Cazzeggiando per il web,,ho incontrato queste news..

Il generale contro il presidente, grave frattura militare Usa

Il comandante delle forze degli Stati Uniti a Kabul McChrystal critica Obama in un'intervista. Poi si scusa, ma il presidente americano lo convoca a Washington per chiarimenti. Ora potrebbe essere rimosso.


WSI) – Il generale Stanley McChrystal, responsabile delle truppe internazionali in Afghanistan, forse voleva solo togliersi qualche sassolino ma è inciampato in un sasso più grande che ha rischiato di travolgerlo. Nel prossimo numero di Rolling Stone, storico magazine musicale, uscirà un profilo in cui il comandante in capo a Kabul appare come un lupo solitario che fatica ad avere rapporti con l'amministrazione e con gli uomini scelti dalla Casa Bianca come suoi partner diplomatici. Il risultato è un'intervista al vetriolo in cui il generale critica il presidente degli Stati Uniti e la gestione della guerra arrivando a dire di avere trovato Barack Obama impreparato nel loro primo colloquio sull'Afghanistan e ha inoltre accusato l'attuale ambasciatore Usa a Kabul di "averlo tradito".

Parole grosse che saranno pubbliche solo venerdì, quando la rivista sarà in edicola, ma che lo hanno costretto a giocare d'anticipo ritrattando tutto e chiedendo precipitosamente scusa. In un comunicato diramato oggi da Kabul, il generale ha scritto: "Porgo le mie scuse più sincere per questo profilo" pubblicato sulla rivista. "E' stato un errore che riflette un giudizio di nessun conto e non sarebbe dovuto succedere". Malgrado le lodi del segretario generale della Nato Rasmussen e il sostegno dimostrato dal presidente afgano Karzai, il generale McChrystal è stato richiamato d'urgenza a Washington dalla Casa Bianca per un incontro personale con Obama allo scopo di chiarire le sue dichiarazioni. E il presidente, a questo punto, non esclude alcuna opzione, neanche la rimozione del comandante. Il deputato democratico David Obey, a capo della commissione che si occupa del finanziamento delle missioni di guerra, ha chiesto espressamente la sua testa.

Nell'articolo McChrystal, affiancato da collaboratori altrettanto beffardi, fa commenti sarcastici e irriverenti sul vice-presidente Joe Biden, di cui sono note le critiche alla sua strategia in Afghanistan: "Mi chiedi di Joe Biden? Chi è?", chiede sorridendo. E un collaboratore rincara la dose: "Biden? Hai detto 'Bite me' (vai al diavolo in inglese, ndr)?". Nell'articolo si afferma che il generale Usa ha assunto il controllo della guerra in Afghanistan senza però mai perdere di vista "il vero nemico: i pusillanimi alla Casa Bianca". Inoltre un collaboratore ha rivelato alla rivista che McChrystal rimase molto deluso da un incontro nello Studio Ovale con un impreparato Barack Obama: "Fu una photo-opportunity di 10 minuti: Obama chiaramente non sapeva nulla di lui, di chi fosse né sembrava troppo interessato. Il capo rimase molto deluso".

Le dichiarazioni del comandante raccolte dal magazine fanno emergere alla luce del sole i dissapori tra lui e l'amministratore della Casa Bianca. I due uomini hanno faticato a trovare una intesa e il generale era stato a un certo punto rimproverato dal presidente per avere esagerato nel propagandare il suo desiderio di avere più truppe in Afghanistan proprio mentre Obama stava riflettendo sulla strategia da adottare. Alla fine il generale aveva ottenuto un rinforzo di 30 mila truppe. Ma un memorandum dell'ambasciatore Usa a Kabul, Karl Eikenberry, dove il presidente afghano Hamid Karzai veniva definito un "partner non affidabile" per la strategia anti-insorti seguita da McChrystal, aveva fatto sentire il generale "tradito" dal diplomatico. "E' uno che si copre i fianchi per i libri di storia - ha detto a Rolling Stone - così se sbagliamo potrà dire: ve l'avevo detto".

Troppo per un generale che, qualche giorno prima dell'uscita del magazine, ha intanto licenziato il suo addetto stampa, e diffuso un comunicato per fare marcia indietro: "Rivolgo le mie più sincere scuse per questo profilo. E' stato un errore che riflette scarsa capacità di giudizio e che non dovrebbe mai accadere", ha detto McChrystal. Il comandante che guida un corpo di quasi 150.000 uomini impegnati contro i talebani e gli altri gruppi oppositori armati, ha precisato quindi che "nel corso della mia carriera ho vissuto secondo i principi di onore personale e integrità professionale" e "quello che questo articolo riflette è di gran lunga inferiore a questo standard". "Ho un enorme rispetto e ammirazione - ha aggiunto - per il presidente Obama e la sua squadra per la sicurezza nazionale, per i responsabili civili e le truppe che stanno combattendo questa guerra e rimango impegnato a garantire il suo successo".

"L'articolo del Rolling stone è piuttosto inopportuno, ma è solo un articolo" minimizza il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, riaffermando in una nota la sua fiducia nel generale. "Siamo nel mezzo di un conflitto reale e ho piena fiducia in McChrystal come comandante Nato e nella sua strategia". Più incisivo il sostegno del presidente afgano, Hamid Karzai, che tramite il suo portavoce lo definisce "il miglior comandante che gli Stati Uniti abbiano mandato in Afghanistan in nove anni".

Ma evidentemente le scuse del generale oltre all'apprezzamento del segretario Nato nonché il sostegno di Karzai non sono bastate alla Casa Bianca che ha richiamato il comandante dall'Afghanistan per un incontro faccia a faccia con Barack Obama. E neanche al segretario alla Difesa, Robert Gates, che ha definito l'intervista "un grave errore". Il generale ha ricevuto l'ordine di presentarsi domani alla conferenza mensile che si svolge nella Situation Room invece di parteciparvi, come di consueto, in videoconferenza, dove gli sarà chiesto di spiegare al Pentagono e al Comandante in Capo le sue frasi citate nell'articolo.

È la seconda volta che il comandante delle truppe Usa e Nato in Afghanistan è stato convocato dal presidente Obama dopo aver parlato a ruota libera. In ottobre McChrystal era stato chiamato d'urgenza sull'Air Force One che aveva portato Obama a Copenaghen per la riunione sulle Olimpiadi: oggetto dell'incontro, un discorso all'Istituto di Studi Strategici di Londra in cui il generale aveva difeso la strategia dei massicci rinforzi in Afghanistan prendendo le distanze dalla riduzione degli obiettivi della guerra emersa alla Casa Bianca in un vertice cui McChrystal aveva partecipato in teleconferenza. McChrystal e Obama avevano parlato per 25 minuti faccia a faccia. McChrystal era poi stato pubblicamente stigmatizzato dal capo del Pentagono Robert Gates: "E' imperativo che quanti prendono parte al dibattito sulle strategie in Afghanistan lo facciano in totale franchezza ma anche in totale riservatezza".

La Repubblica.
 
L'Europa sara' la crisi subprime 2.0 Ma in salsa cinese

Non solo l'apprezzamento dello yuan. La politica di Cina volta a mettere a freno un'economia surriscaldata arriva proprio nel momento sbagliato. Soprattutto per noi in Europa


Non solo la volonta' di far apprezzare lo yuan. La politica della Cina di frenare la propria economia arriva proprio al momento sbagliato. Lo pensa Gary Shilling, ex capo economista in Merrill Lynch e tra i consulenti di fondi hedge come quello di John Paulson. Nell' intervista qui sotto a Bloomberg Television Shilling dice di essere convinto che in Europa si nascondano molti problemi e non e' da escludere che proprio l'UE si avvii ad essere come la crisi subprime n.2, per i mercati finanziari. Shilling ha spiegato che le banche americane U.S.hanno il 48% della loro esposzione globale (pari a $1.5 trilioni) nell'Eurozona e in UK, per cui il taglio del debito sovrano impattera' inevitabilmente sul settore finanziario, ha aggiunto, facendo riferimento soprattutto ai paesi PIIGS. Il vero problema comunque e' la "socializzazione del debito".

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=WYS6uU417Rg&feature=player_embedded]YouTube - Shilling Says Yuan Policy Shift Timing May Be `Terrible'[/ame]
 
Sempre peggio le banche italiane: crediti inesigibili alle stelle (+47%)

Boom di sofferenze nette nel mese di aprile 2010 che raggiungono i 37,3 miliardi di euro, e crescono di 1,7 miliardi rispetto a marzo, e 12 miliardi in piu' se si confrontano con aprile 2009, con una variazione annua del 47,5%.


Boom di sofferenze nette nel mese di aprile 2010 che raggiungono i 37,3 miliardi di euro, e crescono di 1,7 miliardi rispetto a marzo, e 12 miliardi in piu' se si confrontano con aprile 2009, con una variazione annua del 47,5%. E' quanto si evince dal Rapporto Abi diffuso in occasione del comitato Abi. Le sofferenze al lordo delle svalutazioni sono cresciute a 65 miliardi, circa 1,3 miliardi in piu' rispetto a marzo, e 18,6 miliardi in piu' rispetto ad aprile 2009 (+40%). In rapporto agli impieghi risultano al 3,60% ad aprile, in forte crescita dal 2,6% di un anno prima. Il rapporto soffereze nette/ impieghi si e' collocato al 2,1% contro l'1,45% di aprile, rispetto al capitale e alle riserve il rapporto e' risultato al 12,33% contro l'8,78% di aprile 2009.

Sensibile diminuzione, negli ultimi mesi, dei tassi bancari applicati in Italia alle imprese, scesi sui valori minimi storici e sotto ai valori medi europei. E' quanto emerge dal rapporto mensile dell'Abi, che dedica a questo tema uno specifico 'focus'.

In dettaglio, spiega il report, secondo le statistiche armonizzate del Sistema europeo di banche centrali alla fine del primo quadrimestre del 2010 in Italia il tasso di interesse medio applicato dalle banche sulle consistenze dei finanziamenti alle imprese (valore medio prestiti con durata e conti correnti attivi) si è collocato al "valore minimo mai raggiunto" del 3,10%, circa 280 punti base al di sotto del valore di dicembre 2008 (5,89%). Alla stessa data, il valore medio europeo risultava pari al 3,33%, 23 punti base la di sopra di quello italiano (-210 punti base rispetto al 5,42% di fine 2008).

Analoghe conclusioni, spiega l'Abi, si raggiungono considerando i tassi di interesse bancari applicati alle nuove operazioni di finanziamento alle imprese. Alla fine del primo quadrimestre 2010 tale tasso si colloca in Italia al 2,21% (e addirittura al 2% secondo le prime stime di maggio 2010), cioè 231 punti base al di sotto di dicembre 2008 ed inferiore al 2,39% della media dell'Area euro (-216 punti base rispetto a dicembre 2008).

Quanto ai tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento alle società non finanziarie di importo fino ad un milione di euro, gli ultimi dati disponibili (aprile 2010) li indicano al 2,92% in Italia, 242 punti base al di sotto di quanto segnato a dicembre 2008 e 39 punti base al di sotto del valore medio dell'Area euro. Anche i tassi applicati sulle nuove operazioni di prestito alle imprese di ammontare superiore ad un milione di euro, sottoline l'Abi, sono più favorevoli in Italia: ad aprile 2010 risultano pari all'1,90%, 229 punti base al di sotto di quanto registrato a dicembre 2008 ed inferiore di 19 punti base al valore medio di Eurolandia.
 
Nuovi venti di crisi, rischiamo una tempesta mai vissuta prima

La verità è che fino a quando non tornerà fiducia da parte delle aziende americane, checché se ne dica, l’economia mondiale non ripartirà. E se in Europa dovesse davvero arrivare una crisi stile subprime...


(WSI) – Ritorno dell’avversione al rischio e borse che ritracciano sulla scia dell’ennesimo dato brutto a livello macroeconomico. Dopo i dati sulle vendite di nuove case negli Stati Uniti, che ha fatto registrare un preoccupante -32.7%, andando così ad evidenziare i forti problemi che si stanno perpetrando negli States, ieri i dati sui Durable Good Orders hanno purtroppo, rispettato le aspettative di mercato facendo segnare un -1.1% (-1.2% atteso) contro un precedente rivisto a +3%.

La situazione ci preoccupa, una ripresa vera e propria tarda ad arrivare e lo specchio di tutto ciò rimane senza dubbio quello legato ai tassi di interesse, che non accennano a dover essere alzati né in Europa né in America, che era l’unica delle big ad aver mostrato buoni segnali di ripresa.

La verità è che fino a quando non tornerà fiducia da parte delle aziende americane, checché se ne dica, l’economia mondiale non ripartirà. Allo stato dell’arte attuale non siamo ancora pronti alla sostituzione del consumatore americano con quello asiatico di Pechino (cosa che molto probabilmente avverrà nei prossimi anni) e dobbiamo renderci conto che, se in Europa dovesse davvero arrivare una crisi stile subprime, allora sarebbe davvero una tempesta mai vissuta prima d’ora.

I più fatalisti cominciano a pensare che tutto questo è normale, che la corda tirata per troppo tempo prima o poi si spezza (e su questo non ce la sentiamo di dare torto) e che ci deve fare pensare il fatto di essere molto vicini a quel fatidico dicembre 2012, mese in cui, secondo i Maya (una civiltà molto recente con mezzi tecnologici avanzatissimi in grado di studiare il ciclo celeste) finirà un ciclo e ne comincerà un altro.

Spiegazioni che vanno a mascherare il vero problema che si sta vivendo: l’ignoto. Una crisi come quella attuale non è mai stata vissuta prima d’ora e giorno dopo giorno stiamo scrivendo la storia. Lasciamo perdere per adesso questi discorsi e cerchiamo di concentrarci sull’analisi dei mercati in quanto, fino a prova contraria, essi hanno sempre ragione ed i prezzi scontano tutto.

Analisi tecnica (quella fondamentale funziona un po’ meno attualmente) e voglia di fare trading ci aiuteranno a riuscire a guadagnare, specialmente su un mercato come il nostro che raddoppia le possibilità di azione in quanto è possibile farlo sia a rialzo che a ribasso.

EurUsd – Grafico orario

La settimana volge al termine e cerchiamo di trovare qualche spunto interessante con uno sguardo ai grafici.Cominciando dall’immancabile eurodollaro non possiamo che far notare come il cambio stia mantenendo, in maniera molto costante, la tendenza rialzista evidenziata dal minimo di 1.1880 del 7 giugno scorso.

Questa precisione non fa altro che facilitare il compito di trovare livelli importanti in quanto il supporto è fornito proprio dalla trendline ascendente, per le prossime ore a 1.2250, mentre il livello di arrivo, evidentemente se non assisteremo ad una rottura della stessa, è ancora dato in area del doppio massimo a 1.2660.

Il cambio UsdJpy non ha raggiunto l’obiettivo indicato come più ambizioso a 89 figura, ma ha invece raggiunto il precedente 89.50. Come sostenuto da alcuni giorni la tendenza rimane ribassista e non sono previste inversioni importanti sino al superamento della resistenza a 91 figura, per cui non è detto che si possa rivedere nei prossimi giorni addirittura il minimo di maggio a 88.25.

Con queste premesse vediamo un cambio EurJpy stabile ed equidistante dai due livelli importanti di 109.50 e 111 figura, rispettivamente supporto e resistenza per oggi.

Non è riuscito l’attacco del cable al doppio massimo di 1.5045, i prezzi sono stati fermati da 1.50 figura. Lo spazio di correzione da quest’area di massimo potrebbe portare i prezzi ad un ritorno nei pressi di 1.48, dove transita oggi la linea di tendenza che sta seguendo il cambio da tre settimane.

Non ne vuole sapere la sterlina di spostarsi e rompere uno dei due livelli suggeriti da giorni nei confronti dello yen. 135.90 e 133.40 rimangono i due livelli da osservare. Chi, come noi, propende per una rottura a ribasso, può attendersi 130.50 come primo ambizioso obiettivo.

Contro la moneta unica invece la sterlina qualcosa di nuovo l’ha mostrato. Parliamo del superamento del supporto a 0.82, seppur per un brevissimo lasso di tempo e per pochi punti (20 esatti). Ora i prezzi si sono portati a distanza di sicurezza ma per considerare una ripresa strutturale del cambio dovremmo assistere ad una rottura dell’importante resistenza a 0.8380, massimo del mese e livello toccato molte volte confermandone la precisione.

Il cambio EurChf si mantiene stabile sul minimo storico, 1.3545, con una scarsa oscillazione. Ribadiamo che si potrà parlare di "ripresa" solamente al di sopra di 1.3750: attenzione quindi ad assumere posizioni contrarie al trend primario cercando di anticipare una ripresa.

Terminiamo con il UsdChf, notando come sembri pronto per uno scivolone al di sotto del minimo di 1.0990 con primo obiettivo a 1.0920. Se dovessimo invece rivedere i prezzi nel breve al di sopra di 1.1060 potremmo considerare scongiurato il rischio ribasso… per oggi.

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Non si smorza l'avversione al rischio, ancora su i cds europei

Il rialzo dei contratti che si riferiscono ai corporate bond del Vecchio Continente è il quarto consecutivo. Indicativa la performance del Markit iTraxx Crossover Index.


Ci risiamo: per il quarto giorno consecutivo, i cds sui corporate bond europei segnano un ennesimo rialzo. E' quanto affermano i trader dei credit default swap, stando a un articolo pubblicato da Bloomberg.

Di fatto, secondo i prezzi resi noti da JP Morgan Chase, verso le 7.30 ore di Londra il Markit iTraxx Crossover Index - che misura i costi che devono essere sostenuti per assicurarsi dal rischio di default delle 50 società europee che beneficiano dei migliori rating sui debiti - ha segnato un rialzo di 6 punti base, a 562,5 punti.

Tradotto in termini semplici, ciò significa che chi vorrà allontanare dal proprio investimento lo spettro di un eventuale default dei debitori, dovrà sborsare più soldi.

In crescita anche il Markit iTraxx Europe Index, che raggruppa 125 società che hanno un rating a investment grade: in questo caso, l'indice è aumentato di 1,75 punti base a 130,4 punti.

Bastano questi numeri a confermare la maggiore avversione al rischio da parte degli operatori e il timore, soprattutto, di nuovi casi di deterioramento nella qualità dei debiti sottoscritti.
 
P.A: BRUNETTA, LE AUTO BLU SONO COSTATE OLTRE 87 MLN NEL 2009

(ASCA) - Roma, 25 giu - I costi del parco auto delle amministrazioni rispondenti, nel 2009, sono stati di 87.860.703 euro, mentre ''il personale impegnato e' pari a circa 40.000 unita', con un rapporto di 1,4 unita' ad autoveicolo''. Lo ha reso noto il ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta, in occasione di una conferenza stampa a palazzo Vidoni. Secondo il monitoraggio effettuato da FormezPA, oggi il numero delle autovetture pubbliche, ad esclusione dei mezzi adibiti a servizi specifici, e' complessivamente di circa 90.000, di cui 52.420 di proprieta' delle pubbliche amministrazioni e 38.000 noleggiate a lungo termine. ''Il monitoraggio e' stato effettuato distinguendo le auto degli alti papaveri dello stato come 'blu-blu', quelle dei dirigenti come 'blu' e quelle degli uffici come 'grigie''', ha spiegato il ministro. ''Per fare un esempio, il comune di Torino possiede 375 auto grigie, 17 blu-blu e 8 auto blu'', ha aggiunto Brunetta, riportando uno dei dati piu' eclatanti emersi dal monioraggio. ''Per il momento abbiamo solo il 26% dei dati, ma una volta che avremo a disposizione il dato complessivo sara' possibile fare un'operazione di tipo selettivo, facendo piu' chiarezza. E' normale che questa e' una fotografia'', ha precisato il Ministro della pubblica amministrazione, aggiungendo che ''i dirigenti che non risponderanno al questionario, oltre a dover affrontare la stigmatizzaizone politica, avranno un titolo di demerito, che sara' valutato ai fini della loro prestazione''.
 
La crisi dell’euro provoca il fallimento degli stati e la paralisi dei governi


19 giugno 2010 (MoviSol) – Tre elezioni recenti nell’eurozona – nei Paesi Bassi, Belgio (elezioni politiche anticipate) e nello stato più popoloso della Germania, il Nord Reno Westfalia (NRW) – confermano la perdita drammatica di fiducia da parte degli elettori nei partiti affermati – in particolare per quanto riguarda i cristiano democratici, in quei paesi. La situazione politica è diventata così complicata che la formazione di nuovi governi sta diventando praticamente impossibile.

Un segno dei tempi? Cinque settimane dopo le elezioni per il parlamento regionale nel NRW, tutte le opzioni per un governo di coalizione sono crollate, e la coalizione precedente tra il CDU e l’FDP (liberali) rimarrà al potere per ora anche senza maggioranza nel parlamento regionale.

È un brutto auspicio per gli scenari che vengono ventilati sulla stampa in questi giorni, che parlano per esempio di una divisione dell’eurozona tra una parte settentrionale guidata dalla Germania ed una parte meridionale guidata dalla Francia. La parte settentrionale, che viene dipinta come quella più “stabile” rispetto al vicino del sud, in realtà non lo sarebbe affatto, basandosi su Germania, Belgio e i Paesi Bassi.

Infatti la non-governabilità del NRW si aggiunge ai molti altri problemi che affliggono la cancelliera Merkel. La coalizione di governo nazionale è divisa su molti punti della politica di salvataggio europea, quali gli aumenti drastici delle tasse e gli ulteriori tagli al bilancio, oltre ai piani per estendere il divieto delle vendite allo scoperto. Se la Corte Costituzionale dovesse decidere a favore dei ricorrenti che hanno presentato ricorso contro il pacchetto di salvataggio UE, anche solo in parte, sarebbe un duro colpo per il governo; come lo sarebbe anche l’eventuale fallimento del candidato della Merkel per la presidenza federale Christian Wulff alle votazioni del 30 giugno. Come ha notato il Financial Times del 14 giugno, un tale fallimento “potrebbe essere sufficiente a causare la rottura della coalizione di governo della signora Merkel”.

Benché l’elettorato olandese abbia dato una batosta senza precedenti all’ex partito al potere, i cristiano democratici, riducendo i suoi seggi al parlamento nazionale da 41 a 21, questo risultato è stato accompagnato da un frazionamento dello scenario politico, rendendo ancora più difficile la possibilità di formare un esecutivo stabile. Il vincitore è stato il partito liberale di destra VVD, che è passato da 21 a 31 seggi, ma avrà difficoltà a formare un governo. I media parlano già di un periodo lungo alcuni mesi.

Nel Belgio, il partito separatista fiammingo Nieuw-Vlaamse Alliantie (NV-A) ha ricevuto il suo risultato migliore di sempre nelle Fiandre, con il 28.3%. Nella regione francofona della Wallonia i socialisti, che hanno cominciato di recente a mobilitarsi in difesa delle pensioni, del tenore di vita e per la solidarietà nazionale, hanno avuto il 36%, un risultato imprevisto. In altre parole, la formazione di una coalizione non sarà facile in Belgio, dove ci sono voluti nove mesi per formare l’ultimo esecutivo, che non è riuscito a finire la legislatura. Il Belgio potrebbe essere senza governo ancora quando diventa presidente di turno dell’UE a luglio.

La realtà è che fintanto continua la strategia iperinflattiva dei salvataggi, con l’austerità brutale imposta sui cittadini, l’Europa potrà solo sognarsi la “stabilizzazione”. L’unico rimedio consiste in una vera riforma del sistema bancario e finanziario, sul modello Glass-Steagall.
 
Come le banche fottono la GDF. Marco Saba


Il nuovo comandante generale della Guardia di Finanza, Nino Di Paolo, in un’intervista a ”Il Sole 24 Ore” sostiene che il segreto bancario non ha più senso [1]. Dal nostro pulpito del Centro Studi Monetari abbiamo contribuito a svelare i meccanismi dell’appropriazione indebita della rendita monetaria, pubblicando almeno 10 libri in 5 anni che trattano del tema [2].

Partiamo dalla contabilità truccata delle banche ordinarie, che rappresenta il principale meccanismo di evasione messo in atto dagli istituti bancari. Quando una banca presta o anticipa dei soldi creandoli dal nulla con false scritture contabili, si sta appropriando del vostro potere d’acquisto e diminuisce il valore dei soldi posseduti dal resto della comunità. Quando la banca anticipa 100.000 euro, mette al passivo questa somma nominale. Quando il cliente restituisce la somma, o a rate o in una unica soluzione comprensiva degli interessi, la banca dichiara solo gli interessi come utile, facendo sparire contabilmente il capitale. Cioè, i primi 100.000 euro che riceve come riflusso bancario, li annulla con i 100.000 euro precedentemente messi al passivo.

Usiamo l’analogia del CASINO’ per spiegare questa assurdità. Immaginate il proprietario di un casinò che produce delle fiches e le mette – come valore nominale – nel passivo. Invece di metterne al passivo solo il costo di produzione. Quando il casinò vince, questo proprietario disonesto compensa il valore incassato con quello indicato nel passivo, cosicché farà risultare all’attivo solo la differenza rispetto al valore nominale delle fiches. Andrebbe subito in galera per aver fatto sparire l’imponibile.

Le banche fanno esattamente la stessa cosa. La produzione contabile di 100.000 euro costa alla banca solo una frazione dei suoi costi di esercizio (stipendi, bollette della luce, telefono, affitto della filiale, etc.). Ma la banca furbescamente non mette solo quest costi nel passivo, ma anche la somma creata dal nulla AL VALORE NOMINALE. Invece di mettere all’attivo la differenza tra i costi di produzione ed il valore nominale, come fanno i casinò con le fiches [3].

La banca in questo modo fa sparire il capitale che rientra col riflusso, mettendo in atto una colossale evasione fiscale a danno dello stato e della cittadinanza che, a causa del minor introito fiscale, deve pagare le tasse evase dalle banche. Si tratta di svariate centinaia di miliardi di euro ogni anno, salassati alla comunità.

Recentemente è stata presentata una denuncia illuminante alla Procura della Repubblica di Roma [4]: speriamo che non venga archiviata dai procuratori coi soliti trucchetti della rubricazione “ad hoc”…
Mettendo al passivo il capitale creato dal nulla, le banche evadono sistematicamente le tasse su quanto poi prestano, o spendono, aggiungendo al danno il furto degli interessi, l’usura.

E’ ora che anche la Guardia di Finanza apra gli occhi, che cominci a leggere qualche libro e che qualcuno al suo interno la smetta di dire – rigorosamente e solo verbalmente – che su “certi” enti e “certe” entità non devono essere fatti accertamenti…

O vediamo se col nuovo comandante cambia qualcosa, prima che gli eserciti europei dei disoccupati affamati non facciano a modo loro.

Autore: Nicoletta Forcheri
 
Usa: in Louisiana piove petrolio!

i aggrava sempre di più la situazione del Golfo del Messico. L'ammiraglio Thad Allen, coordinatore delle operazioni, ha spiegato che in seguito ad una collisione di un robot sottomarino, con conseguente fuga di gas, i tecnici hanno dovuto rimuovere il "coperchio" che conteneva la fuoriuscita di petrolio, liberando di nuovo la falla che sparge greggio in mare.


Sarebbe stato controllato il container superiore che dovrebbe essere rimesso al suo posto nelle prossime ore. Tuttavia la riattivazione del sistema di contenimento potrebbe richiedere un tempo molto più lungo.Il sistema era stato installato lo scorso 3 giugno ed era riuscito a catturare fino a oggi 16.600 barili di greggio al giorno.Ora, a causa di questo nuovo incidente, tutto il greggio va in mare.

Pare inoltre che ci siano state delle morti abbastanza strane: Un suicidio di un capitano di una nave motivato dalla perdita totale degli introiti causata dal disastro ambientale; anche un'altra persona sarebbe morta ma le autorità della Louisiana spiegano che il decesso non è direttamente legato alle operazioni di contenimento del greggio.
Una cosa è chiara: La BP non riesce proprio a controllare la situazione.
Intanto la chiazza nera si espande spinta dalle correnti sterminando interi ecosistemi sottomarini. Pare che in Louisiana le pioggie siano contaminate dal petrolio, come si può vedere in questo filmato.

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=un8co1d4zb4&feature=player_embedded]YouTube - Oil Rain In Louisiana?[/ame]
 
Guest Post: Sultans Of Swap: BP Potentially More Devastating than Lehman

As horrific as the gulf environmental catastrophe is, an even more intractable and cataclysmic disaster may be looming. The yet unknowable costs associated with clean-up, litigation and compensation damages due to arguably the world’s worst environmental tragedy, may be in the process of triggering a credit event by British Petroleum (BP) that will be equally devastating to global over-the-counter (OTC) derivatives. The potential contagion may eventually show that Lehman Bros. and Bear Stearns were simply early warning signals of the devastation lurking and continuing to grow unchecked in the $615T OTC Derivatives market. What is yet unknowable is what the reality is of BP’s off-balance sheet obligations and leverage positions. How many Special Purpose Entities (SPEs) is it operating? Remember, during the Enron debacle Andrew Fastow, the Enron CFO, asserted in testimony nearly 10 years ago that GE had 2500 such entities already in existence. BP has even more physical assets than Enron and GE. Furthermore, no one knows the true size of BP’s OTC derivative contracts such as Interest Rate Swaps and Currency Swaps. Only the major international banks have visibility to what the collateral obligations associated with these instruments are, their credit trigger events and who the counter parties are. They are obviously not talking, but as I will explain, they are aggressively repositioning trillions of dollars in global currency, swap, derivative, options, debt and equity portfolios.:eek::eek::eek::eek::eek:

http://www.zerohedge.com/sites/default/files/BP-Article.pdf
 

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