Oggi sul Gazzettino articolo di Luca Ricolfi, sociologo, (Fondazione Hume) in prima pagina
Luca Ricolfi .
Articolo lungo, posso solo riassumerlo. In sostanza dice che le autorità europee pretendono di rassicurare sul vaccino Astra Zeneca (e sugli altri) senza però fornire i dati completi. Esiste la possibilità che una vaccinazione di massa possa stimolare le mutazioni del virus, ed è per questo che i paesi messi meglio cercano di evitarla. Gli europei, avendo scelto di mitigare l'epidemia e non di sradicare il virus, hanno invece questa sola possibilità. Appare dunque normale che si voglia spingere tutta la popolazione a vaccinarsi. E' però profondamente antiscientifico (sempre parole di Ricolfi, eh) che ogni portatore di dubbi sia visto come sabotatore o disertore.
La questione è se i decessi avvenuti siano attribuibili al vaccino. Il sociologo ha necessità di statistiche, e dunque sa che una parte di queste morti non è, statisticamente, attribuibile ai vaccini. Però: come si fa a sostenere che una parte dei morti
dopo la vaccinazione sia
dovuta alla vaccinazione? La risposta il medico la darà clinicamente, caso per caso, ma lo statistico lo fa analizzando i dati. Può dunque darsi che la percentuale di morti tra i vaccinati sia inferiore, eguale o superiore a quella che ci si poteva aspettare (sempre statisticamente). Nell'ultimo caso si avrebbe l'emergere di una verità preoccupante.
Ora, in G.Bretagna, per es., i dati non sono completi, ma sufficienti a capire (per esempio che A Zeneca è un po' più sfigato degli altri

). I dati dell'AIFA (la "neutralissima" Ass It del Farmaco) sono molto meno ricchi ed appaiono generici. "
In compenso il rapporto AIFA ... è ossessivamente costellato di affermazioni che tendono ad escludere qualsiasi nesso di causa-effetto fra vaccinazioni e sospette reazioni avverse"
Pertanto, se si continua a non rendere pubblici tutti i dati si alimenta la diffidenza del pubblico, le perplessità ecc. Invece si potrebbero mettere a disposizione tutti i dati (tipo data di vacc., tipo di reazione, data, genere, età, tipo di vaccino ecc). E chiude con una agghiacciante considerazione: "
è difficile pensare che l'AIFA non disponga di questo tipo di dati e sarebbe inquietante scoprire che non è disposta a condividerli".

Non siamo su una rivista anarchica o no-global, o ancor peggio no-vax. Siamo sul tranquillo e borghese Gazzettino. A me ha colpito quell'
ossessivamente, che ho sottolineato allo scopo di evidenziarlo. Tutti abbiamo esperienza di come il primo riflesso di qualsivoglia autorità sia "non fatevi prendere dal panico". Solo che è, appunto, un riflesso, il cui scopo non è, né può obiettivamente essere, la salvaguardia degli incidentati (si pensi alla grottesca voce in Piazza della Loggia "State calmi, state calmi", ovvero a quelli che han consigliato ai due italiani in Inghilterra di rientrare tranquilli nell'appartamento in fiamme ... e addio

). Lo scopo di questo riflesso è quello di mantenere il potere sulla situazione, se ci si pensa bene, e solo quello. Non salvaguardare l'integrità altrui, ma la propria. Pertanto abbiamo tutti imparato a valutare a istinto quando è il caso di seguire questi consigli e quando invece si deve disobbedire. Anche l'orchestrina del Titanic continuava a suonare per non spaventare i passeggeri (certo, meglio che muoiano). Anche le mascherine furono vietate nelle RSA per non spaventare gli anzianotti ( meglio morti anche loro).
Questo è il reale meccanismo per il quale il portatore di dubbi va zittito e sbeffeggiato, nella vita reale come eventualmente nei forum. Il bello è che statisticamente chi difende il proprio potere sulla situazione qualche volta ovviamente la imbrocca: ma non si sa assolutamente con quale percentuale, e comunque il fatto di essere un riflesso non ne fa un comportamento responsabile.
La gallina che canta è quella che "ha fatto l'ovo". Continuate a rassicurarci "ossessivamente" e noi capiremo che state solo difendendo a priori, per riflesso, un potere. Forse professionale, forse economico, forse politico ... non importa, essendo un riflesso è legato all'ego di chi lo agisce.
Coccodè, coccodè.