CERTE PERSONE SI DEFINISCONO TUTTE D'UN PEZZO... BISOGNA VEDERE PERO' CHE TIPO DI PEZZO!!

Sindacati e azienda, alla presenza del viceministro Teresa Bellanova, hanno trovato l'intesa per un nuovo contratto di solidarietà della durata di sei mesi,
che partirà da domani e scongiura i licenziamenti per tremila persone.

In pratica tornano SULLE NOSTRE SPALLE per 6 mesi

La norma generale prevede, per le ore di riduzione di orario, un’integrazione pari al 60% della retribuzione persa.
Il D.L. n. 78 del 2009, convertito nella legge 102 del 2009, ha incrementato, per gli anni 2009 e 2010, l'ammontare dell'integrazione spettante ai soli lavoratori coinvolti da contratti di solidarietà difensiva, stipulati in base all'art. 1, comma 1, della legge n. 863/1984. La misura dell'integrazione è elevata all’80% della retribuzione persa.
 
La Pininfarina diventa indiana. Il 76% della storica “carrozzeria” torinese, detenuto dalla holding Pincar,
passa in mano alla Pf Holdings Bv, società di diritto olandese di proprietà di Tech Mahindra e Mahindra&Mahindra.

In cambio il gruppo indiano verserà un corrispettivo di 150 milioni di euro
 
Boh, io leggo e sento in TV che ne arrivano da 4000 a 5000 al giorno.
Ipotizziamo per 20 giorni di bel tempo, fanno 100000 circa.........in un mese :clapclap::clapclap::winner::winner::ola: e lui cosa dice ?

«È evidente che sul tema dell’immigrazione si gioca la sfida della paura ma i numeri sono profondamente diversi da quelli raccontati:
non c’è un aumento dei migranti rispetto all’anno scorso, c’è un aumento di allarmi a scopo elettorali».
 
«Renzi si vergogni, copre la sua incapacità nel trovare una soluzione all’emergenza immigrazione con fesserie e un meschino buonismo. Ha il coraggio di dire che non siamo di fronte a un’invasione quando i numeri degli sbarchi sono sotto gli occhi di tutti. La chiusura della rotta balcanica sta aumentando i flussi verso il nostro Paese. Deve piuttosto mortificarsi per i danni fatti agli italiani, per come ha alimentato gli affari dei criminali trafficanti di persone. Come fa a non rendersi conto che finché lascerà le nostre navi a poche miglia dalla Libia i barconi continueranno a partire e continueranno le morti in mare, delle quali tutto il governo è responsabile? È intollerabile che proprio lui, che ha basato la sua carriera politica sulle slide e gli spot stile 80 euro, derubrichi quanto sta accadendo a un allarmismo da campagna elettorale. Ha fallito. In Europa non conta nulla e tutti ci voltano le spalle. Chieda scusa per la sua palese inadeguatezza».
 
ROMA – Veneto Banca ha bruciato 5 mld di risparmi. Azioni azzerate.
I quasi 88mila soci di Veneto Banca si sono visti praticamente azzerare il valore delle azioni detenute, il risultato di una gestione fallimentare che ha bruciato 5 miliardi di euro di risparmi.
Per ricavare la ricchezza perduta è stato calcolato il valore massimo raggiunto dalle azioni (40,75 euro) ed è stato sottratto il valore odierno delle azioni (10 centesimi).

Perché 10 centesimi è il prezzo simbolico offerto al mercato dal nuovo consiglio di amministrazione, il prezzo reale di una bancarotta finanziaria e morale fatta pagare appunto alle migliaia di soci dei quali è stata tradita la fiducia. Come nel caso della Popolare di Vicenza – un’altra decina di miliardi in risparmi andati in fumo – sono persone in carne ed ossa a rimetterci, quando non aziende piccole e grandi che vedranno ridimensionati i progetti di investimento e crescita, o di pura sopravvivenza.
 
L’epicentro è ovviamente in Veneto: 2,8 miliardi di ricchezza svanita. Ma guardando la mappa* si può vedere che la ricchezza svanita colpisce tutta Italia.
Dai 575 milioni del Piemonte ai poco più di 200mila euro della Valle d’Aosta.
Merito di una campagna di acquisizioni che per quasi venti anni, sotto la guida dell’ex padre-padrone Vincenzo Consoli, ha trasformato la piccola popolare di Asolo e Montebelluna nella decima banca italiana.
E da ieri, ufficialmente, nell’ennesimo caso di fiducia tradita tra italiani e banche. (Gianluca Paolucci, Raphael Zanotti, La Stampa)

Parallelamente al tavolo del board di Montebelluna, il consorzio di banche capitanato da Banca Imi sta definendo il contratto di sub-underwriting con Atlante, che subentrerà nella garanzia al pool di garanzia.
La firma è attesa a breve.
 
ATENE – Perché le statue dell’antica Grecia venivano scolpite con un pene piccolo?
Non è certo per banale pudore o timore di imbarazzare il pubblico.
L’abilità dei greci nell’utilizzo di sofisticate tecniche per plasmare e forzare la materia e ottenere la perfezione, soprattutto nella riproduzione del corpo umano, ha da sempre affascinato e stupito il mondo.
Da Vitruvio in poi le proporzioni classiche sono state una vera ossessione per artisti e scultori di ogni epoca.

Ma perché al di sotto della cintola quell’incredibile equilibrio scemava?

In realtà la ragione è proprio in ragione di quell’ideale di armonia.
Un dettaglio simbolico che stava a significare la virtù e la superiorità spirituale dell’atleta o dell’eroe scolpito.

Un pene grande ed eretto era sinonimo di scarso controllo degli impulsi e l’incapacità di agire con moderazione.
 
Diciamo che il "ragazzo" sa vendersi bene. D'altra parte chi di noi non approfitterebbe di un'occasione così ghiotta ?
Ovunque andrà gli daranno un bonus rispetto alla rai.

Niente più tv di Stato per Nicola Porro.
Dopo aver appreso della decisione di chiudere Virus, il giornalista - secondo quanto si apprende - avrebbe rifiutato l’offerta del direttore di Rai 2, Ilaria Dallatana, di condurre un magazine la domenica dalle 19 alle 20.30.

Oggi 1° giugno, eccezionalmente di mercoledì alle 21.15 su Rai2, va in onda l’ultimo appuntamento con Virus.
 
Possiamo ben dire che ha contribuito a far aumentare il pil ahahahahah

Folgorato sulla via di Arcore è un insospettabile come Antonio Padellaro, ex direttore del Fatto e prima ancora dell'Unità dove, racconta lui stesso,

«su Berlusconi ho scritto e sottoscritto qualsiasi cosa tranne, forse, che avesse crocifisso Gesù Cristo».

Poi Berlusconi esce di scena, novembre 2011, il Nemico è sconfitto e il Fatto festeggia con 150mila copie, cifra da cui si inizia però a scendere appena si chiude la stagione eroica della resistenza al Cavaliere oscuro:

«L'addio di Berlusconi comincerà anche a incidere sulle vendite - racconta Padellaro nella sua autobiografia politicamente scorretta (Il Fatto Personale, in edicola) - Se è esistita un'epopea del Fatto Quotidiano è anche grazie a lui. Quando il Caimano è in sella abbiamo dei bilanci così floridi che quasi ci si vergogna al momento di distribuire i sostanziosi dividendi. Giriamo l'Italia come rockstar. Poi cade Berlusconi e il mondo dei giornali tracolla con lui. Il nostro quotidiano continua a vendere bene, intendiamoci, ma non più come prima».
 
«Devo riconoscere che in fondo lei ha fatto la fortuna dei suoi amici ma anche dei suoi nemici».

Padellaro si ritrova a tu per tu con Berlusconi in modo inaspettato. È a cena, per il tramite della forzista Melania Rizzoli, con la Pascale, che vuole ringraziare il direttore del Fatto per aver evitato di pubblicare certi pettegolezzi pruriginosi legati alla saga (stracavalcata dal Fatto) delle «Olgettine».
E lì ad un certo punto si materializza l'ex premier,

«penso si stesse talmente rompendo le palle solo con Dudù a Palazzo Grazioli che alle 21 in punto lo vedo venirmi incontro contento come una Pasqua come fossimo vecchi amiconi»,

con tre cravatte di Marinella in regalo.

«È veramente contento di vedermi. Inizialmente mi sembra una cosa strana ma poi rifletto: questo non è uno come noi che si offende, è come se il Padreterno tenesse la contabilità delle bestemmie a lui rivolte: ehi tu una volta mi hai dato del porco vai all'inferno».

Si accomodano in salotto e Berlusconi spiega al direttore del Fatto di aver ricevuto da Gianni Letta ottime referenze su di lui e la «ottima famiglia di dirigenti dello Stato».

«Con quella frase mi ha appena mandato tre messaggi. Intanto, sa tutto su di me e sulla mia storia familiare. Poi che Gianni Letta ne sa ancora di più. E, infine, che ho davanti a me una persona cortese, gentile, veramente squisita, come si diceva una volta».

Ma perché, si domanda Padellaro, non ha approfittato dell'occasione per sfoderargli di persone tutte le accuse scritte per anni?

E si risponde con una frase di McLuhan: «L'indignazione morale è una tecnica utilizzata per dotare l'idiota di dignità».

Un aforisma che piacerebbe molto al «Caimano».
 

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