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per gli amanti dell' argelatrina.......
Argentina: restrizioni e rischio default per tanti importatori
di: WSI Pubblicato il 10 luglio 2012| Ora 10:53
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E' diventato impossibile convertire risparmi in dollari, un'operazione a cui gli argentini fanno ricorso per ripararsi dal pericolo di una svalutazione o inflazione dei pesos. Scetticismo per le politiche protezioniste e per le misure monetarie non ortodosse.
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Il presidente argentino Cristina Kirchner.
New York - Il governo argentino ha annunciato che i suoi cittadini non saranno piu' in grado di convertire i loro risparmi in dollari, un'operazione che gli argentini fanno spesso per ripararsi dal pericolo di una svalutazione o di una inflazione dei pesos. Oltre che per viaggiare all'estero o importare prodotti.
In un'intervista pubblicata venerdi' in un giornale filo governativo e ripresa dal Financial Times, il presidente della banca centrale argentina Mercedes Marco' del Pont ha sottolineato che le restrizioni sul tasso di cambio si applicheranno anche agli acquirenti nel mercato immobiliare che intendono comprare proprieta' di real estate denominate in dollari.
D'ora in poi i pagamenti dovranno essere effettuati in pesos. La notizia e' grossa, ma e' passata per lo piu' inosservata nei grandi media italiani.
Si tratta dell’ultima di una serie di decisioni del governo di Cristina Kirchner - caratterizzate da protezionismo e politiche monetarie straordinarie - che hanno lasciato scettici economisti e analisti finanziari, alimentando i timori che l'Argentina sia condannata nuovamente a fare bancarotta.
Tali misure restrittive hanno gia' avuto ripercussioni negative sull'economia, facendo tornare l'incubo dei primi anni 2000. Molti importatori sono stati costreetti a dichiarare insolventi le proprie attivita' e la stessa sorte e' toccata agli agenti del mercato immobiliare, dove un'ampia fetta di proprieta' e' valutata e venduta in dollari.
A maggio nella sola Buenos Aires, il numero di operazioni nel business del real estate e' calato del 15,4% anno su anno: si tratta del sesto calo mensile consecutivo.
Argentina: restrizioni e rischio default per tanti importatori
di: WSI Pubblicato il 10 luglio 2012| Ora 10:53
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E' diventato impossibile convertire risparmi in dollari, un'operazione a cui gli argentini fanno ricorso per ripararsi dal pericolo di una svalutazione o inflazione dei pesos. Scetticismo per le politiche protezioniste e per le misure monetarie non ortodosse.

Il presidente argentino Cristina Kirchner.
New York - Il governo argentino ha annunciato che i suoi cittadini non saranno piu' in grado di convertire i loro risparmi in dollari, un'operazione che gli argentini fanno spesso per ripararsi dal pericolo di una svalutazione o di una inflazione dei pesos. Oltre che per viaggiare all'estero o importare prodotti.
In un'intervista pubblicata venerdi' in un giornale filo governativo e ripresa dal Financial Times, il presidente della banca centrale argentina Mercedes Marco' del Pont ha sottolineato che le restrizioni sul tasso di cambio si applicheranno anche agli acquirenti nel mercato immobiliare che intendono comprare proprieta' di real estate denominate in dollari.
D'ora in poi i pagamenti dovranno essere effettuati in pesos. La notizia e' grossa, ma e' passata per lo piu' inosservata nei grandi media italiani.
Si tratta dell’ultima di una serie di decisioni del governo di Cristina Kirchner - caratterizzate da protezionismo e politiche monetarie straordinarie - che hanno lasciato scettici economisti e analisti finanziari, alimentando i timori che l'Argentina sia condannata nuovamente a fare bancarotta.
Tali misure restrittive hanno gia' avuto ripercussioni negative sull'economia, facendo tornare l'incubo dei primi anni 2000. Molti importatori sono stati costreetti a dichiarare insolventi le proprie attivita' e la stessa sorte e' toccata agli agenti del mercato immobiliare, dove un'ampia fetta di proprieta' e' valutata e venduta in dollari.
A maggio nella sola Buenos Aires, il numero di operazioni nel business del real estate e' calato del 15,4% anno su anno: si tratta del sesto calo mensile consecutivo.