Gabriele Volpi potrebbe dare l'addio a Carige. L'ipotesi ha preso forza nelle ultime ore dopo che nella giornata di domenica la banca ligure ha comunicato l'uscita del presidente del Collegio sindacale Carlo Lazzarini e del sindaco supplente Stefano Chisoli, entrambi in quota all'imprenditore che detiene il 9,1% di Carige.
Lazzarini e Chisoli, che hanno lasciato come di rito per motivi personali e impegni professionali che ne impediscono la prosecuzione dell'incarico, erano stati indicati da Volpi per statuto, in quanto principale azionista di minoranza (cioè dopo Malacalza al 27,5% e prima della Pop 12 di Raffaele Mincione che ha una quota del 5,4%).
Fino all'assemblea del prossimo 22 dicembre la supplente Fiorenza Dalla Rizza subentrerà come sindaco effettivo. Non sono note però nuove indicazioni da Volpi, alimentando le voci su un possibile disimpegno dell'imprenditore della Lonestar nonché presidente dello Spezia Calcio.
Da parte sua Mincione come informa la stessa Carige ha chiesto un'integrazione dell'odg dell'assemblea con l'elezione di un sindaco effettivo (presidente del Collegio) e di un sindaco supplente.
Intanto sono emersi nuovi dettagli sul bond subordinato emesso venerdì scorso e sottoscritto per 320 milioni di euro dal Fondo interbancario (Fitd). Se l'assemblea di Carige dovesse bocciare l'aumento di capitale da 400 milioni di euro, la cedola del bond salirebbe dal 13% al 16%, costringendo l'istituto ligure a pagare 51,2 milioni di euro di interessi annui.
Un costo importante, che impatterebbe significativamente sulle prospettive di redditività della banca, anche se si tratta solo di una clausola pensata per rafforzare le tutele del Fondo, mentre al momento pare escluso che l'assemblea possa bocciare l'aumento facendo saltare l'architettura dell'operazione.