Val
Torniamo alla LIRA
Sussurri e grida. Partita chiusa sui sottosegretari. Una partita ingloriosa.
Ma come si è arrivati a chiuderla? Vari i retroscena che si incociano ma che concordano alla fine sul fatto
che si è trattato di uno psicodramma in grande stile. La poltrona è sempre la poltrona, che sia di primo livello o altro.
Pd e M5s hanno trovato l’intesa sulle 42 “caselle” da spartirsi in uno scenario deprimente tra candidati prima nominati,
poi silurati, quindi pugnalati, infine dimenticati. “Sussurri e grida” riportati dal Fatto quotidiano.
Uno psicodramma sarebbe andato in scena addirittura nei bagni del primo piano – riporta il Fatto.
E’ accaduto che martedì pomeriggio, in Senato, mentre in aula si discuteva della fiducia al Conte-bis.
«dietro una porta al primo piano, vicina ai bagni quindi non così remota,
i grillini delle commissioni Bilancio e Finanze delle due Camere si accapigliano sui nomi per il ministero dell’Economia».
Ad “accapigliarsi” Laura Castelli e Stefano Buffagni.
Poi è toccato a Luigi Di Maio ad essere “stalkerato” dai suoi parlamentari che chiedevano di ricordarsi di loro… Scene dell’altro mondo, scene deliranti.
Sempre martedì sera – leggiamo sul quotidiano- in una riunione alla Camera con i capigruppo delle commissioni il tesoriere Sergio Battelli,
fedelissimo di Di Maio abbia inveito così: «Luigi vi aveva chiesto 5 nomi per ogni commissione, cosa sono queste liste di dieci persone?».
Nel Pd stesso psicodramma tra «divanetti bollenti», promesse, conciliaboli e litigi.
Il caos nei 5Stelle è stato totale: la tecnica delle rose dei candidati proposte dalle commissioni parlamentari ha creato veleni e guerre interne.
Gli incastri e la sintesi con il Pd sono stati devastanti. Ci vuole un bel coraggio ad affermare che questo spettacolo indecente non sia il governo delle poltrone…
Ma come si è arrivati a chiuderla? Vari i retroscena che si incociano ma che concordano alla fine sul fatto
che si è trattato di uno psicodramma in grande stile. La poltrona è sempre la poltrona, che sia di primo livello o altro.
Pd e M5s hanno trovato l’intesa sulle 42 “caselle” da spartirsi in uno scenario deprimente tra candidati prima nominati,
poi silurati, quindi pugnalati, infine dimenticati. “Sussurri e grida” riportati dal Fatto quotidiano.
Uno psicodramma sarebbe andato in scena addirittura nei bagni del primo piano – riporta il Fatto.
E’ accaduto che martedì pomeriggio, in Senato, mentre in aula si discuteva della fiducia al Conte-bis.
«dietro una porta al primo piano, vicina ai bagni quindi non così remota,
i grillini delle commissioni Bilancio e Finanze delle due Camere si accapigliano sui nomi per il ministero dell’Economia».
Ad “accapigliarsi” Laura Castelli e Stefano Buffagni.
Poi è toccato a Luigi Di Maio ad essere “stalkerato” dai suoi parlamentari che chiedevano di ricordarsi di loro… Scene dell’altro mondo, scene deliranti.
Sempre martedì sera – leggiamo sul quotidiano- in una riunione alla Camera con i capigruppo delle commissioni il tesoriere Sergio Battelli,
fedelissimo di Di Maio abbia inveito così: «Luigi vi aveva chiesto 5 nomi per ogni commissione, cosa sono queste liste di dieci persone?».
Nel Pd stesso psicodramma tra «divanetti bollenti», promesse, conciliaboli e litigi.
Il caos nei 5Stelle è stato totale: la tecnica delle rose dei candidati proposte dalle commissioni parlamentari ha creato veleni e guerre interne.
Gli incastri e la sintesi con il Pd sono stati devastanti. Ci vuole un bel coraggio ad affermare che questo spettacolo indecente non sia il governo delle poltrone…