C'ERA UNA SVOLTA...

Influencer per caso, il blog in salotto: i «Ferragnez» del lago di Lecco

Lei esile ed elegante come Chiara Ferragni. Lui moro e con i tatuaggi di Fedez. Le similitudini finiscono qui.

Niente abiti griffati, vacanze da sogno, attici lussuosi.
Semmai una tenda in salotto, la stessa da cui prende il nome il loro blog, premiato tra quelli emergenti dell’anno 2018 per il maggior numero di interazioni.
I lecchesi Gaia e Michele, influencer per caso, seguitissimi su Instagram e Facebook, tanto da avere appena dato alle stampe un libro:
«La nostra famiglia ribelle», edito da Garzanti, il giorno dopo la pubblicazione è balzato in vetta alle classifiche di vendita di Amazon
e a distanza di qualche settimana si colloca tra i primi cento.


Il segreto è la normalità di una famiglia con tre cognomi.
Perché Gaia Rota, 29 anni, è mamma di una bimba di sei, Lavinia, nata da una precedente relazione,
e di Brando, un anno, frutto dell’amore con Michele Cattaneo, suo marito dal 2016.

«Due genitori giovani e colorati, una figlia instancabile, un altro sempre sorridente, un cane, due pesci rossi.
Scriviamo storie, ma non abbiamo ancora capito come compilare l’Isee», si descrivono.

Una semplicità che ha colpito il cuore dei tanti follower che sono entrati nelle loro vite attraverso i racconti, le fotografie e i piccoli intoppi di tutti i giorni.

«Non posso ritirare Lavinia dal punto giochi dell’Ikea, nemmeno fare il rappresentante di classe o iscriverla a un corso di ginnastica — spiega Michele, 31 anni, assistente sociale —.
Sei è il numero dei suoi anni. Cinque quelli che ha trascorso con me, tre quelli che aveva quando ha deciso di chiamarmi papà. Eppure noi, per il resto del mondo, siamo due estranei».

Storie che colpiscono. Così tanto da aver trasformato il blog «La tenda in salotto» in un punto di riferimento per migliaia di persone.
«L’ho aperto quasi per scherzo mentre ero in attesa di Brando — racconta Gaia, un passato da fotoreporter,
pronta a partire per la Palestina quando aveva solo 22 anni, un presente da social media manager —. Il segreto?
Il contatto con i follower. Rispondiamo sempre a tutti. Tanti genitori e adolescenti ci seguono. Alcuni ci prendono come esempio.
Una ragazza di diciotto anni mi ha scritto di aver deciso di tenere il suo bambino leggendo il nostro blog.
Anche per me in passato non è stato facile mettere da parte la laurea e le aspirazioni, diventare mamma così giovane
e trovare un impiego come commessa per andare avanti. Poi è arrivato Michele, e tutto è cambiato.
Un plauso anche alla sensibilità del padre di Lavinia. L’altro giorno eravamo a fare un colloquio in tre con le maestre.
Non è mai stata una guerra e il cuore della mia piccola è abbastanza grande per ospitare chiunque le voglia bene».

Il resto fa parte della quotidianità: le notti insonni, i sacrifici, i piccoli segreti per non perdere l’intimità.
«Scriviamo di getto. Un modo per cristallizzare le cose che ci rendono felici. E chi ci legge si immedesima
perché magari ha vissuto le stesse sensazioni e come noi cerca le risposte. Ancora mi stupisco quando ci fermano per strada.
Ma evidentemente la sincerità vince sempre», conclude Michele, mentre si prepara a cucinare per i bimbi.

Perché in casa il mago dei fornelli è lui. E anche questo fa parte della normalità.
 
Primo giorno di cassa integrazione per i lavoratori Stefanel quello di ieri.
L’azienda di Ponte di Piave, provincia di Treviso, è alle prese con il secondo concordato in bianco in pochi anni.

Il via libera alla procedura è arrivato dal tribunale di Treviso e serve a tutelare il marchio di abbigliamento
dalle richieste dei creditori ma presuppone un piano di ristrutturazione da presentare entro metà aprile.
Nell’attesa giovedì scorso azienda e sindacati hanno firmato al ministero dello Sviluppo economico
un’intesa che prevede il ricorso agli ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori Stefanel per gestire questo momento di crisi.


A molti è stato proposto il trasferimento a Milano da Ponte di Piave e alcuni hanno già accettato.

I vertici dell’azienda, che deve il suo nome al fondatore Carlo Stefanel e nata alle origini con il nome di «Maglificio Piave»,
stanno provando a ristrutturare un modello di business non più adeguato, travolto dalla concorrenza del fast fashion di Zara e H&M.

Nel 2017 sono entrati in azienda al 71% i fondi di private equity Oxy e l’inglese Attestor con un piano di ristrutturazione
che prevedeva il ridimensionato della rete dei negozi retail e lo spostamento in Europa della produzione che per il 70% avviene in Estremo Oriente
in modo da riposizionare il marchio poco al di sopra di Benetton e della stessa Zara. Tentativo finora rimasto incompiuto.
 
La Banca d’Italia è la banca centrale della Repubblica italiana; è un istituto di diritto pubblico, regolato da norme nazionali ed europee.
È parte integrante dell'Eurosistema, composto dalle banche centrali nazionali dell’area dell’euro e dalla Banca centrale europea.
L’Eurosistema e le banche centrali degli Stati membri dell’Unione europea che non hanno adottato l’euro compongono il Sistema europeo di banche centrali.


Persegue finalità d’interesse generale nel settore monetario e finanziario: il mantenimento della stabilità dei prezzi,
obiettivo principale dell’Eurosistema in conformità al Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea; la stabilità e l’efficienza del sistema finanziario,
in attuazione del principio della tutela del risparmio sancito dalla Costituzione (Art. 47)”
ecc. ecc.

Chi possiede la Banca d’Italia?
Controlliamo sul dettagliato sito della Banca d’Italia alla voce Organizzazione: niente.
Forse alla voce Storia? Niente anche qui.
Ma di qualcuno sarà questa Banca.
Cerchiamo ancora sul sito alla voce Trasparenza, sembrerebbe molto adatta. Nessun riferimento.
Allora iniziamo a incaponirci e arriviamo alla voce Governance. Sarà quella giusta?
Infatti c’è un capitoletto adatto: Partecipanti al Capitale. Qui certamente ci sarà la risposta! Leggiamo attentamente.

“Il capitale della Banca d'Italia è di 7.500.000.000 euro rappresentato da quote nominative di partecipazione il cui valore nominale, determinato per legge, è di euro 25.000 ciascuna.

Le quote di partecipazione possono appartenere a:
banche e imprese di assicurazione e riassicurazione aventi sede legale e amministrazione centrale in Italia;
fondazioni di cui all'articolo 27 del d.lgs. n. 153 del 17 maggio 1999;
enti ed istituti di previdenza e assicurazione aventi sede legale in Italia e
fondi pensione istituiti ai sensi dell'art. 4, comma 1, del d.lgs. n. 252 del 5 dicembre 2005”
ecc. ecc.

Controllate anche voi e leggetevi tutto il testo qui

Si parla di assemblee, collegio sindacale, ecc., perfino di distribuzione degli utili
(ma non doveva essere un Ente che perseguiva solo finalità d’interesse generale?
Che utili potrebbe avere? Non è già tutto pagato da noi cittadini?).

Ma non si dice chi è il proprietario.
A chi vanno allora questi utili?

Li percepiranno i cittadini italiani, sarà l’Erario, sarà qualche organo dello Stato?
Il MEF Ministero dell'economia e delle finanze? No.
 
Sul sito, alla voce Funzioni e Governance, sotto il capitoletto Partecipanti al Capitale che abbiamo commentato qui sopra,
in fondo in fondo alla pagina una scritta verdina semitrasparente ci dà un riferimento magico.
ELENCO DEI PARTECIPANTI AL CAPITALE DELLA BANCA D'ITALIA
.


Non è che appaia proprio un elenco, ma basta scaricare un pdf per venirne a capo.

Così veniamo a sapere che la Banca d’Italia appartiene a qualche decina di privati.
I primi 10, che vanno dall'Intesa Sanpaolo, con circa il 17% delle azioni, all’UniCredit con il 14%,
giù giù fino all’ENPAM (chissà che cosa c'entra con le finalità finanziarie dell'Ente) con il 3% hanno praticamente la maggioranza in assemblea.

Ecco l’elenco completo di chi vota in assemblea per perseguire le finalità d’interesse generale nel settore monetario e finanziario per conto degli Italiani.

Conflitti d'interesse? Non sia mai detto. Honni soit qui mal y pense.


Partecipanti al capitale della Banca d'Italia al 30 settembre 2017

ENTE PARTECIPANTE QUOTE (TOTALE 300.000 QUOTE)

1 Intesa Sanpaolo S.p.A. 50.923

2 UniCredit S.p.A. 43.038

3 Cassa di Risparmio in Bologna S.p.A. 18.602

4 Generali Italia S.p.A. 14.484

5 Banca Carige S.p.A. - Cassa di Risparmio di Genova e Imperia 12.093

6 Istituto Nazionale della Previdenza Sociale 9.000

7 Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro 9.000

8 Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense 9.000

9 Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti – INARCASSA 9.000

10 Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri – Fondazione ENPAM 9.000

11 Banca Nazionale del Lavoro S.p.A. 8.500 12 Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. 7.500 13 Ente Nazionale di Previdenza per gli Addetti e gli Impiegati in Agricoltura – Fondazione E.N.P.A.I.A. 6.460 14 Crédit Agricole Cariparma S.p.A. 6.094 15 Fondazione CARIPLO 6.000 16 UnipolSai Assicurazioni S.p.A. 6.000 17 Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli S.p.A. 5.999 18 Cassa di Risparmio di Firenze S.p.A. 5.656 19 Cassa di Sovvenzioni e Risparmio fra il personale della Banca d'Italia S.c.p.a.r.l. 4.949 20 Banco BPM S.p.A. 4.541 21 Fondo pensione personale Unicredit 4.000 22 Cassa di Risparmio del Veneto S.p.A. 3.610 23 Cassa di Risparmio di Asti S.p.A. 3.001 24 Cassa Naz. Previdenza Assistenza Dottori Commercialisti - CNPADC 3.000 25 Compagnia di San Paolo 3.000 26 Fondo Pensione a contribuzione definita Gruppo Intesa Sanpaolo 2.840 27 Banca Adriatica S.p.A. 2.459 28 Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza per i Consulenti del lavoro 2.000 29 Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia S.p.A. CARIFVG 1.869 30 Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza a favore dei Ragionieri e Periti Commerciali 1.500 31 UBI Banca S.p.A. 1.259 32 Fondo pensione personale CARIPLO 1.200 33 Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A. 1.169 34 Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia S.p.A. 1.126 35 CNP Unicredit Vita S.p.A. 1.040 36 Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi 1.000 37 Cassa di Risparmio di Cento S.p.A. 900 38 Cassa Centrale Raiffeisen dell' Alto Adige SpA 900 39 Cassa previdenza integrativa personale Ist. Sanpaolo Torino 800 40 BPER Banca S.p.A. 759 41 Cassa di Risparmio di Fossano S.p.A. 750 42 Banca Popolare di Vicenza S.c.p.A. 687 43 Cassa di Risparmio di Cesena S.p.A. 675 44 Cassa di Risparmio di S. Miniato S.p.A. 652 45 Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna S.p.A. 605 46 Fondo Pensione Complementare Personale Banco di Napoli 600 47 Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia 600 48 Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A. 594 49 Società Reale Mutua di Assicurazioni 500 50 Veneto Banca S.c.p.a. 480 51 ChiantiBanca Credito Cooperativo S.c. 400 52 Banco di Desio e della Brianza S.p.A. 400 53 Banca di Piacenza S.c.p.a. 400 54 Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi 400 55 Fondazione Piacenza e Vigevano 400 56 Eurovita Assicurazioni S.p.A. 400 57 Aviva S.p.A. 400 58 Banca CARIM - Cassa di Risparmio di Rimini S.p.A. 393 59 Cassa di Risparmio di Bolzano S.p.A. 377 60 Cassa Raiffeisen Brunico S.c. 300 61 Banca Valsabbina S.c.p.a. 300 62 Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori 300 63 Crédit Agricole Carispezia S.p.A. 266 64 Aviva Vita S.p.A. 264 65 Cassa Raiffeisen Schlern-Rosengarten S.c. 240 66 Cassa Raiffeisen Prato-Tubre S.c. 240 67 Cassa di Risparmio di Orvieto S.p.A. 237 68 Banca Cassa di Risparmio di Savigliano S.p.A. 200 69 Banca di Credito Cooperativo di Roma S.c. 200 70 Banca Sistema S.p.A. 200 71 Banca del Piemonte S.p.A. 200 72 Cassa Raiffeisen Bassa Atesina S.c. 200 73 Fondo previdenziale Cassa di Risparmio di Firenze 200 74 Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli 200 75 Fondazione Cassa di Risparmio di Biella 200 76 Fondazione MPS 200 77 Allianz S.p.A. 200 78 Cassa Raiffeisen Castelrotto - Ortisei S.c. 160 79 Banca Teatina S.p.A. 151 80 Cassa di Risparmio di Fermo S.p.A. 130 81 Banca Popolare di Bari 123 82 Banca Sella Holding S.p.A. 120 83 Cassa Raiffeisen Tures Aurina S.c. 120 84 Cassa Raiffeisen Val Passiria S.c. 120 85 Cassa Raiffeisen Valle Isarco S.c. 120 86 Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna 120 87 Cassa Raiffeisen Etschtal S.c. 104 88 Credito Valtellinese S.p.A. 101 89 CARILO - Cassa di Risparmio di Loreto S.p.A. 100 90 Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano 100 91 Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo 100 92 Cassa Raiffeisen Val Gardena S.c. 80 93 Cassa Raiffeisen Parcines S.c. 80 94 Cassa Raiffeisen Wipptal S.c. 80 95 Cassa Raiffeisen Oltradige S.c. 80 96 Cassa Raiffeisen Merano S.c. 80 97 Banca Patrimoni Sella & C. S.p.A. 80 98 Aviva Italia S.p.A. 80 99 Cassa Raiffeisen Funes Soc. Coop. 60 100 Cassa Raiffeisen Marlengo S.c. 60 101 Aviva Life S.p.A. 56 102 Cassa Raiffeisen Monguelfo-Casies-Tesido S.c. 40 103 Cassa Raiffeisen Tirolo S.c. 40 104 Cassa Raiffeisen Ultimo-San Pancrazio-Lauregno S.c. 40 105 Cassa Raiffeisen Lana S.c. 40 106 Cassa Raiffeisen Naturno S.c. 40 107 Fondo Pensione Nazionale per il personale delle BCC/CRA 40 108 Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto 40 109 Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna 36 110 Cassa Raiffeisen Senales S.c. 20 111 Cassa Raiffeisen Val Badia S.c. 20 112 Cassa Raiffeisen Nova Ponente-Aldino S.c. 20 113 Cassa Raiffeisen Tesimo S.c. 20 114 Cassa Raiffeisen Campo di Trens S.c. 20 115 Fondazione Cassa di Risparmio di Bra 20 116 Cassa Raiffeisen Laces S.c. 14 117 Cassa Raiffeisen Silandro S.c. 8 118 Cassa di Risparmio di Saluzzo S.p.A. 4 119 Banca del Monte di Lucca S.p.A 2

TOTALE 300.000
 
Lo sapevo da tempo. Ma che lo sappiano tutti sarebbe meglio.

L'oro degli italiani: di chi sono e a quanto ammontano le riserve auree di Bankitalia
„L'oro della Banca d'Italia, le cosiddette riserve auree, è tornato da qualche giorno prepotentemente nell'agenda politica
e ancor più ha fatto parlare la proposta di legge a prima firma di Claudio Borghi in cui si chiede al parlamento di definire in maniera univoca che
"la proprietà delle riserve auree sia dello Stato italiano".“

La discussione attorno alle riserve auree nasce dall'assenza di una dicitura in cui si definisca che la proprietà dell'oro è dello Stato.

E ancor prima dalla natura di Banca d'Italia e della sua governance.
Se infatti l'istituto di via Nazionale è un istituto di diritto pubblico, gli azionisti sono le banche, ovvero soggetti privati che - anche se non nominano il governatore - decidono la governance dell'istituto.

Ma quindi se l'oro degli italiani è gestito da banche private, chi è il proprietario?
Quello che appare scontato non lo è dal momento che non c’è scritto da nessuna parte che non sia di proprietà degli istituti bancari.
Inoltre secondo l’attuale direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, solo la Bce può derime la questione su chi sia il titolare del diritto di possesso dell'oro della banca d'Italia.

Come spiegano da Francoforte l'articolo 127 del trattato Ue attribuisce alla Banca centrale europea il compito di
"detenere e gestire le riserve ufficiali" dei paesi aderenti all'Eurozona".

Dall'Eurotower è in arrivo una risposta a una interrogazione presentata dagli europarlamentari Marco Valli (ex M5S) e Marco Zanni (Lega)
che hanno chiesto alla Bce proprio "di chiarire a chi debba essere attribuita la proprietà legale delle riserve auree degli Stati membri"
e "di far sapere in che modo essa possa disporre di tali riserve".

Ma quanto valgono le riserve auree?
La Banca d’Italia è il quarto detentore di riserve auree al mondo, dopo la Federal Reserve statunitense, la Bundesbank tedesca e il Fondo monetario internazionale.

Il quantitativo totale di oro detenuto dall’istituto, a seguito del conferimento di 141 tonnellate alla Banca centrale europea (BCE),
è pari a 2.452 tonnellate ed è costituito prevalentemente da lingotti (95.493) e, per una parte minore, da monete.
L’oro dell’istituto è custodito prevalentemente nei caveaux della Banca d’Italia e in parte all’estero, presso alcune banche centrali.

 
Un semplice cavalcavia.

Da parecchi anni, il maggior problema italico è la mancanza di assunzioni di decisioni
e conseguentemente di responsabilità da parte degli amministratori pubblici. Di qualsiasi ordine e grado.
Tutto cade nel dimenticatoio, nell'oblio........

Quando i media di tutto il Paese hanno fatto rimbalzare le immagini dell’avvio della demolizione di quello che resta del Ponte Morandi a Genova,
nel Lecchese in tanti sono corsi con la mente ad Annone.

Il paradosso

Possibile che a due anni e mezzo dal crollo che ha ucciso Claudio Bertini, il nuovo cavalcavia non sia nemmeno abbozzato?
Eppure quella di cui ha bisogno la Brianza è una infrastruttura per la cui costruzione «sono sufficienti due mesi»,
secondo il principale esperto nazionale e internazionale di calcestruzzi.

Il ragionamento, naturalmente irrispettoso né dei disagi che Genova (e non solo) sta vivendo dal 14 agosto,
né tanto meno per le vittime di quel disastro. Ma va da sé che il parallelo sia inevitabile.

Il 2 marzo, secondo l’attuale stato di avanzamento dei lavori, il nuovo viadotto
difficilmente potrà essere messo a disposizione di cittadini e aziende, come invece aveva promesso Anas.
Troppi ritardi accumulati: la posa della campata unica del nuovo ponte in acciaio avrà luogo probabilmente solo più avanti,
anche se al momento non si può sapere quando con precisione.

Qualche certezza la concede Marco Di Prisco, docente del Politecnico di Milano, luminare nel campo dei calcestruzzi.

«Nel maggio 2017, quando stavamo conducendo le indagini sul ponte, le risorse necessarie alla ricostruzione erano già disponibili.
A quel punto, partiti con la gara d’appalto, i termini si sono dilatati per le pratiche correnti.
Non credo che ci siano stati incidenti di percorso, anche perché la pressione esercitata come media
ha fatto sì che quelli che potevano operare con celerità l’abbiano effettivamente fatto».

È dunque quando si è dovuto iniziare a mettere mano effettivamente al cantiere che si è perso qualche colpo.

«I tempi tecnici, non essendomene occupato direttamente, non li conosco - premette Di Prisco -
Ma posso dire che per le caratteristiche del cavalcavia e della zona in un paio di mesi dall’apertura del cantiere l’operazione si sarebbe potuta completare.
È un’opera assolutamente non complessa, che non presenta difficoltà particolari.
Certo, anche nelle opere più semplici a volte capita di incorrere in qualche inceppamento,
ma mi stupisco anche io del tempo che si sta impiegando per questo intervento.
Tanto che tutti si chiedono quanto tempo sarà necessario a completare il “Morandi”, se per Annone ci si sta impiegando così tanto ? ».



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Continuamente. La propinatura del "buonismo". Ma non si può. E' così. Rassegnatevi. Punto.
Gli aiuti vanno dati nei paesi di origine. Il lavoro e l'agricoltura vanno creati là. Qui non ci sono.
Non c'è n'è più. Per nessuno. Salvo casi sporadici.

Ancora una volta Rai1 diventa lo strumento di propaganda per l’immigrazione.
Questa volta, in prima serata, niente meno che la nuova serie di Montalbano
affronterà il tema della migrazione proprio nelle ore delle elezioni.

Sappiamo bene che Camilleri, 98 romanzi all’attivo quasi come i suoi anni,
ha espresso molte volte sul tema la sua posizione circa l’accoglienza senza “se e senza ma”.

Camilleri oggi è visto come un guru – la versione pacata di Mauro Corona – come una sorta di Tiresia che,
nonostante la quasi cecità, detta i suoi libri che vengono poi pubblicati.
Se fossimo ancora nella Sicilia della Magna Grecia ci chiederemmo: Zeus, ma perché ?.
Tutto il rispetto a Camilleri, ma un tempo avevamo Sciascia: oggi ci lasciate con “Montalbano sono”?
Lo immaginiamo sulla spiaggia trasformare il suo commissario in un Gino Strada:
durante una delle sue consuete nuotate si imbatterà nei corpi di clandestini.
Immaginiamo Vigata, il Mulino Bianco delle città siciliane, divisa tra accoglienza e razzismo.
Lo stesso razzismo che Camilleri continua a contestare al CentroDestra.



Peccato che Camilleri si sia dimenticato di quando scrisse a Benito Mussolini per chiedere di partire volontario in Africa.

Alla fine degli anni Trenta, prese carta e penna e mandò una lettera al Duce facendogli presente il suo desiderio di partecipare alla guerra in Abissinia.

Errori di giovinezza? Ci stanno.

Peccato che nel 1991 al Festival Internazionale del Cinema di Roma Camilleri ha dichiarato:

“All’epoca ero molto più libero di voi oggi. L’unica cosa che posso dirvi è di farvi condizionare il meno possibile da una società
che finge di darti un massimo di libertà e che in realtà ti sottopone a un massimo di condizionamenti.
Potrà sembrare un paradosso ma ai miei tempi, sotto il fascismo, si era molto più liberi di oggi”.

Dichiarazioni che si possono comprendere, chi non era fascista a quei tempi.
Ma siamo certi che Camilleri con la sua melassa narrativa da Sciascia Hag, scrittore depotenziato e decaffeinato,
scrittore da autogrill che della Sicilia non affronta i problemi ma al massimo cartoline da Pro Loco, sia l’autore adatto per fare politica?
 
Possibile non ci fossero baldi giovanotti locali, magari alle prese con le Facoltà di diritto delle università siciliane ?

La Procura di Agrigento "accoglie" sei migranti.
Di fatto un protocollo firmato dal pm Luigi Patronaggio, da Lorenzo Airò dell'associazione "La mano di Francesco"
e da Valerio Landri della Caritas diocesana permetterà ad alcuni migranti di lavorare all'interno della procura.

Si tratta di sei diciannovenni sbarcati in Italia che adesso collaboreranno con i funzionari del Palazzo di Giustizia di Agrigento.

"Si occuperanno dell'archivio, dello spostamento dei faldoni, collaboreranno in particolare con le cancellerie", spiega ad HuffPost, Landri (caritas)
Si tratta di una "attività di collaborazione volontaria" che si svolgerà proprio all'interno del Tribunale.
Landri (caritas) ha poi raccontato come è nato questo progetto di collaborazione tra gli stessi migranti e la procura:
"Ci hanno contattato per chiederci se ci fossero nelle nostre strutture giovani migranti disponibili
ad espletare attiviltà di collaborazione volontaria presso il Palazzo di giustizia, ma noi non gestiamo centri di accoglienza".

Poi il direttore della Caritas ha puntualizzato in che modo è avvenuta la selezione dei migranti che mettranno piede in Tribunale:

"Ovviamente, dovendo essere inseriti nel contesto della Procura,
i candidati dovevano essere in regola con i documenti,
possedere una discreta conoscenza dell'italiano e avere attitudine,
oltre che disponibilità e motivazione, a vivere in un ambiente dove è richiesta prima di tutto riservatezza".

Martedì prossimo il pm Patronaggio dovrebbe firmare il protocollo.

Si tratta del pm che ha indagato il ministro Salvini per il caso Diciotti.
 
Penso prima di tutto a queste persone.

La donna si chiamava Ornella Occhini, e da anni viveva all’interno della sua autovettura, una vecchia Fiat 600.
Grande il dolore di tutti coloro che la conoscevano, e che la ricordano come una presenza gentile e solitaria, mai invadente.

I residenti dei comuni di Civitella della Chiana e di Laterina Pergine la vedevano spesso camminare per strada,
infagottata in abiti dismessi, e raggiungere la mensa della Caritas, dove poteva trovare un pasto caldo.
La 53enne non chiedeva nient’altro. Dopo essersi rifocillata, faceva ritorno nel proprio rifugio:
la sua 600 bianca, ormai da rottamare, che lei lasciava parcheggiata a “Poggio del Drago”, vicino ad un bosco.

Ed è lì che le autorità l’hanno trovata. Non vedendola più passare, molte persone avevano finito col preoccuparsi ed erano state subito allertate le forze dell’ordine.

Ornella era nella sua piccola casa a quattro ruote, avvolta in una coperta ma ormai senza vita.
Stando a quanto riferiscono gli inquirenti, sarebbe stato il freddo ad ucciderla.
 

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