Obbligazioni indicizzate inflazione Carcabar: Btp, Etf, Bond, commenti liberi sugli investimenti (8 lettori)

il carcarlo

only etf
Terremoto 29 maggio 2012: così le banche speculano sui terremotati
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Il terremoto di martedì scorso in Emilia Romagna, a pochi giorni di distanza da quello del 20 maggio, ha messo in ginocchio per la seconda volta l’economia di quella zona molto produttiva. Ha causato morti, feriti e distruzione di case e aziende. Un disastro incalcolabile anche sotto il profilo artistico-culturale oltre che economico. Ciò che fa davvero ribrezzo è il mancato sostegno delle istituzioni e delle banche in situazioni drammatiche come queste. Grazie a Mario Monti lo Stato non pagherà i danni ai terremotati. E le banche cosa fanno? Chiedono la commissione bancaria di 5 euro ai donatori! Un vero e proprio scandalo!
 

il carcarlo

only etf
De Grauwe: Una Crisi Autolesionista
Su Eurointelligence il professor De Grauwe continua a segnalare la cattiva gestione della crisi da parte della dirigenza politica Europea
30 maggio 2012 , ore 1:21 - 5 Commenti
di Paul De Grauwe - Man mano che l’Eurocrisi va avanti, sta diventando sempre più evidente che si tratta di un atto di autolesionismo, una crisi resa possibile da una sistematica cattiva gestione da parte dei dirigenti Europei.
Ora si inizia a capire che i mercati finanziari in una unione monetaria possono portare i singoli governi al default, anche i governi che sono in grado di servire il debito e disposti a farlo. E’ sufficiente che gli investitori temano qualche difficoltà di pagamento, in una dinamica diabolica in cui titoli di Stato sono venduti massicciamente, per creare un arresto improvviso nel flusso di liquidità e rendere impossibile per i governi di servire il debito senza un aiuto esterno. Così, la paura e il panico possono condurre i paesi al default, in una dinamica auto-avverante. La paura e il panico sono ora le forze trainanti nell’Eurozona, la stanno dividendo in due, spingendo alcuni paesi verso cattivi equilibri caratterizzati da austerità e recessione, e altri verso buoni equilibri che permettono ai loro governi di finanziarsi quasi a costo zero.
Ancora oggi la BCE non sembra riconoscere il problema. Di conseguenza, la sua strategia è quella di aspettare e stare a vedere. Così, lo scorso anno ha atteso fino a che la crisi del debito sovrano non avesse sufficientemente danneggiato il sistema bancario e rischiato di portare ad un’implosione. Sull’orlo del precipizio, ha deciso di agire con una forte iniezione di liquidità alle banche, un multiplo di quello che sarebbe stato necessario se la BCE avesse agito prima. Oggi, mentre la zona euro è di nuovo sull’orlo del baratro, la BCE ancora una volta se ne sta in disparte e aspetta il peggio che deve ancora venire.

Il problema di questa strategia è che viene fatto un danno immenso alla fiducia nella sostenibilità della zona euro. E ad ogni nuova crisi le paure esistenziali sul futuro dell’eurozona diventano più intense. Niente mina la stabilità più del crescente timore che l’Eurozona non abbia futuro. E la BCE, che è l’unica istituzione che potrebbe calmare questi timori, non sta facendo nulla. Le paure esistenziali sono quindi autorizzate a fare il lento lavoro distruttivo di minare la zona euro.

La Commissione Europea ha dimostrato la stessa capacità di cattiva gestione della crisi. Spinta dai paesi creditori e dal panico dei mercati finanziari, vuole costringere i paesi della zona euro ad accelerare le misure di austerità nel bel mezzo di una recessione. Come risultato, il rapporto debito PIL aumenta, in quanto il denominatore di questo rapporto si contrae più velocemente del numeratore. I paesi finiscono con l’avere un livello di indebitamento più elevato, che innesca reazioni di panico ancora più forte nei mercati.

Anche in questo caso vi è l’incapacità di capire cosa sta succedendo. L’accumulo del debito in eccesso nel Sud è accompagnato da un eccessivo accumulo di crediti del Nord. La risposta corretta sarebbe quella di forzare i paesi in deficit a ridurre la spesa e i paesi in surplus ad aumentarla. La strategia della Commissione Europea, tuttavia, concentra tutto l’aggiustamento sui paesi in deficit, senza imporre un aggiustamento simmetrico e opposto ai paesi in surplus. Come risultato, la zona euro è costretta in una camicia di forza deflazionistica.
Questa strategia è destinata a fallire, perché coloro che sono sottoposti al trattamento deflazionistico mostrano sintomi di rigetto. Essa porta anche ad antagonismo e conflitto all’interno dell’eurozona. I paesi del Sud sono contro i paesi creditori del Nord. La Commissione Europea, che dovrebbe promuovere gli interessi del sistema nel suo insieme, è diventata l’agente che rappresenta gli interessi dei paesi creditori. Invece di unificare la zona euro, la Commissione Europea contribuisce alla disunione e al conflitto.
La risposta corretta alla crisi consiste di tre elementi, e tutti elementi chiave. In primo luogo, la BCE dovrebbe intervenire per fermare il panico sull’instabilità della zona euro. Può farlo, annunciando che non sarà consentito ai tassi dei titoli di Stato dei paesi solventi, ma illiquidi (Spagna, Italia, Portogallo, Irlanda), di superare un certo livello (ad esempio, 300 punti base sopra il tasso dei titoli di stato Tedeschi). La BCE è l’unica istituzione che può garantire questo, e che può fermare il dilagare della paura esistenziale che distrugge la zona euro. L’EFSF e il futuro ESM dispongono di risorse limitate e non possono impegnarsi credibilmente per un tale risultato.

In secondo luogo, la Commissione Europea dovrebbe chiedere di apportare le modifiche necessarie sia ai paesi in deficit che a quelli in surplus. Per i paesi in deficit questo significa austerità, anche se spalmata su un periodo più lungo. Mentre la Commissione Europea predica austerità ai paesi in deficit, dovrebbe anche rivolgersi ai paesi in surplus ed esortarli a smettere di cercar di pareggiare il bilancio quando l’eurozona rischia di entrare in una recessione. Il messaggio della Commissione Europea dovrebbe essere che i deficit di bilancio in questi paesi vanno bene sia per loro stessi che per il sistema.

Infine, un’unione fiscale è un ingrediente chiave di uno sviluppo sostenibile dell’Unione monetaria. L’unione fiscale, però, è una prospettiva a lungo termine. Ci sono poche possibilità di raggiungerla velocemente. Quel che si può fare rapidamente, tuttavia, è l’emissione di Eurobonds comuni. Questo approccio ha il merito di segnalare al mercato che sono stati intrapresi dei passi irreversibili verso l’unione fiscale, eliminando così le paure esistenziali che destabilizzano la zona euro.
Paul de Grauwe è professore presso la London School of Economics.
 

storm

Forumer storico
Paul de Grauwe lo conosco.
Diceva le stesse cose sui pericoli e i limiti dell'euro 10 anni fa. E' uno in gamba. Ha previsto tutto quello che sta succedendo.
 
Ultima modifica:

il carcarlo

only etf
Beppe Grillo: abolire il vilipendio. Napolitano come tutti noi
Beppe Grillo chiede l'abolizione del vilipendio , affermando, giustamente, che il Presidente della Repubblica è una persona come tutte le altre, anche se è il primo cittadino d'Italia.
Oggi, ore 20:12 - 0 Commenti
Una nuova proposta parte direttamente dal blog di Beppe Grillo che propone di abolire il vilipendio.
Per chi non fosse al corrente il vilipendio è un reato che viene punito dal codice Penale in caso di disprezzo verbale o ingiurie nei riguardi di determinate persone, ad esempio le istituzioni dello Stato.
Per il vilipendio del Presidente della Repubblica, (articolo 278 del Codice Penale) è prevista come pena la detenzione.
Beppe Grillo chiede l’abolizione di tale codice, poichè Napolitano, anche se è il primo cittadino resta pur sempre un cittadino, come tutti gli altri.

Riportiamo la versione integrale del testo scritto sul blog di Beppe Grillo

“Nell’Italia repubblicana esiste un reato che richiama l’assolutismo monarchico e la figura di Luigi XIV : il vilipendio del presidente della Repubblica. L’articolo 278 del codice penale recita “Offese all’onore o al prestigio del Presidente della Repubblica. Chiunque offenda l’onore o il prestigio del Presidente della Repubblica è punito con la reclusione da uno a cinque anni”. Il reato di vilipendio deriva dal Codice Rocco del periodo fascista. Nel ventennio si tutelava dal delitto di lesa maestà la figura del re e di Mussolini, dal dopoguerra i presidenti della Repubblica. Il reato di vilipendio non è qualcosa rimasto sulla carta, a monito. È stato invocato innumerevoli volte, spesso dai partiti a scopi politici, e anche applicato. Giovannino Guareschi fu condannato a otto mesi per una vignetta in cui il presidente Luigi Einaudi sfilava, invece che tra i corazzieri, trabottiglioni di Nebiolo della sua tenuta, impreziositi dall’etichetta “Presidente della Repubblica Italiana”. Io dovrei aver già accumulato una decina di ergastoli.
Il confine tra satira, critica e vilipendio (“considerare vile”) è materia più indefinibile del sesso degli angeli. Inoltre un cittadino, perché il presidente della Repubblica sarà il primo dei cittadini, ma sempre cittadino rimane, non può essere più uguale degli altri di fronte alla legge. Dai tempi del duce e di Einaudi qualcosa è cambiato. È arrivato Internet. Per analizzare eventuali vilipendi non sarebbero sufficienti tutti i poliziotti incaricati di scandagliare il web al lavoro per 100 anni. La Rete è troppo grande per essere conosciuta, “Too big to know “, come sostiene David Weinberger nel suo libro dallo stesso titolo. Che si fa? Si spara nel mucchio alla dove prendo prendo?
Io credo che Il Presidente della Repubblica giunto alla fine del suo settennato potrebbe chiedere l’abolizione dell’articolo 278, o almeno la sua depenalizzazione. Sarebbe un bel gesto con cui farsi ricordare.”






concordo in pieno con beppe grillo.......

alla fine e' un cittadino come gli altri.........

anzi sinceramente non mi sta bene che il presidente venga eletto dalla cricca......

meglio che sia eletto dal popolo e che sia un comune cittadino al servizio degli altri e non di se' stessi.....
 

ottimista 2011

forza magico torino
siamo in pericolo inutile nasconderci

il mio ottimismo e' hai minimi da sempre il picco lo raggiunse nel 2008 oggi superato.
uscire dall'euro tassativamente e un secolo che lo dico , euro la piu' grossa pagliacciata del secolo stanno bruciando in europpa una miriade di miliardi di euro ci stiamo riducento un colabrodo e ancora perdono tempo , la germania non ha capito che dopo la seconda guerra mondiale ne sta perdento un'altra per il loro egoismo eurobond nooooooooooooo troppo tardi bisogna ritornare alle nostre monete e mandare a calci nel sedere tutti i politici
 

il carcarlo

only etf
Crisi euro – Spagna insolvente, ma Bce e Germania non la lasceranno fallire
Banche spagnoe al collasso, un intero settore disastrato da bolla immobiliare e crollo dei consumi, urge una mega ricapitalizzazione, la BCE sta studiando un intervento dato che il governo iberico non può farcela da solo.
3 giugno 2012 , ore 10:51 - 1 Commento



La crisi del debito sovrano europeo ha oramai spostato il proprio baricentro più ad ovest.
Nelle cronache quotidiane, da giorni, la Spagna sta facendo la parte del leone, mentre non si sente più parlare della Grecia.
Il paese ellenico, probabilmente tornerà a far parlare di sè in occasione delle elezioni del 17 giugno, ma anche in quell’occasione a prescindere da cosa succederà, non si attendono reazioni drammatiche.
Ormai il paese è finanziariamente distrutto ed economicamente al collasso, se a questo aggiungiamo che ‘esposizione delle banche dell’Eurozona non supera i 260, si capisce come mai la sorte della Grecia non interessa più di tanto.
Detto così, non e certo bello, ma purtroppo la realtà a volte non è bella nè da sentirsi, nè tanto meno da vedersi, ma rimane comunque la realtà dei fatti.
Era prevedibile che una volta alleggeriti i portafogli dei maggiori gruppi bancari, il destino della Grecia fosse predestinato al fallimento, che questo avvenga prima della nuova stagione o dopo non è più di grande interesse per al classe politica europea.
L’attenzione ora si è spostata sulla Spagna, che con un debito/Pil che rischia di balzare a fine anno attorno all’80% fà molta più paura.
In particolare il timore è suscitato dalle condizioni delle banche spagnole.
I maggiori istituti di credito iberici, sono infatti fortemente esposti alla crisi immobiliare che prosegue da anni e che secondo gli esperti, dovrebbe vedere anche nel 2012 prezzi in ulteriore discesa.
Con gruppi immobiliari e delle costruzioni in crisi, anche di primissimo livello come Metrovecesa, tanto da non escludere nuove fusioni tra operatori e qualche fallimento.
Per questo motivo, il governo di Madrid, ha chiesto agli istituti finanziari di aumentare le riserve di altri 35 miliardi, che si aggiungono ai 54 miliardi già stanziati.
Condizione, che a sentire alcuni intermediari esteri, non sarebbe comunque sufficiente, Barclays stima svalutazioni e perdite legate al comparto immobiliare per ulteriori 200 miliardi di euro.
Gli analisti di Kairos Partners, segnalano come sia probabile che “la Spagna, in queste ore, stia trattando un salvataggio internazionale da 300-400 miliardi.


Per ragioni di prestigio, e per evitare panico sui mercati,probabilmente verrà fatto passare sotto altro nome, aggiungono da Kairos, ma in sostanza, come ha dichiarato più “ruvidamente” il chief strategist dei Lloyds, la Spagna “è nella sostanza insolvente”.
Oltre a Bankia, già nazionalizzata al 45% e che avrà bisogno di altri 19 miliardi di euro di capitali per evitare il default, sono saltate già altre tre casse di risparmio, a cui necessitano almeno una decina di miliardi di euro di aiuti di stato a testa per non chiudere i battenti.
Se a questo, si sommano altri 25 miliardi che potrebbero essere necessari a istituti quotati tipo CaixaBank, Banco Santander, Banco Popular Espanol, Bbva, Banco Espanol de Credito e Bankinter, si giunge ad una somma di 75 miliardi di fondi solo per il primo intervento, che potrebbe concludersi con una semi nazionalizzazione dell’intero settore creditizio spagnolo.
Si capisce quindi, come il problema del settore bancario spagnolo, non sia nazionale ma europeo, alla stessa stregua di quanto successo con la Grecia.
Mentre nel caso ellenico, l’istituto più esposto era di nazionalità francese, nel caso spagnolo, troviamo in prima fila alcune banche tedesche come, Deutsche Bank e Commerzbank, per un esposizione totale pari a 112 miliardi di euro, da qui nasce l’impressione che qualcosa per la Spagna si farà.
Certo la Spagna non ha le dimensioni della Grecia, il problema qui è molto più serio, anche perché diversamente dalla Grecia, la crisi non nasce dalla dissolutezza ma da un delevaraging e da un credit crunch che prosegue a rapida velocità.
A questo, va aggiunto il crollo del mercato del lavoro, con una disoccupazione a fine aprile pari al 24,3%, che sta distruggendo la domanda interna.
In sintesi le prospettive non sono affatto rosee, per ora si prevede un ulteriore aumento della fase recessiva, con primi segnali di una graduale ripresa l’anno venturo, visto cosa è successo con la Grecia, non si può certo dormire sonni tranquilli, anche in virtù del fatto che a livello politico, l’attore europeo di “peso” è rimasto il medesimo.
La spinta che il premier spagnolo sta dando, nel tentativo di riformare il settore delle “caixas” oltre che il mercato del lavoro, recuperando competitività, dovrebbe consentire alla Spagna di non fare la fine di Grecia, Irlanda e Portogallo almeno formalmente.


Se a questo si aggiunge, un auspicabile determinazione della Bce, si dovrebbe evitare un numero eccessivo di fallimenti nel settore bancario.
Di fronte ad un quadro del genere, i consigli restano quelli di sempre, evitare di esporsi, restare liquidi, se proprio si vuole acquistare andare su strumenti monetari in valute forti o stabili, corone norvegesi, dollari americani, dollari australiani,sterline.
Non impegnarsi in investimenti con range temporale superiore ai 3 anni, approfittare del calo delle quotazioni di oro e metalli preziosi per puntare su qualche ETF.
Rimanere alla finestra nei confronti dei comparti azionari, in particolare per quello europeo.
Per chi ama il rischio, si sta invece aprendo la possibilità di acquisti sulla debolezza, quindi a quotazioni sotto stimate.
Strategia, messa in risalto dalle dichiarazioni degli analisti di Credit Suisse, che ritengono valida per tre motivi:
La Bce, continuerà a fare ogni sforzo per tenere uniti gli stati dell’eurozona, concedendo tempo alle autorità politiche per realizzare l’unione bancaria, primo passo verso un’unione politica sempre più necessaria per tenere in piedi il progetto comunitario.
Secondo, perché anche nel caso in cui le elezioni greche andassero alla sinistra estrema, non è detto che questa porti al Grecia fuori dall’Euro.
Responsabilità storica troppo grande da assumere, al di là delle dichiarazioni di rito, piuttosto ci si aspetterebbe una richiesta di rinegoziazione del piano di salvataggio comunitario.
Terzo, perché nel tempo, vi sono alcuni meccanismi di regolazione automatica, che aiuteranno l’economia mondiale ad affrontare “il deficit di crescita che è la causa principale della crisi dell’euro e delle difficoltà di bilancio degli Stati Uniti”.
Crescita, che avrebbe come conseguenza un miglioramento dei bilanci dei principali istituti di credito europei, consentendo a chi avrà saputo cogliere il momento migliore per un acquisto, di portare a casa cospicue plusvalenze.
Certo è più facile dirlo che farlo, ed onestamente questa tesi resta molto semplicistica, a confronto dei tanti problemi irrisolti che si stanno accumulando.
Difficile ipotizzare la nascita di una politica europea, se neppure all’interno dei singoli stati si riesce ad arrivare, seppure pressati da una crisi globale, ad equilibri tra le parti.
Il litigio tra Merkel e gli altri leader europei è ancora fresco, a testimonianza di quanto siano lontani i tempi per intese continentali.
Poi ognuno……….
 

Scarlatti

viva gli orsi!ba.sta.rdi!
Il problema non sono Spagna, Grecia, Portogallo ecc., il problema sono i krukki carghi de schei ma 'gnoranti che piu' 'gnoranti non si puo'!!!

Ah! in che brutte mani siamo!!!!

Ciao.;)
 

luzzogno

Forumer storico
Il problema non sono Spagna, Grecia, Portogallo ecc., il problema sono i krukki carghi de schei ma 'gnoranti che piu' 'gnoranti non si puo'!!!

Ah! in che brutte mani siamo!!!!

Ciao.;)

Buona giornata a TT/E ciao "Scarlattina"hai perfettamente ragione


Roma - La Banca centrale europea sarebbe pronta a tagliare i tassi per salvare l'Europa. E' quanto riportano fonti di mercato.Insieme alla Unione europea, la Bce sta studiando un piano d’azione congiunto per stabilizzare la situazione nell’Area euro e rafforzare la moneta unica. Tra le varie proposte una maggiore integrazione dei bilanci dei paesi membri, unione bancaria, unione politica e una serie di riforme strutturali ad ampio raggio. È quanto riporta il giornale tedesco Welt-am-Sonntag, citando fonti europee.

Nel frattempo secondo il Wall Street Journal la Germania starebbe mandato un messaggio forte alle altre autorita' europee circa la volonta' di fare concessioni in materia di eurobond comuni e di utilizzare le risorse del fondo permanente salvastati (ESM) per salvare le banche, ma solo nel caso in cui i singoli governi europei trasferiscano parte del loro potere all'Europa.

Il cambio di rotta, se si dovesse materializzare, avrebbe l'effetto di raffrozare enormemente l'unione politica e fiscale e rappresenterebbe uno dei passi in avanti piu' 'importanti' dai tempi della nascita dell'euro.

Durante il meeting dello scorso 23 maggio, pare che i leader dell’Area euro abbiano commissionato a Mario Draghi (Presidente della Banca centrale europea), Herman Van Rompuy (Presidente del Consiglio Europeo), Jose Barroso (Presidente della Commissione europea) e Jean-Claude Juncker (Presidente dell'Eurogruppo), la preparazione di un vero e proprio piano d’azione per uscire dalla crisi, da presentare durante il prossimo Summit Ue di fine giugno.

Draghi, Van Rompuy e Barroso vogliono convincere Angela Merkel ad accelerare l'integrazione europea soprattutto nella politica fiscale per dare l'ok agli eurobond.

I quattro presidenti dovranno preparare il piano nei dettagli ed illustrare i modi e i tempi con la quale seguire i consigli che verranno suggeriti nel report. In attesa di avere maggiori dettagli sulle possibili proposte, da Berlino invitano alla calma e a non creare aspettative eccessivamente ottimiste.

Venerdi ho preso ISR a 0,835 provo a tenere se danno lo stesso dividendo del 2011 è il 10% scarso stem e vega.

AssassiniBastardiCriminali
M5S ci saremo anche NOI in TANTI
:ciao::ciao::ciao:avete fatto il 45500 FATELOOOOO
belli,bekki&brutti
 

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