Azione legale titoli Popolare di Vicenza e Veneto Banca

Conguaglio dei rimborsi Fir, il governo riapre i termini per presentare i nuovi Iban

  • Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
  • 29 Sep 2023
  • Tommaso Moretto
Si riaprono i termini e avranno ora tempo fino al 15 ottobre per comunicare l’eventuale cambio di coordinate Iban del conto corrente i soci delle banche popolari venete (Bpvi e Veneto Banca, ma anche le Bcc Crediveneto e Banca Padovana) azzerati con le liquidazioni di sei anni fa e che sono in attesa di ricevere l’ulteriore 10% di rimborso del Fondo indennizzo risparmiatori, che si somma al 30% già incassato. Il consiglio dei ministri ha approvato l’altro ieri un decretolegge che proroga una serie di termini normativi e di scadenze fiscali. All’articolo 5 ha stabilito anche il differimento dal 31 luglio al 15 ottobre, del termine per presentare l’eventuale nuovo codice Iban variato, per ricevere l’ulteriore conguaglio stabilito per il Fir.
La norma recepisce l’ordine del giorno presentato dal senatore vicentino di Forza Italia, Pierantonio Zanettin, a luglio durante la legge-delega per la riforma fiscale, che aveva ottenuto l’impegno favorevole del governo, per recepire nel primo provvedimento utile un periodo di proroga per quanti non fossero riusciti a rimanere entro il termine del 31 luglio. «Sono molto soddisfatto per il confronto rapido e concreto fra parlamento e governo, e ringrazio il ministro dell’Economia, Alberto Giorgetti, per aver dato spazio a questa proroga», commenta ora Zanettin,
Per comunicare il cambio Iban è necessario inviare una email a Consap, la società del Tesoro che ha gestito i rimborsi. Il modulo su cui compiere la comunicazione del nuovo
Iban, nel suo formato Pdf, va scaricato dal sito Fir (fondoindennizzorisparmiatori. consap.it), compilato per via informatica e rispedito alla mail [email protected]. Lo dovrà fare anche chi avesse già comunicato in passato i nuovi estremi via Pec. Anche gli eredi degli ex soci nel frattempo deceduti devono inviare l’Iban in uso.
 

ExPopolarierimborsiFir, partonoibonifici In arrivo da lunedì prossimo la seconda tranche del 10% per 144mila soci che hanno perso il capitale investito

  • Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
  • 8 Nov 2023
  • Gianni Favero
Da lunedì prossimo, 13 novembre, i risparmiatori ex soci delle banche poste in liquidazione coatta nel 2017, tra cui le ex Popolari venete (Bpvi e Veneto Banca), inizieranno a ricevere, attraverso bonifici inviati dal Fondo di indennizzo (Fir), un ulteriore 10% della somma perduta. Si tratta in totale di 144 mila destinatari, ai quali era già stata accreditata in precedenza una quota del 30%, calcolata sul valore di acquisto dei titoli diventati poi carta straccia, e che dovrebbero così ricevere l’integrazione entro il 31 dicembre. Lo riferiscono le associazioni degli azionisti truffati, riportando una rassicurazione avuta dal senatore vicentino Pierantonio Zanettin.
Secondo i calcoli, dopo l’assegnazione della prima quota agli aventi diritto, il Fir, dotato inizialmente di 1.575 milioni provenienti dai conti bancari dormienti, avrebbe ancora in cassa più di 500 milioni. La nuova redistribuzione dovrebbe assorbirne circa 300, mentre dai rimanenti potrebbe attingere quella quota di risparmiatori rigettati dalla commissione tecnica della Consap (alla quale fu affidato il compito di vagliare le domande), non indennizzati a causa di errori materiali nella trasmissione della documentazione.
Il tema è ora all’attenzione del legislatore. Nel caso la risposta fosse positiva, altri 2.500 soggetti sarebbero riammessi e, calcolando una quota media di circa 10 mila euro, la somma assorbita arriverebbe a 25 milioni. Non è dunque escluso che, considerato un avanzo finale di circa 200 milioni, si possa procedere a un’ulteriore, ultima ripartizione fra quanti avranno già ricevuto, per allora, il 40% del capitale. Va comunque ricordato che il massimale previsto per ciascun risparmiatore è di 100 mila euro, tetto che in ogni caso riguarda un numero molto ristretto di interessati. A rimanere del tutto esclusi dalla ripartizione, alla fine, saranno quasi 3 mila soggetti e questo a causa di errori nelle richieste ritenuti non ingenui. Si tratta per lo più di risparmiatori che avrebbero dichiarato dimensioni del proprio patrimonio inferiori rispetto al reale e questo anche al fine di potersi inserire nel filone prioritario dei rimborsi forfettari, cioè erogati con la procedura semplificata che ha riguardato circa 125 mila azionisti e grazie alla quale è stato possibile rendere relativamente celeri i meccanismi di approvazione e invio degli indennizzi.
Per gli altri, cioè per quelli dotati di patrimoni al di sopra di una certa soglia, si è proceduto con analisi puntuali dei singoli casi e dunque con un’attenzione molto dettagliata sulle ricchezze personali di ciascuno.
 
Ho cambiato l'indirizzo PEC dalla quale ho fatto l'insinuazione al fallimento Veneto Banca. C'è qualche comunicazione da fare? Qualcuno è nella mia situazione? Grazie
 
Il Tribunale dell’Ue ha respinto il ricorso presentato dalla Banca Popolare di Bari con la richiesta di risarcimento danni nell’ambito della vicenda degli aiuti di Stato per Tercas. «L’Unione non deve risarcire il danno asseritamente subìto dalla Banca Popolare di Bari a causa di una decisione della Commissione in merito alla misura di aiuto dell’Italia a favore di Banca Tercas», si legge in una nota del Tribunale.
La Commissione Europea aveva considerato un aiuto di Stato illegale quello concesso nel 2014 a Banca Tercas, tramite il Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi (Fitd), che è finanziato dalle banche italiane, società private, e non dallo Stato. La stessa Commissione ha riconosciuto di recente che non si trattava di un aiuto di Stato, come erroneamente sostenuto dalla Dg Comp all’epoca, in una decisione che ebbe conseguenze in Italia di vasta portata, anche politiche, perché portò indirettamente alla risoluzione delle famose quattro banche (Popolare Etruria, Banca Marche, Cariferrara, Carichieti), con tutto quel che ne seguì per gli obbligazionisti subordinati.

Il Sole 24 ore
 
Ennesima porcata , da forca
Il Tribunale dell’Ue ha respinto il ricorso presentato dalla Banca Popolare di Bari con la richiesta di risarcimento danni nell’ambito della vicenda degli aiuti di Stato per Tercas. «L’Unione non deve risarcire il danno asseritamente subìto dalla Banca Popolare di Bari a causa di una decisione della Commissione in merito alla misura di aiuto dell’Italia a favore di Banca Tercas», si legge in una nota del Tribunale.
La Commissione Europea aveva considerato un aiuto di Stato illegale quello concesso nel 2014 a Banca Tercas, tramite il Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi (Fitd), che è finanziato dalle banche italiane, società private, e non dallo Stato. La stessa Commissione ha riconosciuto di recente che non si trattava di un aiuto di Stato, come erroneamente sostenuto dalla Dg Comp all’epoca, in una decisione che ebbe conseguenze in Italia di vasta portata, anche politiche, perché portò indirettamente alla risoluzione delle famose quattro banche (Popolare Etruria, Banca Marche, Cariferrara, Carichieti), con tutto quel che ne seguì per gli obbligazionisti subordinati.

Il Sole 24 ore
 

Fir, missione compiuta: sono partiti gli ultimi bonifici

  • Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
  • 30 Dec 2023
Per il Fondo indennizzo risparmiatori (Fir) siamo all’ultimo atto. A 5 anni esatti dalla sua istituzione, lo strumento con cui il ministero dell’Economia ha ristorato parzialmente le perdite subite dai titolari di azioni e obbligazioni subordinate in seguito al crac di alcuni istituti di credito, tra cui Bpvi e Veneto Banca, termina la sua funzione. Ieri l’associazione veneta dei risparmiatori «Ezzelino da Onara» ha infatti comunicato di avere avuto conferma dalla Consap (il soggetto incaricato di gestire i 1.575 milioni del Fir) dell’invio degli ultimi bonifici agli aventi diritto al rimborso. Si tratta di importi corrispondenti al 10% del valore perduto con l’azzeramento delle azioni, calcolato sul loro prezzo di acquisto. La parte preponderante, il 30%, era stato già liquidato negli anni scorsi. Rimane irrisolta la posizione di alcune migliaia di risparmiatori che si sono visti respingere l’istanza di indennizzo, a causa di errori nella comunicazione dei propri redditi e beni mobili, anche per il mancato accoglimento nel ddl Bilancio di un’istanza in questo senso avanzata dal senatore Pierantonio Zanettin (FI).
 

Fir, in Veneto 800milioni indennizzi a 55mila soci. Ex popolari, il bilancio di Consap. Mapericomitati lapartita non è chiusa

  • Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
  • 29 Feb 2024
  • Di Federico Nicoletti
Banche venete, ai soci azzerati dal Fondo indennizzo risparmiatori sono arrivati in Veneto ristori per 800 milioni di euro. Il quadro definitivo dell’operazione iniziata con i primi pagamenti a fine 2020 viene dai dati comunicati dalla Consap, la società del ministero dell’Economia a cui era stata affidata la gestione delle domande e poi dei pagamenti decisi per quelle ammesse dalla commissione tecnica.
Numeri pubblicati ieri sul sito internet del Corriere della Sera, in un’inchiesta della redazione di Dataroom sui costi di liquidazione di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ma anche delle quattro banche già risolte prima (Etruria, Cariferrara, Marche e Carichieti), a cui si aggiungono alcune banche di credito cooperativo, anche loro liquidate: in Veneto le due Bcc dell’Alta Padovana di Campodarsego, con 314 domande indennizzate con 99.328 euro, e la Bcc Crediveneto di Montagnana, sempre nel Padovano, dove le domande accolte sono state 881 per 1,8 milioni.
La parte del leone, per numero di richieste e valore degli indennizzi, la fanno le due ex popolari venete, Bpvi e Veneto Banca. Nel complesso, ai 52.378 soci indennizzati della prima, sono andati oltre 624 milioni e 887 mila euro, di cui 150 milioni giunti con il conguaglio del 10%. Ai 34.216 soci indennizzati di Veneto Banca sono andati 423 milioni e 690 mila euro, di cui 115 giunti con il 10%. Insieme, le due banche valgono l’80% del miliardo e 354 milioni trasferiti ai soci. Le altre banche seguono da distante: ai 15 mila soci di Banca Marche sono andati 85 milioni di euro, ai 16 mila di Cariferrara 66, ai 10 mila di Banca Etruria 40.
Su scala regionale, poi, anche qui è il Veneto a far la parte del leone. In questo caso a 55.433 risparmiatori (le domande pre s ent a te sono 56.870) sono andati 797,8 milioni di euro. Le due cifre maggiori sono concentrate a Vicenza, con 21.485 indennizzati (22.078 domande) per oltre 337 milioni pagati, e a Treviso, dove i 18.557 risparmiatori indennizzati (18.948 domande) hanno ricevuto 283,9 milioni di euro. Più contenuti i numeri delle altre province venete, con oltre 5.500 soci indennizzati a Padova, per oltre 76 milioni di euro, oltre 4 mila a Venezia, per 46, e 3.400 a Verona, per 36.
Più staccate le altre regioni, dove tra l’altro le cifre maggiori corrispondono alle aree di maggior espansione delle ex popolari venete. Così 110 milioni sono andati a 7.900 soci del Friuli Venezia Giulia, dov’era attiva Bpvi, 87 nelle Marche a 16 mila soci, dove oltre a Banca Marche era attiva Veneto Banca nell’area di Fabriano, 74 in Lombardia per 6.140 rimborsati, 50 in Piemonte a 5.100 persone, dove Veneto Banca era attiva con Popolare Intra e Bim, 39 milioni a 9.500 soci in Toscana, dove a Prato era attiva Bpvi, 30 milioni a tremila soci in Puglia, dov’era la controllata di Montebelluna Banca Apulia.
Sul fronte operativo, poi, il presidente di Consap, Sestino Giacomoni, rileva come la società «lavorando con efficacia e tempismo, si è dimostrata all’altezza dei compiti affidatile dal governo, realizzando la sua funzione sociale». «La capacità nell’effettuare pagamenti massivi - aggiunge l’ad Vincenzo Sanasi d’Arpe - è stata determinante nella gestione del Fir, di cui Consap ha curato l’istruttoria di 144 mila domande. I bonifici effettuati sono stati 269 mila, per oltre 1.350 milioni di euro, di cui 125 mila per 324 milioni con il 10% di dicembre».
Ma se la partita del Fir si è chiusa a fine 2023, a non considerarla tale sono ancora i comitati dei soci. In ballo resta il tentativo di far rientrare gli esclusi, anche di fronte ai 150 milioni ancora mancanti della dotazione Fir. «Intanto non è stata spesa l’intera dotazione - dice Luigi Ugone di Noi che credevamo nella Bpvi - chiediamo una redistribuzione ulteriore o di rimettere in gioco i 4 mila esclusi, tra indicazioni di reddito sbagliati, errori formali e mancanza di documenti. Siamo stati giusto a Roma al Mef lunedì». «La notizia più rilevante dei numeri Consap è che ci sono diecimila domande rigettate - aggiunge Patrizio Miatello del comitato Ezzelino -. Sono quasi il 7% e se si tiene conto che 3.200 erano quelle rigettate sui valori di reddito errati, vuol dire che ci sono seimila domande rigettate per errori formali. Ma non tornano poi anche i conti sui fondi ancora non usati, per noi oltre i 200 milioni. Non sono fondi pubblici ma dei conti dormenti: è sacrosanto che debbano andare alle vittime accertate».
 
Buongiorno a tutte e tutti! Siamo un piccolo gruppo (al momento) di sfortunati possessori di obbligazioni subordinate delle banche Venete, appartenenti al secondo binario, che si sono visti respingere la propria richiesta di rimborso dal momento che, secondo la Commissione, non siamo stati in grado di attestare le famose violazioni TUF. In parole povere ci è stato comunicato che il nostro acquisto di obbligazioni subordinate di Banca Popolare di Vicenza era avvenuto al di fuori del periodo sospetto individuato dalla Commissione (si parla di qualche mese dopo la fine del periodo nel nostro caso). Visto che comunque non vogliamo abbandonare la speranza e la possibilità di ottenere il risarcimento, anche alla luce delle recenti sentenze TAR che sembrano essere quasi tutte favorevoli agli obbligazionisti, e visti anche alcuni colloqui che abbiamo già avuto con alcuni legali per poter analizzare nei dettagli la situazione, l’idea di questo post è quella di valutare se esiste la possibilità di formare un gruppo sostanzioso (si spera nel numero e purtroppo anche nel totale delle obbligazioni detenute) per poter sfruttare qualche economia di scala. Almeno nei casi presi in esame fino ad ora, abbiamo visto che le risposte arrivate sono state fatte “con lo stampino”, visto che le risposte inviate sono del tutto standard. Pertanto, se ne avete voglia, vi prego di mettervi in contatto con me, ai fini di fare solo un conteggio iniziale di quante possano essere le persona coinvolte. Al momento ribadisco che non vi è nulla da pagare o documenti da firmare, quindi non c’è nulla di vincolante!!
 

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