giuseppe.d'orta
Forumer storico
Tutto fila liscio...fino a quando non salta in aria. Notare come la gestione abusiva venga considerata un qualcosa di normalissimo e non un reato come in effetti è.
Poi si può discutere dell'opportunità di liberalizzare l'attività di gestione, del fatto che in altri paesi esistano strumenti per farsi gestire direttamente il conto da qualcuno che non sia un istituzionale e che quindi si interessi sul serio del tuo danaro, ma adesso è reato e non c'è molto da discutere.
Giovedì, 16 Febbraio 2006
Rovigo
Gestiva grosse somme di denaro di amici e ...
Rovigo
Gestiva grosse somme di denaro di amici e conoscenti investendole in operazioni di borsa. La Consob e la Procura di Milano hanno bloccato i conti correnti di Matteo Veronese , 37enne residente a Canaro, a una ventina di chilometri da Rovigo, avviando un'inchiesta per esercizio abusivo di attività finanziarie. «Nessuna truffa né appropriazione indebita. Ammetto l'esercizio abusivo della professione di investimento ma si tratta di attività che ho sempre svolto con il consenso dei clienti». Così si difende Veronese , accusato di aver gestito attraverso cospicui investimenti sui mercati finanziari, svariati milioni di euro provenienti da circa 150 clienti, in gran parte polesani ma anche di altre zone del Nordest e del Centro Italia. L'indagine, coordinata dal magistrato milanese Carlo Nocerino, è scattata lo scorso giugno quando la Consob, nel corso di una verifica sul sito internet Net Profit.it, ha spedito al Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza di Milano a indagare sulle attività di Veronese . «Avevo costituito la Net Profit per l'organizzazione di corsi relativi ad attività finanziaria, non per investire in borsa. Sul mercato borsistico operavo come privato e attraverso delle scritture private ho iniziato a gestire e investire somme di denaro di amici, conoscenti e altre persone». Nel giro di qualche anno Veronese è diventato il punto di riferimento di oltre 100 clienti disposti ad impiegare dai 15mila euro in su per investimenti a rischio. «Però non ero io che mi proponevo, ma i clienti che mi cercavano, venuti a conoscenza di questa mia attività tramite conoscenze e passaparola. A tutti spiegavo che la gestione avveniva attraverso i miei conti correnti personali». Veronese quindi, per aggirare la normativa italiana che vieta la gestione di investimenti da parte di privati, faceva transitare tutte le operazioni sul proprio conto. «A tutti - precisa - garantivo una rendita mensile. Alla base c'era un rapporto fiduciario. Il cliente poteva rientrare in possesso del capitale investito in qualsiasi momento e nel caso di perdita di oltre il deici per cento mi impegnavo ad informarlo subito». Un meccanismo che ha funzionato per anni, poi è arrivata l'ispezione; «ma per altri motivi - puntualizza Veronese - sono stato io a consegnare le 150 cartelle agli agenti che hanno avvisato la Procura di Milano, cosa che ha portato al sequestro di tutti i miei conti correnti, bloccando di fatto anche i capitali dei clienti». In tutto una ventina di milioni di euro. A questo punto, nonostante le rassicurazioni di Veronese , gli investitori hanno cominciato a temere per i propri soldi e si sono rivolti agli avvocati per rientrare in possesso del denaro. «Ho ricevuto un avviso di garanzia per la professione abusiva e non per altri reati - continua - i soldi ci sono ma sono bloccati». Dalla Consob confermano che la violazione in essere è quella che configura l'abusivismo "di chi svolge servizi di investimento o di gestione collettiva del risparmio".E mentre Nocerino si limita a dire che «le indagini sono ancora in corso», uno degli avvocati dei clienti, Enrico Santin, dichiara che «ci potrebbero essere degli sviluppi. Occorre capire come Veronese riusciva ad avere la fiducia dei clienti e se è ancora in grado di restituire le somme». Nell'inchiesta sono finiti anche alcuni istituti di credito sui quali si appoggiava Veronese per i suoi conti. L'ipotesi degli avvocati è che per le banche possa profilarsi una sorta di responsabilità oggettiva per non aver controllato le movimentazioni finanziarie. Veronese , la cui attività non è collegata a quella della moglie, assessore comunale a Canaro e commercialista, replica affermando che «tutto era trasparente, nessun cliente ha mai avuto modo di lamentarsi delle mie operazioni. Li ho sempre tenuti al corrente di tutto».
Alberto Garbellini
http://www.gazzettino.it/Visualizza...=2006-02-16&Pagina=5&Hilights=matteo+veronese
Poi si può discutere dell'opportunità di liberalizzare l'attività di gestione, del fatto che in altri paesi esistano strumenti per farsi gestire direttamente il conto da qualcuno che non sia un istituzionale e che quindi si interessi sul serio del tuo danaro, ma adesso è reato e non c'è molto da discutere.
Giovedì, 16 Febbraio 2006
Rovigo
Gestiva grosse somme di denaro di amici e ...
Rovigo
Gestiva grosse somme di denaro di amici e conoscenti investendole in operazioni di borsa. La Consob e la Procura di Milano hanno bloccato i conti correnti di Matteo Veronese , 37enne residente a Canaro, a una ventina di chilometri da Rovigo, avviando un'inchiesta per esercizio abusivo di attività finanziarie. «Nessuna truffa né appropriazione indebita. Ammetto l'esercizio abusivo della professione di investimento ma si tratta di attività che ho sempre svolto con il consenso dei clienti». Così si difende Veronese , accusato di aver gestito attraverso cospicui investimenti sui mercati finanziari, svariati milioni di euro provenienti da circa 150 clienti, in gran parte polesani ma anche di altre zone del Nordest e del Centro Italia. L'indagine, coordinata dal magistrato milanese Carlo Nocerino, è scattata lo scorso giugno quando la Consob, nel corso di una verifica sul sito internet Net Profit.it, ha spedito al Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza di Milano a indagare sulle attività di Veronese . «Avevo costituito la Net Profit per l'organizzazione di corsi relativi ad attività finanziaria, non per investire in borsa. Sul mercato borsistico operavo come privato e attraverso delle scritture private ho iniziato a gestire e investire somme di denaro di amici, conoscenti e altre persone». Nel giro di qualche anno Veronese è diventato il punto di riferimento di oltre 100 clienti disposti ad impiegare dai 15mila euro in su per investimenti a rischio. «Però non ero io che mi proponevo, ma i clienti che mi cercavano, venuti a conoscenza di questa mia attività tramite conoscenze e passaparola. A tutti spiegavo che la gestione avveniva attraverso i miei conti correnti personali». Veronese quindi, per aggirare la normativa italiana che vieta la gestione di investimenti da parte di privati, faceva transitare tutte le operazioni sul proprio conto. «A tutti - precisa - garantivo una rendita mensile. Alla base c'era un rapporto fiduciario. Il cliente poteva rientrare in possesso del capitale investito in qualsiasi momento e nel caso di perdita di oltre il deici per cento mi impegnavo ad informarlo subito». Un meccanismo che ha funzionato per anni, poi è arrivata l'ispezione; «ma per altri motivi - puntualizza Veronese - sono stato io a consegnare le 150 cartelle agli agenti che hanno avvisato la Procura di Milano, cosa che ha portato al sequestro di tutti i miei conti correnti, bloccando di fatto anche i capitali dei clienti». In tutto una ventina di milioni di euro. A questo punto, nonostante le rassicurazioni di Veronese , gli investitori hanno cominciato a temere per i propri soldi e si sono rivolti agli avvocati per rientrare in possesso del denaro. «Ho ricevuto un avviso di garanzia per la professione abusiva e non per altri reati - continua - i soldi ci sono ma sono bloccati». Dalla Consob confermano che la violazione in essere è quella che configura l'abusivismo "di chi svolge servizi di investimento o di gestione collettiva del risparmio".E mentre Nocerino si limita a dire che «le indagini sono ancora in corso», uno degli avvocati dei clienti, Enrico Santin, dichiara che «ci potrebbero essere degli sviluppi. Occorre capire come Veronese riusciva ad avere la fiducia dei clienti e se è ancora in grado di restituire le somme». Nell'inchiesta sono finiti anche alcuni istituti di credito sui quali si appoggiava Veronese per i suoi conti. L'ipotesi degli avvocati è che per le banche possa profilarsi una sorta di responsabilità oggettiva per non aver controllato le movimentazioni finanziarie. Veronese , la cui attività non è collegata a quella della moglie, assessore comunale a Canaro e commercialista, replica affermando che «tutto era trasparente, nessun cliente ha mai avuto modo di lamentarsi delle mie operazioni. Li ho sempre tenuti al corrente di tutto».
Alberto Garbellini
http://www.gazzettino.it/Visualizza...=2006-02-16&Pagina=5&Hilights=matteo+veronese