Bruciata viva...

Ora pensiamo solo alle cose belle, fuori c’è un bel sole, temperatura primaverile, aspettiamo con celata impazienza le prime minigonne;

la vita è bella e piena di occasioni

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il NQ sta aprendo il sipario :bye:
 


"Ho fatto una cazzata"
Questo il messaggio di Vittorio Pescaglini ad un amico, dopo avere accoltellato la moglie Maria Ferreira, in provincia di Lucca.

Maria aveva messo fine a quel matrimonio, era andata via di casa, tutto secondo copione: lui l'ha cancellata dalla faccia della terra e ha semplicemente considerato di avere fatto una sciocchezza.
Perché per gli uomini violenti la violenza è un banale incidente di percorso.

Non è più accettabile che una donna debba morire secondo un registro conosciuto, non è accettabile il pressappochismo con cui si tratta la violenza, la mancanza di prevenzione, di cultura, di istituzioni, di sensibilità nei confronti del tema, che è un tema millenario, antico, radicale e radicato.
Maria è l'ennesima morta ammazzata per mano maschile, in ambito familiare.
Dovrebbe pesare sulla coscienza di tutti.
Ma del resto è solo una donna.
Domani l'avremo già scordata.
 
Aspettiamo le indagini, ma il sospetto che sia un'altra storia di femminicidio è fortissimo.

Come da copione.
Il primo Gne Gne che si lamenta che gli uomini che si separano hanno la peggio perché Gne Gne perdono casa e soldi li mando direttamente affanghulo.

Qui sono due donne che la casa l'avevano lasciata. Questa seconda aveva anche lasciato la figlia, probabilmente in attesa di una sistemazione più dignitosa, nella casa di famiglia.

E le donne rischiano molto di più di semplici quattrini.

La salute, la sicurezza, la vita.
 
Questo ragazzo dalla faccia rubiconda, gli occhi buoni e il sorriso gentile, che vive amorevolmente con la propria fidanzata e una bambina, avrebbe stuprato a Roma una ragazza di 26 anni, Martina.
Simone Borgese, nel tempo però aveva già colpito altre volte: una ragazza di diciassette anni nel 2014, una tassista nel 2015 e per tutto questo aveva racimolato quasi 9 anni di carcere, finiti di scontare nel 2022.
Nel 2015 Borgese disse che non voleva essere definito un mostro (e certo, come lo vuoi chiamare uno così?).

Ora gl'inquirenti lo chiamano "presunto" stupratore seriale. Giuro, presunto.
E il GIP lo manda agli arresti domiciliari.

Ora, io solo una cosa voglio sapere.
Ma così, per curiosità.
Cosa ci vuole a capire che i maltrattanti, gli abusanti, i sex offenders, insomma queste carogne rimangono tali se non sono sotto sorveglianza (e non dico necessariamente in galera).
Cosa non è chiaro?

Sui social, ovviamente si spende come padre premuroso e amorevole, innamorato di sua figlia e della squadra del cuore, la Roma, e tanto basta alla stampa per raccontarci l'ennesima storia di un ragazzo con un'infanzia difficile, dedito alle botte (come confermeranno altre persone) agli stupri, alle rapine.
Ma non è un mostro per carità, è solo un povero ragazzo che ha sofferto tanto.
Sì, ma tenetelo lontano dalle donne e dalle bambine.
 

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