Veramente ho scritto che
Il problema infatti per me è che se le opere "imposte" non sono portatrici di qualità, esse contribuiscono a deteriorare il gusto generale. Non credo sia un portato inevitabile dei tempi che l'arte debba solo esprimere concetti, e chi se ne frega dell'impronta di vita. Siamo al realizzarsi di immagini profetiche, tipo l'homunculus goethiano. Solo testa. O, in altri casi, solo corpo (certa pittura materica, per es.).
Ora, è vero che la storia spirituale prevede per i nostri tempi un allontanarsi spontaneo in ognuno degli umani tra pensiero, sentimento e volontà. Infatti, l'arte concettuale pretende di essere solo pensiero (ma poi si fanno pagare le opere, mica le idee
), l'arte commerciale corrente, compresa quella religiosa, è tutta sbilanciata sul sentimentalismo, che è sentimento intriso di egoismo, e l'arte anglosassone si basa sul fare, magari appoggiata da un pensare, basti pensare ad un Rauschenberg.
Il problema sarebbe che quell'allontanarsi reciproco va contrastato, pena la perdita dell'umano. Ci si abbandona alla passività nel pensare (normalmente non si è affatto attivi nel pensare, ci si abbandona alle concatenazioni o ai riflessi della realtà. Viceversa, un musicista che pensi, per esempio, un canone inverso, o per moto retrogrado, mette in moto un pensare attivo. Si torni solo al proprio nome-cognome e si cerchi di pronunciarlo all'incontrario senza poterlo leggere: e si noti quanto il pensare debba ora attivarsi molto di più.)
Tenere insieme le proprie facoltà ed equilibrarle sarebbe l'ideale per il nostro tempo: ma costa fatica, non sia mai!
Con esempi:
Griffa inserisce il pensiero matematico nel quadro, ma lo butta là, dov'è finita la sua forza motrice? Godere passivamente del colore nella materia è auspicabile. Fermarsi là è solo una dichiarazione.
Altri si fissano su certi aspetti, per esempio geometrici. Ma dov'è la poesia (il sentimento) nelle opere di Albers?
Hartung ripete la forza del gesto, della volontà. Per andare dove?, visto che di pensiero non v'è traccia visibile, e tanto meno di sentimenti - o forse solo di rabbia.