Un prete di 70 anni abusa di una bambina di 10. Viene beccato lunedì scorso proprio mentre si trovava appartato in auto con la piccola in un parcheggio. Finge di non sapere la sua età ("pensavo che ne avesse 15"), quando in realtà conosce la famiglia e la piccola da quando era neonata.
Gli episodi, più di uno, sarebbero avvenuti sempre nell'auto dell'uomo, durante il tragitto tra la parrocchia e la casa della bambina, sua parrocchiana, a cui lui avrebbe dato assistenza vista la situazione disagiata della famiglia.
La cosa che più mi ha colpito è stata proprio questa: aver utilizzato la propria posizione di benefattore, di persona che aiutava una famiglia disagiata e una bambina seguita dai servizi sociali, per circuire una creatura.
Come tutti quelli che abusano e che violentano, è persino arrivato a dare la colpa alla vittima, accusandola di "aver preso lei l'iniziativa".
Sono fatti gravi, di cui si parla poco e male, relegati nella cronaca tra lo sdegno di provincia e l'indignazione che porta a urlare "chiudetelo in galera e buttate via la chiave".
Certo, tutto questo è vomitevole, ma la giustizia farà il suo corso e non servono i tribunali popolari. Tanto più se poi tutto rimane come prima.
Però, credo che ci siano due cose che possiamo fare.
La prima: visto che è l'ennesimo caso di pedofilia e abusi che coinvolge la Chiesa, possiamo chiedere che si faccia pulizia, che non si nascondano coloro che hanno compiuto abusi, che chi sa parli, che si puniscano i colpevoli in modo da dare l'esempio, che si prevenga e non ci si giri dalla parte opposta come troppe volte si è fatto. Non è solo un atto di legalità, ma direi anche di giustizia divina, per chi ci crede.
La seconda: c'è una cultura del possesso maschile talmente radicata che nemmeno un prete di 70 anni si vergogna nel dichiarare che una bambina di 10 anni abbia preso l'iniziativa. Come al solito, l'aggressore sessuale tenta di colpevolizzare la vittima. Ripeto e me ne scuso: il governo affronti con serietà l'argomento. A partire dalla scuola introducendo l'educazione sentimentale, passando per i centri antiviolenza da finanziare e finendo con le misure di prevenzione da coordinare con istituzioni e forze dell'ordine. Giusto per fare alcuni esempi.
Perché, questi sì, che sono problemi dell'Italia e degli Italiani.