giorno a tutti .....
.... ecco un report di luchi ... inutile dire che il discorso sull'obbligazionario io lo condivido in toto !!!
I MERCATI FINANZIARI NEL 2005 - Articolo del 21/12/2004
Gli indicatori economici già da qualche mese mostrano un'economia USA non propriamente in salute. In particolare l'Index of Leading Indicators ci suggerisce che il rischio di una recessione sta aumentando. Ma i segnali di disagio sono troppi per poterli elencare tutti. Cosa aspettarsi dunque dai mercati finanziari nel 2005?
-Il mercato azionario dovrebbe finalmente riprendere la sua "secolare" fase orso. Una indicazione fortissima in questo senso l'abbiamo dall'analisi del COT. I Commercials hanno attualmente nel complesso del mercato azionario la posizione net short (ribassista) più forte di sempre. Chi sono i lunghi (rialzisti)? I fondi e i piccoli speculatori, i quali sono noti per essere nel posto sbagliato ai momenti di svolta del mercato. Come mai i piccoli speculatori sono lunghi? Perchè leggono le newsletter degli analisti che, guarda caso, sono estremamente bullish (più del 60% delgi analisti analizzati da Investors Intelligence sono bullish, ad esempio). Anche la volatilità nel mercato delle opzioni è eccezionalmente bassa, segno questo di fiducia e tranquillità degli operatori.
Se consideriamo che nei mercati la massa ha solitamente torto capiamo come il mercato azionario possa presto ricevere un brusco richiamo alla realtà.
-Il mercato obbligazionario viaggia anch'esso sull'orlo del baratro. L'amministrazione USA, alla guida di un paese sommerso dai debiti, cerca disperatamente di finanziarsi vendendo obbligazioni al resto del mondo. Oltre il 50% delle obbligazioni emesse dagli USA vengono infatti acquistate dagli stranieri. Ma la assoluta necessità della svalutazione del dollaro legata al bisogno di svalutare l'enorme debito USA rende questi investimenti obbligazionari in dollari poco appetibili, visti i bassi tassi e la continua perdita di posizioni del dollaro. Gli USA hanno già quindi cominciato ad alzare i tassi e saranno costretti a farlo ancora di più nei prossimi anni per evitare che nessuno voglia più acquistare asset in dollari. Gli asiatici per ora comprano queste obbligazioni per la necessità di sovvenzionare il debitore (USA) ed evitare che muoia: in fondo il creditore non può permettersi che il proprio debitore diventi insolvente, e lo tiene in vita. Ma la compiacenza degli asiatici ha un limite come tutte le cose di questo mondo e presto, appunto, vorranno dei rendimenti migliori per continuare ad investire negli USA. Ecco perchè, tra l'altro, i tassi sono destinati ad aumentare. Altrimenti il deficit USA chi lo finanzia? Se dunque gli oltre 25 anni di mercato toro nelle obbligazioni sono vicini al capolinea, ecco che i rendimenti obbligazionari nei prossimi anni saranno un'amara sorpresa per molti risparmiatori usi a considerare le obbligazioni un investimento sicuro (se aumentano i tassi, il prezzo delle obbligazioni scende). Ricordiamoci che quando i tassi cambiano direzione proseguono per quella direzione più a lungo di quanto molti si immaginano. Aggiungo, per soddisfazione dei più addentro ai meccanismi di hedging, che molti prestatori di denaro si tutelano da tassi in calo comprando futures obbligazionari. Se la direzione dei tassi cambia, anche queste posizioni lunghe vengono chiuse vendendo il future precedentemente comprato: questo fa sì che si crei un meccanismo vizioso per cui il calo dei prezzi delle obbligazioni fa perversamente aumentare le vendite di futures che spingono ancora più in basso i prezzi che a loro volta obbligano ad ulteriore vendite di futures e così via...
Se quindi sia le obbligazioni che le azioni sono destinate nei prossimi anni a dare molti grattacapi agli investitori che cosa rimane per chi voglia provare ad ottenere quanche piccolo rendimento dai propri sudati risparmi? Rimangono, guarda caso, le commodities. Commodities che sono un asset inversamente correlato a bond e azioni, e che da qualche anno sono protagoniste di un mercato toro che appare appena all'inizio. La spinta propulsiva iper le commodities saranno, olter la forte domanda asiatica, il dollaro debole (che fa lievitare il prezzo delle materie prime) e la incipiente stagflazione, ovvero la debolezza economica associata a inflazione in aumento. Ricordate gli anni 70 quando le commodities ebbero dei rendmenti spettacolari? Se non li ricordate non vi preoccupate, presto quegli anni potrebbero tornare qui insieme a noi, felici compratori di commodities.
L'oro si appresta a salutare il nuovo anno sulla soglia dei $450 l'oncia. I massimi del 1980 ($850) sono nel mirino: prima che questo bull market sia finito dovremo aggiornare le statistiche sui massimi storici dell'oro. Ma non sarà nel 2005, forse.
Buone feste.
Andrea Luchi