Analisi fondamentale Forex

Nelle ultime 24 ore, l'USD è diminuito del 2,17% rispetto allo JPY, chiudendo a 107,76 dollari. Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/JPY è stata quotata di 107,58$, in diminuzione dello 0,17% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 107.41$ seguito da 107.24$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 107,85$ seguito da 108,12$.

Sul fronte valutario il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, continua a rafforzarsi ma il parallelo rialzo dello yen sul biglietto verde contribuisce alla performance negativa di Tokyo: il Nikkei 225 perde infatti l'1,97% (fa meglio l'indice più ampio Topix, deprezzatosi comunque dell'1,15%). Titoli di peso come Fast Retailing e Softbank Group hanno segnato flessioni di quasi il 4% in intraday ma il peggiore perfomer della piazza nipponica è Jgc Corporation, gruppo dell'engineering strettamente legato al settore petrolifero (crollato di oltre il 6%).
 
Nelle ultime 24 ore, il future sul petrolio WTI con scadenza maggio e' sceso fino a -16,74 dollari per poi terminare la seduta a 10,01 dollari, quello con scadenza giugno, il contratto di riferimento in questa fase, e' sceso fino a 6,50 dollari, arrivando a perdere il 68% sulla seduta precedente, per poi terminare a 13,60 dollari circa, in calo del 33%. E' andata meglio, ma solo di poco, al Brent, che ha perso nella seduta il 23% a 19,81 dollari. A pesare sui prezzi, oltre che il calo della domanda a causa della pandemia di Covid-19, e' anche la scarsa capacita' residua di stoccaggio, i produttori non sanno dove immagazzinare il greggio invenduto. Secondo Goldman Sachs la stabilizzazione del prezzo del greggio potrebbe impiegare settimane a realizzarsi dal momento che la chiusura di un pozzo, per limitarne la produzione, non e' una operazione semplice ed e' inoltre molto costosa, e' quindi probabile che l'eccesso di offerta e i problemi di stoccaggio si prolunghino. Certo, alcuni tra i principali produttori, come l'Arabia Saudita, potrebbero avviare subito dei tagli alla produzione senza attendere che entri in forza a maggio l'accordo siglato recentemente tra i membri dell'Opec+, ma come accennato gli effetti di una eventuale decisione in questo senso non sarebbero immediati.

Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 12,54$, in diminuzione del 6,97% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 1,96$ seguito da -8,62$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 22,32$ seguito da 32,10$.

Nello stesso tempo, l'XAU/USD è leggermente diminuito chiudendo a 1705,10 dollari l'oncia. Dopo l’azione vista martedì sul mercato, con molta probabilità i mercati dell’oro continueranno a salire. Il mercato infatti si è ritirato piuttosto drasticamente, ma trovando abbastanza supporto vicino al cruciale livello dei 1670 dollari per tornare indietro e risalire al livello dei 1700 dollari.
 
Nelle ultime 24 ore, l'EUR è diminuito dello 0,07% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,0854 dollari. Sul fronte dei dati macro, secondo quanto riportato martedì da Statistiska centralbyrån, l'ufficio di statistica di Stoccolma, il tasso di disoccupazione della Svezia ha registrato in marzo un declino al 7,1% dall'8,2% di febbraio (7,5% in gennaio). La disoccupazione giovanile, per un'età compresa tra 15 e 24 anni, è invece scesa lo scorso mese al 22,3% dal 22,7% di febbraio (22,1% in gennaio). In Germania, il sondaggio ZEW ha segnato un nuovo minimo, pari a -91,5 punti, ad aprile, ma l’indice sul sentiment è risultato inaspettatamente positivo, suggerendo che il calo dei nuovi casi di coronavirus e la prospettiva di misure di confinamento meno restrittive danno speranza agli investitori, anche se, nei prossimi trimestri e anni, i paesi europei dovranno fare i conti con il debito gravoso dovuto all’attuale crisi economica.

Negli Stati Uniti, il presidente Usa Donald Trump ha imposto uno stop all'immigrazione e alla concessione delle Green Card per almeno due mesi. Restano esclusi dal provvedimento i programmi di visti temporanei e di lavoro qualificato considerati strategici in diversi settori, dopo l'opposizione democratica, che lo aveva accusato di xenofobia, e di molte imprese, che hanno denunciato il rischio di rimanere a corto di lavoratori indispensabili.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.0853$, in leggera diminuzione rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.0820$ seguito da 1.0787$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,0883$ seguito da 1,0913$.

Nelle ultime 24 ore, la GBP è diminuita del 5,61% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,2297 dollari. Sul fronte dei dati macro, nel mese di marzo nel Regno Unito si è registrata una crescita dello 0,3% su base annua per l'indice dei prezzi in uscita, dal +0,5% di febbraio (consensus -0,1%). Su base mensile si evidenzia una flessione dello 0,2% dopo un calo dello 0,3% della rilevazione precedente (attese -0,4%). I prezzi alla produzione in entrata sono diminuiti del 3,6% su base mensile dopo il calo dell'1,2% della rilevazione precedente (consensus -3,9%). Su base annuale i prezzi in entrata sono scesi dello 2,9% dopo la flessione dello 0,2% a febbraio (consensus -3,6%).

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute GBP/USD è stata quotata di 1.2294$, in leggera diminuzione rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.2221$ seguito da 1.2148$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,2394$ seguito da 1,2494$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'AUD è diminuito dell'8,99% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 0,6283 dollari. Dai verbali dell’ultima riunione della banca centrale australiana (Reserve Bank of Australia, RBA) emerge che la banca ha ridotto gradualmente gli acquisti giornalieri di bond, optando per una strategia attiva di controllo dei rendimenti piuttosto che per un importo fisso di acquisti giornalieri per sostenere l’economia. A marzo le vendite al dettaglio australiane sono balzate dell’8,2% m/m, il livello più forte mai registrato, perché le famiglie si sono affrettate a fare acquisti prima che le misure di confinamento colpissero il continente.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute AUD/USD è stata quotata di 0,6316$, in aumento dello 0,53% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 0.6263$ seguito da 0.6210$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 0,6360$ seguito da 0,6404$.

Nelle ultime 24 ore, l'USD è aumentato dell'8,89% rispetto al dollaro CAD, chiudendo a 1,4202 dollari. Sul fronte dei dati macro, secondo quanto reso noto martedì da Statistics Canada (l'ente nazionale di statistica di Ottawa), in febbraio le vendite retail sono salite in Canada dello 0,3% sequenziale, contro il progresso dello 0,6% della lettura finale di gennaio (0,2% in dicembre) e lo 0,2% del consensus.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/CAD è stata quotata di 1.4192$, in diminuzione dello 0.07% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.4135$ seguito da 1,4078$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,4257$ seguito da 1,4322$.
 
Nelle ultime 24 ore, il greggio è cresciuto del 6,08% chiudendo a 14,30 dollari al barile. A sostenere i rialzi sono state le parole del presidente Donald Trump che ha minacciato il ricorso alla forza militare se l'Iran dovesse "molestare" le petroliere americane nello stretto di Hormuz. Sul fronte dei dati macro, EIA (Energy Information Administration) ha comunicato che negli USA alla fine della scorsa settimana le scorte di petrolio hanno fatto segnare un incremento di +15,022 milioni di barili, a fronte di un aumento di 15,150 milioni atteso dagli analisti (settimana precedente: +19,248 milioni).

Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 14.04$, in diminuzione dell'1,82% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 10.81$ seguito da 7,57$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 16,73$, seguito da 19,41$.

Nello stesso tempo, l'XAU/USD è salito del 2,09% chiudendo a 1736,70 dollari l'oncia. Nella sessione asiatica, la quotazione dell'oro è stata di 1735,00$, in diminuzione dello 0,10% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di discesa, la quotazione dell'oro potrebbe trovare un supporto a 1705.10$ seguito da 1675.20$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1755,20$ seguito da 1775,40$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'EUR è diminuito dello 0,30% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,0821 dollari. Sul fronte dei dati macro, la Commissione europea ha reso noto che, secondo una stima preliminare, il morale dei consumatori della zona euro è sceso a -22,7 questo mese dal -11,6 del mese di marzo. Invece, in Germania Markit Economics ha comunicato che il dato preliminare relativo all'Indice IHS PMI manifatturiero di aprile si è attestato a 34,4 punti inferiore alla lettura precedente pari a 45,4 punti (consensus 39punti). Si contrae al tasso maggiore di sempre il settore dei servizi con l'indice IHS PMI servizi a 15,9punti dai 31,7 punti di marzo (era a 52,5 punti a febbraio). L'indice PMI Composito è sceso drasticamente a 17,1 punti da 35 punti. Anche in Francia calano gli indici Pmi manifatturiero e quello servizi ad aprile. Nella lettura preliminare, elaborata da Markit, il Pmi manifatturiero è sceso a 31,5 ad aprile contro i 35,8 di marzo, mentre l'indice Pmi servizi è crollato a 10,4 dai 27,4 punti di marzo.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.0811$, in diminuzione dello 0,09% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.0781$ seguito da 1.0751$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,0863$ seguito da 1,0915$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'AUD è diminuito dell'8,53% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 0,6315 dollari. Sul fronte dei dati macro, il Purchasing Manufacturers' Index (Pmi) dei servizi dell'Australia, stilato da Markit in collaborazione con Commonwealth Bank of Australia (Cba), è crollato su base preliminare in aprile a 19,6 punti dai 38,5 punti della lettura finale di marzo (49,0 punti in febbraio), restando per il terzo mese consecutivo sotto la soglia di 50 punti che separa espansione da contrazione. Il Pmi Composite è invece sceso nel mese in chiusura a 22,4 punti dai 39,4 punti di marzo (49,0 punti in febbraio).

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute AUD/USD è stata quotata di 0,6304$, in diminuzione dello 0,17% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 0.6274$ seguito da 0.6245$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 0,6342$ seguito da 0,6381$.

Nelle ultime 24 ore, l'USD è diminuito del 2,16% rispetto allo JPY, chiudendo a 107,77 dollari. Sul fronte dei dati macro, il Purchasing Manufacturers' Index (Pmi) dei servizi del Giappone, stilato da Markit in collaborazione con Jibun Bank, crolla in aprile su base preliminare a 22,8 punti dai 33,8 punti della lettura finale di marzo (46,8 punti in febbraio). Il dato si consolida ulteriormente sui minimi dal quando si era iniziata a elaborare la statistica nel settembre 2007. Il Pmi Composite, che combina l'indice dei servizi con quello del manifatturiero, è invece sceso nel mese in chiusura a 27,8 punti dai 36,2 punti di marzo (47,0 punti in febbraio). Invece, l'indice anticipatore del Giappone è salito in febbraio a 91,7 punti dai 90,7 punti di gennaio (91,2 punti in dicembre). Il dato è stato rivisto al ribasso dai 92,1 punti della lettura preliminare diffusa a inizio mese. L'indice di coincidenza, che sintetizza lo stato attuale dell'economia, è invece sceso in febbraio a 95,5 punti dai 95,7 punti di gennaio (94,3 punti in dicembre), contro i 95,8 del dato flash.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/JPY è stata quotata di 107,75$, in leggera diminuzione rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 107.53$ seguito da 107.32$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 107,95$ seguito da 108,16$.
 
Nelle ultime 24 ore, il greggio è cresciuto del 20,35% chiudendo a 17,21 dollari al barile. Nelle ultime due sedute il petrolio ha guadagnato oltre il 42% grazie all'inasprirsi delle tensioni tra Usa e Iran ma anche alle aspettative che i maggiori produttori mondiali continueranno a ridurre la produzione alla luce del crollo della domanda mondiale a causa della crisi provocata dal Covid-19.

Il crollo dei contratti WTI potrebbe continuare finché le scorte non cominceranno a normalizzarsi. La previsione di ClearBridge Investments è che viste le mosse dell’OPEC e il calo della produzione, la domanda dovrà tornare a circa meno 10/11 milioni di barili al giorno nel confronto anno su anno prima che lo stoccaggio si stabilizzi. L’Agenzia internazionale dell’energia stima per maggio una domanda pari a meno 25 milioni di barili al giorno, meno 15 per giugno e meno 6 o 7 per luglio. “Se la previsione si rivelerà accurata, il settore si stabilizzerà dunque solo a luglio”, secondo gli analisti.

Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 17.60$, in aumento del 2,27% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 14.88$ seguito da 12.16$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 19.29$ seguito da 20,98$.

Nello stesso tempo, l'XAU/USD è cresciuto dell'1,06% chiudendo a 1751,50 dollari l'oncia. Nella sessione asiatica, la quotazione dell'oro è stata di 1746.30$, in diminuzione dello 0,30% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di discesa, la quotazione dell'oro potrebbe trovare un supporto a 1729,87$ seguito da 1713,43$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1763,47$ seguito da 1780,63$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'EUR è diminuito dello 0,38% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,0780 dollari. Sul fronte macroeconomico le nuove richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti nella settimana terminata il 18 aprile si sono attestate a 4,427 milioni di unità, superiori alle attese (4,200 milioni di unità) ma lievemente inferiore dato della settimana precedente (5,237 milioni di unità). Il numero totale di persone che richiede l'indennità di disoccupazione (calcolato sui dati al 10 aprile) si attesta a 15,976 milioni, superiore ai 11,912 milioni della rilevazione precedente (attese 16,476 milioni). Markit Economics reso noto che la stima flash dell'Indice IHS PMI Manifatturiero di aprile si è attestata a 36,9 punti dai 48,5 punti di marzo, sul livello più basso da 133 mesi. Le attese erano per un indice pari a 38 punti. In forte peggioramento anche le condizioni operative del settore dei servizi, con l'indice IHS PMI Servizi sceso a 27 da 39,8 di marzo, su record negativi. L'indice composito scende a 27,4 punti da 40,9 punti di marzo, sui minimi storici. Il Dipartimento del Commercio (congiuntamente al Census Bureau) ha comunicato che le vendite di nuove abitazioni sono crollate a marzo del 15,4% rispetto al mese precedente, attestandosi a 627 mila unita', in calo rispetto alle 741 mila unità della rilevazione precedente (rivista da 765 mila unità). Le attese erano fissate a 645 mila unità.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.0769, in diminuzione dello 0,10% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.0734$ seguito da 1.0700$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,0825$, seguito da 1,0882$.

Nelle ultime 24 ore, la GBP è diminuito del 5,17% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,2354 dollari. Sul fronte dei dati macro, secondo il sondaggio pubblicato da GfK (la società di ricerca con base a Norimberga), l'indice della fiducia dei consumatori della Gran Bretagna si è confermato in aprile sulla quota -34 punti della lettura flash realizzata a inizio mese per l'emergenza Covid-19 (sulla base di dati raccolti tra 16 e 27 marzo), contro i -9 punti di marzo (-7 punti in febbraio). Il dato si attesta sui minimi dal record di -39 punti del luglio 2008. Aprile segna il quarantanovesimo mese consecutivo in negativo per l'indice: l'ultima lettura in positivo considerando anche quelle invariate di febbraio e marzo 2016 risaliva al gennaio di quell'anno, cinque mesi prima del referendum sulla Brexit.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute GBP/USD è stata quotata di 1.2349$, in leggera diminuzione rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.2300$ seguito da 1.2250$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,2407$, seguito da 1,2464$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'USD è diminuito del 2,33% rispetto allo JPY, chiudendo a 107,58 dollari. Sul fronte dei dati macro, nel mese di febbraio, l'indice delle attività industriali del Giappone è sceso dello 0,6%, più del -0,5% atteso dal consensus. Il dato di gennaio è stato rivisto a +0,6%, dal precedente rialzo dello 0,8%. L'indice è considerato una sorta di Pil del Giappone diffuso su base mensile, visto che riassume i livelli di produzione che interessano tutti i settori dell'economia del paese. Detto questo, essendo relativo a febbraio, non dà un'idea completa dell'effetto coronavirus COVID-19 sul Pil del Giappone, visto che l'emergenza nel paese è esplosa verso metà-fine mese, intensificandosi proprio nelle ultime settimane.

Nel mese di marzo, l'inflazione del Giappone è salita dello 0,4% su base annua, in linea con le attese, e come nel mese di febbraio. Esclusa la componente dei beni alimentari freschi, il rialzo è stato dello 0,4%, in rallentamento rispetto al precedente +0,6%, ma in linea con le stime del consensus. Escluse le componenti sia dei beni alimentari freschi che dei beni energetici, il tasso di inflazione si è attestato allo 0,6% su base annua, come a febbraio e come da attese.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/JPY è stata quotata di 107,69$, in aumento dello 0,10% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 107.35$ seguito da 107,00$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 108,04$ seguito da 108,38$.
 

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