Bund Tbond e altre delizie...rekkia is fashion (VM 18) (9 lettori)

dan24

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mo so ca-zzi....arrivati a 3200 di stox50 index....se brekka ci attende il livello down in area 3000-2900.

volatilità ancora molto elevata ....nessun accenno di rimbalzo tecnico in corso...anche se in un bear market del genere ....ci saranno sicuramente periodi di rimbalzi anche molto forti che possono durare anche 1-3 mesi nell'ordine di 300-500 punti.

vediamo cmq la prima reazione a 3200 settimana prox ...ma solo il recupero di 3420 potrebbe portare ad almeno un nuovo periodo di lateralità con ricoperture di short ...

finchè la vola non scenderà di nuovo e non si formerà una base...la migliore operatività è mordi e fuggi veloci...sfruttando proprio la volatilità del mercato...

anche se le quotazioni possono sembrare attraenti ocio alle chiappe con i long

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da brivido vero? ma la velocità - inclinazione ed il canale di lungo periodo coincidono con un min profondo a metà 2010 :eek:
 

dan24

Forumer storico
Usa: fallisce la IndyMac Bank Si aggrava la crisi finanziaria

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Le autorità americane sono state costrette a rilevare la IndyMac Bank, una delle principali casse di risparmio americane specializzate in mutui.
Il collasso dell'istituto, consumatosi nella notte, e' uno dei piu' grandi fallimenti bancari nella storia degli Stati Uniti: IndyMac ha asset per 32 miliardi di dollari. L'istituto riaprira' i battenti lunedi' mattina sotto la gestione dell'agenzia federale Federal Deposit Insurance Corp. (Fdic).
Il fallimento costera' alla Fdic, e quindi ai contribuenti, tra i 4 e gli otto miliardi di dollari, prelevati dal suo fondo che assicura i depositi bancari e che oggi dispone di 53 miliardi di dollari. Il collasso piu' grave tra le banche americane e' stato, nel 1984, quello della Continental Illinois National Bank & Trust con asset per 40 miliardi di dollari.
Il fallimento di IndyMac e l'intervento governativo sono diventati il segno piu' evidente del continuo aggravarsi della crisi dei mutui e del credito. Le autorita' temono che il crack nel settore finanziario non sara' l'ultimo. Negli ultimi giorni anche la crisi dei colossi dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac ha scatenato voci di possibili e colossali salvataggi pubblici in arrivo.
Nella vicenda di IndyMac una delle agenzie di regolamentazione bancaria, l'Office of Thrift Supervision, ha accusato l'influente senatore democratico Charles Schumer di essere responsabile del fallimento: avrebbe seminato il panico inviando a fine giugno una lettera alle autorita' che metteva in dubbio la solidita' finanziaria della banca. Negli undici giorni successivi i risparmiatori hanno ritirato ben 1,3 miliardi in depositi. Ma Schumer ha risposto che la responsabilita' e' invece tutta dell'inadeguata supervisione: le autorita' federali avrebbero dovuto svolgere il loro compito di controllo, impedendo alla banca di utilizzare irresponsabili pratiche nei prestiti immobiliari.

se si innesca la corsa agli sportelli..è finita...Usa=Argentina
 

dan24

Forumer storico
Fannie Mae e Freddie Mac
Si allarga la crisi dei mutui
Due nuove falle si sono aperte all'improvviso nel sistema creditizio americano, trascinando al ribasso le Borse mondiali e il dollaro. Se cede la diga, si preannuncia una crisi ancora più grave di quella esplosa l'estate scorsa, e ancora una volta il contagio è desitnato a estendersi all'Asia e all'Europa. Le due nuove falle si chiamano Fannie Mae e Freddie Mac.

Sono due nomi sconosciuti nel resto del mondo, ma familiari agli americani per la loro funzione vitale: da loro dipende l'erogazione dei mutui normali, quelli "sani", considerati sicuri fino a ieri. I loro prestiti valgono 5.200 miliardi di dollari. Per avere un'ordine di grandezza, quel volume di prestiti è pari al 58% dell'intero debito pubblico americano. Se crollano queste due istituzioni, la crisi dei mutui "subprime" sembrerà una modesta avvisaglia in confronto a questa deflagrazione. Fannie Mae fu creata nel 1938 dopo il decennio della Grande Depressione: figlia del New Deal di Franklin Roosevelt, è la prima banca di natura semipubblica che ha per unico scopo l'erogazione di mutui-casa a "prezzi politici" controllati dal governo. Il suo successo nel diffondere tra la middle class americana la proprietà delle abitazioni è il fondamento del "sogno americano". Insieme con Freddie Mac, la sua istituzione gemella, queste due maxi-banche di credito fondiario hanno perso nelle ultime tre sedute di Borsa il 90% del loro valore azionario. Un ex dirigente della banca centrale Usa le ha dichiarate "già insolventi a norma di legge".

Ieri sono dovuti intervenire a mercati aperti George Bush e il segretario al Tesoro Henry Paulson per tentare di calmare il panico. "Sono due istituzioni molto importanti", ha dichiarato il presidente. "Oggi la mia preoccupazione primaria è sostenerle", gli ha fatto eco il suo ministro. Ma neppure questi interventi hanno frenato il fuggi fuggi degli investitori. Paulson ha smentito per ora l'ipotesi di una nazionalizzazione, ma più passa il tempo e più questa appare come una delle opzioni sul tappeto. Sarebbe il più gigantesco e costoso salvataggio bancario nella storia mondiale dagli anni Trenta ai nostri giorni.

Il compito istituzionale di "Fannie e Freddie" è vitale per la salute dell'economia reale. Sono loro a finanziare il 50% di tutti i mutui americani. Ma la loro quota sale all'80% dei mutui - quelli regolari, non scadenti - fino a un valore unitario di 417.000 dollari, che è la soglia al di sotto della quale scatta l'intervento delle due banche semipubbliche. E negli ultimi mesi a causa della paralisi del business dei mutui la loro quota del credito immobiliare è salita fino al 98% di tutti i nuovi prestiti. Anche quando una famiglia ottiene il suo prestito dalla Citibank o dalla Bank of America, oppure da una piccola banca locale, in realtà il finanziatore di ultima istanza è uno dei due "gemelli". Sono Fannie e Freddie che ricomprano i mutui dalle banche ordinarie; ne garantiscono il finanziamento emettendo dei titoli obbligazionari che vengono a loro volta comprati e finiscono nei portafogli delle banche, dei fondi d'investimento, dei risparmiatori. Titoli ultra-sicuri - sempre fino a ieri - non come quella "spazzatura" che ha infestato il sistema finanziario mondiale dalla crisi dei mutui subprime.

La tempesta che si è abbattuta su Fannie e Freddie colpisce quella che doveva essere la zona solida del sistema. Ora che si è dileguata la fiducia anche in queste istituzioni onorate, il contagio della crisi può diventare spaventoso. Finora la caduta dei valori delle case ha colpito duramente le fasce sociali più deboli.

Le famiglie a rischio, quelle che stentavano ad arrivare a fine mese, erano strangolate dai mutui subprime. Ma se ora l'intero credito immobiliare si paralizza, il colpo diventa ben più esteso e più pesante. Nessuno è al riparo, neanche i cittadini dai redditi medioalti riusciranno a ottenere un prestito per la casa. Perciò Fannie e Freddie sono davvero l'ultimo argine prima di un collasso generale.

All'origine di questo disastro c'è, paradossalmente, un eccesso di fiducia. Proprio perché Fannie e Freddie erano al di sopra di ogni sospetto, facevano un mestiere che pareva di assoluta tranquillità, le autorità non hanno mai preteso che questi due istituti avessero una dotazione di capitale molto solida. I rischi del prestar soldi per la casa a clienti fidati dovevano essere bassissimi, non c'era bisogno di cautelarsi con accantonamenti eccessivi. Ma ora che i valori del mattone sono in caduta libera, nessuno è più al riparo dalla spirale delle perdite. Anche la clientela più affidabile comincia ad avere difficoltà a rimborsare le rate dei mutui. Pignoramenti e sequestri giudiziari colpiscono non più soltanto il popolo "povero" dei subprime ma anche altre categorie sociali. Di fronte all'aumento delle insolvenze, la dotazione di capitale di Fannie Freddie appare del tutto insufficiente.

Nei bilanci di Fannie e Freddie è apparso un buco di 11 miliardi di dollari in nove mesi, ed è opinione generale che questo sia solo un assaggio. L'allarme partito un anno fa dalla crisi dei subprime appare come un segno premonitore della crisi odierna che arriva ai gangli vitali. Lo ha riconosciuto il banchiere centrale degli Stati Uniti, il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke.

In una testimonianza al Congresso ha dichiarato che "l'instabilità finanziaria iniziata nell'estate 2007 ha menomato la capacità del sistema finanziario di funzionare normalmente, e colpisce negativamente l'intera economia reale". Bernanke ha previsto che l'instabilità possa prolungarsi nel 2009. Ad accentuare la paura dei mercati, travolgendo le Borse e il dollaro, sono state le voci sempre più insistenti di un piano di salvataggio pubblico per Fannie e Freddie riprese sia dal New York Times che dal Wall Street Journal.

Già nei giorni scorsi la Federal Reserve ha compiuto un passo significativo, estendendo il credito d'emergenza al sistema bancario che era stato varato dopo il crac di Bear Stearns. Quella banca d'affari fu salvata appena quattro mesi fa: l'operazione venne presentata come un'acquisizione da parte della JP Morgan, in realtà si fece grazie all'iniezione di fondi pubblici da parte della Federal Reserve. Il salvataggio di Bear Stearns è poca cosa in confronto a quel che sarebbe un'operazione di recupero in extremis di Fannie e Freddie: nel caso estremo in cui il volume dell'esposizione di Fannie e Freddie dovesse finire sotto la responsabilità del governo federale, secondo alcuni economisti questo equivarrebbe a un robusto aumento del debito pubblico nazionale, con le inevitabili ripercussioni negative sull'aumento dei tassi e della pressione fiscale. In cambio la Federal Reserve ora chiede - un po' tardi - un potenziamento dei suoi poteri di controllo sulle banche d'investimento. Che prenda le forme di una nazionalizzazione oppure no, il salvataggio sarà un salasso per i conti pubblici.

Sotto un'amministrazione repubblicana - come ai tempi di Ronald Reagan per il crac delle Savings&Loans - avverrebbe un allargamento dell'intervento dello Stato senza precedenti dal New Deal di Roosevelt.

(12 luglio 2008)

:( :( :( :( GAME OVER
 

AnkleJoint

Forumer attivo
dan24 ha scritto:
mo so ca-zzi....arrivati a 3200 di stox50 index....se brekka ci attende il livello down in area 3000-2900.

volatilità ancora molto elevata ....nessun accenno di rimbalzo tecnico in corso...anche se in un bear market del genere ....ci saranno sicuramente periodi di rimbalzi anche molto forti che possono durare anche 1-3 mesi nell'ordine di 300-500 punti.

vediamo cmq la prima reazione a 3200 settimana prox ...ma solo il recupero di 3420 potrebbe portare ad almeno un nuovo periodo di lateralità con ricoperture di short ...

finchè la vola non scenderà di nuovo e non si formerà una base...la migliore operatività è mordi e fuggi veloci...sfruttando proprio la volatilità del mercato...

anche se le quotazioni possono sembrare attraenti ocio alle chiappe con i long
Mah però anche vedere un pessimismo così diffuso e pubblicizzato, è un segnale importante. Non si è mai vista una discesa di borsa annunciata sui giornali:


http://www.ilsole24ore.com/art/Sole...5a-11dd-9d8b-8f9714c30f74&DocRulesView=Libero
Titanic 2, i mercati si preparano a una nuova correzione
Titanic 2-Il Sequel. Non si tratta dell'ennesimo commento pessimistico sull'andamento dell'economia e dei mercati finanziari, bensì di un falso trailer realizzato nel 2006 dal giovane regista statunitense Robert Blankenheim nel quale si immagina che Leonardo di Caprio (alias Jack Dawson) dopo molti anni dal naufragio venga ritrovato ibernato sotto l'oceano, riportato in vita e "immerso" in un mondo che per lui è quello del futuro, alienante e frenetico.

Metafora questa che ben si adatta a descrivere l'attuale situazione del mercato e soprattutto l'incertezza delle attese per il futuro. Al momento comunque la maggior parte degli analisti tecnici afferma che l'indice S&P/Mib - il paniere delle 40 società più capitalizzate, le cosiddette blue chip - sia destinato, nei prossimi giorni, a evidenziare un ulteriore ribasso fino a un massimo del 10%, per poi registrare un rimbalzo del medesimo ammontare o di poco superiore dal quale dovrebbe partire la ripresa del mercato. Tale situazione dovrebbe essere più o meno replicata, ovviamente con grandezze diverse, da quasi tutti i principali indici mondiali. Ricordiamo però che i mercati rimangono comunque "fragili" e non è del tutto da escludere un ulteriore appesantimento del trend ribassista già da tempo in essere.

ecc
ecc
 

f4f

翠鸟科
adesso tutti a far gara a chi è più orZo

ma la storia dice che i contemporanei non capiscono mai ciò che è ovvio
ora, lo siaquone in Usa me pare che l'avessimo previsto e predetto tutti
quel che non sappiamo è la soluzione
che sicuro sicuro verrà tirata fuori

adesso, uno scenario potrebbe essere:
i tassi Usa devono da salì-- pernakka ha perso
de converso le commodity (espresse in tollari) scenneranno nù poco
e si allegeriranne le pressioni inflazionistiche Eu
voilà il euroddolaro scenderà

altri scenari possibii ... assai


uff GipaZ manca sempre quannno che c'è di bisogno :p
 

ronumaar

Nuovo forumer
f4f ha scritto:
adesso tutti a far gara a chi è più orZo

ma la storia dice che i contemporanei non capiscono mai ciò che è ovvio
ora, lo siaquone in Usa me pare che l'avessimo previsto e predetto tutti
quel che non sappiamo è la soluzione
che sicuro sicuro verrà tirata fuori

adesso, uno scenario potrebbe essere:
i tassi Usa devono da salì-- pernakka ha perso
de converso le commodity (espresse in tollari) scenneranno nù poco
e si allegeriranne le pressioni inflazionistiche Eu
voilà il euroddolaro scenderà

altri scenari possibii ... assai


uff GipaZ manca sempre quannno che c'è di bisogno :p

Mahhh... è vero, c'è panico... però:
1. Il VIX è a livelli accettabili, finchè non c'e uno bello spike a 36, nada
2. Le discese intraday sono contenute, finchè non abbiamo un -5/6% con un hammer in chiusura e buoni volumi... non so
3. il BKX è leader, e le batoste se ne stà ancora prendendo, eccome

Rimbalzi ce ne saranno, però... :specchio:

Cuazzi amari, IMHO

Saludos
 

f4f

翠鸟科
ronumaar ha scritto:
L'ultimo quote non esiste!

oh beh certo !
spoore non ha rotto la resistenza 1240 , non del tutto diciamo
e quindi fa base per un rimbalzo

voilà un altro scenario, come vedi
 

f4f

翠鸟科
dan24 ha scritto:
mo so ca-zzi....arrivati a 3200 di stox50 index....se brekka ci attende il livello down in area 3000-2900.

volatilità ancora molto elevata ....nessun accenno di rimbalzo tecnico in corso...anche se in un bear market del genere ....ci saranno sicuramente periodi di rimbalzi anche molto forti che possono durare anche 1-3 mesi nell'ordine di 300-500 punti.

vediamo cmq la prima reazione a 3200 settimana prox ...ma solo il recupero di 3420 potrebbe portare ad almeno un nuovo periodo di lateralità con ricoperture di short ...

finchè la vola non scenderà di nuovo e non si formerà una base...la migliore operatività è mordi e fuggi veloci...sfruttando proprio la volatilità del mercato...

anche se le quotazioni possono sembrare attraenti ocio alle chiappe con i long

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da brivido vero? ma la velocità - inclinazione ed il canale di lungo periodo coincidono con un min profondo a metà 2010 :eek:

'sti due grafi per me sono da tenere :)
 

ronumaar

Nuovo forumer
f4f ha scritto:
oh beh certo !
spoore non ha rotto la resistenza 1240 , non del tutto diciamo
e quindi fa base per un rimbalzo

voilà un altro scenario, come vedi

Amigo, forse non mi sono spiegato bene.

Io sto solamente dicendo che si va giù di brutto.

DAN, ho letto in un altro foro un bottom previsto per Ottobre 2010 e non tanto distante dalle tue previsioni, anche se spero di no, sarebbero cuazzi amarissimi per moltissima gente...

Stavolta non si tratta di dot.com, ci sono le banche e i soldi della gente nel mezzo.

Saludos
 

AnkleJoint

Forumer attivo
Ostrega, gli spagnoli che fanno tanto i bulletti, hanno già il primo grosso fallimento.
Facciamo ciao ciao a Martinsa Fadesa che ieri ha fatto un bel -33% :p




MADRID, July 11 (Reuters) - Spanish property company Martinsa Fadesa (MFAD.MC: Quote, Profile, Research, Stock Buzz) on Friday said it had asked creditor banks to waive until August 7 a requirement for it to obtain a loan for 150 million euros as part of a refinancing agreement.

In a regulatory filing, the company added that it had asked for the waiver because the deadline for obtaining the loan had expired.

The company's shares plunged on the news, and by 0842 GMT were down 7.16 percent at 13.61 euros, while the Madrid bourse's benchmark index was up 0.25 percent .IBEX.

"This is very bad news. It puts the refinancing deal at risk, and that is obviously weighing on the share price," a dealer said.

At the beginning of May Martinsa Fadesa said it had closed a deal to refinance 4 billion euros of debt -- out of a total of 5.1 billion -- and postpone the biggest payments until 2011.

Spain's decade-long property boom has recently ended and is weighing on the wider economy, where growth has fallen from one of the fastest rates in Europe last year to 0.3 percent in the first quarter. (Reporting by Carlos Ruano; Writing by Martin Roberts, editing by Will Waterman)

http://www.reuters.com/article/rbssRealEstateOperations/idUSL1163245020080711
http://www.reuters.com/finance/stocks/overview?symbol=MFAD.MC
 

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