giornale L'arena di verona
Italease, ok al salvataggio
«Non c’è alternativa all’Opa»
La sede del Banco Popolare
Verona. Il Banco Popolare ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto su Banca Italease a 1,5 euro per azione, come annunciato qualche giorno fa, per arrivare entro giugno al delisting (al ritiro dal listino di Borsa) di quest’ultima, di cui è primo azionista con il 30,7%. Un avvocato veronese, Pierluigi Fadel, che è stato intervistato da Radio 24, ha seguito da vicino le vicende dell’istituto specializzato in leasing, avendo curato gli interessi di società che avevano sottoscritto contratti derivati con essa. Si tratta di clienti di rilievo e di importi considerevoli.
«Nel 2007 Banca Italease – ricostruisce l’avvocato Fadel – che è la prima banca specializzata in leasing in Italia, iniziò a collocare strumenti derivati e proprio questo ha contribuito al suo dissesto societario. Il prezzo è stato fissato a 1,5 euro in quanto si tratta di una Opa volontaria e non obbligatoria. Per conoscere con esattezza i criteri seguiti per la determinazione del prezzo si dovrebbe vedere il documento di offerta».
Dunque, cosa possono fare gli azionisti? Qual è l’alternativa all’Opa? «Non c’è alternativa – taglia corto Fadel – capisco che si tratta di un boccone amaro per quegli azionisti che, ad esempio, hanno in carico i titoli a 20, 30 o magari a 54 euro, ma lo è anche per il Banco Popolare. D’altro canto, il banco si fa carico anche di rimborsare gli obbligazionisti di Italease. Tutta l’operazione ritengo possa essere vista favorevolmente anche dal punto di vista degli azionisti del Banco Popolare, considerato che comunque anche la bad company, la NewCo Uno alla quale verranno conferiti incagli e sofferenze, è una società patrimonializzata, rimanendo proprietaria di una serie di beni immobili di pregio situati a Roma e Milano; nella NewCo Due confluiranno invece i crediti in bonis e le parti sane. Alla fine, dopo l’Opa, il Banco deterrà il 100% di Italease».