Veneto Banca, Atlante prende la guida–di Katy Mandurino 7 agosto 2016
Che si voglia evocare l’araba fenice, continuamente risorta dalle sue ceneri, o un più prosaico gatto dalle sette vite (o nine lives, come dicono gli inglesi), il concetto non cambia: Veneto Banca è alla vigilia di cominciare, per l’ennesima volta, una nuova vita. Domani, a Volpago del Montello, nella villa di rappresentanza che qualcuno vorrebbe vedere venduta – come gesto equo, magari per risarcire qualche risparmiatore truffato – va in scena la prima assemblea dell’era Atlante, il fondo gestito da Quaestio sgr divenuto unico proprietario dell’istituto veneto dopo l’acquisto del 97,64% delle azioni e dopo aver garantito l’aumento di capitale da un miliardo.
L’assise avrà solo due punti all’ordine del giorno: la presa d’atto delle dimissioni dell’attuale consiglio di amministrazione e la nomina del nuovo board. Data la presenza di una sola lista, quella proposta dalla nuova proprietà – poteva essercene una seconda, del cda uscente, ma per opportunità e in accordo con Quaestio non è stata fatta – il presidente dimissionario Stefano Ambrosini - oggi assente - lascerà il posto a Beniamino Anselmi, mentre, nel ruolo di amministratore delegato, Quaestio conferma Cristiano Carrus. Gli altri componenti del nuovo consiglio saranno Sabrina Bruno, Maria Lucia Candida, Giorgio Girelli, Massimo Lanza, Maurizio Lauri, Alberto Pera, Daniela Toscani, Marco Ventoruzzo e Alessandra Zunino de Pignier; 11 nomi e non 14 come nei precedenti cda, per «assicurare un efficiente funzionamento del consiglio stesso – aveva dichiarato Quaestio – con conseguente risparmio di costi per la banca», sulla cui professionalità e capacità manageriali sono stati applicati «i requisiti della normativa europea fit and proper per gli organi di controllo e di governo delle banche».
Rigore, professionalità, efficienza, risparmio, sembrano essere le parole d’ordine in questa ulteriore fase di riavvio di Veneto Banca. «Giriamo pagina, ripartiamo da zero, focalizzandoci sulle cose da fare – spiega deciso al Sole 24 Ore il presidente designato Anselmi, una comprovata esperienza nei principali gruppi bancari del Paese, tra cui Intesa, Banca Popolare di Milano e Capitalia, ma anche in gruppi dal profilo più territoriale, come Banco di Sicilia, Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, Carige -. Il pensiero che voglio condividere con l’amministratore delegato e con tutto il consiglio è che dobbiamo lavorare sodo e velocemente. Saremo estremamente sobri, attenti sui costi, in maniera molto decisa, e naturalmente in questo saremo attenti a coinvolgere tutte le nostre strutture e il nostro management». Le priorità del nuovo cda sono già chiare: anzitutto l’azione di responsabilità, tema che sarà affrontato subito, nel corso del primo consiglio di amministrazione, previsto per mercoledì 10 agosto (c’è già una relazione dei consulenti incaricati dal cda di Ambrosini). «Da martedì leggerò attentamente le carte e ci lavoreremo immediatamente con determinazione – continua Anselmi -. Tenendo conto che l’azione di responsabilità ha bisogno di una probatoria, l’attività su questo tema è già cominciata, ci siamo già divisi il lavoro». Anche la questione dei tavoli di conciliazione sarà da subito all’attenzione del nuovo cda: «Sul tema del ristoro nei confronti dei vecchi azionisti – continua il presidente designato - mi butterò a capofitto. Per ristorare i vecchi azionisti, abbiamo, però, bisogno di rilanciare la banca e per rilanciarla abbiamo bisogno di riacquisire la fiducia del territorio». «La fiducia – aggiunge Anselmi – si riacquista, al di là delle parole, con gli esempi, che devono essere da subito interventi di grande sobrietà. Oggi finalmente abbiamo un azionista con le spalle robuste, Atlante; ora dobbiamo rilanciare la banca, dare nuovo impulso alla sua attività primaria, riportare a bordo l’entusiasmo del nostro personale, quell’entusiasmo che, nel senso greco del termine, en thèos, il dio dentro, significa forza che coinvolge tutti, passione, concretezza, convinzione. Dobbiamo utilizzare lo slancio di tutti i collaboratori, che mi piace chiamare colleghi e non dipendenti, anche del più giovane o della filiale del piccolo paesino più lontano».
Il nuovo corso passerà anche attraverso l’accelerazione sulla vendita delle sofferenze, su cui spinge la stessa Quaestio. Tutto, in attesa dei conti dei primi sei mesi dell’anno, che verranno già studiati (ma non approvati) nel cda di mercoledì. Dopo l’iniezione di liquidità da un miliardo, il patrimonio del gruppo è tornato sopra i requisiti minimi richiesti dalla Bce. I coefficienti patrimoniali, calcolati sui dati del 31 marzo, sono pari a un Cet1 Ratio all’11,22%, a un Tier 1 Ratio all’11,62% e a un Total Capital Ratio al 13,43%.