C'ERA UNA SVOLTA...

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Una profonda verità, a prescindere dalla firma............ma anche questa da fastidio all'anpi
 
Una panetteria della Bergamasca: e tra rosette e filoni arriva la segnalazione all’Anpi.

Già, sta sfidando le ire dei partigiani associati, e la legge Fiano.

La titolare di una panetteria di Stezzano, piccolo centro della Bergamasca popolato da appena 13.000 anime,
che nella sua bottega del pane in centro, tra filoni, pagnotte e dolci tipici di Carnevale,
ha incastonato in vetrina, in bella vista, un manifesto sotto vetro.

La cosa, rilanciata dalle pagine di Milano de la Repubblica, non è passata certo inosservata
a qualche indefesso fustigatore di costumi non condivisi il quali, urtato nella sua suscettibilità politica,
ha pensato bene di segnalare il “fatto” all’Anpi.

E l’associazione, naturalmente, solerte nel rispondere all’appello del sensibile cittadino di Stezzano,
ha pensato di intervenire affidando recriminazioni e malumore alle esternazioni di Mauro Magistrati,
presidente Anpi bergamasco, che sulla vicenda ha tuonato:
«Scelta a dir poco discutibile. Esibire motti e simboli del fascismo è un’offesa alla storia della Resistenza»,
aggiungendo il calce un immancabile monito a rimediare tempestivamente: «Mi auguro che i titolari del panificio si ravvedano».

La titolare della panetteria, interpellata da Repubblica, da parte sua tiene a precisare che «la politica non c’entra nulla»,
ribadendo che la sua «è una scritta che parla di pane, di tradizione, di lavoro e sacrificio», tutti «valori in cui credo».

Non solo: «siccome produciamo pane, non vedo niente di male a esporre una scritta di questo tipo»,
aggiunge in conclusione la signora a dir poco stupita del clamore seguito alla sua iniziativa.
Come a dire che non occorre criminalizzare negozio e proprietaria per quel manifesto che il servizio di Repubblica,
data la presenza del simbolo del fascio littorio e il ricorso alla parola «podestà», definisce
«molto coerente con l’anno 1937, ma certamente sorprendente se esposto nella vetrina
di un frequentatissimo esercizio commerciale nel 2019».

Ma la signora non è pentita e meno che mai avveduta, tanto che alla domanda del suo intervistatore
che le chiede, «non le sembra una scelta un po’ azzardata?», replica serenamente che no, a lei «non sembra».

E in fondo, se proprio si è turbati, basterà andare a comprare il pane altrove…
 
Una maestra di una scuola elementare nella provincia di Padova, è stata indagata per “perquisizione arbitraria”.
L’insegnante avrebbe perquisito un alunno straniero ritenendolo responsabile di un furto in classe.

I fatti risalgono allo scorso gennaio, quando da una classe quinta era sparita un piccola fustellatrice.
La maestra, convinta che a rubarla fosse stato l’alunno straniero di 10 anni, lo ha portato fuori dall’aula
e in corridoio lo ha perquisito, mettendogli le mani nelle tasche del giubbetto, della felpa,
dei pantaloni e infine lo ha costretto ad aprire la cartella. Lo studente è stato lasciato andare
quando è apparso chiaro che l’oggetto nascosto non era in suo possesso.

Il ragazzino, sconvolto, una volta tornato casa, ha raccontato l’accaduto ai genitori:
una segnalazione è stata fatta giungere prima alla scuola poi in Procura, dove il pubblico ministero Sergio Dini ha aperto un fascicolo.

La maestra, padovana di 40 anni, è stata denunciata e i carabinieri stanno facendo ora una serie di accertamenti.
Sono già stati sentiti insegnanti, genitori e bambini della stessa classe alla presenza di alcune psicologhe,
per capire se la maestra si è comportata in modo simile anche in passato.
 
Valeria Fabrizi (82 anni) intervistata da Caterina Balivo a Vieni da me si lascia andare a una rivelazione piccante.
“Non tutti lo sanno, ma io ero l’amante di Walter Chiari“.
La Fabrizi partendo dalla fiction Che Dio ci Aiuti ha parlato con la conduttrice del programma di Rai 1 della sua vita sentimentale e della sua carriera.

Proprio con Caterina ha deciso di parlare dell’attore Chiari:
“Ho avuto una storia con Walter Chiari, avevo superato i 18 anni.
Io mi sono proposta, lui aveva un certo pudore perché era amico di famiglia.
Io lo vidi e dissi ‘lui sarà il mio principe azzurro’.
Il nostro è stato un rapporto sotterraneo, non tutti lo sapevano.
Dall’affetto si è passati all’amore.
Divenni poi l’amante di Walter quando stava con Ava Gardner.
Lui era un tipo che soffriva molto.
Lui a San Valentino mi mandava sempre le mimose”.

E su queste parole è stato consegnato a Valeria un mazzo di mimose in ricordo di Walter, facnedola commuovere.
Poi ha parlato della sua famiglia e della guerra: “Sono stata orfana di papà che in tempo di guerra venne fatto prigioniero,
mia mamma mi parlava tanto di lui. Il mio babbo purtroppo l’ho visto soltanto due volte”.

Il suo primo lavoro, invece, non era nel cinema: “Lavoravo al catasto, noi ragazze scrivevamo in bella calligrafia sui libri nuovi.
Mi piaceva. Con i soldi guadagnati la domenica compravo gli avanzi della pasticceria e li portavo a mia nonna.
Poi ho iniziato a fare i fotoromanzi e lì ho iniziato a guadagnare di più”.

Poi il ricordo commosso del marito Tata Giacobetti:
“La chiave dell’albergo mi ha fatto conoscere l’uomo della mia vita.
Eravamo insieme e dovevamo andare in hotel, ma era rimasta soltanto una camera da letto per due.
Lui era molto sulle sue, mi ha rispettata e io l’ho apprezzato tanto.
Ricordo che quella sera in hotel lui non ci provò con me, nel buio mi chiese di potermi tenere la mano.
La mattina dopo ci siamo svegliati e lui mi disse che era stato tutta la notte sveglio a guardarmi”.
 
Riporto articolo abbastanza interessante per il settore.

Azioni, bond, commodities, mercati emergenti...
Da inizio anno tutte le principali classi di investimento hanno registrato performance positive.
Rispetto agli ultimi mesi del 2018 il clima è decisamente migliorato ed è tornata la propensione al rischio
grazie soprattutto all’ammorbidimento delle politiche monetarie delle banche centrali (a partire dalla Fed).

Il rimbalzo di queste prime settimane dell’anno è il preludio di un recupero più sostenuto nei prossimi mesi?
Sono in pochi a crederlo a giudicare dalle risposte date dai gestori che hanno partecipato all’ultimo sondaggio Bank of America Merrill Lynch.

Il caso più emblematico riguarda le azioni.
A dispetto del rally messo a segno dai listini da inizio anno (+8,5% il guadagno dell’indice Msci World)
i grandi gestori sono ancora riluttanti a puntare forte sull’equity: solo il 6% degli intervistati
infatti ha dichiarato di voler aumentare la sua esposizione su questa classe di investimento.
Si tratta della peggior rilevazione da settembre 2016.


Il dato ha una sua giustificazione: le aspettative sull’andamento dell’economia globale restano infatti negative:
il 46% degli intervistati dichiara di aspettarsi un rallentamento della crescita nei prossimi 12 mesi
con effetti negativi sugli utili societari (che il 42% degli intervistati vede in ribasso).
Solo il 21% degli intervistati poi crede in un aumento dell’inflazione nei prossimi 12 mesi.

I grandi investitori sono scettici sull'azionario perché credono che l'economia rallenterà.

È soprattutto alla luce di questo netto ridimensionamento delle aspettative sull’andamento dei prezzi
(fino a qualche mese fa la quota dei gestori che vedeva pressioni inflazionistiche viaggiava tra il 60 e l’80%)
che si spiega il minor favore accordato alle azioni a cui fa fronte un atteggiamento più favorevole verso il reddito fisso.
Se tra gli investitori istituzionali continua a prevalere chi vuole ridurre il peso della componente obbligazionaria nel portafoglio
(il 36% dei gestori intervistati) è anche vero che questa quota si è nettamente ridotta rispetto a qualche mese fa
tanto da risultare la miglior rilevazione dal voto sulla Brexit di giugno 2016.

I grandi gestori restano orientati a ridurre la quota di bond in portafoglio ma la quota si riduce al 36%

A fronte di quotazioni in rialzo praticamente su ogni classe di investimento dall’inizio dell’anno
la preferenza per il reddito fisso emerge peraltro con tutta evidenza anche dai flussi di capitale.
Che sono positivi per i fondi obbligazionari (27,9 miliardi di dollari netti)
e negativi per quelli azionari (30,9 di riscatti) come ha certificato di recente Epfr Global.

Da inizio anno riscatti per 30,9 miliardi di dollari sui fondi azionari. Meglio bond e fondi monetari

C’è in ogni caso una categoria di fondi che più di ogni altra è andata bene in questo primo scorcio dell’anno: quella dei monetari.
Da inizio anno i fondi per parcheggiare la liquidità hanno registrato 69,5 miliardi di dollari di flussi netti
con una crescita delle masse gestite del 2,2 per cento.

Il cash è notoriamente la destinazione preferita nelle fasi di incertezza e la percentuale di gestori
che sta mettendo in atto questa strategia difensiva è in netta crescita: il 44% degli investitori intervistati da BofA, come accennato,
ha dichiarato di voler aumentare la quota di cash in portafoglio. Si tratta della percentuale più alta da gennaio 2009.

La grande corsa alla liquidità non è andata di pari passo a un aumento della volatilità su azioni e bond
che, in questo primo scorcio del 2019, resta relativamente contenuta.
 
Già si inizia male. Il colore. La Ferrari è sempre stata rossa.
Esiste il colore "rosso Ferrari". E questa cos'è ?....una cagata.

La Ferrari ha presentato la nuova vettura 2019 di F1.
Si chiama SF90 perché ricorda i 90 anni della scuderia che ricorrono appunto nel 2019.
Si presenta di un colore rosso opaco tendente all’arancione diverso dal solito rosso Ferrari
e con la scritta Mission Winnow sul davanti.
Da tenere presente anche gli inserti neri e le linee semplici,
specialmente nell’ala anteriore per assecondare le nuove norme regolamentari sull’aerodinamica.
 
Ultima modifica:
Cicci, il problema è un altro a io avviso. Troppa gente che parla e troppi ignoranti.
Sulla tav siete un esempio. Su Roma pure. Su Torino anche.

Un passo indietro di Luigi Di Maio?
«Sarebbe opportuno. Siamo nati come movimento “uno vale uno” e siamo diventati “uno vale tutti”».

Elena Fattori, senatrice del Movimento Cinque Stelle, non si tira indietro ed esprime liberamente le sue posizioni sui vari fronti aperti all’interno del M5S.
Per Roberta Lombardi, Di Maio non è Mandrake.
«Non è una questione di fare più cose, ma di pluralità».

Di Maio vuole riorganizzare il Movimento.
«Non mi piace l’idea di trasformare il Movimento in partito. Bisogna stare attenti a non fare una cosa top down: io decido e voi eseguite. Un tempo eravamo bottom up: si partiva dal basso».

Si sta adeguando al nuovo corso con l’inglese?
«Su quello ero già avanti».

Elezioni locali, è giusto allearsi alle liste civiche?
«No. Sono contraria. Abbiamo sempre criticato le liste civetta. Per noi regole severissime e poi imbarchiamo personaggi improponibili? Mi parrebbe un’ipocrisia e una mossa molto pericolosa».

Eppure perdete. Come si fa a vincere le elezioni sui territori?
«Per la verità abbiamo tutti i sindaci dei Castelli romani. Non abbiamo avuto bisogno di allearci: è bastato un attivismo antico e di buona qualità.
Invece di cercare escamotage, cambiamo la legge elettorale e facciamo sì che a ogni candidato sindaco o governatore corrisponda una sola lista».

I meetup sono stati smantellati: centri pericolosi?
«Non sono chiusi. Alcuni sono anche molto attivi. Ma è vero che sono stati completamente abbandonati».

Per la senatrice Nugnes sarebbe sbagliato un referendum sul processo a Salvini.
«Di più, sarebbe illegittimo. È una decisione che non riguarda la linea politica e che deve essere presa dai parlamentari. I quali rappresentano la nazione, non il partito».

Servirebbe un referendum sulla Tav?
«Quella non si deve fare e basta. Di Maio non può cedere. Ce l’abbiamo persino nell’inno il no alla Tav. E Beppe Grillo è stato processato per questo».
 
Umorismo. C'è sempre una gara. Ovunque.

Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio, nei momenti cruciali sono le donne che decidono. Anche involontariamente.

Gli scienziati hanno scoperto che il tratto riproduttivo femminile è modellato in modo tale
da impedire agli spermatozoi meno dotati e troppo deboli di raggiungere il loro obbiettivo, l’ovulo.

I ricercatori hanno utilizzato modelli su piccola scala e simulazioni al computer per dimostrare
che i punti critici del difficile percorso degli spermatozoi, dalla cervice all’ovulo, sono costellati di strettoie,
e solo i più veloci riescono a passare.

I test effettuati con sperma di uomini e tori hanno rivelato che gli spermatozoi più forti erano più abili a passare per i punti più stretti,
noti come «stenosi», mentre i più deboli erano catturati da correnti provenienti dalla direzione opposta
che li spingevano indietro se si avvicinavano troppo alla fine del percorso.

«L’effetto di questi ristringimenti è impedire che lo sperma lento riesca a superare le barriere e selezionare dunque gli spermatozoi con il più alto livello di motilità»

La fecondazione è un gioco di sopravvivenza.
Negli esseri umani e in tutti i mammiferi la corsa inizia con l’improvviso movimento di 60 milioni di spermatozoi.

L’obiettivo di tutti è unirsi all’ovulo ma la lotta è dura, vanno battuti tutti i rivali e affrontati rischi di bagni acidi o attacchi immunitari.
Le abilità degli spermatozoi sono già state ampiamente studiate, ma gli scienziati della Cornell University
hanno esaminato in modo specifico lo sperma nel momento in cui raggiunge le parti più strette dell’apparato riproduttivo femminile,
come la piccola apertura dall’utero alle tube di Falloppio.
Qui la sfida si fa più dura perché gli spermatozoi nuotano controcorrente e devono vincere il flusso che scorre verso di loro in un percorso molto stretto.

«I risultati mostrano che solo lo spermatozoo più forte e veloce può passare attraverso i restringimenti del percorso,
viaggiando controcorrente e tutto questo ha un senso perché ci aiuta a capire come l’apparato riproduttivo femminile
sia in grado di assicurarsi che solo il miglior spermatozoo raggiunga l’ovulo».
 
Chi ha scritto questo articolo presumo sia un "pennivendolo" sfaticato che in vita sua non ha mai lavorato.
Ma intendo LAVORATO maiuscolo. E' uno che è stato abituato alla balia. Ad andare a farsi lo spritz.
Pensa alla vita sociale lui. A stare seduto dietro ad una scrivania con davanti il computer.
Se vuoi il pane FRESCO da vendere la mattina presto, lo produci di notte.
O forse preferisci acquistare del pane congelato ? Qui parlo con cognizione di causa.
Perchè la mia famiglia - ai tempi - aveva un prestino.
Pirlotto questo è un "apprendista". 8 euro all'ora per un "apprendista". Ma tu lo conosci il mestiere ?
Certo la tua paga per scrivere queste stronzate è ben diversa. Ma vai a lavorare, seriamente però.
I prestinai alle 9 hanno finito di lavorare. Vanno a dormire. Poi si organizzano la giornata.
L'operaio che fa il turno dalle 22 alle 6 del mattino fa lo stesso. Pirla. E non prende 1400 euro.

Vi mancava qualche storia virale sull’Italia che offre lavoro contro l’Italia che vuole il reddito di cittadinanza?
Tra agenti di commercio, baristi, commessi e tante altre allettanti posizioni disponibili senza lavoratori,
tra poco le categorie merceologiche saranno esaurite.
E visto che mancava, ecco appena sfornata – è il caso di dire – la storia del panettiere che non trova apprendisti.

La vicenda l’ha raccontata il Gazzettino: a Reschigliano di Campodarsego, in provincia di Padova,
un forno cerca da tempo un apprendista disperatamente ma nessuno vuole lavorare per 1400€ al mese.
Tutti già sognano la poltrona, le vacanze e il reddito di cittadinanza e guai a parlare di lavoro!
D’altronde se c’è crisi, si prende ciò che passa il convento, in tanti direbbero
(conoscendo un po’ i connazionali, direi in tantissimi). Questo vorrebbe il senso comune all’italiana.

Proviamo, invece, a leggere con attenzione quanto riportato dal Gazzettino:
orario di lavoro 2-9 dal lunedì al sabato. 2-9 del mattino, dal lunedì al sabato che – calcolatrice alla mano – fanno almeno 42 ore settimanali.
Dividendo lo stipendio offerto di 1400€ al mese, il risultato è poco più di 8€ l’ora.
Che saranno anche molte per l’Italia (a giudicare dal costo della vita, diciamo di no)
ma il sacrificio richiesto è quello di rinunciare alla vita, non quello di rimboccarsi le maniche.

Lavorare di notte non fa bene alla salute e non fa bene alla vita sociale (che può curare depressioni, ansia e solitudine).
Il benessere fisico e quello mentale sono patrimoni che vanno preservati e se qualcuno decide (o è costretto) di metterli a rischio,
deve essere per una ragione valida, non per guadagnare 8€ l’ora.


Diciamolo, il mondo è rovesciato: questa storia è diventata virale, come tante altre della saga
“L’Italia che lavora contro l’Italia che aspetta il reddito di cittadinanza” ma ad essere obiettivi dov’è la notizia?
Ci sarebbe, questo sì, se qualcuno accettasse di lavorare per quella somma, sei notti su sette, non se la maggioranza dei giovani dice “no, grazie”.

Si potrebbe obiettare: il pane che mangi ogni giorno qualcuno deve pur farlo. Giusto.
Ma evidentemente, le condizioni proposte non sono accettabili e in questo caso il panettiere deve rivedere l’organizzazione della sua azienda.
Magari pretendere sei notti su sette è troppo; magari gli orari di lavoro possono essere ripensati.
Magari – e qui torniamo al punto di partenza – la paga è troppo bassa.

L’Italia, si conferma, l’unico Paese con economia di mercato dove le imprese perdono le staffe
se la legge della domanda e dell’offerta finisce per funzionare; che i contratti debbano essere flessibili
per favorire le assunzioni è una religione ma se i lavoratori snobbano le offerte perché troppo basse,
finiscono per essere etichettati come fannulloni che vogliono il reddito di cittadinanza.
Una vera e propria retorica populista al rovescio.
E allora, invece di andare a lavorare per un tozzo di pane (1400 EURO ?????), si girano dall’altra parte e ricominciano a dormire. (BRAVI)
 

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