interessante scritto di gz su cobraf:
Il mondo cambia e se un pensa in termini di Europa e America non capisce quello che accade. Il perno sui cui girano i mercati obbligazionari e valutari è ora l'Asia perchè è l'area economica che ha la maggiore quota di export mondiale e le maggiori riserve valutarie.
1)
Da questa estate l'euro (scheda, commenti) è salito da 1.22 a 1.32 sul dollaro (+8% circa).
Questo significa che, dato che la maggioranza delle valute asiatiche hanno cambio FISSO o semi-fisso al dollaro (india, cina, hong kong, taiwan...), molte merci asiatiche costano un -8% in meno per un italiano o tedesco, pur avendo l'Asia un SURPLUS commerciale (che dovrebbe invece indurre un apprezzamento del cambio).
Conseguenze ? Ad esempio l'Ifo (indice di fiducia tedesco) di oggi era a 91, sotto le previsioni ed è in calo da sei mesi: e il Bund (scheda, commenti) sale, i tassi di interesse USA (TNX: scheda, commenti) e quelli globali scendono e l'economia europea si sta fermando.
2)
Nel frattempo si sono accumulati 2.2 mila miliardi di titoli in dollari in mano alle banche centrali, di cui almeno 1.7 alle banche asiatiche. Se il dollaro si deprezzasse del -20% la Cina avrebbe ad esempio una perdita di almeno 130 miliardi di dollari sulle sue riserve in dollari, pari a quasi il 15 o 20% del suo PIL !
Di conseguenza i paesi asiatici difendono il dollaro, hanno una Politica di Dollaro Forte loro e non l'America e tutto il peso dell'aggiustamento ricade su sterlina, franco, euro, canadese....
3)
Ma per ridurre il defici estero commerciale USA solo attraverso il cambio occorrerebbe che l'euro (scheda, commenti) andasse a 1.80 o 2.00 dollari e il dollaro canadese (scheda, commenti) salisse del +30%. L'altra alternativa è l'inflazione, un inflazione al 4% in America che riduca il valore del debito. Oppure un crac dell'obbligazionario che faccia salire i tassi di interesse USA fermando la ripresa e offrendo migliori rendimenti per i titoli in dollari. In ogni caso occorre qualcosa di drastico.
CONCLUSIONE
Questi sono gli ingredienti per una crisi valutaria. Non accadrà oggi, ma ogni -1% del dollaro/euro l'avvicina e a differenza dei politici che tendono ai compromessi e a rimandare sempre i mercati finanziari quando raggiungono il punto di cottura si muovono in modo radicale e improvviso