Fujiko80
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Ecco i pezzi usciti stamattina su La Voce di Cremona. Da notare che tra i voti contrari alla revoca di Gosi ce ne sono alcuni a termine. Lo hanno confermato solo perché ha promesso di andarsene a settembre.
Le conseguenze del caso Battarola e la questione morale continuano a tenere alta la tensione
TITOLO PRINCIPALE: Popolare, Carlo Gosi resta presidente
La richiesta di revoca è stata bocciata dalla maggioranza
Carlo Gosi rimane presidente, ma forse solo per un mese. Lo ha rivelato lui stesso nella conferenza stampa di ieri, alle 18,30, dopo l’ultima riunione del consiglio d’amministrazione. Ha vinto, eppure nemmeno gli 8 voti su 14 raccolti contro la richiesta di revoca, presentata dai cinque nuovi consiglieri, possono lasciarlo tranquillo. Infatti, la maggioranza a favore della permanenza del presidente in carica si è consolidata proprio quando, all’inizio della riunione delle 15 di ieri, lo stesso Gosi si è dichiarato disponibile a rassegnare il mandato in settembre, alla presentazione del programma di sviluppo della banca. In tal modo, per alcuni consiglieri, è diventato inutile persino votare a favore della revoca. All’origine della contestazione, vi è la questione morale, e le conseguenze del caso Vincenzo Battarola. Intanto, il titolo continua a salire in borsa, pur con bassi volumi.
Paolo Zignani
CREMONA - Per la prima volta, la fronda è venuta allo scoperto, anche se solo parzialmente, e il consiglio della Popolare si è ufficialmente spaccato, pronunciandosi con voto palese sulla revoca del presidente. I consiglieri Umberto Lonardi, Franco Vinci, Franco Torri e il vicepresidente Maurizio D’Apolito ieri hanno votato a favore della revoca di Carlo Gosi, mentre Mario Maestroni e Giovanni Gagliardi si sono astenuti. Otto i voti contrari alla revoca (Pietro Mondini, Etto Palmiro Pedroni, Attilio Mario Camozzi, Giuseppe Ghisani, Attilio Guarneri, Giuseppe Mainardi e Italo Ghilardi, passato dalla minoranza alla maggioranza negli ultimi giorni), in assenza di Amedeo Viciguerra, ricoverato in ospedale (in Ortopedia, mentre la moglie è in Chirurgia I), a causa di un incidente automobilistico avvenuto sabato notte. Il consiglio ha dibattuto a lungo se votare o no la revoca, dal momento in cui Gosi si è detto disposto a dimettersi a settembre.
“Ora il consiglio potrà concentrarsi sul futuro della banca” ha affermato Carlo Gosi, all’inizio dell’incontro con la stampa, rimarcando che, se si tratterà di decidere nell’interesse della Popolare, “un minimo comun denominatore con chi ha votato per la mia revoca è possibile. Da parte mia non c’è alcuna pregiudiziale”.
L’appuntamento decisivo è per il consiglio del 2 settembre, quando la semestrale potrebbe essere resa nota: “Presenterò le linee guida per lo sviluppo a settembre, un argomento non necessariamente legato al mio ruolo”.
La questione morale ha motivato la richiesta di dimissioni: “Sono state lanciate delle insinuazioni calunniose contro di me - ha precisato Gosi - a proposito di un mio assegno di 300 milioni di lire su un mio conto corrente. Erano soldi miei, utilizzati per una spesa di carattere personale. Ne ho relazionato in consiglio, ed ora ci penserà l’ufficio legale a intervenire”.
Alla conferenza stampa ha partecipato infatti Ettore Camozzi, titolare dell’ufficio stesso, accanto al direttore generale Giuseppe Grassano.
Il presidente nega che la Banca d’Italia prema per accorpamenti o fusioni, nonostante il governatore Antonio Fazio abbia scritto nella relazione annuale “E’ importante accrescere le forme di cooperazione all’interno della categoria” delle banche popolari: “Il governatore si riferisce ad aggregazioni già avvenute. Che il processo debba continuare, non è indicato”.
Nessun problema, nei riguardi della Fabi, sindacato autonomo dei bancari: “La loro posizione (la richiesta di dimissioni, N.d.R.) è già nota sin dall’assemblea generale”.
Ribadendo la scelta dell’autonomia della banca, Gosi ha sostenuto che “I cinque nuovi consiglieri in proposito non si sono ancora espressi compiutamente”.
Dopo le polemiche
il personale
si ricompatta
CREMONA - Il direttore generale Giuseppe Grassano, che ha partecipato alla conferenza stampa a fianco del presidente, ha dichiarato che i rapporti con il personale, dopo le contestazioni presentate in assemblea generale, “sono migliorati. Il comparto bancario non attraversa un momento brillante, le difficoltà di mercato si sommano ai problemi creati dalla concorrenza, ma la Popolare ha una grande potenzialità di risorse umane, da coniugare con il territorio”.
Il direttore generale ha aggiunto che “I risultati sono incoraggianti, e i dati sulla semestrale lo potranno mettere in evidenza. L’impegno e la qualità del lavoro svolto in questi quattro mesi (Grassano è in carica da aprile, con un contratto di 12 mesi, N.d.R.) hanno determinato il mantenimento di equilibri gestionali con aumento di volumi. La banca sta lavorando con grande impegno per migliorarsi, i dipendenti mirano a esiti positivi per mantenere l’autonomia dell’istituto”.
Titolo a 12,5: più 17% in 3 giorni
CREMONA - Ieri a piazza Affari il titolo si è mosso in linea con il mercato: più 5,13 %, con 12,5 ultimo prezzo. Sottili i volumi (solo 140.429 le azioni scambiate) per un controvalore di un milione e 745mila euro. Vi sono stati momenti di incertezza, per l’ampliarsi dello spread, nei borsini di alcune società di intermediazione: si è arrivati infatti, già in mattinata, a proposte d’acquisto a 12,5 accanto a proposte di vendita a 11,52, proprio per l’incertezza legata alla riunione del consiglio delle ore 15. Gli investitori istituzionali hanno saggiato il mercato, con piccole proposte di acquisto o di vendita, ma senza poi impegnarsi pienamente. L’arena è stata lasciata, ancora una volta, ai piccoli azionisti, che in tre giorni hanno fatto salire il titolo del 17 %.
DA IL MIO AMICO STEFFAN:
PER IL MESE DI AGOSTO NON VEDO GROSSI SCOSSONI PER IL TITOLO CHE POTREBBE RIMANERE TRANQUILLAMENTE SOPRA 12, MA PROB SOTTO I 13,2 EURO...
UN EVENTUALE RISALITA SOPRA 13,2/5 EURO SAREBBE UN SEGNALE FORTISSIMO!
Le conseguenze del caso Battarola e la questione morale continuano a tenere alta la tensione
TITOLO PRINCIPALE: Popolare, Carlo Gosi resta presidente
La richiesta di revoca è stata bocciata dalla maggioranza
Carlo Gosi rimane presidente, ma forse solo per un mese. Lo ha rivelato lui stesso nella conferenza stampa di ieri, alle 18,30, dopo l’ultima riunione del consiglio d’amministrazione. Ha vinto, eppure nemmeno gli 8 voti su 14 raccolti contro la richiesta di revoca, presentata dai cinque nuovi consiglieri, possono lasciarlo tranquillo. Infatti, la maggioranza a favore della permanenza del presidente in carica si è consolidata proprio quando, all’inizio della riunione delle 15 di ieri, lo stesso Gosi si è dichiarato disponibile a rassegnare il mandato in settembre, alla presentazione del programma di sviluppo della banca. In tal modo, per alcuni consiglieri, è diventato inutile persino votare a favore della revoca. All’origine della contestazione, vi è la questione morale, e le conseguenze del caso Vincenzo Battarola. Intanto, il titolo continua a salire in borsa, pur con bassi volumi.
Paolo Zignani
CREMONA - Per la prima volta, la fronda è venuta allo scoperto, anche se solo parzialmente, e il consiglio della Popolare si è ufficialmente spaccato, pronunciandosi con voto palese sulla revoca del presidente. I consiglieri Umberto Lonardi, Franco Vinci, Franco Torri e il vicepresidente Maurizio D’Apolito ieri hanno votato a favore della revoca di Carlo Gosi, mentre Mario Maestroni e Giovanni Gagliardi si sono astenuti. Otto i voti contrari alla revoca (Pietro Mondini, Etto Palmiro Pedroni, Attilio Mario Camozzi, Giuseppe Ghisani, Attilio Guarneri, Giuseppe Mainardi e Italo Ghilardi, passato dalla minoranza alla maggioranza negli ultimi giorni), in assenza di Amedeo Viciguerra, ricoverato in ospedale (in Ortopedia, mentre la moglie è in Chirurgia I), a causa di un incidente automobilistico avvenuto sabato notte. Il consiglio ha dibattuto a lungo se votare o no la revoca, dal momento in cui Gosi si è detto disposto a dimettersi a settembre.
“Ora il consiglio potrà concentrarsi sul futuro della banca” ha affermato Carlo Gosi, all’inizio dell’incontro con la stampa, rimarcando che, se si tratterà di decidere nell’interesse della Popolare, “un minimo comun denominatore con chi ha votato per la mia revoca è possibile. Da parte mia non c’è alcuna pregiudiziale”.
L’appuntamento decisivo è per il consiglio del 2 settembre, quando la semestrale potrebbe essere resa nota: “Presenterò le linee guida per lo sviluppo a settembre, un argomento non necessariamente legato al mio ruolo”.
La questione morale ha motivato la richiesta di dimissioni: “Sono state lanciate delle insinuazioni calunniose contro di me - ha precisato Gosi - a proposito di un mio assegno di 300 milioni di lire su un mio conto corrente. Erano soldi miei, utilizzati per una spesa di carattere personale. Ne ho relazionato in consiglio, ed ora ci penserà l’ufficio legale a intervenire”.
Alla conferenza stampa ha partecipato infatti Ettore Camozzi, titolare dell’ufficio stesso, accanto al direttore generale Giuseppe Grassano.
Il presidente nega che la Banca d’Italia prema per accorpamenti o fusioni, nonostante il governatore Antonio Fazio abbia scritto nella relazione annuale “E’ importante accrescere le forme di cooperazione all’interno della categoria” delle banche popolari: “Il governatore si riferisce ad aggregazioni già avvenute. Che il processo debba continuare, non è indicato”.
Nessun problema, nei riguardi della Fabi, sindacato autonomo dei bancari: “La loro posizione (la richiesta di dimissioni, N.d.R.) è già nota sin dall’assemblea generale”.
Ribadendo la scelta dell’autonomia della banca, Gosi ha sostenuto che “I cinque nuovi consiglieri in proposito non si sono ancora espressi compiutamente”.
Dopo le polemiche
il personale
si ricompatta
CREMONA - Il direttore generale Giuseppe Grassano, che ha partecipato alla conferenza stampa a fianco del presidente, ha dichiarato che i rapporti con il personale, dopo le contestazioni presentate in assemblea generale, “sono migliorati. Il comparto bancario non attraversa un momento brillante, le difficoltà di mercato si sommano ai problemi creati dalla concorrenza, ma la Popolare ha una grande potenzialità di risorse umane, da coniugare con il territorio”.
Il direttore generale ha aggiunto che “I risultati sono incoraggianti, e i dati sulla semestrale lo potranno mettere in evidenza. L’impegno e la qualità del lavoro svolto in questi quattro mesi (Grassano è in carica da aprile, con un contratto di 12 mesi, N.d.R.) hanno determinato il mantenimento di equilibri gestionali con aumento di volumi. La banca sta lavorando con grande impegno per migliorarsi, i dipendenti mirano a esiti positivi per mantenere l’autonomia dell’istituto”.
Titolo a 12,5: più 17% in 3 giorni
CREMONA - Ieri a piazza Affari il titolo si è mosso in linea con il mercato: più 5,13 %, con 12,5 ultimo prezzo. Sottili i volumi (solo 140.429 le azioni scambiate) per un controvalore di un milione e 745mila euro. Vi sono stati momenti di incertezza, per l’ampliarsi dello spread, nei borsini di alcune società di intermediazione: si è arrivati infatti, già in mattinata, a proposte d’acquisto a 12,5 accanto a proposte di vendita a 11,52, proprio per l’incertezza legata alla riunione del consiglio delle ore 15. Gli investitori istituzionali hanno saggiato il mercato, con piccole proposte di acquisto o di vendita, ma senza poi impegnarsi pienamente. L’arena è stata lasciata, ancora una volta, ai piccoli azionisti, che in tre giorni hanno fatto salire il titolo del 17 %.
DA IL MIO AMICO STEFFAN:
PER IL MESE DI AGOSTO NON VEDO GROSSI SCOSSONI PER IL TITOLO CHE POTREBBE RIMANERE TRANQUILLAMENTE SOPRA 12, MA PROB SOTTO I 13,2 EURO...
UN EVENTUALE RISALITA SOPRA 13,2/5 EURO SAREBBE UN SEGNALE FORTISSIMO!