Derivati USA: CME-CBOT-NYMEX-ICE BUND, TBOND and the middle of the guado (VM 69)

EH EH EH , vorrei solo che il MITICO SEBASTIANO BARISONI la potesse leggere e commentare con la sua simpatia e intelligenza :



FELDSTEIN: LA GRECIA FALLIRA' E IL PORTOGALLO SARA' IL PROSSIMO
di WSI
La crisi della Grecia finira' con un inevitabile default dei suoi bond e altri Paesi della zona euro potrebbero fare la stessa fine, a partire dal Portogallo. Ne e' convinto Martin Feldstein, professore di Harvard e consulente di presidenti Usa.La crisi fiscale della Grecia finira' con un inevitabile default dei suoi bond e altri Paesi della zona euro potrebbero fare la stessa fine, a partire, con ogni probabilita', dal Portogallo. Ne e' convinto Martin Feldstein, professore di Harvard.

"La Grecia fallira' nonostante quello che si vuol far credere e malgrado il pacchetto di aiuti", ha detto oggi a Bloomberg Radio il professore, che quasi vent'anni fa avverti' che l'euro sarebbe diventata una "passivita' economica".
 

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Ehm... però :rolleyes::eek::wall::down:

L'altro salvataggio: fregate da Parigi, sottomarini da Berlino
di Pavlos Nerantzis - ATENE

Non soltanto le speculazioni dei mercati. Il salvataggio finanziario di Atene, ancora in alto mare, è impedito anche dalle esorbitanti spese per gli armamenti a cui la Grecia è spinta da paesi come Germania e Francia.
A causa della «competizione» col «nemico» turco, la Grecia è il primo importatore europeo di armi (aerei da guerra soprattutto». Secondo i dati della Nato, nel 2008 Atene ha speso in armamenti il 2,8% del suo pil, pari a 6,9 miliardi di euro.
Ankara, nello stesso anno, ha destinato alle spese militari l' 1,8% del suo pil, pari a 11,5 miliardi di euro. E ora, malgrado la devastante crisi economica, le spese continuano. Non tanto a causa del duello greco-turco, che si gioca quasi ogni giorno nello spazio aereo del mar Egeo, ma perché Berlino e Parigi premono su Atene per acquistare nuovi caccia e sottomarini, ovviamente dalle industrie belliche tedesche e francesi. Nel momento in cui la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nikolas Sarkozy esigono nuovi tagli alle spese pubbliche elleniche e sui salari dei lavoratori greci per far fronte alla crisi, chiedono al premier Jorgos Papandreou di fare nuovi ordini per armamenti.
«Certo nessuno ha detto a Papandreou che deve comprare sottomarini o aerei dalla Germania o dalla Francia, ma è chiaro che il sostegno da parte di Berlino e Parigi nell'Ue sarà maggiore se sarà seguito da un nuovo ordine per armamenti» dice un ex alto ufficiale della marina greca.
Molti infatti ad Atene si chiedono perché è stato firmato un nuovo accordo per l'acquisto di altre sei fregate francesi, pari a 2,5 miliardi di euro, proprio nel giorno in cui c'è stato l'incontro tra Papandreou e Sarkozy a Parigi. «L' accordo era prestabilito dal governo precedente» ha detto il viceministro della difesa greco, Panos Beglitis, aggiungendo che le spese militari quest'anno saranno minori, (dal 3,1% nel 2009 al 2,8% nel 2010). Una diminuzione irrisoria secondo la sinistra che si è schierata a favore del congelamento dei vecchi accordi e di annullamento di ogni programma bellico.
Pressioni ci sono anche dalla Germania per l'acquisto di sottomarini costruiti dalla ThyssenKrupp e carri armati (Leopards II), nonostante i difetti trovati durante le prove.
Di fatto, più di 7 miliardi di euro saranno le spese militari per l' anno in corso. Gli ecologisti verdi chiedono una riforma totale dei programmi bellici, mentre a favore di un taglio alle spese militari è anche Egemen Bagis, ministro dello stato turco e capo negoziatore della Turchia con l'Ue. In un'intervista all' International Herald Tribune, Bagis ha detto che «né Atene, né Ankara hanno bisogno dei sottomarini della Germania o della Francia».
 
Ehm... però :rolleyes::eek::wall::down:

L'altro salvataggio: fregate da Parigi, sottomarini da Berlino
di Pavlos Nerantzis - ATENE

Non soltanto le speculazioni dei mercati. Il salvataggio finanziario di Atene, ancora in alto mare, è impedito anche dalle esorbitanti spese per gli armamenti a cui la Grecia è spinta da paesi come Germania e Francia.
A causa della «competizione» col «nemico» turco, la Grecia è il primo importatore europeo di armi (aerei da guerra soprattutto». Secondo i dati della Nato, nel 2008 Atene ha speso in armamenti il 2,8% del suo pil, pari a 6,9 miliardi di euro.
Ankara, nello stesso anno, ha destinato alle spese militari l' 1,8% del suo pil, pari a 11,5 miliardi di euro. E ora, malgrado la devastante crisi economica, le spese continuano. Non tanto a causa del duello greco-turco, che si gioca quasi ogni giorno nello spazio aereo del mar Egeo, ma perché Berlino e Parigi premono su Atene per acquistare nuovi caccia e sottomarini, ovviamente dalle industrie belliche tedesche e francesi. Nel momento in cui la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nikolas Sarkozy esigono nuovi tagli alle spese pubbliche elleniche e sui salari dei lavoratori greci per far fronte alla crisi, chiedono al premier Jorgos Papandreou di fare nuovi ordini per armamenti.
«Certo nessuno ha detto a Papandreou che deve comprare sottomarini o aerei dalla Germania o dalla Francia, ma è chiaro che il sostegno da parte di Berlino e Parigi nell'Ue sarà maggiore se sarà seguito da un nuovo ordine per armamenti» dice un ex alto ufficiale della marina greca.
Molti infatti ad Atene si chiedono perché è stato firmato un nuovo accordo per l'acquisto di altre sei fregate francesi, pari a 2,5 miliardi di euro, proprio nel giorno in cui c'è stato l'incontro tra Papandreou e Sarkozy a Parigi. «L' accordo era prestabilito dal governo precedente» ha detto il viceministro della difesa greco, Panos Beglitis, aggiungendo che le spese militari quest'anno saranno minori, (dal 3,1% nel 2009 al 2,8% nel 2010). Una diminuzione irrisoria secondo la sinistra che si è schierata a favore del congelamento dei vecchi accordi e di annullamento di ogni programma bellico.
Pressioni ci sono anche dalla Germania per l'acquisto di sottomarini costruiti dalla ThyssenKrupp e carri armati (Leopards II), nonostante i difetti trovati durante le prove.
Di fatto, più di 7 miliardi di euro saranno le spese militari per l' anno in corso. Gli ecologisti verdi chiedono una riforma totale dei programmi bellici, mentre a favore di un taglio alle spese militari è anche Egemen Bagis, ministro dello stato turco e capo negoziatore della Turchia con l'Ue. In un'intervista all' International Herald Tribune, Bagis ha detto che «né Atene, né Ankara hanno bisogno dei sottomarini della Germania o della Francia».

considera che il bilancio della difesa greco è secretato :eek: , hanno un esercito sovradimensionato in modo assurdo , parco artiglieria tra i più grossi d'europa :eek::eek: e tutto per far fronte a un vecchio nemico che ora è alleato nato :eek::eek::eek:
uno si chiede com'è che il bubbone grecia sia esploso solo ora
i crukki che si pentono ora di averli fatti entrare nell'euruzz si posso serenamente attaccare a sta ceppa :D:help: facile dimenticare le convenienze
 
per fleu
eccoti il rendimento netto della ubi cv se comprata adesso
nel caso di callaggio alla prima possibilità
e nel caso che non succeda nulla
........al solito........ soldi non ne perdi :)

ho preso pochissime ubi cv a 108,5 , per sfruttare il momento, non molto convinto cmq
rimango sulle vecchie
 
ecco la nuova "Fed "

Il presidente Usa Barack Obama ha nominato Janet Yellen vice presidente della Fed. Sostituira' Donald Kohn che lascera' la carica alla fine di giugno.
Nominati nel board delle Fed anche Peter Diamond e Sarah Bloom Raskin.
Tutte le nomine del presidente Obama dovranno essere confermate dal Senato.
In caso di esito positivo, saranno ben 5 su 7 i membri della Fed nominati dall'amministrazione Obama.
La Yellen, presidente della Federal Reserve di San Francisco, in passato e' stata tra i principali consulenti economici dell'amministrazione Clinton.
La Yellen e' considerata una ''colomba''.
Cioe' piu' interessata a utilizzare la politica monetaria per promuovere l'occupazione piuttosto che per combattere preventivamente l'inflazione. Insomma piu' ''keynesiana'' che ''monetarista''
 

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