Bruciata viva...

OK, comprendo il vostro punto di vista...

vediamo un altro caso:

ci sono fabbriche, negli stati arretrati anche dell'Europa, che per offrire i costi più bassi impiegano come operai bambini minorenni... in queste fabbriche i bambini utilizzano potenti coloranti, vietati nei paesi civili in quanto altamente cancerogeni, per trattare capi di abbigliamento... ho visto in tv la fabbrica di tintura dei jeans, la fabbrica dei bambini blu, piccoletti di 9-10 anni con le braccia ed il petto completamente colorati di blu che sorridevano davanti alla telecamera... non sanno, porelli, che l'effetto altamente cancerogeno non li porterà a superare la maggiore età...

ebbene...

tali fabbriche sono fornitori delle grande case di Moda quotate in Borsa, dai fatturati stellari anche in questo lungo momento di crisi...

Domanda a voi penamortisti: agli Amministratori Delegati (e ai Dirigenti) di codeste case di Moda cosa fareste? :mumble:

Gli comprereste le lucrative azioni, oppure magari dareste una bella ghigliottinata a questi coscienti ... ehm... assassini? :mmmm:
Il modello economico che descrivi sta terminando.

Producevano vestiti usando donne al telaio e macchine da cucire. Poi la manodopera é diventata costosa. Sono andati a produrre nel Bangladesc. La manodopera costa meno. Ma sempre donne con la macchina da cucire.

Ad un certo punto si sono rotti le palle.

É un lavoro ripetitivo. Lo automatizziamo?

HAnno costruito una fabbrica che produce magliette in USA. Entra il filo da una parte e escono magliette finite e imballate dall'altra parte.

Dentro ci sono solo pochi lavoratori e tutti sono dei programmatori di computer e qualche manutentore.

Le magliette che escono da li costano meno di quelle dal Bangla.
 
Queste innovazioni non fanno notizia.
Non le vedete nei tiggî.

Ma fanno una grandissima differenza anche in termini geopolitici.

Il capannone pieno di cinesi che lavorano su turni assurdi ha i giorni contati
 
Ignazia Tumatis, 59 anni, di Cagliari, ieri sera l'ha fatta grossa.
È andata a vedere la partita, fuori casa, è rientrata tardi, cose che, lo capite anche voi, non si fanno, e addirittura, una volta rientrata a casa avrebbe riso in faccia al marito Luciano Ellies, che l'avrebbe prontamente fatta fuori con dieci coltellate, avvisando poi le figlie "ho ammazzato la mamma".

L'ennesimo femminicidio a Cagliari racconta il solito, triste mondo, fatto di divieti, di controllo ostinato, di uomini che chiudono le loro compagne in recinti fatti di stereotipi e pregiudizi, e che esercitano violenza con una leggerezza che ti lascia questo vuoto assoluto.
Un abisso in cui precipitiamo in tante e da cui liberarsi è pressoché impossibile.

Il povero Luciano, per giustificarsi davanti agli agenti, avrebbe proprio detto così "si è messa a ridere e io non ci ho visto più".
Come in un regime talebano qualsiasi dove alle donne è impedito ridere pena la lapidazione.
A dimostrazione che la violenza maschile sulle donne è trasversale, radicata, diffusa ovunque ci sia una donna, bambina o adulta che vuole essere libera come un uomo, e un uomo pronto a impedirglielo come Dio comanda, nei secoli dei secoli.

Chissà quando la società civile e non, ammetterà che abbiamo un gigantesco problema di violenza, di uomini che la agiscono con una superficialità, una leggerezza che lascia esterrefatti e di altri uomini e donne che la giustificano.
 

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A giorni alterni, a i TG ce ne sono 2 per ogni regione o quasi.
Sono arrivata al punto di cambiare canaleall'istante prima dei dettagli
 
Ignazia Tumatis, 59 anni, di Cagliari, ieri sera l'ha fatta grossa.
È andata a vedere la partita, fuori casa, è rientrata tardi, cose che, lo capite anche voi, non si fanno, e addirittura, una volta rientrata a casa avrebbe riso in faccia al marito Luciano Ellies, che l'avrebbe prontamente fatta fuori con dieci coltellate, avvisando poi le figlie "ho ammazzato la mamma".

L'ennesimo femminicidio a Cagliari racconta il solito, triste mondo, fatto di divieti, di controllo ostinato, di uomini che chiudono le loro compagne in recinti fatti di stereotipi e pregiudizi, e che esercitano violenza con una leggerezza che ti lascia questo vuoto assoluto.
Un abisso in cui precipitiamo in tante e da cui liberarsi è pressoché impossibile.

Il povero Luciano, per giustificarsi davanti agli agenti, avrebbe proprio detto così "si è messa a ridere e io non ci ho visto più".
Come in un regime talebano qualsiasi dove alle donne è impedito ridere pena la lapidazione.
A dimostrazione che la violenza maschile sulle donne è trasversale, radicata, diffusa ovunque ci sia una donna, bambina o adulta che vuole essere libera come un uomo, e un uomo pronto a impedirglielo come Dio comanda, nei secoli dei secoli.

Chissà quando la società civile e non, ammetterà che abbiamo un gigantesco problema di violenza, di uomini che la agiscono con una superficialità, una leggerezza che lascia esterrefatti e di altri uomini e donne che la giustificano.
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Ignazia Tumatis, 59 anni, di Cagliari, ieri sera l'ha fatta grossa.
È andata a vedere la partita, fuori casa, è rientrata tardi, cose che, lo capite anche voi, non si fanno, e addirittura, una volta rientrata a casa avrebbe riso in faccia al marito Luciano Ellies, che l'avrebbe prontamente fatta fuori con dieci coltellate, avvisando poi le figlie "ho ammazzato la mamma".

L'ennesimo femminicidio a Cagliari racconta il solito, triste mondo, fatto di divieti, di controllo ostinato, di uomini che chiudono le loro compagne in recinti fatti di stereotipi e pregiudizi, e che esercitano violenza con una leggerezza che ti lascia questo vuoto assoluto.
Un abisso in cui precipitiamo in tante e da cui liberarsi è pressoché impossibile.

Il povero Luciano, per giustificarsi davanti agli agenti, avrebbe proprio detto così "si è messa a ridere e io non ci ho visto più".
Come in un regime talebano qualsiasi dove alle donne è impedito ridere pena la lapidazione.
A dimostrazione che la violenza maschile sulle donne è trasversale, radicata, diffusa ovunque ci sia una donna, bambina o adulta che vuole essere libera come un uomo, e un uomo pronto a impedirglielo come Dio comanda, nei secoli dei secoli.

Chissà quando la società civile e non, ammetterà che abbiamo un gigantesco problema di violenza, di uomini che la agiscono con una superficialità, una leggerezza che lascia esterrefatti e di altri uomini e donne che la giustificano.
io penso che certe persone, siano esse uomini o donne, durante uno sbadiglio, dimenticando la buona educazione di mettersi la mano alla bocca, hanno dato la possibilità ad un cervello molto volatile di approfittarne per darsi alla fuga,
mi spiego meglio;
Cler se tuo marito una notte tornando a casa molto tardi alle tue rimostranze ti ridesse in faccia, facendoti sentire una m…., come reagiresti?
Io credo che tu, essendo una persona molto educata e comprensiva, gli avresti subito fatto una tisana con ingredienti non meglio identificati per agevolare un riposo dolce e duraturo.

Ma se te le vai a cercare con certi soggetti dovresti valutare prima i rischi. o no?

Come quando uno si butta dal tetto e mentre cade pensa “ non vedo l’ora di essere a terra per vedere cosa mi sono fatto” ( modo di dire in Toscana)

Con questo so benissimo di non suscitare in te particolare simpatia ma sono abituato a dire sempre ciò che penso senza nessun timore delle critiche dei benpensanti, “perché spesso mi sono chiesto se il benpensante è anche uno che pensa. In realtà non pensa affatto, anche perché, a forza di pensarla come la pensano gli altri, gli si è atrofizzato il cervello”.(.LDC) Luciano De Crescenzo







Chissà quando la società civile e non, ammetterà che abbiamo un gigantesco problema di violenza, psicologica di donne che la agiscono con una superficialità, una leggerezza e troiaggine che lascia esterrefatti e di altri uomini e donne che la giustificano.


e dettoquesto va do a gustarmi un ottima colazione
bay bay
 

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