Val
Torniamo alla LIRA
Stefano Bonabello, responsabile tecnico scientifico del dipartimento di Scienze politiche ha chiamato la prefettura:
«Ora è interruzione di pubblico servizio». E la polemica si accende.
Ad essere inutilizzabili, perché inaccessibili a causa dei cinghiali, sono gli uffici amministrativi, i locali per le fotocopie e la biblioteca.
Le aule, e l’ingresso principale della struttura, sono invece accessibili.
Perché è bastato poco alla mamma cinghiale e ai suoi dieci cuccioli per capire che il prato all’inglese della facoltà di Scienze Politiche fosse ricco d’erba ma non di cibo.
Ancora meno le è servito per distruggere la griglia di protezione installata lungo l’inferriata dell’Università dalla polizia municipale, scavarsi un piccolo pertugio, e fuggire. A ripetizione.
Di più hanno impiegato i volontari, a rincorrere l’intera famigliola per riportarla in quel recinto in attesa di liberazione.
Loro si sono armati anche di ukulele, «perché la mamma cinghiale si rilassa con il suono della chitarra», assicura Mario Gianninò, il chitarrista magico degli ungulati che arpeggia senza una corda un ukulele d’antan per quelle povere bestiole.
«Ora è interruzione di pubblico servizio». E la polemica si accende.
Ad essere inutilizzabili, perché inaccessibili a causa dei cinghiali, sono gli uffici amministrativi, i locali per le fotocopie e la biblioteca.
Le aule, e l’ingresso principale della struttura, sono invece accessibili.
Perché è bastato poco alla mamma cinghiale e ai suoi dieci cuccioli per capire che il prato all’inglese della facoltà di Scienze Politiche fosse ricco d’erba ma non di cibo.
Ancora meno le è servito per distruggere la griglia di protezione installata lungo l’inferriata dell’Università dalla polizia municipale, scavarsi un piccolo pertugio, e fuggire. A ripetizione.
Di più hanno impiegato i volontari, a rincorrere l’intera famigliola per riportarla in quel recinto in attesa di liberazione.
Loro si sono armati anche di ukulele, «perché la mamma cinghiale si rilassa con il suono della chitarra», assicura Mario Gianninò, il chitarrista magico degli ungulati che arpeggia senza una corda un ukulele d’antan per quelle povere bestiole.