Anche ieri abbiamo assistito sui mercati azionari al medesimo copione degli ultimi tempi. Il principale indice USA SP500 resta ingessato in una stretta congestione laterale, che dura ormai da un mese ed ha ridotto la volatilità storica ai minimi termini. La causa va cercata nella stagione delle trimestrali che mostra più società del solito che non riescono a battere le stime degli analisti. Ieri è stata IBM a deludere non poco. Le borse europee restano volonterose nella loro arrampicata rialzista, dato che molti guru ritengono sottovalutate le azioni europee rispetto a quelle USA, ma vengono frenate dall'incertezza americana. Quelle asiatiche sono piuttosto mosce ed incerte sulle prospettive di crescita cinese sempre meno solida. Nella notte dalla Cina è arrivato un dato bruttino, riferito all'indice PMI Manifatturiero calcolato da HSBC, che ha fotografato in gennaio un inatteso pessimismo, dato che, contrariamente alle attese di valori in aumento, è stato sfondato al ribasso il valore 50, che fa da discriminante tra le attese di ripresa e quelle di recessione. Il risultato di tutte queste incertezze è la contrazione generale della volatilità degli indici principali. Uno schiacciamento piuttosto evidente su SP500, ma anche presente su quelli europei, sebbene meno pronunciato. Normalmente una contrazione forte della volatilità non può durare molto. L'equilibrio assoluto tra compratori e venditori è un'eccezione, non la regola. Pertanto cominciamo a prepararci ad un movimento fortemente direzionale quando una delle due squadre vincerà il braccio di ferro e l'altra cederà di schianto. Non so quando succederà, ma credo che allora il movimento tendenziale sarà piuttosto chiaro e pronunciato. Sarà perciò necessario seguirlo. Un problema non secondario è che non si sa da che parte il movimento si esprimerà. Il buon senso, applicato ai mercati, farebbe pensare più probabile un movimento ribassista, dopo che l'indice USA, che è quello che comanda anche i movimenti degli altri, è salito incessantemente e senza una correzione significativa per oltre un anno, da novembre 2012. Inoltre, sia su SP500 che sugli indici europei, si vedono assai bene divergenze ribassiste sui principali oscillatori. Tuttavia occorre far molta attenzione. In un mercato drogato dagli eccessi di liquidità e dall'ansia di banchieri e gestori di guadagnare sempre di più, non ci sarebbe da stupirsi più di tanto se la bolla potesse gonfiarsi ancora un po', con un ulteriore impulso rialzista, prima di scoppiare. Perciò se un'uscita ribassista dalla congestione in atto non dovrebbe essere sottovalutata e richiederebbe un significativo smobilizzo di posizioni gestite in ottica di breve termine, altrettanta attenzione dovrebbe essere prestata in caso di superamento dei massimi di San Silvestro, perché il movimento potrebbe arrivare anche spingersi rapidamente verso quota 1.900 punti. Come sempre sarà il mercato a decidere quel che gli garba maggiormente. Noi è bene che ci limitiamo ad ascoltarlo, cercando di evitare il tifo per comprendere meglio le sue intenzioni. Autore:
Borsaprof Gerbino
a Gerbi', si vede che passi a leggere quello che si scrive qui..poi copi...ma mi faccia il piacere