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OMANI ATTESA NUOVA STRETTA FED,INCOGNITA KATRINA/ANSA
(ANSA) - ROMA, 19 set - La Federal Reserve appare pronta a
mettere mano domani all'undicesimo aumento consecutivo dei tassi
di interesse. Anche se, dopo l'uragano Katrina, non manca chi
avanza dei dubbi sulla conferma della strategia rialzista da
parte della banca centrale americana.
Gli Stati Uniti sono impegnati nel calcolo dei danni
provocati dall'uragano, ma è ancora presto per avere una stima
attendibile di quanto costerà all'economia Usa l'effetto
Katrina. Per ora, la maggioranza di economisti è praticamente
sicura che nella riunione del Federal Open Market Committee di
domani verrà deciso l'ennesimo rialzo del costo del denaro
nell'ordine di un quarto di punto. Una manovra che porterebbe i
tassi sui Fed Funds al 3,75%, mentre con tutta probabilità la
Bce continuerà a tenere ancora i tassi di riferimento fermi al
2%. Anche chi, come Merrill Lynch, a pochi giorni dall'uragano
aveva avanzato l'eventualità di uno stop nella stretta
monetaria perseguita dalla Fed da giugno 2004, si è poi
ricreduto parlando di allarmismi 'eccessivi'. Non mancano
tuttavia posizioni discordi: UBS, Nomura e HSBC si aspettano che
la Fed lascerà i tassi invariati all'attuale 3,50%, mentre sul
versante politico c'é chi si interroga sull'opportunità di
alzare il costo del denaro. Uno dei membri della Commissione
Servizi Finanziari della Camera Usa e rappresentate democratico
del Tennessee, Harold Ford junior, ha dichiarato oggi di
attendersi una nuova stretta precisando però di non essere
sicuro che una tale manovra "sia la cosa giusta da fare ora".
Un primo assaggio dei contraccolpi dell'uragano si è avuto
venerdì scorso con il crollo della fiducia dei consumatori
americani a settembre. L' indice Michigan è precipitato ai
minimi dal 1992, vale a dire un valore ancora più basso di
quanto non fosse accaduto all'indomani dell' attacco alle Torri
Gemelle. E' un fatto che adesso a minacciare i consumi degli
americani, che incidono per il 70% sull'economia a stelle
strisce, sono le nere prospettive sull'occupazione e sulle
pressioni inflattive da caro- petrolio. Le stime del
Congressional Budget Office calcolano che Katrina potrebbe
costare all' economia statunitense la perdita di circa 400mila
posti di lavoro, mentre gli economisti mettono in conto un
taglio di mezzo punto percentuale della crescita del prodotto
nazionale lordo nel terzo trimestre. Per questo, se domani la
stretta della Fed appare scontata, gli occhi sono puntati sullo
'statement' che accompagna le manovre di politica monetaria per
individuare segnali utili sull'orientamento futuro della banca
centrale statunitense. Nel post-Katrina, il mercato mette in
conto l'ipotesi di una 'pausa' nel ciclo rialzista e aspetta di
verificare se la Fed eliminerà o meno il termine "misurato"
che ha finora contrassegnato la sua prudente politica di aumento
del costo del denaro. Determinante, a questo proposito, il
capitolo che riguarda le aspettative della Fed sull'inflazione
alla luce del +0,5% registrato ad agosto e in vista di una
accelerazione della dinamica dei prezzi proprio sull'onda di
Katrina.