Ehm... però



L'altro salvataggio: fregate da Parigi, sottomarini da Berlino
di Pavlos Nerantzis - ATENE
Non soltanto le speculazioni dei mercati. Il salvataggio finanziario di Atene, ancora in alto mare, è impedito anche dalle esorbitanti spese per gli armamenti a cui la Grecia è spinta da paesi come Germania e Francia.
A causa della «competizione» col «nemico» turco, la Grecia è il primo importatore europeo di armi (aerei da guerra soprattutto». Secondo i dati della Nato, nel 2008 Atene ha speso in armamenti il 2,8% del suo pil, pari a 6,9 miliardi di euro.
Ankara, nello stesso anno, ha destinato alle spese militari l' 1,8% del suo pil, pari a 11,5 miliardi di euro. E ora, malgrado la devastante crisi economica, le spese continuano. Non tanto a causa del duello greco-turco, che si gioca quasi ogni giorno nello spazio aereo del mar Egeo, ma perché Berlino e Parigi premono su Atene per acquistare nuovi caccia e sottomarini, ovviamente dalle industrie belliche tedesche e francesi. Nel momento in cui la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nikolas Sarkozy esigono nuovi tagli alle spese pubbliche elleniche e sui salari dei lavoratori greci per far fronte alla crisi, chiedono al premier Jorgos Papandreou di fare nuovi ordini per armamenti.
«Certo nessuno ha detto a Papandreou che deve comprare sottomarini o aerei dalla Germania o dalla Francia, ma è chiaro che il sostegno da parte di Berlino e Parigi nell'Ue sarà maggiore se sarà seguito da un nuovo ordine per armamenti» dice un ex alto ufficiale della marina greca.
Molti infatti ad Atene si chiedono perché è stato firmato un nuovo accordo per l'acquisto di altre sei fregate francesi, pari a 2,5 miliardi di euro, proprio nel giorno in cui c'è stato l'incontro tra Papandreou e Sarkozy a Parigi. «L' accordo era prestabilito dal governo precedente» ha detto il viceministro della difesa greco, Panos Beglitis, aggiungendo che le spese militari quest'anno saranno minori, (dal 3,1% nel 2009 al 2,8% nel 2010). Una diminuzione irrisoria secondo la sinistra che si è schierata a favore del congelamento dei vecchi accordi e di annullamento di ogni programma bellico.
Pressioni ci sono anche dalla Germania per l'acquisto di sottomarini costruiti dalla ThyssenKrupp e carri armati (Leopards II), nonostante i difetti trovati durante le prove.
Di fatto, più di 7 miliardi di euro saranno le spese militari per l' anno in corso. Gli ecologisti verdi chiedono una riforma totale dei programmi bellici, mentre a favore di un taglio alle spese militari è anche Egemen Bagis, ministro dello stato turco e capo negoziatore della Turchia con l'Ue. In un'intervista all' International Herald Tribune, Bagis ha detto che «né Atene, né Ankara hanno bisogno dei sottomarini della Germania o della Francia».