C'ERA UNA SVOLTA...

DANY1969

Forumer storico
:rolleyes:
Buona settimana a tutti:)
Sanremo l'abbiamo archiviato... ancora San Valentino e per febbraio abbiamo finito con i Santi famosi :d:

Foto d'archivio: Svizzera - Stralhorn:)
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Il cambio del direttore in un giornale è uno di quegli eventi ai quali ogni essere umano dovrebbe partecipare almeno una volta nella vita.

Ragazzi, si vedono cose che voi umani non potreste immaginarvi.
Redattori di cui si era persa la memoria fuoriuscire dai sepolcri con tanto di taccuino, penna d’oca e cablogramma dei tempi di Carlo Codega,
inviati speciali precipitosamente rientrati dall’hotel a cinque stelle a Capri dove si erano recati per raccontare la lotta di classe degli eroici compagni salatori di aringhe,
editorialisti con la schiena dritta che loro sì che le cantano ai padroni del vapore che qui siamo i cani da guardia della democrazia
e che se però omettessimo di scrivere dei ghirigori del palazzinaro amico del senatore sarebbe meglio,
tromboni di ogni ordine e grado che fino a un minuto prima scodinzolavano tra le gambe del direttore uscente
e un minuto dopo comiziano alla macchinetta del caffè che era ora di cacciarlo, quello lì, e che quello nuovo invece è uno con due palle così!

E poi c’è quello che io lo conosco bene, quello che viva viva la meritocrazia,
quello che scartabella su Wikipedia a caccia di aneddoti personali da squadernare al momento giusto,
quello che si aggira per la redazione con un foglio in mano giusto per far vedere che ha sempre un sacco di cose da fare,
quello che ora mi devono fare caporedattore,
quello che diventa interista o juventino alla bisogna
e, infine, l’analfabeta di andata e di ritorno che, tutto tronfio e vanesio, declama alle folle: “Questo qui è bravissimo, ho appena finito di leggere il suo ultimo saggio!”.

Poi, naturalmente, ci sono quelli che se ne stanno in disparte e pensano a lavorare. Ecco, quelli lì sono gli unici in gamba.

E' una scenetta che è tornata alla memoria sfogliando un delizioso libro scritto da Antimo Cesaro, professore di Filosofia politica,
dal titolo icastico e inequivocabile: “Breve trattato sul lecchino”.

Un saggio astuto e raffinato che, circumnavigando tra Aristotele, Catullo, Gorgia, Machiavelli, Proust e Musil,
delinea il profilo di uno dei tipi umani più eterni e diffusi in ogni comunità sociale.
Una figura oggettivamente straordinaria che pervade la letteratura di tutti i tempi proprio perché del tutto universale.

Il lecchino - o come preferite chiamarlo: l’adulatore, il servo, il ruffiano, il lacché, il cortigiano, il cicisbeo - è infatti totalmente trasversale.

Ed è chimerico, cangiante, si fa concavo quando il potente è convesso e convesso quando il potente è concavo,
è mammifero perché succhia le mammelle altrui,
è ibrido ed anfibio come le sirene perché imprigiona il suo padrone cantandone le lodi,
è un uccello perché fa la muta,
è naturalmente un rettile perché è sinuoso e ipnotico e bla bla bla.
Insomma, un vero topos letterario, un pesce pilota del potere che sugge da quello la sua linfa vitale e del quale il potere non riesce mai a fare davvero a meno.

Il lecchino è eterno perché ha capito qual è la vera debolezza di noi esseri umani:
il bisogno di sentirci amati, adulati, vezzeggiati, confermati nelle nostre certezze, nel nostro disperato anelito a sentirci importanti e al contempo a poter decidere le sorti degli altri.

Ne abbiamo bisogno.
E più diciamo che non ci interessa, più ne abbiamo bisogno.
Abbiamo bisogno del nostro harem, della nostra “famiglia”, del nostro cerchio magico, delle nostre zarine,
delle nostre Madame Pompadour, dei nostri consigliori, dei nostri Richelieu che a tutto pensano, a tutto provvedono,
tutto blandiscono e su tutto accondiscendono, covando nel loro seno, tanto più livido e fanghiglioso quanto più mascherato da salivamenti e gran sorrisi,
l’obiettivo di sedurre e circuire fino al punto di rendere al capo del tutto impossibile la vita senza di loro.

Ma è proprio questo che alla fine rovina il potente, il circondarsi di signorsì lo porta a staccarsi dalla realtà,
perché è lì che c’è il dibattito, la contestazione, il conflitto, che invece il leccapiedi fa sparire dal suo orizzonte,
ingioiellato solo di certezze, cose belle e magnifiche sorti e progressive.

Perché se è vero che di zerbini è piena la storia del mondo e se nello straordinario “Discorso sulla servitù volontaria”
Etienne de La Boétie ricordava di come l’uomo si abitui alle peggiori dittature invece di desiderare la libertà,
quando il numero dei lecchini cresce in maniera rapida e geometrica e pervade tutti gli ambiti sociali,
allora suona il campanello d’allarme per la democrazia.
 
Ve la siete cercata. Quando si conoscono, non si votano gli incompetenti.
Caro marione, sei livido di rabbia. Siediti. Aspetta. Vedrai come ti passa. Ahahahah

"Cari abruzzesi avete ancora una volta avete dimostrato che l’italiano medio è solo una pecora,
nel vostro caso già trasformata in arrosticini per Berlusconi. ‪Idioti.‬ ‪#RegionaliAbruzzo", scrive Marione.

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"Una giuria senza senso, mancava solo mio cugino e sarebbe stata completa.
Come se mi chiamassero ad attribuire il Leone d'Oro. Sanremo deciso da un salotto radical chic".

"Qui sta lo specchio del Paese, nella contrapposizione popolo-élite"
 
Premessa.

L’hotel Bellevue, situato alle porte di Morbegno, è il primo albergo che si incontra in Valtellina dalla nuova superstrada Trivio di Fuentes-Cosio.
La famiglia Salvi, dal 1969, accoglie i clienti con la sua rinomata cucina Valtellinese, proponendo i taroz,
ingrediente del famoso Delizie di Valtellina, i classici pizzoccheri, gli sciatt, il risotto ai mirtilli e ricette con il principe dei formaggi italiani: il Bitto.
I piatti sono accompagnati dai pregiati Vini provenienti dai vigneti della nostra provincia.
L’Albergo dispone di vari comfort in primis, la palestra aperta anche ai non alloggiati, ai servizi; wi-fi, lavanderia,
creando un’atmosfera calda e accogliente come in un ambiente familiare.
 
Chiude l’hotel Bellevue, l’albergo di Cosio Valtellino in provincia di Sondrio trasformato in Centro per ospitare i profughi
e che negli ultimi mesi aveva cambiato il nome in ‘Rezia Valtellinà.

Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Interno Matteo Salvini.
«Avevamo promesso di stroncare il business dell’accoglienza e di offrire protezione solo ai veri profughi.
Stiamo mantenendo gli impegni anche nella splendida Valtellina, dove gli immigrati in accoglienza si sono dimezzati».

Parole alle quali Giulio Salvi, il titolare del Rezia, ha replicato:
«Non capisco l’astio di Salvini che si compiace della chiusura. Lui ripete, spesso, che si deve pensare ‘prima agli italianì.
Quelli che, come imprenditore, dovrò lasciare a casa senza lavoro sono otto, oltre a mio genero che è pachistano.
Senza contare, inoltre, che non darò più lavoro a chi mi fornisce i generi alimentari o mi assicura dall’esterno alcuni servizi.
Se questo è pensare agli italiani…». «Fra una settimana, dieci giorni al massimo – ha aggiunto Salvi – andranno via,
trasferiti in altri centri, gli ultimi migranti rimasti. Mi dispiace che Salvini, che credevo anche mio ministro, la pensi così, ‘prima gli italianì.
Ma a noi valtellinesi che siamo la ‘razza brunà non pensa?»

Per questo l’albergatore ha rinnovato al vice premier l’«invito a entrare in hotel e scambiare qualche opinione con me.
Lui viene spesso in Valtellina – ha sottolineato – e gli chiedo se non si rende conto delle tante attività che hanno chiuso e delle tante altre che stanno per farlo».

Racconta Salvi che «molti miei colleghi sono stanchi della situazione, vorrebbero chiudere, ma non possono farlo per le esposizioni con le banche.

Io ho cercato di fare sempre con onestà il mio lavoro di albergatore – ha rimarcato – e,
il 21 marzo 2014, quando ho iniziato ad accogliere i richiedenti asilo l’ho fatto su specifica richiesta delle autorità locali.
Adesso chiudo perché la mia domanda di continuare non è stata accolta nel bando della Prefettura di Sondrio».

Con la conseguenza che «i dipendenti della ‘razza bruno alpinà saranno costretti a perdere il lavoro
e io, a 61 anni, a reinventarmi un’attività per mandare avanti la famiglia:
sto pensando di emigrare negli Stati Uniti per aprire una gelateria-pasticceria».

In Valtellina, attualmente ci sono 440 richiedenti asilo, a fronte di un numero massimo di presenze che si è registrato due anni fa, quando i profughi erano circa 800
 
Il signore non mi fa per niente pena. Anzi. Tutt'altro.
Questo signore si aggiunge alla lunga lista di quelli che ci prendono per i fondelli.
Ed ha il coraggio di dire "a 61 anni dovrò re-inventarmi un lavoro per mandare avanti la famiglia "

In luogo la conosco molto bene. Si vergogni.

Non me la sento di compatire questo albergatore per qualcosa che non avrebbe nemmeno dovuto cominciare.
Lui piange per gli otto posti di lavoro, ma in realtà si era abituato a gestire l'albergo come una rendita sicura,
molto più comodo che badare a dei veri clienti.

È stata comunicata dalla Prefettura di Sondrio la decisione di spostare 18 migranti dei 42 attualmente presenti,
alcuni dei quali qui da un anno e mezzo al “Rezia Valtellina” in attesa di sapere se la loro domanda venga accolta oppure no.
A quel punto ne rimarranno “soltanto” 24.
Si tratta di un numero ampiamente inferiore al dato-record registrato nell’ottobre del 2017 quando ne erano accolti ben 93

Quarantadue soggetti danno una redditività lorda mensile di circa 40mila euro.

soldi dai quali l’imprenditore (non l'albergatore) deve togliere gli stipendi ai dipendenti, i pagamenti ai fornitori,
tasse rifiuti alte e bollette salate di corrente elettrica (poverino, che paghiamo tutti).

Ma quando ne aveva 93, incassava qualcosa come 90.000 euro al mese. E questo dal 21 marzo 2014.

SI VERGOGNI
 
Ci riprovano nuovamente. E giocano sul tenero. Malati e donne incinta, non baldi giovanotti ??????
Comunque - se è al largo di Homs - la Tunisia è più vicina di Lampedusa. E vicinissimo alle vedette libiche...........

Barcone alla deriva al largo della Libia con 150 migranti a rischio:
l'allerta è lanciata da Alarm Phone, il numero di emergenza attivato dalla rete internazionale Borderline Europe e da Watch The Med.

Secondo quanto riferito, sul natante "proveniente da Khoms in Liba, ci sono 50-60 donne e 30 bambini.
Ci sono malati e persone incinte. Il loro motore ha smesso di funzionare.
 
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Abruzzo
Perc. votanti: 53.12%
Sezioni scrutinate: 1633/1633
Ultimo aggiornamento 11/02/2019 alle ore 10:45
Fonte Ministero dell'Interno



CANDIDATO
PERC. / VOTI PARTITI VOTI %
Centrodestra
48,03% 299.949 VOTI

Lega 164.086 27,54% - Forza Italia 54.068 9,07% - Fratelli D'italia 38.412 6,44% - Azione Politica 19.406 3,25% - Unione Di Centro - Dem.cristiana - Idea 17.179 2,88% - Altri 8.412 2,71%

Centrosinistra
31,28% 195.394 VOTI

Partito Democratico 66.344 11,13% - Legnini Presidente 33.126 5,56% - Abruzzo In Comune - Regione Facile 23.116 3,88% - Progressisti - Liberi E Uguali 16.532 2,77%
Abruzzo Insieme - Abruzzo Futuro 16.004 2,68% - Centro Democratico +abruzzo 13.975 2,34% - Centristi X L'europa 7.860 1,31% - Avanti Abruzzo - Italia Dei Valori 5.603 0,94%

M5Stelle
20,20% 126.165 VOTI

Movimento 5 Stelle 117.386 19,70%
 
Su base locale, i raffronti si fanno con le precedenti elezioni, non con i dati nazionali.
In questo caso 2014 :


AFFLUENZA 61,55%


GIOVANNI CHIODI - 29,26%


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ABRUZZO FUTURO 24.965 voti
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FORZA ITALIA - 110.728 - -
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FRATELLI D'ITALIA - 19.202 - -
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NUOVO CENTRO DESTRA - 39.985 - -


LUCIANO D'ALFONSO - 46,30%


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ABRUZZO CIVICO - 33.212 - -
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CENTRO DEMOCRATICO - 16.823 - -
5-2014-0013-L-000006.png

ITALIA DEI VALORI - 14.132 - -
5-2014-0013-L-000009.png

PARTITO DEMOCRATICO - 169.584 - -
5-2014-0013-L-000010.png

PARTITO SOCIALISTA ITALIANO - 11.504 - -
5-2014-0013-L-000011.png

REGIONE FACILE - 36.618 - -
5-2014-0013-L-000012.png

SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA' - 15.821 - -
5-2014-0013-L-000014.png

VALORE ABRUZZO - 11.237 - -


MAURIZIO ACERBO - 3,11%


5-2014-0013-L-000013.png

UN'ALTRA REGIONE CON ACERBO - 19.480 - -


SARA MARCOZZI - 21,33%


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MOVIMENTO 5 STELLE - 142.185 voti
 

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