Arrestato Provenzano

Tratto da : http://www.antimafiaduemila.com/

CINQUE ANNI DI ANITI ANTIMAFIA

Inviato da : redazione Sabato, 11 Febbraio 2006 - 18:00


La relazione di minoranza in Commissione denuncia gravi omissioni e un colpevole negazionismo storico sui rapporti mafia e politica. Lumia:"Diamoci un codice etico"
di Anna Petrozzi




Una contro-relazione durissima, senza sconti e senza mezzi termini. Con circa quattrocento pagine i consiglieri di minoranza della Commissione Parlamentare Antimafia hanno risposto alle milleseicento presentate dalla maggioranza e che il Presidente Centaro aveva cercato di far approvare in fretta e furia prima di Natale. Un documento giudicato inaccettabile non solo dall’opposizione.
A far sentire forte il suo sdegno era stata infatti anche la deputata di An Angela Napoli: «Vi chiedo: ma l’avete letta prima di presentarla questa bozza? State scherzando? Signor Presidente – si è rivolta a Centaro – io non posso stare più qui, in Commissione Nazionale Antimafia, me ne devo andare. Mi dispiace di dover concludere così un’attività nella quale ho creduto e continuo a credere. Proseguirò sino alla conclusione della legislatura, ma non mi chiedete di votare questa relazione, perché essa fa male non solo a me, ma, e soprattutto ai calabresi onesti». Il maggior disappunto proveniva dalla immediata constatazione che lo spazio dedicato alla ‘ndrangheta, definita in appendice come la minaccia più radicata e pericolosa, era di nemmeno cento pagine; nulla in confronto a quelle dedicate al caso Andreotti cui ne sono state riservate ben 400, nonostante non vi sia stata alcuna attività della Commissione in merito.
La rivolta dei 22 parlamentari di centrosinistra tra cui Giuseppe Lumia e Massimo Brutti (Ds), Giovanni Russo Spena (Prc), Nando dalla Chiesa e Giannicola Sinisi (Margherita), Lorenzo Diana (Ds), Enzo Ceremigna (Rosa nel pugno) che per protesta avevano abbandonato l’aula e inviato ai presidenti di Camera e Senato una lettera in cui denunciavano gravi irregolarità ha ottenuto di far slittare la data del voto per la metà di gennaio. Poco tempo, ma sufficiente per poter leggere in profondità la relazione e per preparare la replica.
Un atto d’accusa che parte dal significato stesso di Commissione Parlamentare Antimafia la cui funzione super partes dovrebbe garantire il massimo impegno degli schieramenti per andare oltre le divergenze partitiche e trovare punti in comune per fornire un contributo concreto all’azione di contrasto alla criminalità organizzata. Al contrario, secondo i consiglieri di minoranza, questa Commissione per la prima volta, a causa della completa indisponibilità al dialogo, non è stata in grado di produrre proposte legislative, analisi o materiali di riflessione da consegnare al Paese e agli addetti ai lavori: forze dell’ordine, studiosi, esperti. Negando in questo modo anche spunti per il dibattito pubblico. Una scelta di basso profilo che asseconda senza dubbio la strategia delle mafie che non chiedono niente di meglio del silenzio per poter proliferare con i loro affari e che sposa appieno l’atteggiamento generale del governo Berlusconi in materia di lotta alla mafia.

continua .... ANTIMAFIADuemila anno VI
numero 1 2006 n.47
in edicola dal 16 febbraio 2006


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Tratto dal sito : http://www.comedonchisciotte.org/site/index.php

INTRALCIO ALLA DEMOCRAZIA IN ITALIA:UN CASO EMBLEMATICO DI CONTROLLO DI PENSIERO
Postato il Sunday, 09 April @ 10:05:00 CEST di truman

Italia

Noam Chomsky dice a Domenico Pacitti che le accuse criminali contro Silvio Berlusconi sono ordinaria amministrazione per gli standards americani e spiega come l'Italia è stata il principale obiettivo degli sforzi statunitensi per sabotarvi la democrazia a partire dalla seconda guerra mondiale. Le proteste internazionali sono il modo migliore per affrontarli, dice Chomsky.

DI DOMENICO PACITTI

P.- Il miliardario Silvio Berlusconi, magnate del'informazione, è stato eletto recentemente capo del governo dopo le elezioni politiche (Marzo 2001 nd.t.) nonostante un gran numero di gravi accuse per attività criminale ed un conflitto fra i suoi interessi economici e quelli politici. Potrebbe sembrare che gli elettori italiani siano meno interessati ad istanze di ordine morale e di più a quello che, essi pensano, possa fare per loro.

C.-Bene, perchè pensi che la situazione sia diversa dalla Gran Bretagna o dagli Stati Uniti?



P.- E' quello che speravo tu possa spiegare.

C.- Bene, la risposta è che non c'è differenza.

P.- Puoi argomentare sulla questione?

C.- (Negli Usa), abbiamo avuto un' elezione qualche mese fa. (La controversa elezione di G. Bush con gravi sospetti di brogli elettorali, soprattutto nella Florida dove governatore era suo fratello Jebb e giudice della commissione elettorale, l'attuale Segretario di Stato, C. Rice; N.d.t.) Ora io non so in Italia, ma qui, da noi, la popolazione è oggetto di sondaggi per gli scopi più diversi. Così si hanno un discreto numero di dati sulle preferenze della popolazione.
Ad Harvard, per esempio, c'è un progetto chiamato "The Vanishing Voter Project" che spero ti dica qualcosa. Riporta numerose analisi di mercato condotte tramite sondaggi per cercare di determinare perchè i votanti hanno perso interesse nelle elezioni nel corso degli ultimi vent'anni.
Una delle cose che essi misurano è il senso di impotenza, e cioè, che non si può fare niente che possa incidere sul processo politico. Il che (il senso di futilità) ha raggiunto un nuovo picco quest'anno, molto più alto che in qualsiasi altro periodo precedente. Immediatamente prima delle elezioni, circa il 75 per cento della popolazione sentiva che non ci sarebbero state affatto elezioni, che era solo un gioco giocato da ricchi contribuenti, capi di partito ed i mezzi d'informazione.
L'intera industria delle pubbliche relazioni, o della pubblicità, era occupata a formare candidati, allenandoli ad usare certi gesti e dire certe parole che l'industria della ricerca (di mercato) indicava potessero aumentare il numero di voti. Ma (in realtà) essi non intendevano dire quello che dicevano e tu non eri ritenuto in grado di capire quello che dicevano, il tutto era un nonsense, solo una sorta di gioco di pubbliche relazioni.

P. E tu pensi che quello che sta accadendo in Italia sia simile?

C- Per quello che posso dire è molto simile, ma io non conosco l'Italia così bene come gli Stati Uniti. Questa è una tendenza che fu sperimentata negli Stati Uniti ed in Gran Bretagna e risale ai primi anni del secolo. Era inevitabile che dovesse essere (diffondersi) in paesi più democratici.
C'è un rilevamento che risale agli anni 20 - penso che si sia diffuso, più tardi, in altri paesi - che la gente non si può più controllare con la forza. Gli stati stavano diventando più democratici.
La franchigia si stava estendendo. Il partito dei conservatori britannici ( tories) – ci sono (disponibili e consultabili) verbali delle loro riunioni interne, - si resero conto a partire dalla prima guerra mondiale che non c'era più modo di tenere il popolo, inteso nel senso più ampio del termine, lontano dal processo elettorale. Essi capirono che erano parte di un'unione (unità), che stava per esserci un allargamento della franchigia e, perciò, avrebbero dovuto riconvertirsi a quella che fu chiamata guerra politica.
Si chiamano pubbliche relazioni, ma (col termine) si intende propaganda, per cercare di controllare le scelte ed i pensieri della gente dirigendoli verso altri interessi tenendoli lontani dall'arena politica dal momento che non è più possibile controllarli con la forza. La stessa cosa fu messa in opera negli Stati Uniti. Infatti, ci fu una enorme crescita dell'industria delle pubbliche relazioni proprio in questo periodo e per le stesse ragioni. Nelle società più avanzate e più democratiche, ci sono delle buone ragioni per credere che quando una società guadagna più libertà, la propaganda prende il posto della violenza come mezzo per controllare la gente.

P.- E’ agli atti che Berlusconi ha una lunga lista di incriminazione per reati penali. Ma, a causa della legge italiana in materia di prescrizione dei termini, di fatto, si è sottratto ad ognuna di queste sentenze. Un recente libro fornisce una lista di 14 capi di accusa contro di lui. Riporta che, nell'ultima decade, è stato condannato a pene detentive per 3 volte , per un totale di sei anni e cinque mesi per corruzione, finanziamento illegale e falsi in bilancio.

C- Per gli standards americani, siamo nell'ordinarietà.

P.- Nel 1990, Berlusconi, fu condannato per falsa testimonianza per aver negato la sua affiliazione alla loggia massonica P2, un'organizzazione anticomunista che utilizzava i servizi di intelligence per fini politici. La sua condanna fu una delle tante che, molto tempo dopo, fu annullata da un'amnistia generale.

C. -Esattamente; l'Italia, per quanto ne sappiamo, è stata il principale obiettivo degli sforzi USA di indebolire la democrazia fin dalla seconda guerra mondiale. C'era una grande paura che, negli anni 40 del secolo scorso, la sinistra in Italia avrebbe vinto un'elezione democratica. Nel 1948, in particolare, c'era una grande preoccupazione che la sinistra, che aveva molto prestigio- voglio dire, supportò la resistenza contro, il fascismo il che aveva un grande valore a quell'epoca, ed aveva promosso le organizzazioni sindacali - era sul punto di vincere le elezioni, e gli Stati Uniti avevano (approntato) piani. Non so se ne sei al corrente ma il National Security Council's first planning body, NSC1 [Vedi il primo si occupava di come indebolire la democrazia in Italia. Allora questo era considerato essere il problema in quel periodo. La conclusione fu che potevano indebolire la democrazia agendo sulla distribuzione di cibo - e non ho bisogno di ricordarti che la gente, a quel tempo, aveva fame.
Lasciando al suo posto la polizia fascista, cosa che fecero, ostacolando i sindacati e mettendo in atto una varietà di tecniche similari.
Ma, dopo, si concluse che se la pratica non avesse funzionato, gli Stati Uniti avrebbero fatto ricorso ad una mobilizzazione nazionale, avrebbero cominciato a promuovere attività paramilitari in Italia contro il governo. L'NSC (Consiglio Nazionale di Sicurezza) vinse, e la storia continuò fino agli anni 70 e, forse, in seguito.. Voglio dire che abbiamo notizie solo fino agli anni '70 perchè i documenti cui abbiamo accesso si fermano a quegli anni. Il che include il sostegno alla P2. Quindi lo sforzo di minare la democrazia italiana risale a molti anni fa. Rispetto a questo, Berlusconi non sta pianificando azioni militari per rovesciare il governo. Quello che sta succedendo non è "normale", ma rispetto ai tentativi di indebolire la democrazia non è una cosa gravissima.
E la stessa cosa vale qui. A Clinton non è successo di avere molti processi per corruzione. Ma dai uno sguardo alle inchieste che si registrano su di lui e dai uno sguardo anche a quelle di Reagan e prendi in esame alcuni personaggi dell'amministrazione Reagan (1981-1989).

P. C'è più che un sospetto, qui in Italia, che Berlusconi abbia ottenuto un forte supporto dalla mafia siciliana.

C.- Sì, ma da dove la mafia siciliana è uscita fuori? Non è sorta dal nulla. La mafia fu, come sai, distrutta da Mussolini. E come si è ricostituita? Fu ricostituita mentre le armate americane e britanniche avanzavano attraverso la Sicilia e, poi, l'Italia del Sud e la stessa cosa (avvenne) nella Francia meridionale e fu ricostituita come un'agenzia per minare la resistenza e sabotare la sinistra.

P.- Hai esaminato in dettaglio la questione italiana, dunque?

C- Non ho fatto una ricerca originale, ma l'ho presa in esame (incrociandola) con fonti diverse.
Così, per esempio, nel mio libro "Deterring Democracy" "Ostacolare la democrazia", uno dei capitoli [Il capitolo 11: La democrazia nelle società industriali] tratta del primigenio progetto degli USA e del Regno Unito dopo la seconda guerra mondiale, che era quello di minare la resistenza contro il fascismo e di restaurare il sistema tradizionale. Si parla dell'Italia, e ne parlo in un libro successivo con nuove rivelazioni. E c'è un ottimo libro che ho esaminato "World orders; Old and New; london 1997" Ordini mondiali; vecchio e Nuovo, Londra 1997. E' di uno storico italiano [Federico Romero, Gli Stati Uniti ed il Movimento delle Associazioni Sindacali Europee, 1944 195, North Caroline 1989, 1992] che, detto per inciso, pensa che fosse giusto che le Forze Alleate "avessero disarmato la resistenza e riportato all'ordine il suo Comitato di Liberazione Nazionale" sulla base del fatto che "i liberi movimenti sociali e politici hanno sempre ispirato diffidenza fra gli alleati" poichè essi erano "difficili da controllare". Romero descrive gli sforzi di britannici ed americani per indebolire i sindacati e la resistenza contro il fascismo nell'Italia del Nord. E ne dà un'interpretazione positiva, ma lo descrive in modo molto accurato.

P. E le basi per questo furono gettate immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, giusto?

C.- Sì, e non solo per l'Italia. Fu un fenomeno su scala mondiale, lo stesso che ebbe luogo in Giappone. Fu instaurato in Giappone, ed uno studio molto importante è stato pubblicato da poco. - vinse il premio Pulitzer [Hiro Hito e la formazione del Giappone moderno di Herbert Bix] - sul modo in cui gli USA rimisero sul trono l'imperatore Hiro Hito dopo la seconda guerra mondiale come parte dello sforzo di supportare il fascismo ed indebolire la sinistra. E' così dappertutto nel mondo.

P.-Quindi le forme italiane tradizionali di corruzione sono molto meno serie della varietà statunitense?

C.- Ti cito un altro esempio per convincerti. In Francia, in un paese vicino (all'Italia), anche lì, abbiamo avuto una fortissima resistenza antifascista e forti movimenti sindacali. Il Sud fu, da subito, colpito per indebolire i sindacati ed ostacolare la sinistra. Ed, a tal fine, essi ricostituirono la mafia corsicana e quella è l’origine del traffico di eroina nel mondo. Per ripagarli dei loro servigi, diedero loro il monopolio della produzione di eroina.
(In Italia) E' la stessa cosa della french connection, giusto? Ecco dove il problema postbellico della droga trova la sua origine. Queste sono cose importanti. Devi semplicemente dare uno sguardo al NSC1 che ho citato. NSC1, il primo memorandum del Consiglio di Sicurezza Nazionale, che è molto importante, richiede, come ho detto, se necessario, la coercizione. Gli USA avrebbero fatto appello ad una mobilizzazione nazionale, preparando contemporaneamente la guerra, e avrebbero supportato le attività paramilitari sul suolo italico.

P- Da quello che dici ne consegue che Berlusconi potrebbe essere stato spalleggiato dalla mafia; ed, andando a ritroso, dagli USA.

C.- Sì, furono gli USA che ricostituirono la mafia. E tu sai che Mussolini eliminò la mafia.

P.-Infatti. Quindi, in Italia, stiamo assistendo solo ad una parte della storia. A questo proposito, ti posso fare ancora una domanda riguardante il problema Berlusconi? So che non ami dare consigli e, probabilmente, non lo farai neanche in questa occasione, ma c'è molta gente di ispirazione radicale, qui in Italia, che si chiede cosa si può fare. Alcuni hanno scritto libri per esporre la vastità della corruzione e delle ingiustizie in Italia, dalla mafia e presumibilmente le forme berlusconiane (della stessa) a quelle più socialmente accettabili delle varietà accademiche. So che hai inquadrato il problema all'interno di un più vasto contesto globale, ma c'è qualcos'altro che possiamo fare e che dovremmo e non stiamo facendo e che vada oltre un contesto italiano?

C.- La risposta a queste domande è sempre la stessa, non importa quale sia la problematica: non ci sono segreti che sono stati scoperti negli ultimi due secoli. Nel caso dell'Italia, vale a pena di mettere in risalto la criminalità, le connessioni mafiose e così via - la gente dovrebbe capire la realtà. ma la domanda è: ha importanza per loro? Ed ora il grande problema in Italia, per quanto possa vedere, è che la gente più o meno sa - potrebbe non conoscere i dettagli- ma, per essi, non ha importanza.

P.- E perchè pensi che non se ne importino?

C.- Non se ne interessano perchè sono sottoposti alla tremenda pressione - il che non riguarda solo l'Italia ma il mondo intero - di cercare di allontanare la popolazione dall'arena politica. E' chiamato neoliberalismo, ed ha il suo nucleo in Gran Bretagna e negli USA - ancora le nazioni all'avanguardia - ma è diffuso un pò dappertutto, ed è il principale sforzo di cancellare quello che accadde negli anni 60. Ciò che accadde in questi anni fu estremamente terrorizzante per le élites internazionali. Puoi averne un rendiconto, più o meno impressionante, in "The Crisis of Democracy".

P.- Fu pubblicato nel 1975 e fu il primo importante studio della Commissione Trilaterale fondata da David Rockfeller. E' esatto?

C.- Sì. La Commissione (Trilaterale), una élite (di ispirazione) per lo più internazionalista liberale, dall'Europa, gli Stati uniti ed il Giappone. Ed erano personaggi più o meno del tipo dell'amministrazione Carter, che era composta quasi interamente da liberali, nel senso di liberali americani, socialdemocratici ed internazionalisti. Essi erano profondamente interessati a ciò che accadde negli anni 60 in tutto il mondo. Quello cui erano interessati era un allargamento della democrazia, e cioè che, negli ani 60, strati della poplazione, che era stata solitamente apatica e passiva cominciò a darsi un'organizzazione e cominciò ad entrare nell'arena politica, a portare avanti le proprie istanze e così via. Ciò includeva donne, lavoratori, minoranze, vecchi, in genere la gran parte della popolazione che, solitamente, era rimasta passiva. Cominciarono ad entrare e sconfinare in territorio proibito. Il modo in cui si presuppone che debba funzionare il sistema politico.


Domenico Pacitti
Fonte: www.justresponse.net
Link: http://www.justresponse.net/deterring_democracy.html

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da CHOMSKY 5

NOTE:

Questa intervista è stata pubblicata da JUST Response il 20 maggio 2002.

Pubblicata anche su www.terrelibere.it nel febbraio 2002.

Una versione più breve è stata pubblicata nel Maggio 2002 da Z Magazine (Massachusetts) www.zmag.org.

E' stata condotta per telefono da Roma con Chomsky dalla sua casa nel Massachusetts il 25 maggio 2001, subito dopo le elezioni politiche italiane.


:wall: :mad: :-x :X

:ciao: Claudio.
 
pensa se lo prendevano 3 giorni fa?

:eek:

calcolando tutti i mafiosi catturati? :eek: :eek:

come dicevo prima ogni governo fa cose buone e altre meno...................sennò nn cambierebbe mai.
 
ricpast ha scritto:
Bernardo Provenzano è irreperibile dal 9 maggio del 1963 :eek: :eek: :eek: :sad: , dopo l'ennesimo agguato della faida fra la cosca di Luciano Liggio, di cui faceva parte, e quella del dottore Michele Navarra. Fra il 1943 e il 1961, Corleone fu insanguinata da cinquantadue omicidi e ventidue tentati omicidi, oltre un numero imprecisabile di "lupare bianche".

Quella mattina di maggio, quattro sicari fra i più temuti - Giuseppe Ruffino, Calogero Bagarella, Giovanni e Bernardo Provenzano - si erano dati appuntamento in strada al sorgere dell'alba. Per ordine di Luciano Liggio avrebbero dovuto uccidere Francesco Paolo Streva, esponente del clan Navarra: "Elemento scaltro, coraggioso e vendicativo - scriveva di lui la polizia, che lo aveva proposto per il soggiorno obbligato - si sposta con due pistole alla cintola". Quella mattina, Streva riuscì a rispondere al fuoco e scampò alla morte. Fu poi ucciso il 10 settembre. Otto giorni dopo, i carabinieri denunciarono Provenzano: così il 18 settembre 1963 iniziava ufficialmente la latitanza della primula rossa di Corleone.

Del boss, non restava che una foto segnaletica scattata il 18 settembre 1959: mostra il volto di un uomo che sembra essere appena uscito dal barbiere, con i capelli lucidi di brillantina ed il volto pieno e segnato dal taglio profondo degli occhi.

http://www.bernardoprovenzano.net/frames1.htm


Ric, non crederai a tutta questa barzelletta
 
amici mi hanno detto di riferirvi il contenuto di sto pizzino....

" le parole picciotti che avete scritto prima del compare la mò è stato l' ultima cosa che faceste in vita vottra, su di voi ciè l' ombra di noi stavi allerta picciotti che la vostra fine è vicina x le parole dette ! infami "
 

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