(ASCA) - Roma, 19 apr - Nei primi tre mesi dell'anno, hanno cessato di esistere 31 mila imprese, facendo registrare cosi' il peggior saldo dal 2004. Lo rende noto Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione trimestrale sulla natalita' e mortalita' delle imprese condotta da InfoCamere, la societa' di informatica delle Camere di Commercio italiane. A determinare il record negativo sono stati un'ulteriore diminuzione delle iscrizioni rispetto allo stesso periodo del 2012 (118.618 contro 120.278) e un ancor piu' sensibile balzo in avanti delle cessazioni (149.696 contro 146.368). Conseguentemente, il tasso negativo di crescita del trimestre (pari a -0,51%) risulta il peggiore dell'ultimo decennio. A pagare il prezzo piu' caro sono stati, ancora una volta, gli artigiani: le 21.185 imprese artigiane che tra gennaio e marzo sono mancate all'appello rappresentano, infatti, oltre due terzi (il 67,6%) del saldo negativo complessivo del trimestre. Complessivamente, a livello territoriale la battuta d'arresto piu' forte in termini relativi si registra nel Nord-Est dove lo stock di imprese arretra dello 0,7% (-8.350 imprese). Tra gli artigiani, invece, le perdite piu' sensibili si registrano nelle regioni del Centro (-1,62% il tasso di crescita negativo, corrispondente a 4.689 imprese in meno nel trimestre). ''I numeri delle imprese che chiudono impongono all'attenzione di tutti l'urgenza di interventi concreti per la crescita e l'occupazione - ha commento il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello -. Lo stallo politico determinatosi a seguito dei risultati elettorali pesa. Mi auguro che subito dopo il passaggio dell'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, il Parlamento sia messo immediatamente in condizione di operare per approvare provvedimenti a sostegno dell'economia reale: per ridare credito alle imprese, per favorire l'assunzione delle migliaia di giovani in cerca di un'occupazione, per semplificare la vita a imprese e cittadini che non ce la fanno piu' a fare miracoli''.