Dopo Mps, potrebbe essere il turno di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Nei piani di Atlante II, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, ci sarebbe infatti l’intenzione di replicare - o al massimo di adattare - lo schema utilizzato su Siena anche per i due istituti controllati dal fondo Atlante I. Qualcosa più di un semplice progetto, visto che da parte del team di Quaestio Sgr sarebbero iniziate le prime valutazioni sul portafoglio crediti delle due venete, mentre a Vicenza ieri il cda ha dato mandato al ceo Francesco Iorio di avviare «senza indugio tutte le attività necessarie per la cessione del portafoglio di sofferenze», secondo quanto ha dichiarato il vice presidente, Salvatore Bragantini. Di più non è stato detto, ma la via prioritaria sarebbe lo schema Mps e la cessione ad Atlante.
Lo schema Mps
Come annunciato ieri, lo schema di intervento sul Monte dei Paschi prevede la cessione e il conseguente deconsolidamento dal bilancio dell’intero portafoglio di crediti in sofferenza (pari a 27 miliardi di euro) attraverso la cessione ad un veicolo di cartolarizzazione ad un prezzo pari a 9,2 miliardi netti (ovvero il 33% del valore lordo) e la successiva assegnazione della tranche junior agli azionisti della banca. Per finanziare il veicolo verranno collocate note senior (a basso rischio) per circa 6 miliardi. Sarà Atlante II a sottoscrivere le tranche mezzanina (a rischio medio) per un importo pari a circa 1,6 miliardi. La tranche equity (più rischiosa) sarà suddivisa invece tra gli azionisti della banca, permettendo loro di garantirsi un ritorno qualora il rimborso dei crediti in sofferenza fosse pieno.
Lo schema per le Venete
La sostenibilità dell’operazione studiata per il Monte, la possibilità di ripulire completamente le banche dalle sofferenze, insieme al (non secondario) placet della Vigilanza avrebbero spinto le diverse parti in causa a studiare subito il bis. D’altronde, nel business plan di Atlante II?anticipato l’altroieri da Il Sole 24 Ore, si parla - per il fondo - di investimenti pari a 2,5 miliardi nel biennio 2016/2017: 1,6 miliardi dovrebbero uscire con l’operazione Siena, il resto potrebbe essere utilizzato per le due venete. Con una capacità di smobilizzo pari a circa 5,4 miliardi di sofferenze nette, pari a 16,8 miliardi di sofferenze;?sempre che, come nel caso di Mps, Atlante II?compri al 33% del valore di libro.
Sta di fatto che, a quanto risulta al Sole 24Ore, la macchina si sta mettendo in moto. A partire, come detto, dovrebbe essere Popolare di Vicenza, che dopo l’aumento di capitale ha elevato le coperture sulle sofferenze - 1,9 miliardi - al 60% e dunque, analogamente a Mps, dovrebbe svalutarle “solo” di altri 80 punti base. Dopo la banca guidata da Iorio e dal neo presidente Gianni Mion potrebbe essere il turno di Veneto Banca;?anche qui si sta procedendo con le valutazioni preliminari, ma per entrare nella fase operativa si dovrà attendere per lo meno che a Montebelluna si insedi il nuovo cda targato Atlante, l’8 agosto prossimo in occasione dell’assemblea convocata ad hoc.
Le bad bank venete
Tuttavia, non c’è solo il capitolo sofferenze. Almeno in partenza, l’intenzione di Atlante sarebbe quella di somministrare integralmente la cura-Mps alle due venete: oltre alla ripulitura completa delle sofferenze ci sarà anche da alzare le coperture sulla categoria dei crediti un likely to pay e da procedere con l’ingegnerizzazione della bad bank. Sì, perché stando a diverse fonti vicine al dossier, come a Siena dovrebbe prendere forma uno spin off delle sofferenze a favore di un Spv, uno special purpose vehicle, incaricato di procedere poi con la cartolarizzazione dei crediti. E sempre come nel caso del Monte, si opterà per una tranche senior con rating e coperta dalle garanzie pubbliche Gacs (da collocare sul mercato), per una mezzanina a carico di Atlante e per una tranche junior inizialmente acquistata dalla banca e poi trasferita verosimilmente ai soci - cioè in gran parte ad Atlante - per consentire il deconsolidamento degli Npl.
I?tempi tecnici, insieme alla precedenza assegnata a Mps, lasciano intendere che per approdare al varo dell’operazione possano servire almeno 8-10 mesi. Una tempistica che potrebbe consentire di evitare il prestito ponte fornito da Jp Morgan e Mediobanca a Siena (nei fatti un escamotage per accelerare il processo e non dover attendere i rating né?le Gacs) e che dovrebbe “sterilizzare” ogni ipotesi di vendita delle due banche fino a cartolarizzazioni concluse. Anche se c’è da dire che eventuali investitori interessati ai due istituti potrebbero essere coinvolti già nella cartolarizzazione stessa.