AS Roma (ASR) AS ROMA virtualmente fallita (1 Viewer)

DNGMRZ

ordine 11.110
Se la capitalizzazione è 130 milioni quello è il valore.
Poi si può riconoscere un 20% di premio, ma lì stiamo.
 

tucciotrader

Trader Calabrese
ma secondo voi questa estate ci potrebbero essere di nuovo voci di acquisto di asroma?? in tal caso entrare a 0,70/0,75 può essere un buon prezzo?? grazie
 

tucciotrader

Trader Calabrese
z
 

ricpast

Sono un tipo serio
Però spiega perchè ITALPETROLI è l'unica società petrolifera dell'universo che è indebitata.
Come mai ?
c'è un motivo?


:lol::lol::lol:

Lei si che sa leggere i bilanci e sa esprimersi bene

:D

se le dico che l'eni ha, al 31/12/09, debiti finanziari per 24 MILIARDI DI EURO (miliardi eh!) lei cosa mi risponde?

:D
 

DNGMRZ

ordine 11.110
:lol::lol::lol:

Lei si che sa leggere i bilanci e sa esprimersi bene

:D

se le dico che l'eni ha, al 31/12/09, debiti finanziari per 24 MILIARDI DI EURO (miliardi eh!) lei cosa mi risponde?

:D

eni è gestita bene.
non mi risulta che il 90% del fatturato finisca in stipendi di 20 persone come quello dell' as rometta
 

DNGMRZ

ordine 11.110
aumento di capitale dopo passaggio di proprietà.....e la borsa festeggia

As Roma, il difficile addio dei Sensi


Non è solo una questione di soldi. O di cuore. È anche una questione politica. Altrimenti perché Rosella Sensi, presidente dell'As Roma e primogenita della famiglia che da 18 anni controlla la squadra di calcio con «i tifosi più tifosi del mondo», sarebbe stata ricevuta sabato a Palazzo Chigi dal sottosegretario Gianni Letta? Un incontro avvenuto 48 ore prima di un appuntamento che potrebbe segnare il passaggio di proprietà della squadra all'Unicredit o l'avvio ufficiale della procedura di vendita del club arrivato secondo nell'ultimo campionato.

Malgrado le indiscrezioni su una bozza di accordo preparata dagli avvocati per sfilare la Roma alla famiglia Sensi, c'è molta incertezza sull'esito dell'udienza di oggi 5 luglio davanti al collegio arbitrale, investito della controversia tra la banca di Alessandro Profumo (per inciso, interista) e i Sensi. Rosella, 38 anni, è sempre riluttante a firmare la resa e a cedere il controllo della Magica a Unicredit. La banca ha ereditato dalla fusione con l'ex Capitalia di Cesare Geronzi (oggi presidente delle Generali, accreditato di simpatie per la Lazio) un credito verso la Compagnia Italpetroli, il contenitore degli affari della famiglia Sensi, che ha assunto dimensioni insostenibili, oggi sarebbero 325 milioni di euro, per le fragili spalle del gruppo, fatto di immobili, depositi petroliferi e pallone. Altri 80 milioni il gruppo li deve al Monte dei Paschi di Siena.

Unicredit è già proprietaria del 49% di Italpetroli, dentro la quale c'è il 67% della Roma, e secondo la bozza di intesa si prenderebbe anche il 51% ora della famiglia Sensi, diventando così proprietaria del destino della Magica, che la banca metterebbe subito in vendita, attraverso un consulente finanziario che sarebbe banca Rothschild. Secondo indiscrezioni, con questo schema di accordo verrebbero azzerati gli oltre 400 milioni di debiti della famiglia Sensi, sia verso Unicredit sia verso Mps, mentre alle tre sorelle Sensi resterebbero l'immobile di prestigio sede del gruppo, Villa Pacelli sull'Aurelia vicino al Vaticano, alcuni alberghi per un valore di almeno 30 milioni.

Questo schema d'accordo non confermato da fonti ufficiali, non ha però valore se non c'è la firma di Rosella Sensi e delle due sorelle, eredi della fortuna di papà Franco. E la visita di Rosella a Gianni Letta dà la sensazione di una resistenza all'affondo di Unicredit. La banca, se non ci sarà un"intesa, potrebbe sollecitare una richiesta di fallimento di Italpetroli, in grave crisi di liquidità.

Un'alternativa alla cessione di tutta Italpetroli alla banca potrebbe essere l'affidamento a Profumo di un mandato irrevocabile a vendere la Roma: con i proventi verrebbero rimborsati parte dei debiti. Intanto Rosella Sensi potrebbe mantenere la guida della Roma, un incarico che non ha solo un valore affettivo, perché le assicura uno stipendio di quasi 100mila euro lordi al mese.

Ma quanto vale davvero la Roma? Due anni fa gli intermediari di George Soros (mai apparso ufficialmente nella trattativa) avevano offerto 283 milioni per il 100% della società, Rosella giocò al rialzo, Soros si ritirò. Oggi in Borsa l'intero club vale 120 milioni, il titolo (venerdì' +0,55% a 0,906 euro) si è risvegliato un po' negli ultimi giorni, rispetto a una media di prezzo di 0,809 degli ultimi 30 giorni, probabilmente per l'aspettativa di un'Opa obbligatoria sul flottante (il 33% del capitale) se fosse un cambio di proprietà.

Ma i conti della squadra non sono floridi. Nei primi nove mesi dell'eserizio 2009-2010, da luglio fino al 31 marzo scorso, i ricavi consolidati sono diminuiti dell'8,7% a 108,2 milioni. Il risultato netto di competenza è in rosso per 2,43 milioni (c'era un utile di 7,28 milioni l'anno precedente), nonostante un aumento delle plusvalenze da calciomercato da 16,9 a 22,1 milioni. Secondo le previsioni della società, anche il trimestre aprile-giugno è stato negativo e il bilancio dell'intero esercizio è in rosso. La Roma non ha debiti verso le banche, ma ha "debiti di funzionamento" per 54 milioni al 31 marzo 2010: di questi 21 milioni erano scaduti, ma non pagati. In maggio c'erano debiti per 21 milioni verso calciatori e tesserati per gli stipendi di 3 mesi (febbraio, marzo e aprile), che vengono pagati in ritardo. Solo in maggio la Roma ha saldato gli stipendi di gennaio 2010.

Questa situazione dimostra che, indipendentemente dall'esito del braccio di ferro tra la famiglia Sensi e Unicredit, nel futuro della Roma è necessario un robusto aumento di capitale. Il patrimonio netto consolidato al 31 marzo era di appena 6,56 milioni. Oppure sarà necessario tagliare le spese per i calciatori e tutto il personale (salite da 70,6 a 71,6 milioni nei primi nove mesi dell'esercizio) o vendere i calciatori più pregiati. Un monito che vale anche per un eventuale nuovo proprietario della Magica
 

DNGMRZ

ordine 11.110
SULL'OPA LA ROMA CALCIO RISCHIA L'AMMONIZIONE ...

Per gli azionisti tifosi non è stato certo un affare. I titoli della As Roma, collocati a 5,5 euro nel 2000, veleggiano a quota 0,95 nonostante che, dopo l'uscita dei Sensi dal club, sia ormai imminente l'arrivo di un nuovo socio di maggioranza. Ma, nell'attesa, infuria il dilemma: opa o non opa? Non è che, dopo la costituzione di una «newco» in cui parcheggiare il pacchetto di controllo del club, si stia studiando un meccanismo per evitare l'offerta pubblica di acquisto? Ma è difficile che il successore di Lamberto Cardia alla Consob chiuda gli occhi di fronte a un fallo così clamoroso. (U.B.)
 

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