C'E UN TEMPO PER CAPIRE, UN TEMPO PER SCEGLIERE, UN ALTRO PER DECIDERE. C'E' UN TEMPO CHE ABBIAMO

Dopo Maurice, che ha fatto parlare di sé l'intera Francia, per essere stato portato in tribunale
dagli abitanti infastiditi dai suoi canti troppo mattutini (e giudicato dal tribunale di Rochefort il 4 luglio),
un altro gallo si è ritrovato in questi giorni nei guai con la giustizia.

L'"imputato", stavolta svizzero, fa parte di un pollaio situato in una zona residenziale di un comune vicino a Zurigo.

L'accusa: non potrà più cantare la notte e la mattina presto, soprattutto di domenica.
Il tribunale svizzero, infatti, adito da un vicino che non tollerava più i rumori continui,
ha ordinato al proprietario di tenere l'animale al chiuso e al buio nelle ore notturne, come si legge nella sentenza.

Il pollaio, stando ai fatti riportati da Adnkronos, si troverebbe in una zona residenziale,
"caratterizzata da villette con ampi spazi esterni", dove l'allevamento per hobby di animali è consentito.

Il ricorrente, grazie a un'app scaricata sul telefonino, è riuscito a provare che il numero dei "chicchirichì" del gallo incriminato
si aggirava tra i 14 e i 44 all'ora, sia di giorno che di notte, con un rumore che raggiungeva gli 84 decibel.

Il giudice svizzero ha quindi disposto che il proprietario tenga a bada il pennuto tra le 22 e le 8 e la domenica fino alle nove,
tenendolo al chiuso e al buio. Inoltre, pur salvando il pollaio dallo smantellamento, ha ordinato che lo stesso venga dotato di un isolamento acustico.
 
Ottimo ed esauriente il servizio del Tg2 diretto da Gennaro Sagiuliano sull’ Oro di Mosca.

A proposito della vicenda dei presunti fondi russi alla Lega, vale la pena fare un ripasso di storia
e ricordare altre vicende e ben altre reti di contributi avvenuti tra il partito comunista sovietico e il nostro Pci.

Negli anni Novanta – non un’era geologica fa – dopo il crollo del regime sovietico l’opinione pubblica fu inondata di segreti e rivelazioni.

Erano ampiamente note le notizie di finanziamenti sovietici al partito comunista italiano.

Solo con le carte, però, se ne appresero entità, durata nel tempo e modalità di erogazione che passavano per canali commerciali.

Tra l’altro si seppe- ascoltiamo nel video – che l’acquisto di 20.000 tonnellate di agrumi entrarono nella partita del finanziamento dell’Unità, quotidiano del Pci.

Siamo venuti a sapere delle vacanze in Crimea regalate alla dirigenza comunista italiana.

Il servizio del Tg2 è tutta da vedere, visto che di questa vicenda pochi parlano e parleranno.

Mentre per chi volesse saperne di più ci sono i volumi di Gianni Cervetti, ex tersorire del partito e di Valerio Riva.

Cervetti nel libro “L’oro di Mosca” ha stimato che solo nel periodo tra il 1975 e il ’78 finirono nelle casse di Botteghe Oscure fra i 4 e 5 milioni di dollari l’anno.
 
«Le primarie aperte? Saranno un cambiamento brusco. Ma sono indispensabili. Altrimenti il partito sparisce.
Dobbiamo assolutamente aprire i confini di Forza Italia.
Non abbiamo tanto tempo, dobbiamo fare presto, alle prossime elezioni si rischia l’estinzione»:

parla di «cura da cavallo…», Giovanni Toti, ospite di Skytg24, tornando all’attacco della classe dirigente azzurra
a cui chiede un cambio di rotta repentino, pena l’estinzione e facendo capire che l’armonia è parecchio lontana in Forza Italia.

«Voglio essere chiaro fino in fondo – scandisce il presidente della Regione Liguria cooptato da Silvio Berlusconi,
in una complicata diarchia politica assieme alla Carfagna per guidare Forza Italia e tirarla fuori dalle secche –
Penso che Fi debba superare se stessa per tornare ad avere un ruolo.
Lo ripeto, deve aprire i suoi confini, magari ragionare su un nome nuovo, fare entrare nuova classe dirigente… Confrontiamoci«.

«Dopo l’adesione di Catanoso, Pogliese e Castelli, tre esponenti storici della destra catanese,
tutti ex-azzurri
, a Fratelli d’Italia, teme nuove fughe da Forza Italia?

«Lo temo moltissimo – ammette con franchezza il governatore ligure – e sto lavorando per cercare in qualche modo di evitare proprio questo.
Oggi dobbiamo salvare quel che resta di Forza Italia…».

Sul come, Toti non ha dubbi: «Non si cura una malattia grave con una mezza aspirinetta presa la sera, bisogna necessariamente passare a cure da cavallo.
E cure da cavallo vuol dire una classe dirigente messa in discussione, apertura dei confini del partito, azzeramento delle cariche e una profonda discussione sulla linea politica».

Concede replicando a distanza Mara Carfagna, l’altra faccia della diarchia azzurra, in un’intervista a News Mediaset:

«Il percorso di rinnovamento di Forza Italia deve iniziare presto e deve concludersi in tempi brevi,
perché gli obiettivi che abbiamo davanti sono molto molto alti e non vorrei che le ambizioni fossero modeste.
Se abbiamo iniziato a lavorare nel modo giusto lo scopriremo nei prossimi giorni.
Dobbiamo essere in grado di aprire questa fase con un coinvolgimento vero e reale dei militanti,
degli iscritti e dei dirigenti, senza mortificare chi si è battuto per il partito in questi anni difficili».

«Se invece questo percorso di rinnovamento – avverte la coordinatrice nazionale di Forza Italia e vice presidente della Camera
viene visto da qualcuno come uno strumento per conquistare posizioni di visibilità, senza far fare passi in avanti a Forza Italia,
vuol dire che non avremo imboccato la strada giusta. Dobbiamo restituire rappresentanza ad un pezzo d’Italia
che non si riconosce in questo governo e che vuole proposte concrete su tasse, lavoro, burocrazia, divario tra Nord e Sud del Paese,
non occupare il dibattito pubblico con discussioni infinite sulle regole, sulle primarie e sui congressi».

Si dice «favorevole alle primarie» al punto «da essermi candidata anche per sgombrare il campo
dal sospetto che chi milita in Forza Italia non veda la riduzione dei consensi e la necessità di un radicale cambio di passo»,
Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia.

«Ma bisogna essere sinceri: le primarie non sono la panacea di tutti i mali – mette in guardia la parlamentare azzurra
Fare passare il messaggio che lo siano significa prendere in giro gli elettori di Forza Italia. Serve anche, se non soprattutto, altro».

«Innanzitutto – elenca la Gelmini – idee chiare sul posizionamento del nostro movimento nello scacchiere della politica italiana
e una narrazione efficace dei progetti per il Paese. Proprio per questo è bene rimboccarsi le maniche e organizzare incontri e dibattiti in giro per l’Italia:
andiamo nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro, apriamoci al terzo settore, ricostruiamo la nostra identità di movimento liberale popolare con una grande attenzione al sociale».

«A scanso di equivoci e per accendere i riflettori sulla verità – ricorda la presidente dei deputati di Forza Italia
non posso che sottolineare come il processo di rinnovamento del partito sia stato avviato dal presidente Berlusconi
già con l’elezione del 70 per centro di nuovi parlamentari, la celebrazione di numerosi congressi locali
e certamente proseguirà anche con le primarie e il congresso. E poi basta, con questa ricerca spasmodica di copiare il Pd:
inseguire il falso mito della rottamazione non porta ad altro che a essere rottamati, perdendo anche tutto il consenso acquisito. Renzi docet!».

«Stiamo discutendo, il rinnovamento è importante ma non è solo una questione organizzativa,
è una questione di spazio politico che deve essere occupato. Se non c’è un progetto e non ci sono buone idee l’organizzazione serve a poco»,
dice, dal canto suo, il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, rispondendo alla stampa sulla proposta di primarie in Forza Italia.
«Io rispetto tutte le idee – continua Tajani – ma non devono esserci infiltrazioni esterne:
quando ci sono da fare delle scelte dobbiamo stare attenti a non essere condizionati dall’esterno.
Poi deciderà il congresso, la riunione di ieri è stata positiva».
 
”C’è da mettersi le mani nei capelli: Caporetto fu lo sfondamento del fronte ad opera dell’Esercito italiano ai danni degli Austriaci.
Anche questo si trova nel libro che una nota casa editrice ha ritirato dal commercio dopo il mio intervento
e quello della Associazione nazionale Alpini a seguito della segnalazione di un genitore indignato
nel leggere in una didascalia che il Ponte degli Alpini di Bassano si trova sul Piave”.

Così l’assessore all’Istruzione della Regione Veneto Elena Donazzan, segnala il nuovo grave errore
contenuto in un testo di storia, destinato alla preparazione scolastica dei giovani.

”È grazie alla professoressa Cavalli, una docente della scuola di formazione professionale Enaip di Bassano del Grappa
che siamo venuti a conoscenza di quest’altra chicca – continua l’assessore Donazzan -.
Un errore da bocciatura senza appello, visto che non solo la storia ma anche il linguaggio comune intendono Caporetto
come il paradigma di una sconfitta disastrosa, visto che fu la più grave rottura del nostro fronte ad opera degli Austroungarici nella Prima guerra mondiale.
Nel libro, invece, l’autrice del testo, con somma superficialità, altrimenti dovremmo chiederci che laurea ha conseguito,
mette nero su bianco uno dei più grossolani errori che si possano immaginare perché scrive che Caporetto fu lo sfondamento del fronte nemico da parte dell’Esercito italiano”.

”C’è da chiedersi quante altre inesattezze ci siano in questo testo che fino a ieri era adottato dalle scuole italiane e forse lo è ancora oggi – aggiunge l’assessore -.
Ha fatto bene la casa editrice a ritirarlo dal mercato, ma dovrebbe intervenire con una comunicazione ancora più chiara affinché chi lo ha in dotazione ne sospenda l’utilizzo.
La storia va maneggiata con cura, nello spirito di verità che concorre a formare la coscienza civica di una comunità ed è alle radici della propria identità”.

”Lo svarione che ho letto – conclude Donazzan – mi indigna profondamente e torno a chiedermi come vengano selezionati i volumi
che sono indicati tra le scelte per il libro di testo obbligatorio. L’editore ha fatto la sua parte e spero non si avvalga più di simili collaboratori,
ma sono preoccupata anche per l’approssimazione di chi, invece, dovrebbe essere il primo a vigilare sulla qualità dei testi
che dovrebbero aprire le porte della conoscenza ai nostri giovani nelle scuole”.
 
Mentre a Napoli il tribunale fa arrestare altri 12 furbetti del cartellino, tutti impiegati comunali,
il sindaco Luigi De Magistris ha altre priorità: la giunta comunale di Napoli ha approvato infatti,
su proposta dell’assessore Alessandra Clemente e dell’assessore Laura Marmorale,
gli elaborati tecnici propedeutici all’adesione all’invito a presentare proposte progettuali
per il recupero di beni pubblici da destinare all’integrazione degli immigrati regolari nell’ambito
del Pon “Legalità” Fesr Fse 2014-2020 promosso dal ministero dell’Interno.

Il finanziamento per il quale il Comune di Napoli concorre è di 3,4 milioni di euro.

Questa somma permetterà di riqualificare un’ampia metratura del Polifunzionale Lotto 14/b
compreso fra Via Nuova dietro la Vigna, Via Madonna delle Grazie e Via Marianella.

In particolare saranno recuperati tutti gli impianti sportivi all’aperto e realizzati spogliatoti,
palestre e aule formative e laboratoriali per la creazione di un ampio Centro Giovanile.

“Lo sport, del cui spirito la città è pervasa con le Universiadi in corso – dichiara l’assessore Alessandra Clemente –
è da sempre il più forte strumento di integrazione fra popoli e il Comune di Napoli crede con forza nella sperimentazione di questo modello.
Sarà così riqualificata una struttura fondamentale non solo per il quartiere di Piscinola ma per l’intera area nord”.

“L’Amministrazione – afferma l’assessore Laura Marmorale – sostiene con convinzione la progettazione, anche partecipata,
di processi di innovazione e coesione sociale finalizzati alla promozione ed al rafforzamento dei percorsi di integrazione sociale,
culturale e lavorativa volti alla costruzione di nuovi modelli di cittadinanza condivisa”.

In caso di ammissione a finanziamento la gestione sarà poi affidata mediante procedura ad evidenza pubblica a soggetti terzi.

Progetto lodevole, ma perché non destinarlo ai napoletani?
 
«Morterone Un territorio, tre cognomi, tanti soprannomi».

Invernizzi, Manzoni e Valsecchi di tutto il mondo a Morterone per i tre raduni,
organizzati dal Comune in tre date in municipio e nell’unica trattoria del paesino ancora aperta per il pranzo.

Tutti gli Invernizzi a raduno domenica 21 luglio,

l’1 settembre i Manzoni e

l’8 settembre sarà la volta dei Valsecchi.

Un’idea inedita da queste parti voluta fortemente dalla giunta e dal sindaco:
il primo cittadino non mancherà in particolare al primo raduno, si chiama Antonella Invernizzi.

Lei stessa spiega: «Morterone - esordisce - è il secondo più piccolo comune d’Italia, 31 residenti contro i 29 di Moncenisio,
ma con un territorio di ben 13,71 chilometri quadrati, già indicato su tutte le antiche carte medievali, data la sua importanza strategica.
Chi ha abitato questo territorio da bergamino (allevatore transumante,) nei secoli passati,
si è poi trasferito nelle cascine a valle e in pianura e lì c’è rimasto, con le sue mandrie.
Ed è così che gli Invernizzi, i Manzoni e i Valsecchi - continua il sindaco di Morterone -, s
parsi ora prevalentemente in tutto il nord Italia, hanno un antenato con Morterone nel cuore.
E magari scoprono di avere ricevuto proprio lì, in eredità terreni, boschi o abitazioni.
Sono tanti, ad esempio i noti imprenditori del ramo caseario milanese “Invernizzi”: è provato che vantino avi di Morterone».
 

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