BUND-T/BOND-NOTE e tifiamo per dan a 113 e 1.20

ci riprovo :ops:

entrato con meta' a 27....l'altra meta' a 48 :eek: (se ci arriva..speriamo di no :rolleyes: )

take a 118.03 immesso..vado a laura'

occhiatina alle 12 :)

buon proseguimento
 
giorno

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G.Oteri (Tecnogest): attenzione! Un'enorme massa di denaro è parcheggiata sull'euro

Di Gaetano Oteri , 24.11.2004 16:19


La recente polemica sull'applicazione o no del trattato di Mastrich che vede coinvolti i nostri maggiori esponenti della coalizione di governo ed anche di riflesso la Germania e la Francia sta mettendo in luce che bene o male si sta ritornando al monetarismo sul tipo di quello imposto da Milton Friedman nella prima amministrazione di Reagan. Solo che i contendenti europei devono chiaramente ammettere che una delle maggiori fonti di inflazione è la creazione di moneta o di strumento equivalenti come il debito pubblico.
Nel trattato di Maastricht
si parla solo del rapporto tra prodotto interno lordo e debito pubblico ma non si fa cenno all'ammontare della carta moneta o equivalente detta in gergo tecnicio massa monetaria 3. Da qui nasce l'equivoco in cui si stanno dibattendo le varie congregazioni politiche europee che grazie alla loro incompetenza economica stanno portando l'Europa verso la recessione.

Infatti sono appena iniziati i grossi fallimenti (Parmalat e Volare) ma ne seguiranno sicuramente altri forse più grossi a causa di questo trattato e del figlio degenere e cioè l'euro. Per cui in Europa sopravviverà soprattutto il settore bancario/assicurativo dei servizi ma la grossa industria vedrà tutta una serie di fallimenti.

L'America ed il Giappone si trovano viceversa vicini ad un cambio di politica economica che richiederà ancora qualche mese ma alla fine dovrebbe essere d'aiuto all'economia. Per questo motivo la crisi del dollaro è ormai vicina alla fine ed il catalizzatore potrebbe venire da un ribasso dei tassi europei o da un rialzo di quelli americani in modo da spostare quella enorme massa di denaro parcheggiata sul breve che è attualmente sull'euro.


Molta importanza va data ai fondi pensione giapponesi in grado di spostare enormi somme di denaro. Infatti ad ogni rialzo dello Yen con il dollaro corrisponde quasi sempre un rialzo delle borse europee ed un ribasso di quella giapponese. Infatti i giapponesi sono da sempre investiti sull'Europa e sovrainvestiti sull'America e su Tokio. Resta in dubbio il futuro rialzo del petrolio e di riflesso dell'oro, ma ci sembra opportuno posizionare in ogni portafoglio una buona percentuale di titoli delle miniere d'oro.
 
S.Berlinzani (Salex): euro/dollaro; “rischio panico” posizionato a 1,35

di Saverio Berlinzani , 25.11.2004 08:54


Il mercato valutario sta sorprendentemente accelerando verso il tracollo del dollaro, e lo dimostra la price action delle ultime ore, con l’incapacità del biglietto verde di tenere qualsiasi supporto, preludio a un rialzo improvviso della volatilità e di una possibile ulteriore accelerazione del movimento.
Oggi è il giorno del ringraziamento e non vi sono segnali di un rallentamento del trend in atto.
Ci giungono notizie di opzioni Knock out tra 1.3200 e 1.3250, così come il movimento di ieri dell’Eurusd è stato dettato da stop loss sia di posizioni cash sia di prodotti derivati.
Il che dimostra come chi è lungo di Euro è tranquillo e tiene posizioni anche importanti e alzando man mano lo stop loss, mentre chi è short inizia a panicare, ovvero ad avere veramente il timore che il movimento attuale possa spingere la moneta unica anche a 1.4000
, fino a qualche giorno orsono, una chimera.
Naturalmente silenzio assoluto da parte delle autorità monetarie, se non qualche inutile intervento verbale che non serve assolutamente, anzi accelera la speculazione contro il biglietto verde perché si vuole capire fino a che punto questi ammonimenti siano seri.
Il livello di “rischio panico” noi lo abbiamo posizionato a 1.3500, per l’Eurusd e 100.00 per il UsdYen, ma fino ad allora crediamo che le banche centrali staranno a guardare.


Ma veniamo ai dati Usa di ieri relativi ai sussidi di disoccupazione , all’indice di fiducia dell’Università del Michigan e agli ordini di beni durevoli.

Il mercato del lavoro Usa continua a dare segnali di miglioramento con un calo di 12.000 unità a 323.000, con la media mobile a quattro settimane in calo a 332.000 da 337.500.
Il dato appare consistente con un miglioramento dei payrolls di circa 200.000 unità al mese, un numero che sarebbe assai positivo alla luce degli ultimi sviluppi.
Gli ordini di beni durevoli del mese di ottobre sono scesi drasticamente dello 0.4% contro previsioni di aumento dello 0.5% ma si deve ricordare che il dato di settembre da +1.8% è stato rivisto al rialzo a +2.8%.
Il dato core, cioè escludendo difesa e trasporti , sono scesi del 3.6% ma il mese precedente aveva visto un rialzo del 5.6%.
Il dato, in generale è congruente con un leggero rallentamento del pil, comunque al di sopra del 3%.
L’indice di fiducia dell’Università del Michigan infine, è uscito a 92.8 dal 96 atteso e rispetto al 95.5 del dato preliminare.
 

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