Analisi fondamentale Forex

Nelle ultime 24 ore, l'EUR è aumentato dello 0,44% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,0874 dollari. Sul fronte dei dati macro, secondo quanto comunicato mercoledì dallo Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung (Zew, Centro europeo per la ricerca economica con sede a Mannheim, in Germania), l'indice che misura le aspettative degli esperti sull'andamento dell'economia della Svizzera nel successivo semestre ha registrato in aprile un netto recupero a 12,7 punti dopo il crollo a -45,8 punti in marzo (7,7 punti in febbraio), quando si era attestato sui minimi dai -73,0 punti del febbraio 2015, dopo che la Schweizerische Nationalbank (Snb, l'istituto centrale svizzero) aveva deciso di slegare la valuta elvetica dall'euro.

Negli Stati Uniti, la Federal Reserve ha annunciato di aver lasciato i tassi sui fed funds Usa invariati nel range compreso tra lo zero e lo 0,25%, promettendo di non alzarli almeno fino a quando le condizioni dell'economia americana non miglioreranno. Jerome Powell ha poi confermato, parlando delle misure senza precedenti che sono state adottate per sostenere l'economia (tra cui un QE illimitato, iniezioni di liquidità straordinarie sul mercato e provvedimenti per mettere in sicurezza famiglie e imprese): "Non avremo alcuna fretta di ritiare queste misure. Aspetteremo fino a quando non saremo sicuri che l'economia sia sulla strada della ripresa".

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.0860$, in diminuzione dello 0.13% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.0838$ seguito da 1.0816$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,0884$ seguito da 1,0908$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'USD è diminuito del 3,23% rispetto allo JPY, chiudendo a 106,59 dollari. Sul fronte dei dati macro, secondo quanto comunicato su base preliminare dal ministero nipponico di Economia, Commercio e industria, in marzo la produzione industriale è crollata in Giappone del 5,2% annuo, in lieve miglioramento rispetto alla contrazione del 5,7% della lettura finale di febbraio (2,4% il declino di gennaio) e sopra alla flessione del 6,1% attesa dagli economisti. Su base mensile, rettificata stagionalmente, la produzione industriale è invece scesa del 3,7% dopo il calo dello 0,3% di febbraio (1,9% il rialzo di gennaio) e contro il crollo del 5,2% del consensus.

Le vendite al dettaglio sono crollate in Giappone del 4,6% annuo, contro il progresso dell'1,6% di febbraio (0,4% il declino di gennaio) e la flessione del 4,7% del consensus. Su base mensile rettificata stagionalmente le vendite retail hanno invece registrato una contrazione del 4,5% dopo il rialzo dello 0,5% di febbraio (1,5% l'incremento di gennaio), in linea con le attese degli economisti.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/JPY è stata quotata di 106,69$, in aumento dello 0,09% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 106.41$ seguito da 106.12$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 106,93$, seguito da 107,16$.
 
Nelle ultime 24 ore, il greggio è aumentato del 2,02% chiudendo a 19,74 dollari al barile di venerdì. Nella giornata di oggi, il greggio Wti del Texas ha lasciato sul terreno il 7% a 18,3 dollari, annullando i rialzi degli ultimi tre giorni guidati da alcuni segni di un ritorno dei consumi e dai tagli alla produzione. Il pessimismo riguardo l'eccesso di offerta e di scorte, in un mondo paralizzato dal coronavirus torna così a prevalere. Male anche il Brent (-2,3% a 25,81). Sulle quotazioni potrebbero pesare i nuovi attriti tra Stati Uniti e Cina dopo le ultime accuse a Beijing di avere nascosto i dati del contagio da Covid-19 nella prima fase per fare scorta di dispositivi medici. Il confronto, temono diversi operatori, potrebbe anticipare un ritorno alle tensioni commerciali. Da notare che Goldman Sachs ha ipotizzato un recupero delle quotazioni del petrolio il prossimo anno grazie al mix di una minore attività produttiva e di nuovi tagli dall'Opec.

In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 17.60$ seguito da 16,67$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 19,93$, seguito da 21,33$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'EUR è aumentato dello 0,30% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,1097 dollari di venerdì. L'attività manifatturiera nella zona euro è crollata il mese scorso dopo le limitazioni imposte dai governi per fermare la diffusione del nuovo coronavirus che hanno costretto le fabbriche a chiudere e i consumatori a rimanere in casa. Il coronavirus ha infettato oltre 3,5 milioni di persone in tutto il mondo e ne ha uccise circa 247.000. Con i cittadini costretti a rimanere in casa l'attività economica è precipitata e le catene di approvvigionamento sono state interrotte. L'indice finale manifatturiero Pmi per la zona euro, elaborato sulla base di interviste ai direttori acquisti a cura di Ihs Markit, è sceso a 33,4 dai 44,5 di marzo, la lettura più bassa dall'inizio della raccolta dati nel 1997. Il dato di aprile si attesta al di sotto della precedente lettura flash di 33,6 ed è significativamente inferiore alla soglia di 50 punti che separa la crescita dalla contrazione.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.0944$, in diminuzione dello 0.32% rispetto alla chiusura di venerdì. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.0915$ seguito da 1.0887$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1.0995$ seguito da 1,1047$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'USD è diminuito del 2,98% rispetto allo JPY, chiudendo a 106,87 dollari di venerdì. Sul fronte dei dati macro, secondo i dati diffusi dal ministero nipponico di Affari Interni e Comunicazione, l'inflazione nella regione di Tokyo ha registrato in aprile un declino allo 0,2% annuo dallo 0,4% di marzo e febbraio (0,6% in gennaio), contro lo 0,3% atteso dagli economisti. L'indice core dei prezzi al consumo è invece sceso lo scorso mese dello 0,1% annuo, contro il progresso dello 0,4% di marzo (0,5% in febbraio) e l'incremento dello 0,1% del consensus. Su base mensile, rettificata stagionalmente, i prezzi al consumo sono rimasti invariati (0,1% il rialzo di marzo), contro la flessione dello 0,3% del dato core (invariata la lettura precedente).

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/JPY è stata quotata di 106,71$, in diminuzione dello 0,15% rispetto alla chiusura di venerdì. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 106.48$ seguito da 106.26$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 107,06$ seguito da 107,42$.
 
Nelle ultime 24 ore, il greggio è cresciuto del 16,11% chiudendo a 21,33 dollari al barile. Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 21,84$, in aumento del 2,39% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 19.24$ seguito da 16.64$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 23,25$ seguito da 24,66$.

Nello stesso tempo, l'XAU/USD è cresciuto dello 0,15% chiudendo a 1710,30 dollari l'oncia. Nella sessione asiatica, la quotazione dell'oro è stata di 1703,00$, in diminuzione dello 0,43% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di discesa, la quotazione dell'oro potrebbe trovare un supporto a 1694,87$ seguito da 1686,73$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1718,57$ seguito da 1734,13$.

Contemporaneamente, l'XAG/USD è diminuito dello 0,77% chiudendo a 14,87 dollari l'oncia. Nella sessione asiatica, la quotazione dell'argento è stata di 14,84$, in diminuzione dello 0,24% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di discesa, la quotazione dell'argento potrebbe trovare un supporto a 14.66$ seguito da 14.49$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 15.11$ seguito da 15,38$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'EUR è diminuito dello 0,41% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,0905 dollari. Sul fronte dei dati macro, il Ministero dell'Occupazione in Spagna ha reso noto che nel mese di aprile il numero dei disoccupati e' aumentato di 282.891 unità, rispetto al mese precedente. In totale la disoccupazione ufficiale e' pari a 3,831 milioni di persone, in crescita a causa dell'impatto di Covid-19. Tracollo nel secondo trimestre 2020 per la fiducia dei consumatori elvetici. Secondo quanto comunicato dalla Segreteria di Stato dell'economia (Seco) di Berna, il Consumer Climate Index (indice che misura la fiducia dei consumatori in relazione all'attività economica) ha infatti registrato in Svizzera un crollo a -39,3 punti dai -9,4 punti dei primi tre mesi dell'anno (-10,3 punti nel quarto trimestre 2019). Il dato è stato rivisto marginalmente al rialzo dai -40,0 punti della lettura preliminare diffusa in aprile, ma si attesta comunque sui minimi dai primi Anni 90 del secolo scorso.

Sul fronte macroeconomico USA, l'Institute for Supply Management di New York ha reso noto che nel mese di aprile l'Indice ISM New York è crollato al 4,3% da 12,9% di marzo, attestandosi a 826,5 punti, in calo da 849,3 punti della rilevazione precedente. Il Dipartimento del Commercio ha annunciato che nel mese di marzo gli ordini industriali sono crollati del 10,3% dal -0,1% registrato a febbraio. Gli economisti avevano stimato una flessione del 9,2% su base mensile. Gli ordinativi alle fabbriche escluso il settore dei trasporti sono diminuiti dello 3,7% a marzo dal -1,1% di febbraio.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.0909$, in leggero aumento rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.0886$ seguito da 1.0863$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,0942$ seguito da 1,0975$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'AUD è diminuito del 6,89% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 0,6428 dollari. Sul fronte dei dati macro, la Reserve Bank of Australia (Rba) ha lasciato ancora invariati i tassi d'interesse sui minimi storici dello 0,25% dopo averli ridotti di 25 punti base in due occasioni in marzo (il precedente invervento al ribasso, sempre di 25 punti base, risaliva allo scorso ottobre). Confermato anche il piano di stimolo (che comprende l'acquisto di asset e una struttura di finanziamento triennale a vantaggio di piccole e medie imprese) annunciato in occasione del meeting d'emergenza dello scorso 19 marzo. Il governatore Philip Lowe ha spiegato che l'Australia sta attraversando un "periodo molto difficile", ma ha osservato che i mercati finanziari globali stanno funzionando in modo più efficiente di quanto facessero all'apice della crisi. Lowe ha però anche avvertito che nello scenario di base della Rba la disoccupazione dovrebbe comunque raggiungere il 10% (e la produttività potrebbe calare di un pari ammontare). "Vi è una notevole incertezza sull'outlook", ha concluso.

Il Purchasing Manufacturers' Index (Pmi) dei servizi dell'Australia, stilato da Markit in collaborazione con Commonwealth Bank of Australia (Cba), è crollato in aprile a 19,5 punti dai 38,5 di marzo (49,0 punti in febbraio), restando per il terzo mese consecutivo sotto la soglia di 50 punti che separa espansione da contrazione. Il dato è stato rivisto al ribasso dai 19,6 punti della lettura preliminare e si attesta sui minimi dei quattro anni da quando viene elaborata la statistica. Il Pmi Composite è invece sceso nel mese in chiusura a 21,7 punti dai 39,4 punti di marzo (49,0 punti in febbraio) e contro i 22,4 punti del dato flash comunicato lo scorso mese.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute AUD/USD è stata quotata di 0,6446$, in aumento dello 0,28% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 0.6397$ seguito da 0.6349$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 0,6474$ seguito da 0,6503$.
 
Nelle ultime 24 ore, il greggio è sceso del 6,05% chiudendo a 23,77 dollari al barile. Sul fronte dei dati macro, EIA (Energy Information Administration) ha comunicato che negli USA alla fine della scorsa settimana le scorte di petrolio hanno fatto segnare un incremento di +4,950 milioni di barili, a fronte di un aumento di 7,759 milioni atteso dagli analisti (settimana precedente: +8,991 milioni). Inoltre, Arabia Saudita, Russia e Stati Uniti, i tre colossi mondiali del petrolio hanno iniziato a ridurre la produzione. E per la prima volta non solo lo stanno facendo insieme, ma i tagli sono importanti e appaiono distribuiti in modo equo: una novità assoluta, frutto della crisi senza precedenti del settore dell’Oil & Gas più che di scelte politiche, ma che traduce in realtà il patto di collaborazione stretto un mese fa nell’ambito del G20, con risultati che appaiono già visibili anche sui prezzi. Il Brent ha raddoppiato di valore in una settimana, anche se mercoledì 6 ha interrotto il rally per ripiegare a 29 dollari al barile.

Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 24,18$, in aumento dell'1,72% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 22.65$ seguito da 21.11$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 25,65$ seguito da 27,11$.
 
Nelle ultime 24 ore, l'EUR è diminuito dello 0,39% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,0796 dollari. Sul fronte dei dati macro, la produzione industriale della prima economia dell'Eurozona (Germania) è collassata a marzo segnando un -9,2% rispetto al mese prima, facendo peggio delle attese ferme a un -7,5%. Si tratta della maggiore contrazione mai registrata da quando la rilevazione statistica è iniziata nel gennaio del 1991. Su base annua, quindi rispetto al marzo 2019, la flessione è stata dell'11,6%.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.0800$, in leggero aumento rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.0774$ seguito da 1.0748$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,0834$ seguito da 1,0868$.

Nelle ultime 24 ore, la GBP è diminuito del 5,36% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,2330 dollari. Sul fronte dei dati macro, le nuove stime della BoE vedono l'economia britannica ridursi del 30% nella prima metà dell'anno a causa della pandemia di coronavirus e il saldo dell'intero 2020 potrebbe essere di -14%, con un successivo rimbalzo del 15% nel 2021. La Bank of England ha precisato che l'entità del calo di quest'anno dipende da quanto tempo rimarranno in vigore le attuali restrizioni. Ieri la Commissione Europea ha diffuso le nuove stime di crescita per l'Europa indicando per l'Italia un -9,5% del PIL nel 2020. Stamattina la stessa Bank of England ha lasciato i tassi di interesse UK invariati allo 0,1%, dicendosi pronta tuttavia a intervenire in qualsiasi momento, nel caso in cui la crisi economica provocata dal coronavirus dovesse peggiorare. Due dei nove membri del board hanno votato per aumentare il programma di stimolo della banca di altri 100 miliardi di sterline (124$ miliardi).

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute GBP/USD è stata quotata di 1.2327$, in leggera diminuzione rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.2275$ seguito da 1.2224$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,2414$, seguito da 1,2502$.
 

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