Bruciata viva...

Giulia Tramontano e l’altra donna si sono incontrate, parlate, hanno solidarizzato, hanno smascherato l’uomo che aveva raccontato un castello di menzogne , mettendone in luce la meschinità , avevano solidarizzato e si erano sottratte al controllo del sultano.

Una alleanza tra donne inaspettata e inaccettabile.

Credo che il femminicidio di Giulia (ma leggo stamattina su la Stampa, ci sono dubbi che volesse fare dell’altra donna la terza vittima) sia stato commesso da quest’uomo per la rabbia di non essere più al centro, perno e bilancia di un triangolo che evidentemente lo gratificava molto, e per essere stato improvvisamente detronizzato e preso a calci nel sedere.

Ma mi raccomando, parliamo solo di narcisismo maligno o di come le donne dovrebbero stare attente a schivare la violenza maschile eppoi lasciamola li, perché ci piace la violenza maschile , è il piedistallo di un antico potere, le ossa su cui si regge il patriarcato ma soprattutto, la violenza maschile e la cultura che la muove, sono funzionali al nostro sistema sociale, economico e politico.

Perfettamente funzionali, per questo nei tribunali viene sanzionata così difficilmente. Per questo, i centri antiviolenza sono lasciati sempre in bilico sulla possibilità di lavorare o no.

Per questo, la colpa in qualche modo viene sempre addossata alle vittime che non dovevano andare all’ultimo appuntamento anche se convivono con il violento o sono ammazzate in un agguato, nell’androne di casa, come è accaduto ieri a Pierpaola Romano, poliziotta, uccisa da Massimiliano Carpineti, un altro poliziotto.

Ci placheranno, placheranno la nostra rabbia con il solito ergastolo.
A me non interessa questo. La punizione esemplare, la gogna e il patibolo dell’assassino, non mi interessa, che scompaia nell’oblio.

Mi Interessa, molto, che le istituzioni la smettano di colludere con la violenza maschile. Complici, sempre.
 
Eccole qui, le istituzioni complici:

"Non ha agito con crudeltà" Il gip ha escluso l'aggravante di aver agito con crudeltà per Alessandro Impagnatiello perché "l'azione omicidiaria non risulta caratterizzata da particolare pervicacia tenuto conto del tipo di arma e del numero di colpi inferti". "La condotta successiva all'omicidio - argomenta la gip - non assume rilevanza" perché non serviva a "infliggere 'sofferenze aggiuntive'".
 
Oggi è tutto un "educhiamo le ragazze a riconoscere la violenza". Poi lo fanno, chiudono le relazioni e vengono ammazzate. Lo fanno, vanno a denunciare e non vengono credute. Lo fanno e tolgono loro i figli. Lo fanno e qualche stronza/o di collega dà loro della finta vittima che aliena i figli. Lo fanno e sono delle povere isteriche. Lo fanno e non sono femminili, perché insomma, il maschio alfa è quello che può proteggerti dalla vita là fuori. Lo fanno e rimangono sole come cani, senza lavoro e soldi.

Parliamo un po' degli uomini, PER ESEMPIO?
 
L'unica nota di speranza nell'atroce e violenta morte di Giulia e il suo bambino è la solidarietà tra le donne dell'assassino. L'altra ragazza che, preoccupata e forse consapevole della pericolosità dell'uomo, che propone a Giulia di trovare rifugio da lei e che probabilmente si è salvata non aprendo la porta all'assassino, cercata da lui dopo aver ucciso. E la ex compagna, madre del figlio, che si rifiuta di dare il bambino all'uomo dopo la sparizione di Giulia. Loro avevano imparato a conoscerlo, avevano capito che cosa il freddo e bugiardo manipolatore fosse in grado di fare, e forse hanno evitato altre morti.
L'unica cosa che mi scalda e mi commuove, in tanta rabbia e dolore, sono proprio le altre due donne, uscite dalla spirale perversa del manipolatore violento, che hanno detto NO, chiudendo la porta in faccia a chi non le meritava.
 

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