguìti mostrano che la crisi razziale nella società americana è ancora ben lungi dall'essere risolta; https://www.blogger.com/nullciò che ha scioccato la nazione non è stata tanto la notizia della morte di un adolescente afro-americano per mano di un poliziotto bianco (nelle citta americane, le persone di colore vengono uccise da poliziotti bianchi quasi ogni giorno di ogni settimana), quanto la ferocia nella risposta della polizia verso coloro che protestavano contro l'uccisione: per diverse notti, le immagini televisive provenienti dal Missouri erano tali che chiunque le avrebbe potute confondere con filmati realizzati durante le rivolte del 2005 nelle banlieues francesi.
La crisi di Ferguson ha dato la stura alle polemiche sul notorio “doppiopesismo” delle

amministrazioni americane in tema di “diritti umani”, sempre pronte ad ingerirsi nelle crisi interne di altri Paesi (molto spesso provocate ad arte, proprio dagli stessi USA) quando ciò rechi loro vantaggi di varia natura e, viceversa, assai reticenti nel fornire spiegazioni all'opinione pubblica internazionale se fatti analoghi – o ben più gravi – accadono "a Washington"; è da rilevare, peraltro, il silenzio assordante dell'Unione Europea e dei suoi azzimati “quaquaraquà”, forse turbati all'idea di contrariare, con improvvide dichiarazioni, l'ingombrante alleato: non una parola, non un moto di sdegno; e dire che il putsch di Kiev – in cui i neonazisti erano assurti al rango di “pacifici manifestanti” - aveva consegnato agli annali della Storia una pleiade di “statisti” così preoccupati per il rispetto dei “diritti umani”, che anche solo un briciolo della loro “sospetta” e parossistica loquacità dell'epoca sarebbe bastato alla causa delle persone oppresse negli Stati Uniti (di qualunque “colore”), e avrebbe avuto un altro e ben più valido banco di prova per testare la sincerità di quelle convinzioni.
A rendere ancor più stridente l'inazione del politburo azzurro-stellato ha contribuito il rapporto, a dir poco clamoroso, rilasciato dal Committee on the Elimination of Racial Discrimination” (CERD) , una commissione delle Nazioni Unite che ha analizzato lo stato attuale della giustizia razziale negli Stati Uniti; nel rapporto, oltre all'esplicito biasimo verso l'incredibile brutalità della polizia, si legge: “[...] questo non è un evento isolato e illustra un problema più grande negli Stati Uniti, come ad esempio i pregiudizi razziali tra i funzionari delle forze dell'ordine, la mancanza di una corretta applicazione delle norme e dei regolamenti che disciplinano l'uso della forza, e l'inadeguatezza della formazione dei funzionari delle forze dell'ordine (…) la discriminazione razziale ed etnica rimane un problema grave e persistente in tutti i settori della vita dalla segregazione scolastica 'de facto', l'accesso all'assistenza sanitaria e all'alloggio […]”.
L'assassiniodi Brown ha riaperto – ammesso e non concesso che si fosse mai chiuso – il dibattito sulla “cultura” della polizia americana nei confronti della comunità nera, così come la crescente militarizzazione delle forze dell'ordine, dovuta ad un programma federale del Pentagono – il “1033 Program - che prevede la fornitura di attrezzature militari alle forze di polizia metropolitane: il tenente colonnello Jon Belmar – l'ufficiale di polizia più alto in grado nella Contea di St. Louis – ha giustificato l'ampio impiego di attrezzature militari e di blindati affermando che : “[…] se non avessimo avuto la capacità di proteggere gli agenti con quei veicoli, temo che avremmo dovuto affrontare le persone con le nostre armi da fuoco. Credo davvero che l'uso dei blindati ci abbia consentitodi non aver dovuto premere il grilletto [...]”.


7. “To protect and serve”
Gli eventi luttuosi in Missouri sono stati il seguito di un altro episodio, parimenti tragico, accaduto qualche settimana prima a New York City, dove il 43enne (padre di 6 figli) Eric Garnersospettato di vendita illegale di sigarette e disarmato – veniva immobilizzato da un agente di polizia con una reiterata presa alla gola (vietata dalle disposizioni del NYPD) con l'interno dell'avambraccio, scaraventato a terra e successivamente paralizzato da altri poliziotti in una posizione di forte costrizione respiratoria, con il primo agente che, lasciato il collo, premeva ora violentemente il volto di Garner contro il marciapiede; a questo punto, Garner ha ripetuto più volte I can't breathe prima di perdere conoscenza e rimanere lì, esanime per diversi minuti, fino all'inutile arrivo dell'ambulanza: Garner è giunto al “Richmond University Medical Center” già deceduto.
L'autopsia ha confermato che quello di Garner è stato “un omicidio”, causato da compressioni al collo provocate https://www.blogger.com/nulldallo strangolamento e per " la compressione del petto e la posizione prona durante l'immobilizzazione fisica da parte della polizia"; nonostante questi risultati, il Gran Jury ha deciso incomprensibilmente – come a Ferguson – di non procedere penalmente nei confronti del responsabile, provocando un'ondata diveementi proteste.


8. “Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono”
L'elenco delle brutalità della polizia americana è sterminato e non ci interessa fare una cronistoria; sono viceversa da biasimare gli esempi di pessimo giornalismo, che non aiutano a rasserenare gli animi e danno letture fuorvianti della realtà: è il caso di due “giornalisti” dell'”Huffington Post” , che in un articolo ossequioso verso il NYPD arrivano a scrivere : “Eric Garner era sovrappeso e in cattive condizioni di salute. Era un fastidio per i proprietari del negozio che si lamentavano del suo vendere sigarette non tassate per la strada. Quando la polizia è venuta ad arrestarlo, ha resistito. E se poteva dire ripetutamente, "non posso respirare" vuol dire che riusciva a respirare [...]” ; dobbiamo quindi pensare, come lasciano intendere questi “Bonnie& Clyde” della cartastampata, che chiunque si macchi del “terribile” reato di vendere sigarette illegali (che non sono state trovate) all'angolo di una strada – probabilmente per mettere insieme il pranzo con la cena – debba come contrappasso venire strangolato con una presa di wrestling da un esaltato supercop newyorchese; ma dove spietatezza e viltà d'animo strabordano è giungere a negare la veridicità delle richieste di aiuto di una persona in stato di soffocamento, solo per il semplice fatto che egli fosse in grado di pronunciarle: secondo questa “ferrea logica”, un bagnante in difficoltà che si agita, annaspa e grida non sta realmente annegando perché … si agita, annaspa e grida.


9. Potere assoluto: la militarizzazione dei Dipartimenti di polizia
Come ci ha mostrato Edward Snowden, gli Stati Uniti sono a tutti gli effetti uno Stato di Polizia, dove i cittadini “sono tutti in libertà provvisoria”; il quotidiano “The Guardian” ha scoperto che il dipartimento di polizia di Chicago gestisce un centro interrogatori anonimo e non registrato, nel quale i sospettati sono arrestati senza figurare nei database ufficiali, percossi ed ammanettati per periodi prolungati, negando anche l'accesso degli avvocati alla struttura "protetta": l'edificio – definito dagli stessi avvocati come l'equivalente nazionale di un “black site” della CIA - èuno scialbo magazzino sul lato ovest di Chicago conosciuto come “Homan Square”, all'interno del quale sono presenti celle per gli interrogatori e altre strutture all'uopo specializzate.
A detta di molti sociologi e analisti politici, sono proprio le precedenti analisi delle odierne dinamiche socio-economiche americane a rendere Ferguson “l'episodio pilota” di un esperimento di carattere strategico-militare, il luogo ove si sono tenute le prove generali per la repressione di sommosse di vasta portata che saranno generate dall'inevitabile futuro crollo borsistico, allorquando lo schianto dell'economia imporrà il contenimento di masse esasperate ed il controllo della forza lavoro superflua.


A riprova di queste affermazioni vi sono gli innumerevoli programmi di armamento pesante che stanno coinvolgendo i Dipartimenti di polizia delle maggiori città degli “States” , come
ad esempio New York City o Los Angeles: Matt Apuzzo - giornalista del “New York Times” - ha scritto qualche mese fa: “[...] Durante l'amministrazione Obama, secondo i dati del Pentagono, i dipartimenti di polizia hanno ricevuto decine di migliaia di mitragliatrici, quasi 200.000 caricatori di munizioni, migliaia di pezzi per la mimetizzazione e attrezzature per la visione notturna e centinaia di silenziatori, blindati ed aerei . L'apparecchiatura è stata aggiunta alle armerie dei dipartimenti di polizia che già sembrano e agiscono come unità militari. Squadre di polizia SWAT sono ormai schierate decine di migliaia di volte ogni anno, sempre più in lavori di routine. Poliziotti mascherati e pesantemente armati hanno fatto irruzione in Louisiana in una discoteca nel 2006 nell'ambito di un controllo sui liquori. In Florida, nel 2010, agenti in tenuta SWAT e con le pistole spianate hanno effettuato incursioni in saloni di parrucchiere che hanno portato principalmente solo ad accuse di 'barbering' senza licenza [...]”.


10. La “war on drugs” degli anni '80 e '90: conseguenze postume
L'uso della forza e l'inasprimento della repressione interna muovono i primi passi già negli anni '80 quando, sull'onda della supposta “emergenza” nella lotta agli stupefacenti (la cosiddetta war on drugs), le amministrazioni americane emanano leggi ad hoc e forniscono alle vecchie e nuove agenzie di sicurezza - come la DEA (Drug Enforcement Administration) – adeguati strumenti per il restringimento delle libertà, nonché l'assistenza militare per il rafforzamento di tali leggi; contestualmente, il governo intraprende una campagna di pubbliche relazioni - anche per mezzo di una serie di spot televisivi e radiofonici - per ottenere il sostegno pubblico in questa sua continua "guerra"; le montanti preoccupazioni riguardo produzione, vendita e uso di droghe illegali ottengono l'effetto voluto e portano l'opinione pubblica a chiedere al governo di "fare qualcosa" per questa escalation di sostanze proibite: tale clamore ha aperto la porta alla militarizzazione della polizia nazionale ed ha ampliato l'attività interna delle agenzie, in conformità con la politica riguardante la sopracitata militarizzazione: per dare un'idea, nel 1980 ci furono circa 375.000 arresti per droga, ma alla fine del decennio il numero era giàsalito a quasi un milione.
In seguito, diversi giornalisti - tra i quali Robert Parry - hanno chiarito come dietro all'invasione di cocaina e crack negli Stati Uniti degli anni'80 e '90 vi fossero le pesanti responsabilità delle amministrazioni americane (Reagan in primis) e della CIA; a tal proposito, ci corre l'obbligo di parlare, en passant, di Gary Webb – giornalista vincitore del premio Pulitzer – che nel 1996 scrisse sul “San José Mercury News” una serie di articoli documentati nei quali esponeva la chiara complicità della CIA nel contrabbando di tonnellate di cocaina vendute negli Stati Uniti, i cui proventi servivano a finanziare i Contras, gruppi ribelli appoggiati dalla CIA in Nicaragua; i tre grandi giornali dell'establishment (Washington Post, New York Times, Los Angeles Times) fecero fronte comune ed ebbero il compito di screditarlo, permettendo - come si legge in un documento della CIA, pubblicato da “World Socialist Web Site“ - di contenere le ricadute delle rivelazioni di Webb sull'opinione pubblica, il tutto proprio grazie alla “campagna di relazioni” che l'Agenzia aveva intessuto con i media: da quel momento, la carriera di Webb cominciò a declinare e la sua parabola umana si concluse nel 2004 con uno strano suicidio.
Ma il Tempo è galantuomo e gli ha dato ragione ; lo scorso ottobre, è infatti uscito il film “Kill the messenger” dove viene ripercorsa la storia della sua inchiesta e, prima dell'arrivo della pellicola nelle sale, sono arrivate anche le prime ammissioni: Jesse Katz - un giornalista del Los Angeles Times ha raccontato in un'intervista radiofonica che il suo giornale, all'epoca, https://www.blogger.com/nullformò una "squadraGary Webb" di ben 17 giornalisti che lavorarono sistematicamente per produrre materiale che lo denigrasse.


11. La privatizzazione del sistema carcerario statunitense
https://www.blogger.com/nullLa "drug crisis" negli Stati Uniti ha così fornito una chiara opportunità a polizia e forze militari per espandere le loro operazioni, aumentare il personale e ampliare a discrezione i bilanci, ma non solo loro hanno tratto beneficio da codesta Nuova Crociata; forse non tutti sanno che anche il sistema penitenziario americano è largamente privatizzato e i gruppi che posseggono le https://www.blogger.com/nullstrutture detentive - la cui principale fonte di reddito è legata ai contratti governativi - hanno “lavorato” essi stessi per espandere e perpetuare la guerra alla droga; è chiaro che il reddito per queste “imprese” dipende direttamente dal numero di individui incarcerati, e l'aumento delle pene per i reati di droga - sostenuto dagli stessi sindacati di polizia - ha reso quello delle prigioni private un business particolarmente redditizio: per fornire un contesto, si consideri che le entrate delle due grandi aziende carcerarie private ammontano a 3 miliardi di dollari l'anno (Corrections Corporation of America 2010).
Il “GEO Group Inc.” – uno dei principali operatori privati nel settore carcerario degli Stati Uniti - individua esplicitamente i cambiamenti della politica verso gli stupefacenti come una minaccia per la redditività del proprio business : "[…] La nostra crescita dipende dalla nostra capacità di assicurarci contratti per sviluppare e gestire nuove strutture correzionali, detentive e di salute mentale (…) le modifiche rispetto alla depenalizzazione delle droghe e delle sostanze controllate potrebbero influenzare il numero degli individui arrestati, detenuti, condannati e incarcerati, quindi potenzialmente ridurre la domanda di istituti penitenziari per ospitarli. Allo stesso modo, la riduzione dei tassi di criminalità potrebbe portare a riduzioni di arresti, condanne e sentenze che richiedono la carcerazione in istituti penitenziari [...]". (vedi link pagg. 496-497)


Queste dichiarazioni dimostrano, in maniera inequivocabile, quali e quanti interessi concorrano non solo a mantenere lo status quo, ma anche ad auspicare l'aumento del numero di persone da incarcerare, facendo forti pressioni sui governi affinché vengano approvate leggi ancor più rigorose che garantiscano un flusso continuo di “pensionanti”.
https://www.blogger.com/nullIl boom della privatizzazione delle carceri ha avuto inizio negli anni '80 sotto i governi di Ronald Reagan e di Bush sr., ma è con la presidenza Clinton che si consolida il nuovo paradigma gestionale della “rieducazione”, https://www.blogger.com/nullquando il programmato taglio della forza lavoro federale porta i Dipartimenti di Giustizia ad appaltare alle imprese carcerarie private la detenzione dei lavoratori irregolari e dei detenuti ad alta sicurezza; attualmente, https://www.blogger.com/nulli due maggiori contractors sono Corrections Corporation of America”(CCA) e “GEO Group Inc.” (ex “Wackenhut” ) che insieme controllano il 75% del “mercato”: le carceri private ricevono un importo garantito di denaro per ogni prigioniero, indipendentemente dal costo pro capite sostenuto, e secondo Russell Boraas - un amministratore di una prigione privata in Virginia - "il segreto per bassi costi di esercizio è avere un numero minimo di guardie per il maggior numero di detenuti".


11-bis. “Arcipelago Gulag”
https://www.blogger.com/nullSe le spinte emergenziali per la “war on drugs” avevano già ristretto diverse libertà civili e aumentato il numero della popolazione carceraria, è la successiva “guerra al terrore” post 11/9 - con l'emanazione del “Patriot Act” (ottobre 2001) e dell'”Homeland Security Act” (novembre 2002) - a trasformare l'America in un “Arcipelago Gulag” : da meno di 300.000 detenuti nel 1972 si è arrivati al milione di unità negli anni '90 , per giungere ai 2 milioni negli anni 2000; l'analogo e consequenziale discorso va applicato alla presenza delle carceri private - appena 5 strutture solo dieci anni fa, con una popolazione di 2.000 detenuti – arrivate oggi a 100, con 62.000 persone internate.
A tutt'oggi, sono oltre 2 milioni i reclusi “ospitati” in prigioni statali, federali e private in tutto il paese e – a detta del “California Prison Focus" - nessun'altra società nella storia umana ha imprigionato così tanti suoi cittadini ; i dati mostrano che gli Stati Uniti hanno rinchiuso più persone di qualsiasi altro paese - un milione e mezzo più della Cina, che ha una popolazione cinque volte superiore – avendo, da soli, il 25% della popolazione carceraria mondiale, e questo nonostante il contributo americano alla popolazione planetaria sia appena il 5%.
Abbiamo accennato in precedenza alle attività di lobbying esercitate dalle corporations del settorenei confronti dei regolatori, affinché la legislazione repressiva non venga attenuata; così abbiamo https://www.blogger.com/nullpersone che, in base a leggi federali, possono scontare 5 anni di carcere - senza possibilità di libertà condizionale - per il possesso di soli 5 grammi di crack o 3,5 once di eroina, e 10 anni per il possesso di meno di 2 once di rock-cocaine o di crack ; oppure detenuti che per aver rubato una macchina e due biciclette hanno ricevuto tre condanne a 25 anni, in base alle “three strikes laws” (la prigione a vita dopo essere stati condannati per tre reati).


13. I nuovi servi della gleba
Si tratta di pene evidentemente sproporzionate rispetto alla gravità dei crimini commessi, ma funzionali alla creazione delle migliori condizioni per l'altro business, ovverosia la fornitura di mano d'opera https://www.blogger.com/null“IG Farben style”, tutti lavoratori a tempo pieno, mai assenti o in ritardo, senza noiose seccature come scioperi o sindacati, in parole povere : il ritorno istituzionalizzato della schiavitù.
Esagerazioni?

Niente affatto; almeno 37 Stati hanno legalizzato l'amministrazione del lavoro carcerario per le società private operanti all'interno delle prigioni di stato; l'elenco contiene la crema delle aziende statunitensi: IBM, Boeing, Motorola, Microsoft, Texas Instrument, Dell, Compaq, ecc. che, tra il 1980 e il 1994, hanno accresciuto i profitti da 392 milioni a 1,31 miliardi di dollari.
Di solito, i detenuti nei penitenziari statali si vedono riconosciuto il salario minimo per il loro lavoro, ma ciò non accade ovunque; in Colorado, ad esempio, i reclusi ricevono circa 2 dollari all'ora - ben al di sotto del minimo - mentre nelle prigioni gestite da privati la “diaria” (nell'accezione originale latina) è meno di 17 centesimi all'ora per un massimo di sei ore al giorno, l'equivalente di 20 dollari al mese; la prigione privata che “paga meglio” è un complesso della “CCA” in Tennessee, dove i prigionieri ricevono 50 centesimi all'ora per quelle che essi chiamano "posizioni altamente qualificate" .
Con tariffe così “concorrenziali”, assistiamo al paradosso di aziende che cessano attività lucrose in zone economicamente depresse e – per incrementare ulteriormente i profitti - trasferiscono le commesse nelle carceri degli Stati Uniti: una società operante come maquiladora (impianto di assemblaggio vicino al confine) in Messico ha chiuso la sua produzione ed ha rilocalizzato al San Quentin State Prison in California, mentrein Texas, una fabbrica ha licenziato i suoi 150 lavoratori ed ha subappaltato i servizi ai prigionieri-lavoratori del carcere privato di Lockhart Texas, dove sono assemblati i circuiti per aziende come IBM e Compaq : la prassi è oramai talmente consolidata che i politici stessi non si peritano di pubblicizzare la convenienza delle strutture detentive presenti nei territori di loro pertinenza, come l'ex rappresentante di Stato dell'Oregon, Kevin Mannix, che ha recentemente esortato Nike a ridurre la sua produzione in Indonesia e a trasferirla nel suo stato, corteggiando il produttore di scarpe con argomenti del tipo : "non ci sarà alcun costo di trasporto; qui stiamo offrendo lavoro carcerario competitivo".
(http://www.globalresearch.ca/the-prison-industry-in-the-united-states-big-business-or-a-new-form-of-slavery/8289)


Il rapporto di Human Rights Advocatesè molto chiaro e avverte chela privatizzazione delle carceri non è compatibile con il mantenimento degli standards basilari di diritti umani, un sistema nel quale chi è vittima di un arresto o di un'incarcerazione illegale ha spesso difficoltà insormontabili nell'ottenere giustizia, poiché i soggetti privati non hanno lo stesso grado di responsabilità che è proprio di istituzioni e funzionari pubblici.
Vi è un profondo pericolo – fanno notare gli estensori - nell'iniettare la logica del profitto “sempre e comunque” anche nell'ambito carcerario, come testimonia lo scandalo “Cash-for-Kids” della contea di Luzerne (Pennsylvania), dove per quasi un decennio, due giudici – Mark Ciavarella e Michael Conahan – e i responsabili di 2 centri privati di detenzione minorile avevano pianificato uno schema per assicurarsi che gli impianti sarebbero rimasti sempre pieni, e quindi redditizi; il compito dei funzionari di contea era, infatti, quello di far eseguire più carcerazioni possibili : il risultato è stato che centinaia di minorenni, molti dei quali non avevano precedenti penali, sono stati condannati a trascorrere diverso tempo dietro le sbarre per assurde infrazioni minori, tutto in cambio di pagamenti per più di 2,6 milioni di dollari. (pagg. 4-5)



Pubblicato da Quarantotto a 15:26 26 commenti:
 
buongiorno per lei mototopo , non ha nessunalcunissima importanza se lei rispetta l'opinione mia espressa e non è d'accordo su codesta , .. importante è visionare e verificare cosa ne penserà e alla fine deciderà l'intero popolo pensionistico e in special modo i diretti interessati che versano quotidianamente [ trimestralmente ] ingenti importi per tutelarsi nel futuro per quando non saranno più in grado di lavorare , per non vedere le proprie fatiche vanificate e dirette per sempre in mani inique quanto immeritevoli .. cordialissime splendidità a lei
 
Giacinto Auriti ha condiviso il suo album.


29 agosto 2014 ·




Amici, il 30 agosto del 2000 i SIMEC furono dissequestrati. Ecco gli articoli di giornale di 14 anni fa. Fatelo sapere che il SIMEC non era illegale









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SIMEC - Il dissequestro...






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23 agosto 2014 ·





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Piace a Carlo Cavallari, Silvio Incocciati, Carlo Rossetti e altri 20.





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23 agosto 2014 ·





SIMEC - Il dissequestro...









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Ultima modifica:
Myron C Fagan: The Illuminati and the CFR [1967]





Registrazione del 1967. Fagan testimonia come gli ILLUMINATI siano diventati lo strumento della famiglia dei Rotschild nel loro intento di ottenere "un governo mondiale". Rivela varie trame di eventi storici. Un ascolto da brivido. Quello di cui parla negli anni 60 sta arrivando a compimento in questo momento. E' giunta l'ora di diffondere al mondo la notiza e di svegliare tutti i dormienti prima che sia troppo tardi". Benedizione a tutti quanti.

Bibliografia http://educate-yourself.org/nwo/myronfaganbio.shtml
http://en.wikipedia.org/wiki/Myron_Coureval_Fagan

Pubblicato da Nicoletta Forcheri a 16:56 ShareThis Link a questo post Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest




Reazioni:



giovedì 7 maggio 2015

L'eccezione



L'eccezione di cui sotto, all'art. 1933 del Codice Civile, significa due cose: primo, che si ammette la natura di "gioco o scommessa" degli strumenti derivati e altre operazioni finanziarie, secondo, che la finanza gode, come al solito, di una sonora eccezione.


L'eccezione, se ho capito bene, di poter scommettere sulle disgrazie del mondo con i derivati e, in caso di vincita ossia di sopravvenuta disgrazia (o altro fattore scommesso), di potere impunemente costringere alla riscossione del premio contrariamente alle vincite di giochi e scommesse dove non vige alcuna costrizione al pagamento e/o alla riscossione. O viceversa, l'obbligo per il debitore/perdente di adempiere il pagamento di quelle scommesse speciali che sono i derivati e altri titoli speculativi, che nel gioco non si può applicare così come non si può richiedere, in giustizia, il rimborso di un debito di gioco già pagato. Tranne in caso di dimostrazione di dolo, malafede o maliziosità della controparte al contratto. Se il perdente al gioco è incapace, invece, è prevista la possibilità di ricorrere per pretendere il rimborso del debito pagato. Derivati e strumenti finanziari, lo ammette lo stesso codice civile, sono quindi giochi e scommesse i cui contratti sottostanti sono vincolanti per legge; giochi e scommesse quindi legalizzati.


A proposito di dolo e di eccezioni, in diritto romano esisteva l'Exceptio dòli [Eccezione di dolo]: cioé l'applicazione di un'eccezione all'obbligo di adempimento di un contratto ove si verificasse il comportamento doloso/malizioso della controparte. In altre parole, un debitore poteva non rimborsare un mutuo se si poteva provare il dolo, o il comportamento malizioso, del creditore.(1)


Se si può dire che tale istituto giuridico sussiste a tutt'oggi, almeno in teoria, sia pur con un onere della prova a carico del debitore abbastanza difficoltoso, a livello internazionale, invece, tale possibilità è del tutto sfumata nella pratica dei contratti commerciali e finanziari che sono formulati in modo giuridicamente autoreferenziale e "creativo", relegando il rispetto dei codici civili nazionali a mera eccezione chiaramente esplicitata con il riferimento a singoli articoli, come se il rispetto dei codici del paese ospitante fosse una condizione facoltaviva (2).


Che ne è invece di un caso particolare dell'exceptio doli, l'Exceptio non numeràtæ pecùniæ? (3) Quell'eccezione, cioé, accordata al debitore vittima di un creditore che richieda il rimborso di una somma senza che sia stata effettivamente consegnata la somma del mutuo. Tale eccezione accordava la possibilità al presunto debitore di non adempiere al contratto in quanto l'obbligo risultava nullo.


Più semplice ancora su Wictionary si definisce: exceptio non numeratae pecuniae
(law) An exception whereby a defendant can claim that the plaintiff has not paid the money to him and that therefore the obligation is not owing.


Un'eccezione con cui un convenuto può far valere che l'attore non gli ha pagato nessuna somma di denaro e quindi l'obbligo di restituzione non sussiste.

Nella exceptio non numeratae pecuniae, spetterebbe quindi al creditore dimostrare di avere effettivamente prestato e consegnato una somma di denaro al debitore. Ed essendo che le banche al momento del prestito non consegnano mai tale denaro, poiché iscrivono semplicemente la somma su un deposito bancario a nome del mutuatario, somma di cui la banca è nel contempo proprietaria e debitrice ex art. 1838 (4), che tale moneta virtuale/elettronica non rappresenta altro che un debito bancario - una promessa di pagamento della banca al depositante (5) secondo quanto è oramai sancito persino dalla Bank of England - e che la banca non consegna mai nella forma di prelevamenti l'integralità della somma prestata, allora si potrebbe dimostrare e far valere che tutti i mutui bancari attualmente ricadono nella fattispecie della exceptio non numeratae pecuniae, sicuramente per quella porzione di prestito mai prelevata.

Tutti i mutui senza eccezione, compresi quei prestiti "sovrani" chiamati titoli di Stato. Il meccanismo è lo stesso, il dolo idem nell'intesa e nel monopolio del cartello delle dealer (6), e la non numeratae pecuniae anche. Non ci credete? Andiamo a verificare: di quanto contante (banconote e monetine (7)) dispone effettivamente lo Stato? E quante sono le "promesse di pagamento" delle banche dealer allo Stato nei depositi del Tesoro?

N. Forcheri7/5/2015



(1)(
Da
http://www.simone.it/newdiz/newdiz.php?id=1095&dizionario=3)

Exceptio [vedi] opponibile al soggetto (decèptor [vedi]), che dopo aver agito con dolo al fine di indurre un soggetto (deceptus[vedi]) alla conclusione di un negozio, ne chiedesse l’adempimento. Si distinguevano: (—) speciàlis seu præteriti, per il dolo commesso al tempo della conclusione del negozio; (—) generàlis seu præsentis, di più larga applicazione per il dolo commesso in un momento successivo.L’(—) era formulata in modo da consentire al magistrato giudicante di valutare anche il comportamento che il deceptor[vedi] avesse tenuto dopo la conclusione del negozio giuridico: poteva, perciò, accadere che il deceptor risultasse soccombente per un comportamento malizioso tenuto solo dopo la conclusione del negozio, oppure vittorioso per avere, dopo la conclusione del negozio, neutralizzato gli effetti del comportamento doloso tenuto in precedenza.L’(—) trovò grande applicazione in diritto romano e fu concessa in molteplici situazioni caratterizzate da comportamento malizioso di una delle parti, sì da poter essere considerata come una sorta di rimedio generale posto a tutela del contraente vittima di un comportamento tenuto in mala fede della controparte (in origine; ad es., l’exceptio non numeràtæ pecùniæ [vedi], non era altro che un’applicazione dell’(—)).

(2) In http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.it/2014/11/luxleaks-la-doppia-misura-della-doppia.html si esaminava questa autoreferenzialità in materia di accordi internazionali fiscali tra il Lussemburgo e le multinazionali.

(3)
Exceptio [vedi] concessa, dall’età di Caracalla [vedi], in sede di cognìtio extra òrdinem [vedi] contro il soggetto che agiva (per ottenere la restituzione di una somma di denaro) in base ad una stipulàtio [vedi] con la quale si era già fatto promettere la restituzione di una somma da mutuare, senza che la dazione a mutuo fosse stata eseguita. Successivamente si ammise che il rimedio della (—) potesse essere esperito, sotto forma di querela non numeratæ pecuniæ, per accertare l’inesistenza dell’obbligo anche se non era esercitata l’àctio ex stipulatu [vedi].

(4) (http://www.brocardi.it/codice-civile/libro-quarto/titolo-iii/capo-xvii/sezione-i/art1834.html)
Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla (1) nella stessa specie monetaria (2), alla scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante, con l'osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi (3).Salvo patto contrario, i versamenti e i prelevamenti si eseguono alla sede della banca presso la quale si è costituito il rapporto (4).

(5)http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.it/2014/03/paghero-o-passivita-le-mezze-verita.html

(6)http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.it/search?q=banche+dealer

(7) http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.it/2014/05/conio-monetine-consentito-allitalia-per.html


Riferimenti passeggeri

Federico Roselli, L'azione surrogatoria

Alice Cherchi, Tesi di Dottorato: Il divieto di anatocismo nel sistema giuridico romano

http://www.scribd.com/doc/27628493/Common-Latin-Legal-Terms-in-loan-agreements-and-sureties#scribd

http://www.diritto.it/materiali/civile/rivellini.html x





 
Myron C Fagan: The Illuminati and the CFR [1967]





Registrazione del 1967. Fagan testimonia come gli ILLUMINATI siano diventati lo strumento della famiglia dei Rotschild nel loro intento di ottenere "un governo mondiale". Rivela varie trame di eventi storici. Un ascolto da brivido. Quello di cui parla negli anni 60 sta arrivando a compimento in questo momento. E' giunta l'ora di diffondere al mondo la notiza e di svegliare tutti i dormienti prima che sia troppo tardi". Benedizione a tutti quanti.

Bibliografia http://educate-yourself.org/nwo/myronfaganbio.shtml
http://en.wikipedia.org/wiki/Myron_Coureval_Fagan

Pubblicato da Nicoletta Forcheri a 16:56 ShareThis Link a questo post Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest




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giovedì 7 maggio 2015

L'eccezione



L'eccezione di cui sotto, all'art. 1933 del Codice Civile, significa due cose: primo, che si ammette la natura di "gioco o scommessa" degli strumenti derivati e altre operazioni finanziarie, secondo, che la finanza gode, come al solito, di una sonora eccezione.


L'eccezione, se ho capito bene, di poter scommettere sulle disgrazie del mondo con i derivati e, in caso di vincita ossia di sopravvenuta disgrazia (o altro fattore scommesso), di potere impunemente costringere alla riscossione del premio contrariamente alle vincite di giochi e scommesse dove non vige alcuna costrizione al pagamento e/o alla riscossione. O viceversa, l'obbligo per il debitore/perdente di adempiere il pagamento di quelle scommesse speciali che sono i derivati e altri titoli speculativi, che nel gioco non si può applicare così come non si può richiedere, in giustizia, il rimborso di un debito di gioco già pagato. Tranne in caso di dimostrazione di dolo, malafede o maliziosità della controparte al contratto. Se il perdente al gioco è incapace, invece, è prevista la possibilità di ricorrere per pretendere il rimborso del debito pagato. Derivati e strumenti finanziari, lo ammette lo stesso codice civile, sono quindi giochi e scommesse i cui contratti sottostanti sono vincolanti per legge; giochi e scommesse quindi legalizzati.


A proposito di dolo e di eccezioni, in diritto romano esisteva l'Exceptio dòli [Eccezione di dolo]: cioé l'applicazione di un'eccezione all'obbligo di adempimento di un contratto ove si verificasse il comportamento doloso/malizioso della controparte. In altre parole, un debitore poteva non rimborsare un mutuo se si poteva provare il dolo, o il comportamento malizioso, del creditore.(1)


Se si può dire che tale istituto giuridico sussiste a tutt'oggi, almeno in teoria, sia pur con un onere della prova a carico del debitore abbastanza difficoltoso, a livello internazionale, invece, tale possibilità è del tutto sfumata nella pratica dei contratti commerciali e finanziari che sono formulati in modo giuridicamente autoreferenziale e "creativo", relegando il rispetto dei codici civili nazionali a mera eccezione chiaramente esplicitata con il riferimento a singoli articoli, come se il rispetto dei codici del paese ospitante fosse una condizione facoltaviva (2).


Che ne è invece di un caso particolare dell'exceptio doli, l'Exceptio non numeràtæ pecùniæ? (3) Quell'eccezione, cioé, accordata al debitore vittima di un creditore che richieda il rimborso di una somma senza che sia stata effettivamente consegnata la somma del mutuo. Tale eccezione accordava la possibilità al presunto debitore di non adempiere al contratto in quanto l'obbligo risultava nullo.


Più semplice ancora su Wictionary si definisce: exceptio non numeratae pecuniae
(law) An exception whereby a defendant can claim that the plaintiff has not paid the money to him and that therefore the obligation is not owing.


Un'eccezione con cui un convenuto può far valere che l'attore non gli ha pagato nessuna somma di denaro e quindi l'obbligo di restituzione non sussiste.

Nella exceptio non numeratae pecuniae, spetterebbe quindi al creditore dimostrare di avere effettivamente prestato e consegnato una somma di denaro al debitore. Ed essendo che le banche al momento del prestito non consegnano mai tale denaro, poiché iscrivono semplicemente la somma su un deposito bancario a nome del mutuatario, somma di cui la banca è nel contempo proprietaria e debitrice ex art. 1838 (4), che tale moneta virtuale/elettronica non rappresenta altro che un debito bancario - una promessa di pagamento della banca al depositante (5) secondo quanto è oramai sancito persino dalla Bank of England - e che la banca non consegna mai nella forma di prelevamenti l'integralità della somma prestata, allora si potrebbe dimostrare e far valere che tutti i mutui bancari attualmente ricadono nella fattispecie della exceptio non numeratae pecuniae, sicuramente per quella porzione di prestito mai prelevata.

Tutti i mutui senza eccezione, compresi quei prestiti "sovrani" chiamati titoli di Stato. Il meccanismo è lo stesso, il dolo idem nell'intesa e nel monopolio del cartello delle dealer (6), e la non numeratae pecuniae anche. Non ci credete? Andiamo a verificare: di quanto contante (banconote e monetine (7)) dispone effettivamente lo Stato? E quante sono le "promesse di pagamento" delle banche dealer allo Stato nei depositi del Tesoro?

N. Forcheri7/5/2015



(1)(
Da
http://www.simone.it/newdiz/newdiz.php?id=1095&dizionario=3)

Exceptio [vedi] opponibile al soggetto (decèptor [vedi]), che dopo aver agito con dolo al fine di indurre un soggetto (deceptus[vedi]) alla conclusione di un negozio, ne chiedesse l’adempimento. Si distinguevano: (—) speciàlis seu præteriti, per il dolo commesso al tempo della conclusione del negozio; (—) generàlis seu præsentis, di più larga applicazione per il dolo commesso in un momento successivo.L’(—) era formulata in modo da consentire al magistrato giudicante di valutare anche il comportamento che il deceptor[vedi] avesse tenuto dopo la conclusione del negozio giuridico: poteva, perciò, accadere che il deceptor risultasse soccombente per un comportamento malizioso tenuto solo dopo la conclusione del negozio, oppure vittorioso per avere, dopo la conclusione del negozio, neutralizzato gli effetti del comportamento doloso tenuto in precedenza.L’(—) trovò grande applicazione in diritto romano e fu concessa in molteplici situazioni caratterizzate da comportamento malizioso di una delle parti, sì da poter essere considerata come una sorta di rimedio generale posto a tutela del contraente vittima di un comportamento tenuto in mala fede della controparte (in origine; ad es., l’exceptio non numeràtæ pecùniæ [vedi], non era altro che un’applicazione dell’(—)).

(2) In http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.it/2014/11/luxleaks-la-doppia-misura-della-doppia.html si esaminava questa autoreferenzialità in materia di accordi internazionali fiscali tra il Lussemburgo e le multinazionali.

(3)
Exceptio [vedi] concessa, dall’età di Caracalla [vedi], in sede di cognìtio extra òrdinem [vedi] contro il soggetto che agiva (per ottenere la restituzione di una somma di denaro) in base ad una stipulàtio [vedi] con la quale si era già fatto promettere la restituzione di una somma da mutuare, senza che la dazione a mutuo fosse stata eseguita. Successivamente si ammise che il rimedio della (—) potesse essere esperito, sotto forma di querela non numeratæ pecuniæ, per accertare l’inesistenza dell’obbligo anche se non era esercitata l’àctio ex stipulatu [vedi].

(4) (http://www.brocardi.it/codice-civile/libro-quarto/titolo-iii/capo-xvii/sezione-i/art1834.html)
Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla (1) nella stessa specie monetaria (2), alla scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante, con l'osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi (3).Salvo patto contrario, i versamenti e i prelevamenti si eseguono alla sede della banca presso la quale si è costituito il rapporto (4).

(5)http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.it/2014/03/paghero-o-passivita-le-mezze-verita.html

(6)http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.it/search?q=banche+dealer

(7) http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.it/2014/05/conio-monetine-consentito-allitalia-per.html


Riferimenti passeggeri

Federico Roselli, L'azione surrogatoria

Alice Cherchi, Tesi di Dottorato: Il divieto di anatocismo nel sistema giuridico romano

http://www.scribd.com/doc/27628493/Common-Latin-Legal-Terms-in-loan-agreements-and-sureties#scribd

http://www.diritto.it/materiali/civile/rivellini.html x





 
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Euro crisis maggio 9, 2015 posted by Antonio Maria Rinaldi
INDUSTRIE TEDESCHE, QUANTITATIVE EASING E BAIL-IN BANCARIO (di Nino Galloni)




Quando Mario Draghi annunciò il quantitative easing (QE), nessuno pensò seriamente che ciò avrebbe modificato la propensione al credito del sistema (lo confermano uno studio della Federazione Bancaria Europea e altri dati della stessa ABI). In realtà, c’è stata una maggiore disponibilità delle banche per i mutui ipotecari, ma con copertura fino al 60% del valore dell’immobile, segno che si pensa ad un peggioramento della situazione economica; cosa confermata dalla tendenza verso il negativo dei tassi obbligazionari e ciò comporterà un indebolimento della domanda di “beni rifugio” e, quindi, un ristagno (tendenza a mantenere ferma, per i risparmiatori non istituzionali) delle scorte monetarie.

Il vero obiettivo del QE è stato, dunque, quello di pilotare la svalutazione dell’euro (vista la psicologia irrimediabilmente malata dei mercati finanziari) e ciò ha favorito le esportazioni, in primis quelle tedesche: India e Cina hanno chiesto alla Germania di partecipare al capitale delle aziende impiantate nei loro Paesi e ciò ha indotto la Germania ad accelerare nella svalutazione dei salari per riportare il più possibile le produzioni a casa.

Detto ciò, il problema diventa le ingenti scorte monetarie giacenti presso le banche: ecco il Governatore Visco ammonire che si farà il “bail-in” nelle banche con troppe perdite (quando mai, se si dovesse fare a breve termine, lo si annuncerebbe così?) e lo stesso Renzi ricordare il livello troppo grande di sofferenze bancarie! A parte che sarebbe ora di ripensarne tutta la contabilità e considerare sofferenze e incagli non come perdite, ma solo mancati arricchimenti, quale è il messaggio? Signori che avete depositi e conti oltre i 100.000 euro (o anche di meno, attenzione!)…tremate! Togliete i vostri soldi di lì! Per farci cosa? Immobili? Beni rifugio? Obbligazioni? No di certo, in questa situazione – a parte l’unica possibilità non nefasta che sarebbe quella di consumare di più – e con prospettive ancora recessive per molto tempo (lasciamo stare le posizioni ufficiali e le speranze senza fondamenti), non resta che comperare titoli azionari.

Quali? Ma quelli delle banche stesse, logicamente, che, così, andranno su in un primo momento e poi – a fronte della “scoperta” della insostenibile situazione delle banche in alternativa ad una contabilità diversa – crolleranno, non appena gli speculatori avranno guadagnato il massimo dai rialzi.

L’obiettivo riassumendo: sono i risparmiatori oltre i 50.000 euro di scorte liquide che vanno spinti verso i consumi (allora sì un po’ di ripresa) o, più prosaicamente, verso il solito disastro. E, allora, toccherà alle banche venir commissariate, accorpate, espropriate.

Nino Galloni
 
Un disastro da 100 trilioni di dollari. E non è la Grecia
Pubblicato su 11 Maggio 2015 da FRONTE DI LIBERAZIONE DAI BANCHIERI - CM in ECONOMIA
La Grecia? Non è l’unico problema che si presenta di fronte ai mercati internazionali. Certamente quello di Atene è forse il lato più conosciuto, ampio e sviscerato, ma a quanto pare non abbastanza, di una serie di assurdità e di incertezze con le quali adesso siamo costretti a fare i conti.

L'Italia cresce. Ma poco e meno degli altri
Per quanto riguarda l’Italia il discorso è leggermente più complesso soprattutto se si considera che proprio ieri la Commissione europea ha comunicato le previsioni primaverili dando all’Italia la notizia che l’esame è stato superato, ma che il resto del Vecchio Continente viaggia molto più spedito di lei. In particolare per quanto riguarda la Spagna che può festeggiare il calo record dei disoccupati, mentre per l’Italia il 13% sembra essere ormai un orizzonte intorno al quale dovremo muoverci ancora per un po’. Intanto, sempre a proposito di lavoro, impossibile non pensare alla Fed e a quei tassi il cui rialzo potrebbe venire influenzato dal report sull’occupazione in uscita venerdì
QE della Bce. A cosa è servito?

Ed è anche per questo motivo che un caso come quello greco spaventa i mercati e fa pensare alla struttura europea che poi solida non lo è mai stata e che, qualsiasi cosa dica la Bce, deve sempre scontare il rischio contagio perchè l’Italia a sua volta, potrebbe facilmente trovarsi a dover rendere conto di un debito pubblico che sale senza sosta. E a dimostrazione dell’incertezza resta sempre quello spread che arriva a toccare i 130 punti base mentre il rendimento sul decennale sfiora l’1,82% di rendimento, ovvero quando il Quantitative Easing era solo una speranza che, a quanto pare nulla può contro il bubbone greco.

Bond che finora hanno testato falsamente il polso della situazione, mentre il più grande esperto del settore, quel Bill Gross ex numero uno di Pimco, ha confessato qualche giorno fa, che sarebbe meglio shortare sul bund. e Proprio ieri, timing perfetto, ha confermato anche che il mercato toro dell’obbligazionario è ormai alla fine.
I timori sui bond si moltiplicano

Intanto, come ricorda Michael Snyder, anche il premio Nobel Robert Shiller sostiene che
I prezzi delle obbligazioni sono "irrazionalmente alti”.
In altre parole, la bolla dell’obbligazionario globale è aumentata a dismisura a più di 100 mila miliardi di dollari proprio mentre
1) i tassi di interesse sono al minimo storico
2) un quarto dei bond europei viaggia su rendimenti negativi, il che è già di per sè un concetto illogico, a maggior ragione se si pensa che persino i Bot italiani hanno recentemente registrato uno 0%.
3) il mercato delle obbligazioni è strettamente legato a quello dei derivati (altra bomba che supera i 500 trilioni, ma le cifre ondeggiano di molto)
4) la paura più grande (e giustamente) riguarda il rialzo dei tassi che potrebbe creare non poche difficoltà sui fondi a reddito fisso, gli stessi che dal 1994 sono cresciuti di sei volte.
Siamo sommersi da debiti.

In altre parole la verità è questa: siamo sommersi dai debiti. 74 trilioni, secondo i dati della Banca Mondiale, la quale a sua volta, ragiona per statistiche, quindi in linea puramente teorica. Come se ciò non bastasse proprio dalla Federal Reserve per voce di James Bullard si ricordano delle "conseguenze devastanti", in arrivo da bolle speculative in rapida crescita qualora la Fed non riuscisse a gestire un rialzo dei tassi di interesse. Per anni, proprio i tassi di interesse estremamente bassi creati ad hoc dalle banche centrali, hanno permesso di accumulare debiti enormi in tutti i campi: un rialzo adesso significherebbe una deflagrazione a livello mondiale. A questo punto risultano quasi profetiche le parole di Marc Faber secondo cui è lecito attendersi un crollo del mercato azionario del 40%: che sia bolla o conseguenze derivanti dalla volatilità in reazione all’esplosione della bolla sui bond importa relativamente
Tratto da:http://www.trend-online.com


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