C'ERA UNA SVOLTA...

Meno male che in molti la pensano come me.

Commenti :
"Articolo decisamente provocatorio, sul quale è bene fare chiarezza.
In primo luogo il panettiere di Padova offre 1400 euro mensili evidentemente regolari, con contratto: non proprio poco.
In secondo luogo cerca un apprendista: nulla vieta che il reddito possa salire;
inoltre l'apprendista impara un mestiere e può in futuro mettersi in proprio.
Nessuno comincia la sua carriera con un posto da dirigente.
In terzo luogo traspare dall'articolo un certo disprezzo del lavoro:
piuttosto che un lavoro onesto, seppure impegnativo e faticoso, meglio starsene a casa.
E la risposta è no, non è meglio starsene a casa: lavorare conferisce dignità sociale, oltre che salario."

"concordo, e vorrei aggiungere: il giornalista sembra voler demonizzare i lavori con orari diversi dai suoi, dimostrando,
nel caso di specie, di ignorare che il pane, va lievitato ore, e quindi è di notte che va preparato l'impasto,
se poi deve essere pronto il panino che lui vorrebbe comprarsi al mattino andando in ufficio.
Si rammenti poi che molti dei lavori che ci facilitano la vita sono anche notturni, come spazzino,
panettiere, pasticcere, tramviere, molti di quelli legati ad una qualche produzione/servizio, come pure gli addetti alle rotative di un giornale"

"Bravissimo! non si snobba il lavoro in un momento di crisi lavorativa . La differenza la fa la dignità umana e sociale prima ancora della retribuzione e della vita agiata."

"Per un apprendista mi sembra uno stipendio adeguato. Inoltre guardi che non è l'unico lavoro con orari non standard,
magari uno non ci pensa ma c'è tutto un mondo che lavora di notte, festivi, Natale, Capodanno, Ferragosto e turnisti in generale.
Nelle località turistiche si lavora quando gli altri riposano, in montagna come al mare."

"A parte altri epiteti che vorrei attribuirgli, mi pare un chiarissimo INSULTO a chi lavora e si guadagna il pane onestamente e duramente.
Situazione che questo Sfregola non solo non conosce, ma disapprova apertamente.
Evidentemente i giovani che piacciono a lui possono pure "girarsi dall'altra parte"
anziché lavorare perché hanno qualche bamba di genitore/nonno che li mantiene. In attesa del Reddito di Fannullaggine, naturalmente!"
 
La barretta di nichel che nel 2011 venne ceduta al Comune di Roma quale garanzia di pagamento
di un vecchio debito inizialmente fissato a 55 milioni di euro, finisce in tribunale.

Il Campidoglio infatti chiederà i danni: si è scoperto infatti che quella bobina di nichel,
il cui valore è stato iscritto per anni nel bilancio comunale, in realtà vale al massimo 40mila euro.

Segnala Il Messaggero, autore dello scoop, che “adesso Palazzo Senatorio – che ha stralciato la cifra dal bilancio 2019,
anche dopo il richiamo dei revisori dei conti dell’Oref – sta percorrendo «ogni iniziativa possibile» per recuperare il credito dal debitore.

Ma la Corte dei conti, dall’altro lato, ha aperto un fascicolo sui soldi spesi in tutti questi anni da Roma Capitale per far sorvegliare un tesoretto che, in realtà, vale poco o nulla”.
 
Non so più cosa dire. Perdo la testa. Insinuare problemi nelle menti delle persone, inutilmente.
Ma cosa azzo me ne frega se perdo la naspi (1221 euro), se vado in pensione ?

Mi direte. E certo se la naspi è più alta della pensione. E certo. Guarda un po'. Mi conviene prendere la naspi.
Ma chi è quell'idiota che ha variato la naspi, introdotta - ma guarda un po' - dalla fornero ?

La Nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi) è stata introdotta dal Decreto Legislativo 4 marzo 2015, n. 22,
e sapete che governo c'era nel 2015 ? Provate a ricordarvelo........renzi.

Ora, questi fanno un cancan per l'assegno di cittadinanza - 780 euro -, per quota 100, per quelli che fanno finta di separarsi,
quando loro hanno elevato la naspi a 1221 euro con un minimo a 975 euro ed un massimo a 1.328 euro.

Chi pensate vada a cercare un nuovo lavoro se può prendere la naspi per una durata massima di 24 mesi
ed oltretutto è anche compatibile con il reddito di cittadinanza ?

E sapete quali sono i requisiti per prendere la naspi ? Avete un'idea di quanto lavoro avreste dovuto fare, prima di essere licenziati ?

1) stato di disoccupazione ;

2) 13 settimane di contribuzione versata nei 4 anni che precedono il licenziamento ;

3) 30 giorni di lavoro effettivo nei 12 mesi che precedono il licenziamento.

???????????????????????????????????? vergogonoso è dire poco.

Mi faccio assumere da un amico. Lavoro (faccio finta di lavorare ma lascio i soldi all'amico) per 12 mesi.
Prendo 6 mesi di disoccupazione. mi faccio riassume da un altro amico. E continua il giro.
 
Ultima modifica:
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15 febbraio 2019 - C’è il rischio che con l’entrata in vigore del decreto 4/2019
il diritto alla Naspi si perda al compimento del 62esimo anno di età
se nel contempo si hanno 38 anni di contribuzione, ossia al raggiungimento dei requisiti di Quota 100.

Si tratta ancora indiscrezioni in realtà tuttavia, salvo diversa comunicazione da parte dell’Inps o del Ministero del Lavoro, tutto lascia pensare che sarà effettivamente così.

Per capire qual è il motivo di questa supposizione che si è diffusa sul web nelle ultime ore
dobbiamo partire da quanto stabilito dal D.lgs 22/2015 che disciplina l’indennità di disoccupazione Naspi.

Qui si legge che in ogni caso – anche se la Naspi è in corso di godimento –
il diritto all’indennità di disoccupazione si perde al raggiungimento del diritto alla pensione,
ossia a 67 anni e 20 anni di contributi (pensione di vecchiaia) o in alternativa
una volta raggiunti i 42 anni e 10 mesi (un anno in meno per le donne) richiesti per la pensione anticipata.

C’è chi ritiene quindi che con l’introduzione di Quota 100 si aggiunge un’altra casistica che comporta la perdita della Naspi,
ossia – come anticipato – quando si raggiungono i requisiti previsti (62 anni di età e 38 anni di contribuzione)
per l’accesso a questa nuova opzione di pensionamento anticipato.

Qualora fosse, in realtà, il diritto alla Naspi si perderebbe dopo tre mesi dal raggiungimento dei suddetti requisiti,
poiché c’è da considerare anche la finestra mobile trimestrale.
 
Io la chiamo coercizione.

Donata Meirelles, direttrice dell’edizione brasiliana di Vogue, è stata costretta alle dimissioni
dopo le feroci polemiche scatenate sui Social da alcune foto, scattate durante la festa del suo compleanno.
Fotografie in stile coloniale che, secondo le vestali del politicamente corretto
che si agitano a ogni latitutdine, evocherebbero i tempi dello schiavismo.


In particolare, una foto del party, tenutosi venerdì scorso nello stato di Bahia, mostra la biondissima Donata Meirelles,
che festeggiava i suoi 51 anni, seduta su una sedia simile a un trono circondata da quattro donne nere vestite di bianco.
Le immagini, anche di altri invitati “bianchi”, accanto alle modelle nere, sono circolate su Twitter scatenando la campagna contro “Vogue razzista”.

Particolarmente violento l’attacco contro la direttrice di Vogue da parte del quotidiano Folha de Sao Paulo.

Il principale quotidiano dell’America latina ha sottolineato che i vestiti delle donne che circondano Meirelles
sono troppo simili alle uniformi che venivano indossate dalle domestiche nel periodo della schiavitù.
Inoltre la sedia-trono assomiglia alla “cadeira de sinha”, utilizzata proprio dai padroni degli schiavi.

Martedì la rivista ha espresso il dispiacere per quanto accaduto, augurandosi che il dibattito serva a qualcosa.
Stephanie Ribeiro, opinionista dell’edizione locale di Marie Claire, ha sottolineato che
«le donne nere erano usate per creare uno sfondo esotico alla scena» e che
«è una reminescenza del colonialismo ricordare romanticamente i tempi in cui i bianchi erano considerati superiori e i neri erano deumanizzati».

E la Meirelles prima di dare le dimissioni ha voluto precisare che il trono
era una sedia candomblé e i vestiti semplici abiti da festa di Bahia.
Non è stato sufficiente. Anche stavolta ha vinto la dittatura del “politicamente corretto”.
 
Questa è la miglior risposta per dare lavoro ai giovani...ed anche ai meno giovani disoccupati.

In meno di venti giorni poco meno di 50mila persone hanno fatto richiesta per accedere alla pensione anticipata con quota 100.
Sono dati dell’Inps.

Delle 49922 domande, oltre 17mila arrivano da lavoratori pubblici,
oltre 38mila arrivano da uomini e la quasi totalità (44273) proviene attraverso i patronati.

In testa ci sono le province di Roma (3875 domande), Napoli (2393) e Milano (1895), a poca distanza Palermo (1499).
Oltre il migliaio anche Bari (1273), Catania (1263) e Torino (1251).
In coda Fermo con solo 75 richieste.

“Stiamo lavorando per rinnovare questo Paese e dare nuove prospettive soprattutto ai giovani”.
 
Intanto salta il taglio alle pensioni dei sindacalisti.

Almeno per il momento visto che il sottosegretario al Lavoro, Claudio Cominardi, spiega:
“Il ritiro dell’emendamento sul taglio delle pensioni d’oro ai sindacalisti non rappresenta
un ripensamento politico ma la volontà di garantire una misura che sia inappuntabile”.

L’emendamento al decretone del M5s prevedeva di rivedere il conteggio dei contributi figurativi
negli anni di aspettativa per attività sindacale e il progressivo ricalcolo contributivo
dell’assegno per chi già percepisce un trattamento pensionistico secondo il vecchio sistema retributivo.
 

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