"ANDRA' TUTTO BENE" E' GIA' STATO DETTO?

La vicenda ha ancora i contorni del giallo.

Denis Kireyev, uno dei negoziatori ucraini presenti a Gomel il 28 febbraio al primo round di colloqui tra Russia e Ucraina,
sarebbe stato ucciso dagli 007 di Kiev perché considerato una “spia” dei russi.

Nella foto che ritrae le due nazioni al tavolo, Kireyev sarebbe quello in fondo, l’unico in giacca e cravatta della delegazione ucraina.

Stando ai media ucraini, che per primi hanno diffuso la notizia,
la presunta spia sarebbe stata uccisa “con un colpo alla testa” durante le operazioni di arresto.

Faceva il doppiogiochista?

Voleva la sconfitta dell’Ucraina invece della sua vittoria?

In serata, dopo un’intera giornata a rincorrere informazioni,
un tweet del comando delle forze armate ucraina ribalta la storia:

conferma il decesso di Kireyey, ma lo presenta come una spia al servizio di Zelensky:

il suo sacrificio “avvicinerà l’Ucraina alla vittoria”, dice Kiev, che lo considera dunque un martire
e non un traditore al pari di altri due colleghi dell’intelligence morti sul campo.

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Sul fronte russo, invece, il presidente della Commissione esteri della Duma russa, Leonid Slutsky,
spiega che ancora “non ci sono chiare informazioni” sul fatto che Kireyey “sia stato effettivamente ucciso”.

Sarebbe stato ucciso dagli 007 di Kiev perché considerato una “spia” dei russi ?

O forse no ?

Magari non è morto.

E magari era un agente ucraino caduto mentre svolgeva compiti speciali per Kiev.


Che fine ha fatto, dunque, Kireyev?

Difficile dirlo.

In guerra è sempre complicato distinguere il vero dal falso,

figuriamoci al tempo della diffusione in tempo reale delle notizie.



Fatto sta che il mondo intero ormai si interroga sulla fine di questo ex banchiere,
diventato prima infame traditore accoppato con un colpo alla testa
e poi improvvisamente eroe, caduto per la patria.


Ad alimentare i sospetti c’è anche la sua storia personale.

Banchiere internazionale, è considerato vicino a Andriy Petrovych Klyuyev, oligarca ucraino,

imprenditore delle centrali fotovoltaiche, che negli anni dei governi filorussi a Kiev

è sempre stato vicino ai palazzi del potere e braccio destro di Victor Yanukovich.



Lo stesso Klyuyev, stando a quanto riporta l’Ansa, avrebbe subito sanzioni sia dalla Svizzera che da Ue, Canada e Stati Uniti.


Perché allora Kireyev, così vicino a un filorusso, sarebbe stato portato al tavolo negoziale dagli ucraini?

Ed era una spia o un eroe?

È morto o ancora vivo?
 
Proprio come per il Covid,
anche per la guerra in Ucraina l’informazione italiana viaggia a senso unico.

C’è una sola narrazione in campo
e quella deve essere rispettata e ripetuta come un mantra.

Per fortuna però c’è chi viaggia in direzione ostinata e contraria.

Sia i parlamentari che hanno votato contro la fornitura di armi all’Ucraina,

sia alcuni prestigiosi giornalisti ed esperti di geopolitica, come Lucio Caracciolo,

storico direttore della rivista geopolitica Limes e della relativa scuola politica.


E Caracciolo lancia un pesante attacco proprio all’Unione Europea e alla sua sgangherata strategia.

Nel salotto di “Otto e mezzo“, talk show condotto da Lilli Gruber su La7, Caracciolo afferma:

“Ammettiamo che da una parte ci sia il bene e dall’altra il male,

vogliamo salvare questo bene,

stiamo facendo quello che serve per salvare il bene?

A me non pare”.


“Abbiamo dichiarato e ripetuto più volte che non vogliamo fare guerra alla Russia.

Abbiamo dichiarato più volte che non vogliamo nemmeno che l’Ucraina entri nell’Unione Europea,
una cosa quasi banale dal punto di vista dei rapporti di forza, anche se è abbastanza ininfluente.

Continuiamo ad armare gli ucraini dicendogli ‘combattete, combattete, combattere per noi’.

Ci giochiamo la vita dell’Ucraina stando a guardare questo spettacolo?

Non mi pare una politica.

Mi pare che sia più che giusto che si prenda in mano questa partita che può finire molto male e la fermi o provi a fermarla”.


“Le dichiarazioni del fronte occidentale significano una sola cosa, i russi hanno detto che non si fermano.

Possono succedere cose per accidente, per caso, oppure non per caso."
 
Ma ragazzi, potevamo dimerticarcelo ?
E la racconta ancora che sembra vera.
Il virus è simil-influenzale. Ad Ottobre riparte con la nuova variante.
E' certo. Come è certa l'influenza che però ora è scomparsa dai radar.
Chissà come mai.........

Walter Ricciardi torna alla carica: non abbassare la guardia sul fronte del Covid
"anche se la guerra in Ucraina sembra aver tolto il virus dal nostro radar".

Non possiamo pensare di allentare la presa,
ribadisce il docente di igiene e consigliere del ministro della Salutre, Roberto Speranza:
"Il vero obiettivo è impedire al virus di ripartire in ottobre" dice in una intervista al Messaggero.


Per Ricciardi "la curva dei contagi cala un po' meno velocemente di quanto ci aspettavamo"
ed "i contagi sono ancora moltissimi e abbiamo 200 morti al giorno".

"Lo scenario si complica con la guerra in Ucraina e l'arrivo di rifugiati poco vaccinati e senza protezioni.
Problema che si aggiunge a quello dell'Africa dove "solo il 5% delle persone è vaccinato.
Dunque ci sono le premesse per una ripresa della pandemia e per l'arrivo di nuove varianti".

Il consulente di Speranza afferma che abbiamo sottovalutato il Covid per due estati
de ora non dobbiamo fare lo stesso errore, quindi avanti con "mascherine e i vaccini",
ma anche vaccinare "l'Africa e quei Paesi dell'Asia che sono indietro".


Sull'abolizione del green pass già dal 31 marzo Ricciardi:

"Mi sentirei più tranquillo se i politici studiassero il caso inglese.
Capisco che sia popolare eliminare le restrizioni,
ma sarebbe assurdo tornare a inseguire il virus con nuove restrizioni in autunno (...).
Mantenere il Green pass all'aperto non ha più molto senso ma al chiuso è bene restare vigili.
Non solo per il Certificato ma anche per le mascherine".
 
Questi guardano "avanti"......ahahahahahah

Gli Usa e i loro alleati hanno avviato discussioni su come garantire la
«linea di successione» in Ucraina, in caso il presidente, Volodymyr Zelensky, venisse catturato.
Lo scrive il New York Times, citando «funzionari di più governi».

La preoccupazione principale è assicurarsi il permanere, in qualche forma,
di un governo ucraino indipendente anche se la Russia trovasse il modo d’installare un leader fantoccio a Kiev.
 
La guerra vera ancora non è iniziata.

Il generale Fabio Mini invita a distinguere

"ciò che accade nell'Ucraina dell'est da quello che accade a Kiev".


Attorno alla capitale
"non è cambiato niente da giorni"

con i russi che
"semplicemente non si sono mossi; il gigantesco convoglio avvistato giorni fa è ancora lì che attende"

spiega il militare già comandante della missione KFOR in Kosovo dal 2002 al 2003 al Fatto quotidiano.

La colonna lunga 60 chilometri ancora non ha fatto il suo ingresso nel Paese:

"Il suo senso è, finora, quello di fare pressione sull'avversario,
ponendosi sulla linea di avvicinamento, aspettando che accada qualcosa che permetta il passo successivo".

Intanto dentro i mezzi corazzati
"non si sta troppo male, non si consuma benzina, se c'è la vodka poi".
 

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