boscolo117
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BTPi: conviene oppure meglio stare alla larga?
Scritto il 24 febbraio 2012 alle 15:00 da Dream Theater
Funzionamento, caratteristiche e indicizzazione del Titoli di Stato italiano legato all’Inflazione
La situazione dell’economia è ben nota ai lettori del blog, come è ben noto il mio parere in merito all’inflazione dell’Eurozona. Un post sul BTPi, in un momento storico dove secondo me avremo a che fare con tassi di inflazione molto bassi, sembra quasi un controsenso. E invece anche questo post ha un suo perché.
Innanzitutto alzi la mano chi conosce per filo e per segno il funzionamento , le caratteristiche ed i coefficienti di indicizzazione del BTPi. Credo ben pochi, tanto che in molto tendono ancora a confonderli con i classici BTP a tasso fisso, così simili nel nome ma totalmente differenti nel funzionamento.
Come dice quella “i” finale, questi BTPi sono legati all’andamento del tasso inflazione, quindi sono bond “inflation linked“, che offrono una cedola annuale fissa (più bassa delle normali obbligazioni a tasso fisso), più un adeguamento annuale legato all’aumento dell’indice dei prezzi europei (tasso di inflazione europeo armonizzato, escluso la componente tabacco). Questo adeguamento modifica:
1) sia la cedola,
2) sia il rimborso del capitale a scadenza.
Sulla carta è tutto semplice, ma in pratica le cose sono un po’ più complesse.
Il BTpi “italiano” con scadenza il 15 settembre 2019 emesso lo scorso maggio garantisce una cedola del 2,35% e un rimborso a 100. Se durante il primo anno di vita l’inflazione crescerà del 4%, la cedola verrà aumentata proporzionalmente al 2,44% (che rappresenta appunto un aumento del 4%), mentre il capitale garantito a scadenza passerà da 100 a 104. Il meccanismo di “adeguamento” all’inflazione agisce sia sulle cedole sia sul capitale a scadenza: più che indicizzazione quindi si potrebbe definire “parametrizzazione”. (Source)
Quindi questo tipo di titolo rappresenta ahimè l’incertezza all’ennesima potenza. Incertezza nel tasso e anche incertezza nel capitale che verrà rimborsato, visto che si tratta anche di capitalizzazione di inflazione direttamente sul nominale. Inoltre, come poter determinare il rendimento ex ante di un BTPi? Diventa molto difficile.
Nel caso del BTpi preso come esempio, quindi, il rendimento nominale sarà pari al 3,15% (2,35% di cedola annua, 7% circa di sconto sul prezzo di rimborso nominale). Per avere una stima del ritorno complessivo del titolo, al rendimento nominale del 3,15% andrà aggiunta la stima del tasso di inflazione medio annuo fino alla scadenza: con il 2% di inflazione la stima del rendimento reale sarà del 5,15% circa, con il 3% sarà del 6,15% circa e così via. (Source)
Guardatevi qui i Coefficenti di indicizzazione.
Ma alla fine della fiera…conviene comprare BTPi?
Beh, come in tutti i tipi di investimento, la scelta non è così ovvia e matematica.
Però, permettetemi una piccola considerazione. Visto che si tratta di titoli che “difendono” dall’erosione del costo della vita ed hanno un capitale che “cresce” progressivamente e che a scadenza sarà non pari a 100 ma molto di più, solo a livello informativo vi consiglio di buttare un’occhiata ai prezzi di questi strumenti finanziari. Anche in caso di inflazione molto bassa non è ipotizzabile un rimborso degli stessi ad un prezzo inferiore a 100.
E trovarsi dei BTPì così sonoramente sotto la pari potrebbe essere , per alcuni portafogli, un eccellente elemento di diversificazione.
Scritto il 24 febbraio 2012 alle 15:00 da Dream Theater
![rendimenti-fondi-pensione-300x200.jpg](/proxy.php?image=http%3A%2F%2Fwww.investisicuro.com%2Fwp-content%2Fuploads%2F2010%2F03%2Frendimenti-fondi-pensione-300x200.jpg&hash=90697d50b8c9c9c626d67f34e43ecb2b)
Funzionamento, caratteristiche e indicizzazione del Titoli di Stato italiano legato all’Inflazione
La situazione dell’economia è ben nota ai lettori del blog, come è ben noto il mio parere in merito all’inflazione dell’Eurozona. Un post sul BTPi, in un momento storico dove secondo me avremo a che fare con tassi di inflazione molto bassi, sembra quasi un controsenso. E invece anche questo post ha un suo perché.
Innanzitutto alzi la mano chi conosce per filo e per segno il funzionamento , le caratteristiche ed i coefficienti di indicizzazione del BTPi. Credo ben pochi, tanto che in molto tendono ancora a confonderli con i classici BTP a tasso fisso, così simili nel nome ma totalmente differenti nel funzionamento.
Come dice quella “i” finale, questi BTPi sono legati all’andamento del tasso inflazione, quindi sono bond “inflation linked“, che offrono una cedola annuale fissa (più bassa delle normali obbligazioni a tasso fisso), più un adeguamento annuale legato all’aumento dell’indice dei prezzi europei (tasso di inflazione europeo armonizzato, escluso la componente tabacco). Questo adeguamento modifica:
1) sia la cedola,
2) sia il rimborso del capitale a scadenza.
Sulla carta è tutto semplice, ma in pratica le cose sono un po’ più complesse.
Il BTpi “italiano” con scadenza il 15 settembre 2019 emesso lo scorso maggio garantisce una cedola del 2,35% e un rimborso a 100. Se durante il primo anno di vita l’inflazione crescerà del 4%, la cedola verrà aumentata proporzionalmente al 2,44% (che rappresenta appunto un aumento del 4%), mentre il capitale garantito a scadenza passerà da 100 a 104. Il meccanismo di “adeguamento” all’inflazione agisce sia sulle cedole sia sul capitale a scadenza: più che indicizzazione quindi si potrebbe definire “parametrizzazione”. (Source)
Quindi questo tipo di titolo rappresenta ahimè l’incertezza all’ennesima potenza. Incertezza nel tasso e anche incertezza nel capitale che verrà rimborsato, visto che si tratta anche di capitalizzazione di inflazione direttamente sul nominale. Inoltre, come poter determinare il rendimento ex ante di un BTPi? Diventa molto difficile.
Nel caso del BTpi preso come esempio, quindi, il rendimento nominale sarà pari al 3,15% (2,35% di cedola annua, 7% circa di sconto sul prezzo di rimborso nominale). Per avere una stima del ritorno complessivo del titolo, al rendimento nominale del 3,15% andrà aggiunta la stima del tasso di inflazione medio annuo fino alla scadenza: con il 2% di inflazione la stima del rendimento reale sarà del 5,15% circa, con il 3% sarà del 6,15% circa e così via. (Source)
Guardatevi qui i Coefficenti di indicizzazione.
Ma alla fine della fiera…conviene comprare BTPi?
Beh, come in tutti i tipi di investimento, la scelta non è così ovvia e matematica.
Però, permettetemi una piccola considerazione. Visto che si tratta di titoli che “difendono” dall’erosione del costo della vita ed hanno un capitale che “cresce” progressivamente e che a scadenza sarà non pari a 100 ma molto di più, solo a livello informativo vi consiglio di buttare un’occhiata ai prezzi di questi strumenti finanziari. Anche in caso di inflazione molto bassa non è ipotizzabile un rimborso degli stessi ad un prezzo inferiore a 100.
E trovarsi dei BTPì così sonoramente sotto la pari potrebbe essere , per alcuni portafogli, un eccellente elemento di diversificazione.