Banco Popolare, scende il "target price"
Tra gli analisti domina la prudenza in merito al futuro del Banco Popolare. Kbw ha ridotto le stime sul settore bancario italiano, abbassando il target price sul titolo da 14,4 a 14,2 euro.
Stesso discorso da parte di Ing, che ha tagliato il prezzo obiettivo da 17,17 a 15,32 euro pur confermando il rating buy. Gli analisti sottolineano come i risultati del secondo trimestre abbiano evidenziato la difficile situazione del settore dell’asset management e la sorprendente crescita del margine di interesse. Ing ha mantenuto invariate le stime di Eps sul 2008 a 2,52 euro, riducendo quelle sul 2009 e sul 2010 del 9%10%.
Banco Popolare ha chiuso il primo semestre 2008 con un utile netto di 391 milioni euro, in crescita del 42,6% rispetto a un anno prima. I proventi operativi netti si sono attestati a quota 2,1 miliardi di euro, in crescita del 10%. Mentre il risultato della gestione operativa è stato di 952,2 milioni (+22,8%). Il Tier1 al 30 giugno si è attestato al 5,6%, ma entro fine anno, grazie alle operazioni straordinarie già comunicate, dovrebbe raggiungere il 7,4%. Secondo Websim, i dati sono risultati leggermente inferiori alle attese a causa del debole andamento dell’attività di trading e delle commissioni, che non sono state completamente controbilanciate dal maggiore margine d’interesse. I costi operativi hanno confermato le attese, mentre gli accantonamenti sono stati superiori al previsto per effetto di un forte incremento degli incagli (+21%). Di conseguenza Websim ha espresso il giudizio "interessante" e indicato un prezzo obiettivo di 16,80 euro.
Il Banco Popolare è da tempo impegnato nel risiko del settore, con l’obiettivo di accrescere la capitalizzazione per rendere il gruppo più solido ed evitare che finisca preda dei concorrenti. Oggi il gruppo nato dalla Popolare Verona Novara e dalla Popolare Italiana (ex Lodi), fa parte della top five italiana e presenta un’ampia diversificazione del business, dalla banca territoriale all’investment e private banking, fino alle divisioni di risparmio gestito e credito al consumo. Gli sportelli sono concentrati soprattutto in Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia, vale a dire quasi tutte le regioni più ricche del paese. L’altra faccia della medaglia è tuttavia rappresentata dalle difficoltà prodotte dall’integrazione. In particolare, nei mesi scorsi il titolo ha pagato lo scotto delle vicende che hanno riguardato la partecipata Italease.
La riorganizzazione del gruppo dovrebbe proseguire nei prossimi mesi: l’amministratore delegato Fabio Innocenzi ha confermato nei giorni scorsi che il Banco Popolare è alla ricerca di un partner per Efibanca, mentre ha escluso di aver mai preso in considerazione la possibilità di un’aggregazione con Ubi, né di aver pensato alla cessione di Creberg, Banca Popolare di Crema e Banca Popolare di Cremona. L’ad ha confermato, infine, che il piano di riassetto per la società di risparmio gestito Arca partirà entro ottobre.
raga, teniamo presente che ci sono diversi livelli di crediti dubbi/inesigibili:
1) in monitoraggio ai cinque livelli
2) partite incagliate
3) sofferenze
raga, le più pericolose sono quelle in monitoraggio ai cinque livelli, esperienza personale