S.Berlinzani (Salex): euro/dollaro; “rischio panico” posizionato a 1,35
di Saverio Berlinzani , 25.11.2004 08:54
Il mercato valutario sta sorprendentemente accelerando verso il tracollo del dollaro, e lo dimostra la price action delle ultime ore, con l’incapacità del biglietto verde di tenere qualsiasi supporto, preludio a un rialzo improvviso della volatilità e di una possibile ulteriore accelerazione del movimento.
Oggi è il giorno del ringraziamento e non vi sono segnali di un rallentamento del trend in atto.
Ci giungono notizie di opzioni Knock out tra 1.3200 e 1.3250, così come il movimento di ieri dell’Eurusd è stato dettato da stop loss sia di posizioni cash sia di prodotti derivati.
Il che dimostra come chi è lungo di Euro è tranquillo e tiene posizioni anche importanti e alzando man mano lo stop loss, mentre chi è short inizia a panicare, ovvero ad avere veramente il timore che il movimento attuale possa spingere la moneta unica anche a 1.4000, fino a qualche giorno orsono, una chimera.
Naturalmente silenzio assoluto da parte delle autorità monetarie, se non qualche inutile intervento verbale che non serve assolutamente, anzi accelera la speculazione contro il biglietto verde perché si vuole capire fino a che punto questi ammonimenti siano seri.
Il livello di “rischio panico” noi lo abbiamo posizionato a 1.3500, per l’Eurusd e 100.00 per il UsdYen, ma fino ad allora crediamo che le banche centrali staranno a guardare.
Ma veniamo ai dati Usa di ieri relativi ai sussidi di disoccupazione , all’indice di fiducia dell’Università del Michigan e agli ordini di beni durevoli.
Il mercato del lavoro Usa continua a dare segnali di miglioramento con un calo di 12.000 unità a 323.000, con la media mobile a quattro settimane in calo a 332.000 da 337.500.
Il dato appare consistente con un miglioramento dei payrolls di circa 200.000 unità al mese, un numero che sarebbe assai positivo alla luce degli ultimi sviluppi.
Gli ordini di beni durevoli del mese di ottobre sono scesi drasticamente dello 0.4% contro previsioni di aumento dello 0.5% ma si deve ricordare che il dato di settembre da +1.8% è stato rivisto al rialzo a +2.8%.
Il dato core, cioè escludendo difesa e trasporti , sono scesi del 3.6% ma il mese precedente aveva visto un rialzo del 5.6%.
Il dato, in generale è congruente con un leggero rallentamento del pil, comunque al di sopra del 3%.
L’indice di fiducia dell’Università del Michigan infine, è uscito a 92.8 dal 96 atteso e rispetto al 95.5 del dato preliminare.