Bonds ASTALDI

Astaldi: per salvataggio spunta ipotesi Cdp (Sole)

Nel piano di salvataggio di Astaldi spunta anche Cdp. Lo scrive Il Sole 24 ore spiegando che oggi è una giornata decisiva per il destino della società. In giornata è attesa la pronuncia del Tribunale di Roma sulla richiesta di concordato in bianco promossa dalla società oltre due settimane fa. E in serata, non a caso, è previsto un cda del gruppo che dovrà prendere atto della decisione dei giudici.
In quest'ottica, le possibilità sono due: l'omologazione della richiesta oppure, stante anche la presentazione di due istanze di fallimento di cui una tempestiva e l'altra intempestiva, l'amministrazione straordinaria. Quest'ultima porterebbe alla nomina di un commissario che definisca il percorso di ristrutturazione dell'azienda.
Si vedrà, anche se diversi osservatori sottolineano che la via maestra resta quella del concordato. Quel che preme, in ogni caso, è che qualunque sia la decisione che verrà presa dal Tribunale si proceda con una svolta chiara in materia di gestione di Astaldi. Che necessita, a parere degli osservatori, di un veloce ricambio al timone.
Nell'attesa del sigillo dei giudici, anche i creditori si stanno organizzando. Le banche creditrici, tra le quali figurano UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banco Bpm e Bnp Paribas, sono in fibrillazione e per questo si sono alleate nella scelta di un advisor finanziario e di un consulente legale che li rappresentino nella delicata trattativa per il salvataggio del costruttore. La nomina dovrebbe avvenire già domani. Del resto la posta in gioco è alta, non foss'altro perché Astaldi avrebbe recentemente avanzato la richiesta di nuova finanza per complessivi 250 milioni di euro.
In questo quadro assai complesso si inserisce la possibile discesa in campo di Salini Impregilo. Il general contractor già in passato ha fatto capire di essere interessato al dossier, ma solo a determinate condizioni: che l'operazione sia finanziariamente sostenibile e che rispetti le strategie di crescita future che guardano all'estero, in particolare a Usa, Australia ed Europa.
In questo scenario, spunta un piano che coinvolge la Cassa Depositi e Prestiti. Lo schema, precisa il quotidiano, circola tra le banche d'affari e i creditori e contempla due ipotesi di intervento della Cassa al fianco di Salini Impregilo. La prima guarda all'ingresso della Cdp direttamente nel capitale del gruppo di costruzioni con una quota rilevante. Non sono chiare ancora le modalità attraverso cui potrebbe avvenire l'operazione, ma l'idea di fondo è che Cdp metta a disposizione mezzi freschi da destinare poi all'acquisizione degli asset di Astaldi. Oggi Salini Impregilo è controllata con il 68% da Salini Costruttori.
La seconda opzione vede il supporto del braccio finanziario del Tesoro a un piano differente. In particolare, Cdp potrà acquistare una partecipazione nella newco che verrà eventualmente creata da Salini Impregilo per rilevare la attività nelle costruzioni della società controllata per ora dalla famiglia Astaldi. Ad ogni modo la discesa in campo della Cassa sarebbe legata a doppio filo alla disponibilità di Salini Impregilo di partecipare alla manovra. La compagnia, d'altra parte, che pure sta guardando con interesse al dossier tanto da aver assoldato due advisor (Bofa Merrill Lynch e Vitale e co), ha chiarito di voler valutare principalmente gli asset esteri.
Al momento, continua il quotidiano, il piano non è ancora stato portato all'attenzione del general contractor e non è detto, peraltro, che rappresenti la soluzione finale per trovare la quadratura del cerchio. Intanto, sulla scorta di una possibile soluzione positiva della crisi, il mercato è tornato a scommettere su Astaldi.

Dow Jones Newswires
October 17, 2018 03:05 ET (07:05 GMT)
 
Roma, 17 ott - Il Tribunale
di Roma, secondo quanto si apprende, ha accolto la richiesta
di Astaldi di presentare una proposta di concordato in
continuita' aziendale. La decisione sara' sul tavolo di un
cda straordinario che si riunira' in serata.
 
avviso ai possessori del bond : Rinnovo l'invito ad unirci per farci rappresentare tavolo trattative da ADUC scrivere a: [email protected]

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Astaldi, ok al concordato che sventa il fallimento - Il Messaggero

SALVATAGGI
ROMA Il tribunale di Roma apre il paracadute su Astaldi e mette il general contractor romano al riparo rispetto a un paio di istanze di fallimento presentate qualche giorno fa. Ieri mattina la sezione presieduta da Antonino La Malfa, giudice delegato Angela Coluccio, ha accettato la domanda di concordato con riserva presentato alla fine di settembre, dando 60 giorni di tempo, prorogabili di altri 60, per predisporre il piano concordatario. Il tribunale ha nominato tre commissari: Stefano Ambrosini, Vincenzo Ioffredi e Francesco Rocchi. Ambrosini, avvocato torinese, presidente di Finpiemonte, ha un expertise in campo di crisi aziendali. Tra i molteplici incarichi di commissario: Alitalia Linee Aeree Italiane in as, Tirrenia, Siremar Bertone Sp, Itavia, Fondazione Salvatore Maugeri Irccs, Borsalino. L'ultimo incarico è di commissario del gruppo Bonifaci. Rocchi è un commercialista romano, Ioffredi un avvocato sempre romano.
Il Tribunale ha fissato per il 16 dicembre 2018 il termine ultimo «per la presentazione da parte della Società della proposta definitiva di concordato preventivo», si legge nel comunicato diffuso da Astaldi al termine del cda svoltosi ieri sera. Il gruppo continuerà «a svolgere le attività di ordinaria amministrazione mentre i commissari giudiziali, oltre ad esprimere il loro parere sugli atti di straordinaria amministrazione, dovranno vigilare sull'attività della società».
INCONTRO TRA ADVISOR Il provvedimento del giudice ha disinnescato le due istanze di fallimento presentate da un fornitore (300 mila euro) e da obbligazionisti. Ora con l'ausilio di Enrico Laghi, Franco Gianni e Valerio Di Gravio verrà preparato il piano. In parallelo proseguiranno i negoziati con Salini Impregilo interessata al ramo costruzione.
Non sembra praticabile il coinvolgimento di Cdp, ipotizzato da un quotidiano. Cassa lo ha escluso, come fonti vicine ad Astaldi. C'è da considerare che lo statuto della Cdp impedisce investimenti in società in dissesto, appunto come il gruppo romano che deve affidare il suo rilancio a Salini.
Oggi potrebbe esserci una riunione tra i consulenti di Astaldi e quelli della controparte Merrill Lynch e Vitale & Co. Potrà finalmente decollare il negoziato essendo avverata la prima condizione posta dal possibile partner: il via libera del tribunale. Per proseguire l'attività corrente, come il pagamento degli stipendi e le altre spese urgenti, è necessario un finanziamento bancario in prededuzione. L'ammontare è in fase di accertamento tra 100-150 milioni. Tutti gli adempimenti devono essere monitorati dai commissari e autorizzati dal tribunale. Per Natale potrebbe esserci la prima bozza di alleanza con Salini che chiede la maggioranza della newco dove trasferire il ramo costruzioni sulla base di un percorso di sostenibilità. Le banche, a cominciare da Intesa Sp sostengono l'iniziativa e dovrebbero convertire parte dei crediti in capitale.
r. dim.
 
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Il Sole 24 ore
«I colloqui tra noi e Astaldi non sono affatto interrotti, ma continuano». Lo rivelano il chairman del colosso giapponese IHI, Tamotsu Saito, e il direttore di IHI Infrastructure Systems, Koichi Tokuda, ieri a Napoli per l’assemblea annuale dell’Italy-Japan Business Group (IJBG). «Del resto – aggiunge Saito con un sorriso - Astaldi è tuttora un nostro partner in una jv in Romania: è naturale continuare a discutere…». In campo, come è noto, per salvare il gruppo di costruzioni c’è anche Salini Impregilo. Fonti vicine alla società hanno fatto sapere che «è interessata ma un’eventuale intesa deve arrivare in tempi brevi». La situazione, d’altra parte, è critica. Ieri Bloomberg scriveva che Rbs sta cercando di vendere da tempo, ma non c’è ancora riuscita, i crediti che vanta verso Astaldi con uno sconto dell’80% rispetto al valore nominale. L’esposizione vale 36 milioni di euro, ed è parte di una linea revolving da 500. Quanto a IHI, non è un caso che Saito sia diventato il presidente di parte giapponese dell’IJBG alcuni mesi fa – avvicendando il chairman di Mitsui Bussan, Masami Iijima -, in coincidenza con l’accordo per un investimento diretto nel gruppo italiano, che prevedeva l’acquisto del 18% del capitale e un tempestivo ingresso nel board della società. Una intesa superata dagli avvenimenti che - complici le difficoltà della Turchia - hanno fatto precipitare la crisi del gruppo italiano, finito questa settimana in concordato in continuità aziendale: una soluzione che lascia (sulla carta) qualche mese di tempo per possibili sviluppi di vario tipo. Alla domanda se abbia incontrato e se incontrerà di nuovo Paolo Astaldi, Saito indica Tokuda, che conferma di essere l’interlocutore ma non si sbilancia: «Sì, certo l’ho incontrato. Non posso dire nulla. I colloqui sono riservati. Replica identica, con appello al «quinto emendamento», alla domanda più specifica se IHI sia ancora interessata a una rilevante partecipazione azionaria e all’ingresso in cda, ma con sfumature che sembrano indicare un orientamento positivo. Tokuda, anche nel suo intervento in un panel all’assemblea, ha ribadito che il gruppo intende espandere la sua presenza internazionale nel quadro di una crescita nel comparto infrastrutture; un settore che, rispetto ad altri rami aziendali, è relativamente sottodimensionato e presenta opportunità di sviluppo. Oltre al ponte sul Bosforo, in una slide Tokuda ha presentato il ponte nella zona di Braila, in Romania, che dovrebbe essere completato nel 2022 e diventare il terzo più lungo ponte sospeso nella Ue: in testa all’immagine compariva il nome Astaldi, come esempio positivo di partnership italo-giapponese in un Paese terzo. Niente, insomma, fa pensare che i giapponesi si siano irritati per gli intoppi. Al contrario, manifestano un evidente interesse a restare in partita. Di sicuro sono disponibili ad ascoltare e valutare proposte. Il presidente Saito allarga poi il discorso alla situazione dei mercati e dell’Italia, per indicare che i giapponesi non si allarmano troppo per la volatilità: «Tutti noi preferiamo un contesto di stabilità e speriamo che prevalga».
 
Ultima modifica:
L'unica azienda che ha senso di Merge con Astaldi è la Salini. Per far si che possa andare in porto, chiederanno dei grossi sacrifici ai vari interlocutori. Il mio pensiero non è il totale default ma la conversione in Equity del bond.
 

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