Buongiorno, scrivo perchè abbiamo acquistato all'asta circa un mese fa un appartamento con giardino, oggetto di un'esecuzione immobiliare e ci troviamo ora in una situazione direi incresciosa. Spero che possiate darci un parere e che ls nostra esperienza possa poi essere d'aiuto ad altri lettori.
Gli esecutati si sono dichiarati subito disponibili a lasciare l'immobile entro 60 giorni dall'asta e pertanto abbiamo avviato con loro una specie di percorso di collaborazione, incontrandoci già in due occasioni, in cui però sono venute fuori delle pretese che a noi sembrano inappropriate. L'appartamento ha un giardino, "piantumato con essenze erbacee e arboree" (come viene indicato nella perizia) e l'ex proprietario ritiene che, essendo queste piante e alberelli un "abbellimento" da lui fornito, debbano essere oggetto di una trattativa privata tra noi. La sua richiesta è di 10.000 euro e comprende la sua "buona volontà" di lasciare l'appartamento quanto prima e senza danneggiamenti. Noi questi due ulivi e due palme glieli lasceremmo pure, ma il problema (a suo dire) sarebbe che il suo giardiniere dovrebbe entrare in giardino con una scavatrice e rischierebbe di devastare non solo terreno e impianto di irrigazione ma anche la fossa biologica condominiale e il pozzo perdente che sono sistemati proprio nel mezzo del giardino! Vai a capire chi risulterà poi responsabile di tali danni,lui che poi sarà irreperibile o noi che ci ritroveremmo una fossa biologica danneggiata e un condominio inferocito!
Pur avendo dichiarato le nostre perplessità al riguardo, non gli abbiamo ancora dato una risposta, soprattutto per timore che si possa interrompere questa "collaborazione" che li porterebbe fuori da casa nostra nel giro di un mese. Abbiamo però chiesto un parere al custode giudiziario, che ritiene tali pretese inammissibili visto che pertinenze e accessori sono stati periziati e pertanto hanno contribuito a formare il valore del bene che noi abbiamo pagato. Ovviamente, l'avvocato degli esecutati pensa il contrario e li sta incoraggiando ad insistere con noi al riguardo.
Ancora, sono entrati a far parte di questa improbabile trattativa, le tende da sole, l'impianto d'allarme e la cassaforte murata, che, pur non essendo periziati, a rigor di logica dovrebbero essere quegli accessori che caratterizzavano l'appartamento nel momento in cui l'abbiamo visitato e non sono propriamente cose mobili che potrebbero essere portate via senza danni.
Come dovremmo proseguire secondo voi? Probabilmente non avremmo dovuto incontrarli, ma ormai il guaio è fatto e io sarei dell'idea di fare un ultimo tentativo di accordo offrendo loro 5.000 euro per le tende, l'allarme e la cassaforte nonchè come rimborso forfettario per il giardino. Naturalmente si tratterebbe di un vero e proprio "pizzo", ma temo l'esacerbarsi della situazione con conseguente rinvio dell'uscita da casa, danni vari ed eventuali e relativa causa successiva..
Se poi non fosse possibile accordarsi così, chiederei al custode di intervenire ed, eventualmente, assumerei un legale.
grazie per aver letto un post così lungo e per l'attenzione che vorrete darci.
Gli esecutati si sono dichiarati subito disponibili a lasciare l'immobile entro 60 giorni dall'asta e pertanto abbiamo avviato con loro una specie di percorso di collaborazione, incontrandoci già in due occasioni, in cui però sono venute fuori delle pretese che a noi sembrano inappropriate. L'appartamento ha un giardino, "piantumato con essenze erbacee e arboree" (come viene indicato nella perizia) e l'ex proprietario ritiene che, essendo queste piante e alberelli un "abbellimento" da lui fornito, debbano essere oggetto di una trattativa privata tra noi. La sua richiesta è di 10.000 euro e comprende la sua "buona volontà" di lasciare l'appartamento quanto prima e senza danneggiamenti. Noi questi due ulivi e due palme glieli lasceremmo pure, ma il problema (a suo dire) sarebbe che il suo giardiniere dovrebbe entrare in giardino con una scavatrice e rischierebbe di devastare non solo terreno e impianto di irrigazione ma anche la fossa biologica condominiale e il pozzo perdente che sono sistemati proprio nel mezzo del giardino! Vai a capire chi risulterà poi responsabile di tali danni,lui che poi sarà irreperibile o noi che ci ritroveremmo una fossa biologica danneggiata e un condominio inferocito!
Pur avendo dichiarato le nostre perplessità al riguardo, non gli abbiamo ancora dato una risposta, soprattutto per timore che si possa interrompere questa "collaborazione" che li porterebbe fuori da casa nostra nel giro di un mese. Abbiamo però chiesto un parere al custode giudiziario, che ritiene tali pretese inammissibili visto che pertinenze e accessori sono stati periziati e pertanto hanno contribuito a formare il valore del bene che noi abbiamo pagato. Ovviamente, l'avvocato degli esecutati pensa il contrario e li sta incoraggiando ad insistere con noi al riguardo.
Ancora, sono entrati a far parte di questa improbabile trattativa, le tende da sole, l'impianto d'allarme e la cassaforte murata, che, pur non essendo periziati, a rigor di logica dovrebbero essere quegli accessori che caratterizzavano l'appartamento nel momento in cui l'abbiamo visitato e non sono propriamente cose mobili che potrebbero essere portate via senza danni.
Come dovremmo proseguire secondo voi? Probabilmente non avremmo dovuto incontrarli, ma ormai il guaio è fatto e io sarei dell'idea di fare un ultimo tentativo di accordo offrendo loro 5.000 euro per le tende, l'allarme e la cassaforte nonchè come rimborso forfettario per il giardino. Naturalmente si tratterebbe di un vero e proprio "pizzo", ma temo l'esacerbarsi della situazione con conseguente rinvio dell'uscita da casa, danni vari ed eventuali e relativa causa successiva..
Se poi non fosse possibile accordarsi così, chiederei al custode di intervenire ed, eventualmente, assumerei un legale.
grazie per aver letto un post così lungo e per l'attenzione che vorrete darci.