Val
Torniamo alla LIRA
Il problema reale qual'è ? Mancano posti letto e ventilatori.
E la realtà è che i malati vengono ricoverati all'ultimo minuto.
Questa è la drammatica descrizione di quello che potrebbe accadere.
E' un racconto choc. Si è combattuti fra leggerlo e non leggerlo.
Qualcuno dice che è meglio "restare ignoranti"............non so che dirVi.
In ospedale, magari, alcuni ci arrivano in condizioni complicate, ma non ancora del tutto compromesse,
eppure può capitare che tutto cambi nel giro di poco tempo.
Anche soltanto di un'ora.
A raccontarlo è un'infermiera di terapia intensiva una struttura sanitaria della Brianza,
che ha spiegato ciò che vede durante i suoi turni da 12 ore a contatto con i malati positivi al Covid-19:
"La cosa che mi impressiona di più è la 'trasformazione repentina': i pazienti arrivano con difficoltà respiratorie e sembrano 'normali',
ma un'ora dopo 'precipitano', li intubiamo e in un attimo somigliano a zombi".
Nel raccontare l'evidenza delle conseguenze della malattia,
l'infermiera ha spiegato come vengono trattati i pazienti con le complicanze:
"Per farli respirare li 'proniamo', li mettiamo a pancia in giù per tante ore, serve per 'reclutare' il polmone,
quando li giriamo hanno i volti trasfigurati per la pressione, non sono più loro. Per me è la cosa più spaventosa".
E uno dei problemi maggiori che ha colpito le terapie intensive è la mancanza dei posti.
Come descritto dall'operatrice sanitaria, la maggior parte dei pazienti deve superare la polmonite.
"Per questi abbiamo 50 posti. Una volta guariti tornano a casa."
"Il problema è che molti arrivano già in condizioni drammatiche"
Secondo quanto riportato dall'infermiera, l'età media dei malati è di 55/60 anni, "molti più maschi che femmine".
"Sono soli, arrivano in pronto soccorso con i loro vestiti in una sacca, i
parenti non possono salire sulle ambulanze, né possono venire a trovarli.
Al massimo parlano al telefono con i dottori", chiarisce l'infermiera.
"Gli intubati, ovviamente, sono costantemente addormentati, li sediamo,
il problema sono gli altri 50 (quelli contati in precedenza, ndr).
Se uno di quelli 'precipita' e ha bisogno di essere intubato non trova posto.
Il timore è di dover arrivare a fare delle scelte tra giovani e meno giovani".
E la realtà è che i malati vengono ricoverati all'ultimo minuto.
Questa è la drammatica descrizione di quello che potrebbe accadere.
E' un racconto choc. Si è combattuti fra leggerlo e non leggerlo.
Qualcuno dice che è meglio "restare ignoranti"............non so che dirVi.
In ospedale, magari, alcuni ci arrivano in condizioni complicate, ma non ancora del tutto compromesse,
eppure può capitare che tutto cambi nel giro di poco tempo.
Anche soltanto di un'ora.
A raccontarlo è un'infermiera di terapia intensiva una struttura sanitaria della Brianza,
che ha spiegato ciò che vede durante i suoi turni da 12 ore a contatto con i malati positivi al Covid-19:
"La cosa che mi impressiona di più è la 'trasformazione repentina': i pazienti arrivano con difficoltà respiratorie e sembrano 'normali',
ma un'ora dopo 'precipitano', li intubiamo e in un attimo somigliano a zombi".
Nel raccontare l'evidenza delle conseguenze della malattia,
l'infermiera ha spiegato come vengono trattati i pazienti con le complicanze:
"Per farli respirare li 'proniamo', li mettiamo a pancia in giù per tante ore, serve per 'reclutare' il polmone,
quando li giriamo hanno i volti trasfigurati per la pressione, non sono più loro. Per me è la cosa più spaventosa".
E uno dei problemi maggiori che ha colpito le terapie intensive è la mancanza dei posti.
Come descritto dall'operatrice sanitaria, la maggior parte dei pazienti deve superare la polmonite.
"Per questi abbiamo 50 posti. Una volta guariti tornano a casa."
"Il problema è che molti arrivano già in condizioni drammatiche"
Secondo quanto riportato dall'infermiera, l'età media dei malati è di 55/60 anni, "molti più maschi che femmine".
"Sono soli, arrivano in pronto soccorso con i loro vestiti in una sacca, i
parenti non possono salire sulle ambulanze, né possono venire a trovarli.
Al massimo parlano al telefono con i dottori", chiarisce l'infermiera.
"Gli intubati, ovviamente, sono costantemente addormentati, li sediamo,
il problema sono gli altri 50 (quelli contati in precedenza, ndr).
Se uno di quelli 'precipita' e ha bisogno di essere intubato non trova posto.
Il timore è di dover arrivare a fare delle scelte tra giovani e meno giovani".