SINIBALDO
Forumer attivo
ANCORA UNA VOLTA LA "PIRATERIA FINANZIARIA" INTERNAZIONALE
INTERVIENE IN SOCCORSO DI UN LORO..............ASSOCIATO !!!!!!!!!!! SINIBALDO
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Le decisioni sono arrivate.
Il tasso guida che determina il costo dell’euro resta invariato per la ventesima volta consecutiva, una dinamica che dura dal 2003.
È lo stesso Jean Claude Trichet, governatore della Banca centrale europea e vertice massimo della politica monetaria del Vecchio continente, che ha ufficializzato la decisione del Consiglio direttivo della Banca centrale europea.
Sulla questione Fazio, la Bce lo assolve clamorosamente.
“Nell’eurozona - ha affermato Trichet durante l’incontro con i giornalisti - persistono i rischi inflazionistici che giungono principalmente dal settore energetico.
Questo farà sì che nel breve termine l’indice dei prezzi al consumo rimarrà probabilmente elevato.
Inoltre i mercati ritengono che i prezzi energetici rimarranno alti e questo potrebbe sortire un effetto duraturo sull’inflazione.
Tuttavia non ci sono ancora segnali di pressioni sui prezzi dal fronte interno”.
Queste le parole del massimo governatore di eurolandia, espresse in un discorso che fa comunque presagire a breve un cambio di direzione nella politica monetaria.
Dall’esame degli ultimi indicatori è emerso che l’economia europea “si sta rafforzando e che i consumi dovrebbero gradualmente risalire la china.
L’attuale livello della politica monetaria è appropriato.
Tuttavia siamo pronti ad agire sui tassi in ogni momento in caso di necessità”.
Da quando il francese è a capo della politica monetaria della Banca centrale europea, è la prima volta che nelle sue parole traspare la possibilità concreta di un rialzo dei tassi oltre che un buon ottimismo sull’andamento dell’economia europea.
Infatti, se l’economia del Vecchio continente dovesse ricominciare a crescere su dei livelli dignitosi, si vedrebbe così concretizzarsi il primo passo dell’eurotorre dal 2003 sul tasso direttore del costo del denaro.
Una possibilità inoltre accreditata anche dal rialzo dell’inflazione, soprattutto quella legata ai costi delle materie energetiche, in particolare il petrolio, che inizia a destare qualche preoccupazione in più ai vertici della Banca centrale.
Per il momento però, il tasso resta al 2%, il suo livello storico più basso ed esattamente la metà di quello americano attuale che dirige il dollaro.
Molti esperti presuppongono che il primo passo del Consiglio direttivo di Francoforte sarà presto intrapreso e potrebbe avvenire già a dicembre o all’inizio dell’anno prossimo.
Anche le piazze finanziarie sono consapevoli che i tempi per una stretta monetaria si avvicinano.
Pure le contrattazioni sull’euro risentono di questa attesa, infiammandosi prima della riunione della Bce e sgonfiandosi per via della delusione sulla deliberazione.
Ma la notizia più attesa dagli italiani è senz’altro il verdetto del massimo istituto monetario europeo sulle vicende ambigue nelle quali è stato protagonista il governatore della Banca d’Italia Fazio, accusato dalla magistratura di abuso d’ufficio.
Secondo Trichet e l’istituzione che rappresenta, la condotta tenuta da Via Nazionale nella battaglia scatenatasi tra Bpi e Abn Amro per il controllo di Antonveneta mostra che Fazio “ha agito secondo le regole nazionali”.
Tuttavia “non sempre le regole nazionali seguono la linea della Ue”.
I governatori possono comunque usare discrezionalità:
"Il Consiglio direttivo della Bce è giunto alla conclusione che le procedure seguite, nel contesto di recenti operazioni cross-border nel settore bancario italiano, erano basate su una cornice legale nazionale, che permette un grado di discrezionalità non necessariamente in linea con i principi e gli obiettivi dell’Unione europea”.
Eppure, nonostante ciò che pensa la Bce, il Fazio gate è scoppiato appunto perché le procedure che regolano il settore bancario non sono state applicate, evidenziando un conflitto d’interessi ed probabile abuso di potere, su cui la magistratura sta indagando.
Le affermazioni di Trichet vanno anche contro a quanto sostenuto dalla Commissione europea, che ci ha sempre accusato di avere un settore bancario troppo protetto e da conformare nelle leggi sulla concorrenza comunitarie.
Oltre a questo, a noi non pare che l’operato di Fazio sia avvenuto nel rispetto delle leggi che regolano il settore bancario italiano, o per lo meno sono in chiaro conflitto con regole iscritte nello statuto della Banca d’Italia.
Grazie alla maggioranza azionaria posseduta dalle banche private italiane sulla Banca d’Italia, l’organo istituzionale che ha il dovere di vigilare sul settore bancario italiano, fa sì che chi dovrebbe essere controllato controlla il controllore.
Un brutto gioco di parole che spiega nel migliore dei modi gli abusi che vengono sistematicamente a galla in questo settore, a danno dell’immagine del nostro paese all’estero, dello Stato e soprattutto degli italiani e della loro fiducia nelle istituzioni e delle loro credibilità.
Ma evidentemente, ora, Fazio fa comodo alla Bce e sicuramente resterà sul trono della Banca d’Italia fino alla fine del suo mandato.
Adesso che la vicenda Antonveneta è andata nel migliore dei modi per la finanza internazionale, nelle vesti dalla potentissima Abn Amro e del suo
controllo mediatico, istituzionale, e quant’altro, il graziato Fazio dipende ora dalle labbra da chi ha avuto il potere di screditarlo ma non lo ha fatto.
Un vero jolly da utilizzare al momento opportuno. (P.Rotondò)
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SINIBALDO
INTERVIENE IN SOCCORSO DI UN LORO..............ASSOCIATO !!!!!!!!!!! SINIBALDO
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Le decisioni sono arrivate.
Il tasso guida che determina il costo dell’euro resta invariato per la ventesima volta consecutiva, una dinamica che dura dal 2003.
È lo stesso Jean Claude Trichet, governatore della Banca centrale europea e vertice massimo della politica monetaria del Vecchio continente, che ha ufficializzato la decisione del Consiglio direttivo della Banca centrale europea.
Sulla questione Fazio, la Bce lo assolve clamorosamente.
“Nell’eurozona - ha affermato Trichet durante l’incontro con i giornalisti - persistono i rischi inflazionistici che giungono principalmente dal settore energetico.
Questo farà sì che nel breve termine l’indice dei prezzi al consumo rimarrà probabilmente elevato.
Inoltre i mercati ritengono che i prezzi energetici rimarranno alti e questo potrebbe sortire un effetto duraturo sull’inflazione.
Tuttavia non ci sono ancora segnali di pressioni sui prezzi dal fronte interno”.
Queste le parole del massimo governatore di eurolandia, espresse in un discorso che fa comunque presagire a breve un cambio di direzione nella politica monetaria.
Dall’esame degli ultimi indicatori è emerso che l’economia europea “si sta rafforzando e che i consumi dovrebbero gradualmente risalire la china.
L’attuale livello della politica monetaria è appropriato.
Tuttavia siamo pronti ad agire sui tassi in ogni momento in caso di necessità”.
Da quando il francese è a capo della politica monetaria della Banca centrale europea, è la prima volta che nelle sue parole traspare la possibilità concreta di un rialzo dei tassi oltre che un buon ottimismo sull’andamento dell’economia europea.
Infatti, se l’economia del Vecchio continente dovesse ricominciare a crescere su dei livelli dignitosi, si vedrebbe così concretizzarsi il primo passo dell’eurotorre dal 2003 sul tasso direttore del costo del denaro.
Una possibilità inoltre accreditata anche dal rialzo dell’inflazione, soprattutto quella legata ai costi delle materie energetiche, in particolare il petrolio, che inizia a destare qualche preoccupazione in più ai vertici della Banca centrale.
Per il momento però, il tasso resta al 2%, il suo livello storico più basso ed esattamente la metà di quello americano attuale che dirige il dollaro.
Molti esperti presuppongono che il primo passo del Consiglio direttivo di Francoforte sarà presto intrapreso e potrebbe avvenire già a dicembre o all’inizio dell’anno prossimo.
Anche le piazze finanziarie sono consapevoli che i tempi per una stretta monetaria si avvicinano.
Pure le contrattazioni sull’euro risentono di questa attesa, infiammandosi prima della riunione della Bce e sgonfiandosi per via della delusione sulla deliberazione.
Ma la notizia più attesa dagli italiani è senz’altro il verdetto del massimo istituto monetario europeo sulle vicende ambigue nelle quali è stato protagonista il governatore della Banca d’Italia Fazio, accusato dalla magistratura di abuso d’ufficio.
Secondo Trichet e l’istituzione che rappresenta, la condotta tenuta da Via Nazionale nella battaglia scatenatasi tra Bpi e Abn Amro per il controllo di Antonveneta mostra che Fazio “ha agito secondo le regole nazionali”.
Tuttavia “non sempre le regole nazionali seguono la linea della Ue”.
I governatori possono comunque usare discrezionalità:
"Il Consiglio direttivo della Bce è giunto alla conclusione che le procedure seguite, nel contesto di recenti operazioni cross-border nel settore bancario italiano, erano basate su una cornice legale nazionale, che permette un grado di discrezionalità non necessariamente in linea con i principi e gli obiettivi dell’Unione europea”.
Eppure, nonostante ciò che pensa la Bce, il Fazio gate è scoppiato appunto perché le procedure che regolano il settore bancario non sono state applicate, evidenziando un conflitto d’interessi ed probabile abuso di potere, su cui la magistratura sta indagando.
Le affermazioni di Trichet vanno anche contro a quanto sostenuto dalla Commissione europea, che ci ha sempre accusato di avere un settore bancario troppo protetto e da conformare nelle leggi sulla concorrenza comunitarie.
Oltre a questo, a noi non pare che l’operato di Fazio sia avvenuto nel rispetto delle leggi che regolano il settore bancario italiano, o per lo meno sono in chiaro conflitto con regole iscritte nello statuto della Banca d’Italia.
Grazie alla maggioranza azionaria posseduta dalle banche private italiane sulla Banca d’Italia, l’organo istituzionale che ha il dovere di vigilare sul settore bancario italiano, fa sì che chi dovrebbe essere controllato controlla il controllore.
Un brutto gioco di parole che spiega nel migliore dei modi gli abusi che vengono sistematicamente a galla in questo settore, a danno dell’immagine del nostro paese all’estero, dello Stato e soprattutto degli italiani e della loro fiducia nelle istituzioni e delle loro credibilità.
Ma evidentemente, ora, Fazio fa comodo alla Bce e sicuramente resterà sul trono della Banca d’Italia fino alla fine del suo mandato.
Adesso che la vicenda Antonveneta è andata nel migliore dei modi per la finanza internazionale, nelle vesti dalla potentissima Abn Amro e del suo
controllo mediatico, istituzionale, e quant’altro, il graziato Fazio dipende ora dalle labbra da chi ha avuto il potere di screditarlo ma non lo ha fatto.
Un vero jolly da utilizzare al momento opportuno. (P.Rotondò)
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SINIBALDO
