CERCA DI ESSERE IL GIOCATORE DI SCACCHI, NON IL PEZZO SULLA SCACCHIERA (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
"Il trappolone del click.

Uso la carta di credito per le spese sul web, raramente nei negozi,
non lascio eccessivi denari e se mi servisse fare una spesa online più sostenuta verso quel che mi serve.
Non ho paura della tecnologia, anzi, la adoro causa quello che si riesce fare ma ho idiosincrasia per chi pretende d’impormi catene, mi toglie la libertà.

Quasi non si crede che nel 2019 ci siano menti obnubilate e comuniste,
sembra impossibile che riescano essere giulivi a rendere la vita impossibile al prossimo e che, vergognosamente,
se ne vantino come fossero dei geni, senza s’accorgano che gli unici geni che possiedono non sono adatti al pensiero.

Cercano in modo subdolo di convincerci portando ad esempio la bella ed intelligente Svezia,
quella del pensiero politicamente corretto o pensiero unico che, a vederli a casa loro, non sembrano poi tanto giusti di meningi.

Non è più la sana Svezia di 80anni fa, si sbronzano per dimenticare la loro bellezza ed intelligenza, pensa te che colpo.

L’idea comunista mai è morta e specialmente in Italia dove mai è riuscita fare il colpo del secolo o millennio;
oggi i tanto tanto svegli grillazzi li hanno resuscitati dal letargo indotto dal paese ed a questi rossi non è sembrato vero poter prendere la palla al balzo
e mettere in pratica le loro cure, si saranno detti: Oggi o mai più! – Oggi, che ci sono dei poco svegli che in parlamento hanno i numeri
e potremo annichilire gli italiani ed il paese intero anche se ci sono tanti tanti tanti avversi a noi sparsi per l’Italia.

In una settimana hanno partorito queste ideone comuniste:

Click obbligatorio e basta contanti già che si vuole contrastare l’evasione fiscale,
gli intelligentoni non hanno pensato, tanto per dirne una, che l’evasione c’è a causa delle anche loro idiozie pregresse,
non hanno riflettuto che in Usa le carte di credito vanno alla grande ma mai hanno pensato di bloccare i contanti
e che i due sistemi si danno manforte l’un con l’altro a far circolare il denaro, una ricchezza per l’economia;
non sono stati sfiorati dal pensiero che gli evasori continueranno ad esserli se non li becchi, anzi, se non li vuoi beccare,
mi sono sempre chiesta perchè negli altri paesi ci sia meno evasione e qui da noi non si riesce estirparla,
non credo perchè siano onesti ma causa le dure condanne che gli appioppano se li beccano,
senza dimenticare che da noi 110miliardi evasi son la norma e questi provengono per la maggior parte da grandi aziende,
multinazionali, spesso da truffatori a cui hanno dato modo con leggi balzane e stratificate di poterlo fare.

Poi c’è l’affare comunista quello che mai ha voluto trarre un ragno dal buco evasione: banche, aziende, amici, ecc…
e, più gravemente, li si lasciavano e si lasciano tranquilli perchè servono le mancanze di miliardi,
come specchietto per le allodole adatto alle menti semplici e de-pensanti a cui scroccare voti
paventando un paese intero di ladri ed instillando invidia sociale.
Hanno marciato per decenni su questa bugia che, a ben vedere, serviva anche a nascondere i loro giochi farabutti.

Oltre al click stanno pensando di metterci la mordacchia perchè non li tolleriamo, non ci piacciono,
gli diamo fastidio con le nostre contrarietà ed offese, anche quelle non volgari,
pensi un po’; se vogliamo parlare sia solo per incensarli, comunismo puro.

Poi stanno pensando come fare per instradarci sulla buona strada, cominciando a tre anni,
all’asilo per i giovani e per noi anzianotti, forse i Gulag o elettroshock, non si sa ancora.

E’ un delirio comunista mai visto in questo paese, nemmeno nei ’70, quasi.

Poi ci sono i clandestini che dobbiamo per legge accogliere, noi contrari, servirli e mantenerli a vita, amarli e rendergli bella la vita.

Ancora poi, ci sono i neri minorenni che per legge lo rimarranno fino a 21anni
e noi saremo responsabili della loro buona sana e bella vita e, forse,
anche responsabili se commettono azioni criminali. Dovremo coccolarli.
Se poi i nostri figli sono maggiorenni e responsabili a 18anni e chissenefrega, dicono,
i figli si possono buttare fuori di casa, non aiutarli, tanto sono nostri figli con l’aggravante d’essere bianchi.

Lei, forse, non ci crederà ma queste idee le ho sentite esporre dai comunisti in viva e loro voce.

Sono partita dal click che ci annienterà e veda un po’ dove sono arrivata,
al crimine comunista non ci sarà mai fine fin quando non li metteremo in galera per assalto al popolo e stupidità criminale assodata.

Oggi si è saputo che l’amministrazione pubblica spreca 200miliardi l’anno in inefficienze,
domani staremo attenti a cogliere la pensata comunista per risolvere tale buco.

Pensare ai 200miliardi delle PA ai 110miliardi d’evasione- 310miliardi al vento-
sicuramente fa prudere le mani già che non sono bruscolini e che potrebbero servire a ricostruire questo paese crollato da nord a sud, isole comprese.

Si conosce il mondo e quello comunista ancor di più, ci saranno voli pindarici d’idiozie,
idee illiberali, catene e click per tutti, tutori e badanti a iosa. Evviva i comunisti.

Sicuramente capita di ridere ma, secondo me, dovremmo avere paura, paura rossa."
 

Val

Torniamo alla LIRA
Un vero e proprio colpo da ko: questo rischia di essere l’attacco sferrato dai droni dei ribelli yemeniti Houthi
a due importanti siti di produzione petrolifera dell’Arabia Saudita, la cui ripercussione rischia di essere uno sconvolgimento dei prezzi del mercato mondiale del greggio.

Dieci veicoli senza piloti hanno compiuto l’operazione.
Sono stati colpiti due siti nell’Est: uno a Buqyaq, gestito da Saudi Aramco, capace di lavorare sette milioni di barili al giorno
e un’altra raffineria a Khurais, gangli vitali dell’industria petrolifera del regno wahabita.

Il Wall Street Journal scrive che l’azione rischia di dimezzare temporaneamente la produzione saudita di greggio, decisiva per gli equilibri dei mercati mondiali.

Questo, secondo quanto dichiarato dall’economista e presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli all’Agi
rischia di causare un’impennata dei prezzi del petrolio per una settimana o dieci giorni:
il rischio è di ritrovarci lunedì “con un prezzo del petrolio sopra i 100 dollari e la benzina che passerebbe da 1,55 euro a 1,80 euro al litro”.


Il regno saudita mette nel circuito quotidianamente quasi dieci milioni di barili di petrolio,
e con l’attacco tale quota rischia di essere dimezzata, portando dunque fuori dal mercato il 5% del petrolio globalmente commerciato,
influenzando in profondità le dinamiche energetiche planetarie. La mossa degli Houthi risulta capace di assestare un colpo durissimo a Riad
e a metterne in evidenza la vulnerabilità strategica. Indicando, inoltre, le nuove frontiere a cui la guerra per procura tra sauditi e iraniani può arrivare.

Lo scenario prospettato da Tabarelli non è affatto irrealistico.

Specie considerando l’onda d’urto di lungo periodo che può essere creata dal colpo dei ribelli yemeniti.
I quali da tempo hanno appreso a destreggiarsi con Uav dal raggio d’azione di 1.500 chilometri
capaci di giungere al cuore delle installazioni petrolifere gestite da Aramco,
che si scopre vulnerabile nel momento in cui si prepara la gigantesca quotazione in borsa del colosso del regno dei Saud.

Con che credibilità potrà in futuro Aramco presentarsi di fronte agli investitori internazionali per un Ipo da decine di miliardi di dollari
se non sarà in grado di certificare la capacità del governo saudita di proteggerne le installazioni chiave?

Con quale faccia l’Arabia Saudita potrà avocare un senso di minaccia per azioni provenienti da un teatro di guerra che il principe Mohammad bin Salman,
con le sue politiche scriteriate, ha contribuito a infiammare? Quale sarà la posizione futura dell’Opec, che dipende dalla stabilità del pilastro saudita?

Bisogna ammetterlo: se la guerra asimmetrica da manuale produce un effetto più che proporzionale tra mezzi impiegati e danni causati al nemico,
gli Houthi hanno compiuto in tal senso un vero e proprio colpo da maestro. Portando la guerra nel cuore del territorio saudita,
con pochi droni facilmente sacrificabili hanno mostrato la vulnerabilità del colosso del Golfo.

E gettato nuovamente tutto il contesto regionale imperniato sull’Arabia Saudita nell’incertezza.

La guerra in Yemen che l’Arabia Saudita ha fomentato ora arriva nel territorio del regno:
e di questo Bin Salman e i suoi collaboratori possono incolpare solo loro stessi.

Specie ora che gli Houthi hanno trovato la chiave di volta per poter assestare colpi decisivi.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Dopo un anno di governo con i M5s, la Lega riparte dalle proprie radici.

E, ancora una volta, Pontida è l'espressione dello spirito leghista.
Una manifestazione rituale per fare il punto della situazione e cercare, nella voce del suo suo leader, la via per concretizzare il consenso.

L'entusiasmo è ancora molto alto tra i militanti della Lega, un popolo sereno che non teme il confronto alla urne e, anzi, le chiede a gran voce.
Dalla folla schierata sul Pratone sacro, troppo piccolo per ospitare tutti quanti, la Lega appare sempre più forte.

Già dalle primissime ore dell'alba, infatti, sono moltissime le automobili in coda.
Sono qui per ascoltare il discorso di Matteo Salvini che, già alle 10.40, si concede selfie e bagno di folla.

C'è un clima di festa e di speranza tra i militanti leghisti, accorsi da tutta Italia per sostenere il proprio Capitano.
"Oggi è la nostra festa, - spiegano. - È un momento che unisce tutti e una maniera di stare insieme".

'Speranza', 'libertà' , 'poltrone', 'elezioni' sono le parole che si rincorrono con insistenza durante la mattinata.
Tanta l'amarezza per non essere più al governo, tante le bordate contro gli ex alleati, tanta la voglia di rivalsa e tanta la voglia di elezioni.

È una piazza eterogenea, composta da famiglie, studenti, lavoratori e tanti giovani.
Paolo è in pensione da tre anni e fa fatica ad arrivare alla fine del mese. Per sostenere Salvini è arrivato dalle Marche.
"È una vergogna! Siamo contro i burocrati europei che ci dico che cosa fare. Non ne possiamo più, vogliamo essere padroni nel nostro Paese, nella nostra Italia".

Giulia, invece, è una libera professionista ed è alla sua seconda Pontida.
È convinta che l'accordo tra Pd e M5s fosse in piedi da tempo.
"Questo è il governo degli inciuci. Vogliamo andare subito al voto!".

È Luca Zaia, governatore del Veneto, a scaldare la folla in attesa del segretario.
Il suo è un discorso infuocato che non risparmia nessuno.
Bordate al PD, agli ex alleati M5s e alle regioni "mal governate".
Ricorda poi i patti non rispettati per le autonomie regionali.

Annunciato dall'ex capo ultrà dell'Atalanta Daniele Belotti, un coro da stadio accoglie il leader della Lega che, per i primi minuti, fa fatica ad iniziare.
La gente pende dalle sue labbra e applaude ad ogni sua frase.
Salvini ribadisce la linea di sempre: porti chiusi, flat tax, no alla sinistra, autonomia regionale e nazionale, no all'Europa dei burocrati.
Lancia poi l'idea di un referendum per passare da un sistema proporzionale ad uno maggioritario.
"Non abbiamo paura di perder la poltrona... Noi ci teniamo l'onore e la dignità".

Salvini è in simbiosi con la folla adorante che non risparmia cori e applausi. "Matteo è uno di noi, uno del popolo", dicono in tanti.

Venerdì Salvini, come ogni anno, si è seduto a mangiare nello stand dei giovani leghisti della provincia di Lecco.
"Come sempre, Matteo ha passato del tempo con noi - ha dichiarato Nicole Arosa, la coordinatrice della sezione -
Alcuni ragazzi sono venuti già da giovedì, hanno montato i gazebo. Siamo felici di essere parte attiva di questa festa!".
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Val

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Quasi 1200 runner al via, 240 volontari, 32 ostacoli: questi i numeri della ScigaMatt, la corsa più pazza di Lecco, andata in scena quest’oggi, sabato 14 settembre.

Una manifestazione sempre più attesa ed amata dal pubblico lecchese (e non solo), come dimostra il numero di iscrizioni, chiuse con record un mese prima della partenza.

L’attesa è cominciata nel primo pomeriggio in Piazza Garibaldi, in centro Lecco, dove intorno alle 14 i primi atleti e colorati gruppi di partecipanti hanno iniziato ad assemblarsi in attesa di partire.

Alle 15 il primo start, quello degli agonisti della ScigaMud, gara competitiva valevole per il Campionato Italiano OCR.
200 i runner al via, in tre separate batterie, di fronte a loro 13 km di percorso irto di ostacoli:
accanto ai tradizionali e più conosciuti l’organizzazione ha aggiunto l’attraversamento a nuoto del bacino della canottieri
e, prima del traguardo di Acquate un pannello di legno da superare solamente con la forza delle braccia.
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Alle 15.30 è toccato ai ‘pazzi’ della ScigaMatt e poco dopo alla ScigaMiniMatt, un colorato corteo di corridori che ha letteralmente invaso le vie di Lecco e di Acquate.
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