E' iniziata: "La campagna Trump ha ritirato la sua causa in Michigan, citando la decisione di due membri del GOP del Consiglio dei Canvassers della contea di Wayne di revocare i loro voti per certificare l'elezione.
"Questa mattina ritiriamo la nostra causa in Michigan come diretta conseguenza del conseguimento del sollievo che cercavamo: impedire che le elezioni nella contea di Wayne siano certificate prematuramente prima che i residenti possano essere certi che ogni voto legale è stato contato e ogni voto illegale non lo è stato. stato contato ", ha detto l'avvocato della campagna di Trump, Rudy Giuliani."
Si comincia....La pianificazione dura da mesi, è iniziata con le poste, azzerandone i fondi per velocizzare le spedizioni, poi la Barrett.... Poi Giuliani. So nragaaazzi!
Nei suoi comizi Trump ama elencare, fra i trionfi immaginari della sua amministrazione, una promessa effettivamente mantenuta alla sua base di estremisti conservatori la conferma di «centinai di giudici federali».
In America i magistrati che siedono nei tribunali e nelle corti d’appello federali vengono designati dal presidente e confermati dal senato.
Per anni la camera superiore, controllata dai repubblicani, ha bloccato le nomine giudiziarie di Obama, creando un vuoto che Trump, in sintonia con l’arciconservatore presidente del senato, Mitch McConnell, ha metodicamente riempito assegnando oltre 200 poltrone a magistrati di fidata fede conservatrice.
L’orientamento ideologico di queste cariche è cruciale perché nell’ordinamento americano i tribunali che presiedono sono chiamati a giudicare materie istituzionali di impatto diretto e pervasivo sulla vita del paese. È nei tribunali federali che viene provata la legalità di leggi e decreti, costituendo un contrappeso operativo ai poteri legislativi ed esecutivi.
La funzione è particolarmente fondamentale per la corte suprema, arbitro ultimo e insindacabile di costituzionalità e come tale, organo che modula e modera il potere degli altri rami del governo. Nel dopoguerra la corte è intervenuta in modo determinante su diritti civili, libertà di espressione, desegregazione, aborto, matrimoni gay, emancipazione di donne e minoranze, tutela dell’ambiente – in altre parole sul progresso sociale, ponendo un argine al razzismo e agli abusi di potere.
Quelle dei tribunali federali e della corte suprema sono cariche a vita, da cui l’importanza di un teorico equilibrio ideologico a garanzia di un imparzialità che a sua volta dovrebbe essere mantenuta anche dall’alternanza dei presidenti che scelgono le toghe (in realtà dal 1969 presidenti democratici hanno designato quattro giudici alla corte suprema contro i 15 scelti da repubblicani – quattro dei quali nominati da presidenti che avevano perso il voto popolare).
Ora Donald Trump che il voto popolare lo ha perso per quasi 3 milioni di preferenze, si appresta a nominare il terzo giudice supremo in meno di quattro anni. Effetto, anche in questo caso, della strategia repubblicana che ha usato la maggioranza in senato per bloccare la nomina di un giudice (Merrick Garland) che spettava a Obama in attesa di un prossimo presidente repubblicano.
Che questo si sia poi rivelato essere Donald Trump è probabilmente andato oltre le più rosee previsioni dei reazionari – come anche il fatto che dopo aver riempito la poltrona artificialmente tenuta vuota (con Neil Gorsuch), le dimissioni del giudice Kennedy e la morte dei Ruth Bader Ginsburg gli avrebbero dato due ulteriori opportunità di modificare radicalmente l’equilibrio politico del tribunale. Dopo aver nominato un secondo arcivonservatore – Brett Kavanaugh – il presidente ha designato Amy Coney Barrett come terza scelta che promette di destabilizzare la corte potenzialmente per diverse generazioni.